L’unico sguardo critico che questo paese sembra essere in grado di concedersi è quello che proviene dall’interno dell’orologio del sistema. Manca però quasi sempre quello scatto ideale che sia capace di dare un senso alla invettiva, strappandola alla palude imbarazzante delle critiche eleganti senza responsabilità. La commovente lettera di Pier Luigi Celli al figlio pubblicata da Repubblica ieri non fa eccezione. Cosi come i politici che tuonano contro la cattiva politica (degli altri ovviamente), come i giornalisti che lanciano eleganti strali contro l’Albo che contiene anche il loro nome, i manager di Stato ci avvertono di quanto l’aria dello Stato intorno a noi (e a loro) sia oramai irrespirabile. Non è che non ce ne fossimo accorti. Si tratta ovviamente di una critica condivisibile nei contenuti e complessivamente irricevibile da molti altri punti di vista. Ieri Akille si chiedeva quale sarebbe stato il tenore di una lettera al figlio di chi alla Luiss, invece che esserne Rettore come Celli (dopo una carriera lunghissima ed ininterrotta fra Enel, Eni, Ipse, Rai, Unicredit ecc. tutta ovviamente basata esclusivamente su talento e merito) fa le pulizie. Ma non si tratta solo di abbandonarsi ad un sano populismo di maniera, si tratta di iniziare a saper pretendere le conseguenze da tali eroici punti di vista. Dopo la ficcante invettiva abbandoni la politica il politico illuminato che ci descrive lo sfacelo, rifiuti il giornalismo l’inviato nauseato dall’Ordine, si faccia finalmente e definitivamente da parte il boiardo di stato che, eroicamente, per tanti anni, ha combattuto senza esiti il marciume imperante galleggiandoci dentro. Noi lo sappiamo, non c’è ragione di dubitarne: sono queste le migliori persone del mondo, anche se molto spesso se lo dicono da sole. E non è che noi non si sia grati del gentile avvertimento. Uno in più in fondo non guasta. E siamo anche in ambascia per il destino extranazionale dei loro figlioli, quasi come se fossero i nostri. Pero’ insomma, ora, ad analisi compiuta, fuori dalle palle.
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Dicembre 1st, 2009 at 10:32
[…] Celli, inizi lei. Si tolga dalle palle e lasci libero il posto a qualcun altro. E se vuole restare al suo posto, eviti di scrivere queste […]
Dicembre 1st, 2009 at 10:37
La risposta del figlio di Celli:
http://www.nazioneindiana.com/2009/11/30/caro-papa/
(nella finzione letteraria di Piero Sorrentino).
In linea con il tuo “Pero’ insomma, ora, ad analisi compiuta, fuori dalle palle.”
Dicembre 1st, 2009 at 11:13
Non ci sono altre parole da aggiungere, se non che chi resta, consapevole di tutto ciò, è più coraggioso di chi va.
E che cambierà, nei suoi piccoli spazi, questo stato di cose.
Dicembre 1st, 2009 at 11:20
Molto d’accordo con il mantepensiero…mi è tornata in mente una scena della Meglio Gioventù di Giordana, in cui il prof di Patologia invita Lo Cascio a lasciare l’Italia dei dinosauri da distruggere….
http://www.youtube.com/watch?v=TxGJ6DFocyY
Dicembre 1st, 2009 at 11:25
Per me è un piagnisteo inutile, magari messo su anche intelligentemente ma siamo già pieni di coccodrilli, quanti esploratori invece ci sono?
Comunque dice bene Giornalettismo:
http://www.giornalettismo.com/archives/43288/caro-papa-perche-non-te-ne-vai-tu-la-risposta-di-un-precario-a-celli/
Dicembre 1st, 2009 at 11:34
non sono per niente d’accordo con il mantepensiero. :)
Pier Luigi Celli aveva due strade davanti a se:
1) piazzare il figlio in una buona posizione. zitto-zitto.
2) dirgli di abbandonare l’Itaglia per il suo bene.
