Leggo sul Corriere della Sera di oggi che Maurizio Gasparri avrebbe un progetto articolato suo personale per affrontare l’emergenza odio su Facebook (sapete sì che dopo il tentato spintone al papa sono nati sul social network gruppi pro e contro Susanna Maiolo?). Il piano Gasparri è basato su due flussi principali. Uno legale:
“iniziative per identificare su Facebook tutti coloro che fanno apologia della violenza e del crimine”.
L’altro meramente tecnico:
“facendo ricorso a una campagna di spamming, usando cioe’ la rete contro gli avvelenatori della rete stessa”.
Mi pare una idea brillante: per liberarci dei ragionamenti di Gasparri sarà cosi’ sufficiente denunciarlo al Garante della Privacy.
Dicembre 27th, 2009 at 17:26
Se non ricordo male, qualcosa di simile al secondo step se lo pensò, tempo fa, la Mussolini che invitava al mailbombing si Stato contro pedopornografi.
Dicembre 27th, 2009 at 18:04
E se facessimo una colletta via web e lo mandassimo da un neurologo bravo, anzi bravissimo?.
Dicembre 27th, 2009 at 18:25
Il secondo punto è ovviamente una fesseria, il primo piuttosto condivisibile: se la apologia di un crimine è reato al bar lo dovrebbe essere anche in rete, vanno semplicemente identificati e denunciati esattamente come si farebbe nel mondo reale.
bob
Dicembre 27th, 2009 at 20:08
puo’ darsi che l’apologia di reato sia un crimine pure al bar (e difatti in ogni bar che ho girato ho sentito frizzi e lazzi sulle vicende – probabilmente frequento bar malfamati) ma non mi pare sia allo studio la chiusura di tutti questi bar. nemmeno la loro regolamentazione. forse, obtorto collo, bisognera’ ammettere che silvio (e razzinga) non sono cosi’ amati. forse dovranno interrogarsi sul perche’. forse pure quella e’ liberta’ d’opinione. forse chiuderci i bar non serve.
Dicembre 27th, 2009 at 20:45
mettere ragionamenti e gasparri nella stessa frase è una offesa al buon senso.
Dicembre 27th, 2009 at 21:51
@L1 che silvio non sia amato da molti è abbastanza ovvio ed io non lo amo per nulla, quando solo all’estero spesso mi vergogno di lui, ma qui il problema è un altro. Una cosa è dire che non ti piace una cosa è dire uccidiamolo, la apologia di un delitto è un reato perseguibile ed è giusto che sia perseguito anche in rete.
bob
Dicembre 28th, 2009 at 02:27
Dopo la campagna d’odio c’è la campagna di spamming…e ancor prima c’era una campagna di Russia…
Dicembre 28th, 2009 at 02:44
Il secondo punto è ovviamente una fesseria, il primo piuttosto condivisibile
solo se si assume che siano accettabili i reati di opinione, cosa che non e’ proprio pacifica..
Dicembre 28th, 2009 at 04:32
[…] Massimo Mantellini – Emergenza Gasparri […]
Dicembre 28th, 2009 at 11:34
suvvia! Anche a pelle si vede che Gasparri è uno che ne capisce…
Dicembre 28th, 2009 at 12:21
Gasparri vorrei tanto averlo avuto come compagno di liceo.
Quanto ai ragazzi che affollano i gruppi facebookiani
io sarei per riempirli di calci in culo.
Sul piano logico come dice Dadda condivido che se la apologia di un delitto è un reato perseguibile è giusto sia perseguito anche in rete.
Dicembre 28th, 2009 at 12:58
Basterebbe anche però definire cosa sia apologia di reato. Se faccio una battuta su Ratzinger inciampato o Silvio col duometto in testa, sto facendo apologia o una semplice battuta?
Se dicessi che vorrei mandare Gasparri a lavorare in miniera perché c’ha la testa così dura che spaccherebbe il marmo senza fatica, sto incitando all’odio contro Gasparri? No, tanto per avere dei termini chiari di confronto, eh.
Dicembre 28th, 2009 at 13:06
Scusate, ma chi lo dice che i reati non sono perseguibili in rete? Gasparri? Ma quando mai non lo sono stati?
Il problema del non poter perseguire legalmente chi commette reati in rete non è MAI esistito, eh.
Dicembre 28th, 2009 at 13:57
Il primo punto è senza dubbio condivisibile. Istigare alla violenza è reato anche in rete. Il secondo punto è una “emerita Gasparrata”.
fp/
Dicembre 28th, 2009 at 16:34
Amarcord e apologia di reato: “Se Mussolini va avanti così… io non so'”. Bisognerà fare un controllino qua, in fondo molti lo reputano giusto.