Ha scelto la seconda. Lo ha fatto in pubblico e con questo ha bruciato la prima opzione. Per se e per il figlio medesimo. A partire da ieri il figlio di Celli, padre compreso, resterà sotto i riflettori. Sotto osservazione.
Comunque sia questo voler attaccare Celli ad ogni costo mi ricorda quel tale che ruppe il termometro che gli segnava la febbre.
Dicembre 1st, 2009 at 11:36
Io continuo a trovare incredibile invece la presunzione con cui vedo in giro (ad es. sul blog di Loredana Lipperini) persone che pretendono di distribuire patenti di “diritto di critica” verso l’Italia a seconda della biografia di ciascuno.
Cioè, tipo: il precario di sinistra ha diritto di dire che l’Italia fa schifo, Celli no perchè è un boiardo di stato.
Altra cosa è pretendere che Celli si faccia da parte, si dimetta, si pensioni, vada in esilio. Direi che questo ci può stare. Ma non sono così sicuro che serva a migliorare lo stato di questo paese. Dubito che sostituendo Celli con la sua donna delle pulizie le cose cambieranno molto. Non è che si risolve molto, con questo banale populismo.
Dicembre 1st, 2009 at 11:59
ci sono due aspetti diversi: un conto è la realtà fotografata dalla lettera di Celli, un altro l’eventuale responsabilità di Celli stesso nel crearla.
possiamo parlare del secondo aspetto. importante, per carità, ma poi rischiamo di guardare il dito e di trasformarci in “quelli che criticano quelli che hanno creato, che quindi non devono criticare, la realtà che però qualcuno vorrà pur criticare?”
alessandro
Dicembre 1st, 2009 at 12:38
non ho letto lipperini, ma mante non dice che celli non ha diritto eccetera. dice che le cose di celli son belle e condivisibili, quindi celli tragga qualche conclusione in piu’.
Dicembre 1st, 2009 at 12:53
Ieri il mio giro mattutino dei blog preferiti mi ha portata sulla lettera di Celli.
E leggerla mi ha commosso.
Ora la linko, ho pensato, cosi’ da londra partira’ ed arrivera’ a parma, a dire papa’ guarda, lui pensa come te e sta dicendo a suo figlio quello che tu hai detto a me.
Ma per qualche motivo non sembrava giusto, e non l ho fatto.
Superficialmente, forse mi ha fermata il fatto che fosse un link di repubblica, che ultimamente tra firme e lettere aperte mi unge le dita mentre la clicco.
Ma se ci penso, forse mi ha fermata la domanda – ma il figlio di Celli, l universita’, dove l’ha fatta? o il pensiero – ma suo papa’, due amici, non li avra’ anche oltre confine? o il sorridere – che bella pubblicita’ che gli hai fatto, a ‘sto ragazzo, ora servira’ una segretaria per gestire tutti quegli illuminati che vorranno permettergli di brillare – brillare meritatamente, ovvio.
Per quanto la lettera di Celli sia giustissima in linea teorica, sa proprio di sbagliato.
Perche’ non ha bruciato nessuna strada per suo figlio, gli ha appena spalancato mille porte – se ce ne fosse mai stato il bisogno.
Ma tanto di cappello all’intelligenza e all’eleganza, perche’ sembra che nessuno se ne sia accorto.
Dicembre 1st, 2009 at 12:58
Può essere che Celli volesse fare pubblicità a suo figlio, ok. Ma quanto è ridicolo questo processo alle intenzioni di Celli. Sembra un po’ quella ricerca della lettera rubata(http://it.wikipedia.org/wiki/La_lettera_rubata). Che tutti pensavano chissà dove mai fosse. E invece era proprio lì, nuda e cruda, sotto gli occhi di tutti.
Dicembre 1st, 2009 at 13:21
Non volevo dire che Celli intendesse fare pubblicita’ a suo figlio.
Sarebbe immotivato e gratuito.
Trovo pero’ che la bellezza della sua lettera muoia di fronte a due pensieri: il primo e’ che non gli sia costata nulla, il secondo e’ che malgrado non gli sia costata nulla tutti si comportano come se gli fosse costata qualcosa.
Dicembre 1st, 2009 at 13:27
@L1. secondo me l’errore è mettere le due cose sullo stesso piano. sembra quasi che Celli si deve licenziare perché ha scritto quella lettera. ma perché, se non la scriveva stava bene dove stava?
oh, io non sto difendendo Celli, ma sia che se ne vada, sia che rimanga, la situazione descritta nella lettera (supponendo che rappresenti la realtà) non cambia.
se non diceva niente, tutti lì a dire che nessuno fa una critica. ha detto qualcosa, e come si permette di criticare. e alla fine il risultato è sempre quello: del contenuto, mai.
Dicembre 1st, 2009 at 13:39
valentina, non capisco per quale motivo continuate a parlare di Celli. Commentate la lettera e scordatevi di tutto il resto. Io (che non occupo la posizione di Celli) nelle mia vita ho detto a più persone di lasciare questo paese. Sono passati anni. Dei tre che mi hanno dato ascolto uno vive negli states e lavora per la NASA (non nella NASA). Uno lavora per CISCO in giro per il mondo e il terzo dopo una permanenza a Londra ha fatto rientro in Italia. Il più infelice dei tre, il meno realizzato è il terzo. Vorrà dire qualcosa tutto questo? Questo paese ha un futuro da offrire ai giovani? Su questo si dovrebbe discutere… credo.
Dicembre 1st, 2009 at 13:52
Pienamente d’accordo con Mantellini, e aggiungerei che di persone come Celli (sputano nel piatto in cui hanno sguazzato, e continuano a sguazzare, da anni) questo Paese è STRAPIENO.
Dicembre 1st, 2009 at 13:56
Secondo me solo un ingenuo non capisce che quello di Celli è un gioco delle parti: tanto il figlioletto se lo sistema con una telefonata (lo schiaffa in 5/6 Consigli d’amministrazione e lo fa guadagnare 10k euro mese a dir poco, alla faccia dei figli delle persone normali).
Vorrei capire perchè agita la me@@da in cui sguazza da sempre: per lanciare un grido d’allarme o è l’inizio di una campagna pubblicitaria per preparare l’avvento dell’ennesimo uomo della provvidenza che, squadra e compasso alla mano, rimetterà in sesto l’Italia?
Dicembre 1st, 2009 at 15:07
Ant, secondo me Celli quelle cose che dici tu le avrebbe potute fare molto meglio standosene zitto. Non trovi?
Dicembre 1st, 2009 at 15:15
Pier Luigi Celli aveva due strade davanti a se:
1) piazzare il figlio in una buona posizione. zitto-zitto.
Lo farà, lo farà come tutti, è solo questione di tempo.
Del resto Celli non sarebbe arrivato nella sua posizione di potere se non avesse conosciuto e praticato le regole del gioco.
Dicembre 1st, 2009 at 15:25
da quello che scrive mantellini, si deduce che puo’ parlare solo quello che se ne va. Bene, io come molti, me ne sono venuto in Spagna per fare ricerca. Percio’ parlo io: la lettera di Celli mi e’ piaciuta in se’, perche’ tocca un nervo molto forte e profondo. E’ vero che se ne parla sempre, ma con superficialita’. Se lo dice un rettore di una universita’ stimata, dovrebbe provocare reazioni + forti. Detto questo, sto aspettando le sue dimissioni, conseguenza logica di un ragionamento perfetto.
Dicembre 1st, 2009 at 15:33
[…] parlano anche Massimo Mantellini, Luca Sofri e Giuseppe Civati. ▶ 13 Risposte /* 0) { jQuery(‘#comments’).show(”, […]
Dicembre 1st, 2009 at 15:56
Caro Babbo – rincara la dose tuo figlio – la tua generazione è
stata tra le più dannose e ipocrite che si siano viste negli ultimi
100/200 anni.