Dicembre 29th, 2009 at 12:16
a., ogni libertà trova dei limiti, anche quella di opinione. Posso manfiestare un dissenso anche forte verso una persona, ma devo rispettare alcune regole. Se la mia opinione offende qualcuno perché ci includo una bestemmia, oppure è configurabile come una minaccia o come una istigazione a delinquere, non siamo più nel campo della “libera opinione”.
Dicembre 29th, 2009 at 12:18
galatea72 ha inquadrato correttamente il problema. Un conto sono le battute, magari di cattivo gusto, ma comunque perfettamente legittime. Altra cosa è idolatrare l’autore di gesti folli o arrivare a dire che piuttosto che lanciare statuine sarebbe meglio fare fuori il Presidente del Consiglio.
Dicembre 29th, 2009 at 12:24
Credo che ci sia un problema sulla concezione di “reato di opinione”.
Se io dico che Berlusconi mi fa vergognare di essere governato da lui e il suo governo dovrebbe cadere esprimo una opinione che non è un reato.
Se dico che Berlusconi dovrebbe essere ucciso e che Tartaglia a fatto bene a colpirlo questa non è una opinione, è la apologia di un delitto che per il nostro codice è un reato che va perseguito.
Il vero problema è che si parla tanto e si agisce poco, la magistratura dovrebbe identificare (visto che in rete nessuno è anonimo) chi mette in atto un reato e perseguirlo anche in rete.
bob
Dicembre 29th, 2009 at 14:28
Dopo il duomo in faccia al presidente, in tutti gli ascensori del palazzo di poste italiane, a viale europa a roma, è comparsa la scritta: “Massimo Tartaglia eroe della resistenza”.
E’ apologia di reato? Molti anni mi separano dall’esame di diritto penale, ma mi pare di ricordare che per reati come la diffamazione, l’ingiuria e tutti i reati che riguardano cose che si dicono o si scrivono, non basta l’atto in se, ma la legge consideri vari elementi. Per esempio, ma solo per esempio, dire ad un amico “Mantellini è un coglione”, dirlo in una festa a tutti i presenti, scriverlo in un articolo di prima pagina, sono tre cose molto diverse per la legge.
Dirlo su facebook corrisponde a dirlo in prima serata su canale 5 o a scriverlo su un’ascensore?
Come può essere democratica una società in cui venga considerato reato esprimere il proprio disprezzo per i leader politici e religiosi?
Dicembre 29th, 2009 at 14:30
Ma se Minotti mi soccorre nell’analisi della questione? Offro una stecca di torrone siciliano ricoperto al pistacchio
Dicembre 29th, 2009 at 21:44
che l’apologia di reato sia… un reato, non c’è dubbio. ho dei dubbi sul fatto che debba esserlo. come ho dei dubbi sulla necessità del reato di istigazione a delinquere se non in determinate condizioni, es. l’istigato è un minore, uno psicolabile.
Dicembre 30th, 2009 at 09:40
Avvoca’… la Mussolini non s’era inventata niente… i primi a REALIZZARE il punto 2 furono i Radicali e Buongiorno.it. E ne fece le spese Punto Informatico per il solo fatto di aver descritto la loro propaganda elettorale come spam; pensa un po’ che giudice del cazzo che gli tocco’. Pratica per altro oggi largamente diffusa praticamente in tutte le agenzie di marketing, e oramai acquisita perfino da professionisti e semplici adolescenti alle prese con la loro necessita’ di egopopolarita’.
Mentre il punto primo si infrange sui limiti tecnologici di cui taluni informatici parlano da qualche decennio… derisi grossomodo da tutto l’establishment… se poi pensiamo pure che quel tizio – chiaramente ignorante in materia – e’ stato ministro delle comunicazioni tra il 2001 e il 2005… non so te, ma a me rode il culo. Avoja a volesse bene. E’ invece perfino normale che roda il culo. Con tutta questa gente che te lo usa a sproposito… qualche bruciore viene per forza…
Gennaio 4th, 2010 at 08:44
[…] di leggi restrittive, dalle proposte sull’anonimato protetto a quelle ancor più deliranti di Gasparri sul fare ricorso a una campagna di spamming, usando cioe’ la rete contro gli avvelenatori della […]
Gennaio 22nd, 2010 at 09:47
Qualcuno ha avuto il piacere di vedere l’uomo ieri sera da Santoro?