Una generazione di cannibali che, degne del miglior
Crono, sta divorando i suoi eredi e il loro futuro (…).
Ciao babbo.
Vacci tu all’estero, e lascia a me questo paese.
Dicembre 1st, 2009 at 15:56
Anche chi va all´estero (esperienza diretta) spesso ha le spalle coperte. O da padrini italiani che li piazzano presso corrispondenti padrini stranieri (molto frequente), o famiglie comunque economicamente solide, che possono mantenerli fuori (altrettanto molto frequente), o gruppi di influenza di varia provenienza regionale che hanno persone di riferimento all´estero (idem come sopra). Smettiamola con il mito dei “cervelli in fuga”. I cervelli sono giá fuggiti: dai crani, perché a vedere certi presunti “geni italici” fuori dei confini, beh, ci sarebbe di che disperarsi.
Celli ha fatto l´eroe, ma vedrete che il figlio sa giá dove piazzarlo presso qualche conoscente fuori d´Italia. Come direbbe Ricucci: “Fare il fro… con il cu… degli altri.”
Dicembre 1st, 2009 at 16:24
Io credo che Mantellini abbia sottolineato il difetto di credibilita’ che la bellissima lettera di Celli al figlio possiede. Non e’ in discussione la liberta’ di Celli di muovere critiche e nemmeno la veridicita’ di certe sue analisi, quello che manca e’ quel gesto romantico di compromissione e di estremo idealismo del quale solo gli eroi civili sono capaci. Se guardiamo alla nostra storia recente scopriamo che al di la dei messaggi piu’ o meno espliciti ed efficaci di critica al sistema, i veri eroi civili hanno parlato con la loro capacita’ di compromissione ovvero con il coraggio di uscire dal sistema e di mettersi, qualcuno a costo della propria vita, di traverso ad esso. Ora, non dico che Celli, per essere credibile, debba togliersi necessariamente dalla palle ma per lo meno dimostrare di non temere di “sputare” nel piatto in cui mangia, poiche’ quella organizzazione della quale e’ membro autorevole e’ parte in causa nel disastro nazionale.
Dicembre 1st, 2009 at 16:30
Reputo Celli un’ottima persona, ho letto diversi suoi libri, e relazioni di conferenze, è un uomo con un’ottima cultura e non mi è mai parso un ipocrita o un cinico.
Per questo mi dispiace leggere commenti astiosi più verso la persona che su quanto ha scritto.
Credo che la lettera sia criticabile per il senso di scoramento e di irreparabilità della situazione in cui siamo immersi, della serie si salvi chi può, ma non credo che le intenzioni siano strumentali per un vantaggio da dare al figlio, anzi.
Più zitto se ne stava, nel sistema, e più vantaggio aveva, sia lui sia il figliolo.
Poi, ognuno come papà o come cittadino, ha diritto di pensare che una lettera importante come questa per il proprio figliolo l’avrebbe scritta diversamente. Io l’ho fatto e la darò a mio figlio insieme a quella di Celli.
Dicembre 1st, 2009 at 17:33
ma celli cosa vuole? voglio dire: chi è lui per poter dire agli “altri” cosa fare?
si scrivo altri. Perchè un qualsiasi padre se vuole dire a suo figlio di andarsene glielo dice in privato e non va su Repubblica.
Che celli pensi al suo di figlio che agli altri ci pensano i loro genitori.
Quanta saccenza e presunzione.
Dicembre 1st, 2009 at 17:38
‘A pensare male si fa peccato ma di solito s’indovina’, come disse sapete chi…
Tutti quegli italiani ben sistemati oppure non sistemati ma ancora placidamente a carico dei genitori trovano sgradevole l’invito a trasferirsi all’estero per darsi da fare e hanno buon gioco nel dare addosso all’autore, personaggio indubbiamente poco simpatico…
Avete idea di quanti milioni di italiani (e quanta percentuale della popolazione italiana) emigrarono fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento nelle Americhe, in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Australia, senza nemmeno la scusa della dittatura?
Lo sapete benissimo eppure…
Dicembre 1st, 2009 at 18:40
i dinosauri continuano ad esistere e a quanto sembra sanno anche farsi pubblicità. Per me in fondo non è mai cambiato niente…la classe politica di oggi vi sembra tanto diversa da quella di tangentopoli??
Dopo gli anni di piombo sono iniziati quelli di merda, ma siamo sempre nel pantano. Un po’ come in questa vgnetta: http://www.diversamenteoccupati.it/2008/11/16/conversione-e-riconversione/
Dicembre 1st, 2009 at 19:45
Mha.. saro’ cinico ma sento cosi’ tante contraddizioni nella lettera di Celli che non la trovo ne’ commovente ne’ sincera.
Sarebbe interessante sapere le reazioni che hanno avuto gli studenti della Universita’ che lui presiede.
Sarebbe intressante sapere qualcosa di piu’ del figlio,che adesso secondo me si stara’ vergognando come un ladro.
Ma la cosa piu’ misteriosa e intrigante e’ il perche’ del voler rendere pubblica questa lettera.
Sara’ che il figlioletto non ha voluto accettare le raccomandazioni del Papa’?
Lui,il Papa’ ,dovrebbe sapere come vanno le cose,sopratutto dopo l’esperienza in RAI.
Ma quando ne è uscito non ricordo lettere cosi’commoventi,a nessuno.
Non so’ perche’,o forse lo so benissimo,ma questa lettera assomiglia tanto a quella della Veronica,che quasi si guadagnava una candidatura nel PD.
Una lettera ipocrita e inutile per tutti,meno che per chi l’ha scritta.
Dicembre 2nd, 2009 at 10:55
@ rock me amadeus.
forse tu conosci solo cretini che sono andati all’estero.
Io sono andato perche’ i concorsi in Italia sono gia’ decisi, e mantengo me e la mia famiglia da solo, senza nessun genitore che mi sovvenzioni. Questo per mettere i puntini sulle i.
Se vuoi una piccola statistica, (20 persone): dei miei compagni di universita’, quelli che hanno lasciato la Fisica e sono in Italia, o nell’azienda di famiglia o altri lavori non inerenti.
TUTTI, ripeto, TUTTI quelli che hanno continuato a fare ricerca sono in Germania, Francia, Svizzera, UK,USA e Spagna. Ti consiglio di controllare i toni, perche’ fa male sentirsi dire le cose che dici tu, quando magari non ti sei nemmeno messo in gioco come fanno i cosiddetti “cervelli in fuga”.
Dicembre 2nd, 2009 at 16:21
Mantellini parla di ciò che conosci. Chi è Celli? Che cosa ha fatto? In quale contesto opera e con chi si deve confrontare? Come lo ha fatto finora?
Belle frasette a effetto ma ti permetti ben oltre quello che conosci, stai fuori dalle palle tu e scrivi di macintosh, dai.
Dicembre 2nd, 2009 at 17:22
Un intervento che ricorda tanto quelli che sentivo all’università: se sei di sinistra non dovresti andare nei buoni e costosi ristoranti…”
Il moralismo è sempre una brutta bestia caro Mantellini.
Dicembre 3rd, 2009 at 09:37
Beh, credo che stamane la cosa si sia svelata chiaramente (almeno per quanto mi riguarda) … subdola pubblicità; in questi giorni è uscito un libro di Pier Luigi Celli.
Toh, quando il caso dice la combinazione … come avrebbe detto il buon Nino Frassica.
Dicembre 3rd, 2009 at 11:29
Quindi uno bravo che denuncia le cose che non vanno in un sitema, se ne deve andare? E’ questa la logica?
Non che Celli sia bravo. O non lo sia. Solo il ragionamento non sta in piedi.
Dicembre 3rd, 2009 at 13:51
Grazie Roby, non sapevo del libro, ora si spiega tutto, Noi qui a fare grandi ragionamenti sui massimi sistemi e invece era solo banale marketing.