Dispiace un po’ l’editoriale di Francesco Merlo su Repubblica di oggi. L’idea è azzeccata: sottolineare la schizofrenia di Renato Brunetta, certamente uno di Ministri meno educati della repubblica, che ravviva in questi giorni la propria personale campagna mediatica con un nuovo tema di sicuro effetto: la gentilezza del frontend della P.A. L’eccesso di italianità di Merlo scommette sulla non applicabilità di una imposizione del genere, eppure chiunque abbia messo anche solo un piede fuori dall’Italia sa che le aspirazioni di gentilezza (altrui) di Brunetta sono la regola in molti paesi.

“Solo nell’ideale fantozziano di lavoro il dipendente infelice deve mostrarsi lieto, deve soridere, deve fingere di essere gentile, deve esibire come espiazione e rieducazioine la sua cortesia posticcia: “Come è umano Lei” dice Fantozzi al Brunetta che lo tormenta. Ma nessun sorriso puo’ surrogare la mancanza di efficienza e truccare il lavoro.”


12 commenti a “De cortesia posticcia”

  1. IvanCrema dice:

    Direi che Merlo ha detto(scritto) una stupidata, che dire bene di Brunetta non poteva. Ma qui c’ha ragione il Brunetta. Have a nice day

  2. Giovanni Sonego dice:

    La gentilezza dev’essere un obiettivo, non un obbligo. Non credo che un obbligo di regolamento, magari con tanto di sanzioni, sia il punto di partenza migliore per avere impiegati pubblici più gentili.

    Bisognerebbe sfruttare il sorriso e i meccanismi automatici che un sorriso porta con se.

    Sappiamo che esistono i neuroni specchio e che, come i neonati si ridono di fronte ad una sagoma di cartone col sorriso stampato, anche gli adulti sono portati a sorridere se trovano di fronte qualcuno che lo fa.

    E a sua volta, un utente soddisfatto, rimanderà sorrisi all’impiegato al di là dello sportello, che sarà così predisposto a regalare altri sorrisi agli utenti successivi… e così via.

    L’invito a sorridere può essere un buon punto di partenza per creare “gentilezza dal nulla”.

    (Ammetto però che Brunetta, quando sorride, sembra pronto a mordere. Il sorriso di Brunetta potrebbe ottenere l’effetto contrario…)

  3. andrea dice:

    Purtroppo Brunetta suscita le reazioni piu’ animalesche anche quando dice cose banalmente valide in ogni paese civile. Dispiace pero’ vedere un editorialista attento come Merlo ridotto a fare commenti demagogici pur di attaccare il governo.

  4. bleistein dice:

    Nil novi: come sempre soluzioni semplici per problemi complessi, slogan a costo zero, che bucano, la costruzione di un racconto davvero popolare che porta tanti consensi.

    Credo che Merlo volesse ricordare questo. Non per nulla ha chiamato Brunetta un fantuttone.

  5. Franchino dice:

    Non c’è nulla di complesso nell’essere gentili.

  6. P.G. dice:

    Vorrei capire come si fa a essere gentili in Italia, quando in Parlamento stanno per ripristinare l’immunità parlamentare, abolire il concorso esterno in associazione mafiosa, rendere costituzionale il lodo Alfano, mandare in prescrizione qualche centinaia di migliaia di processi, etc.etc.etc….tutto per salvare chi ben sappiamo, dal fare i conti con la giustizia.
    Vorrei capire come si fa a essere gentili in un paese che ha il 120% sul Pil del debito pubblico, cifra che continua inesorabilmente a salire ed è ai record nel mondo.
    Vorrei capire come si fa a essere gentili in un paese in cui la disoccupazione/sottoccupazione/precarietà giovanile è arrivata a 4-5 milioni di unità: praticamente una sorte inevitabile.

  7. bleistein dice:

    Io dico che è complesso, invece. Noto un aumento di querele provenienti da impiegati pubblici che stanno agli sportelli, da un po’ di tempo. Sembra comunque che l’utenza (gli amministrati, come si dice in questi casi) rivendichi il diritto di prendere a male parole l’impiegato dietro il vetro. La propaganda del ministro Brunetta potrebbe essere solo una coincidenza, naturalmente.

    Magari sarà esasperazione. Ma, quanto a predicare la gentilezza, non dimentichiamo che quelli dietro il vetro sono tanto italiani quanto chi sta davanti. Siamo un popolo che non concepisce nemmeno l’idea dello stare in fila: non è che ci piacciono molto i capri espiatori dei mali comuni? È la stessa storia di quando ci si lamenta della classe politica o delle leggi ad personam. Il popolo italiano non è una sostanza separata dagli impiegati pubblici o dalla classe dirigente che esprime.

  8. IvanCrema dice:

    @P.G. proprio per quello che elenchi tu, i dipendenti pubblici dovrebbero avere il sorriso stampato, che loro crisi o non crisi, non sentiranno certo parlare di cassa integrazione, mobilità, esuberi…

  9. arbaman dice:

    Parrebbe, da dati Ocse sugli stipendi europei, che gli italiani siano arrivati nel 2008 ad essere il fanalino di coda per reddito, tipo al 23° posto su 30 insieme a paesi tipo Ungheria arrivati nell’Ue l’altro ieri. Sappiamo però di avere tariffe tra le più alte d’Europa, tasse ai primissimi posti insieme a paesi con uno stato sociale per noi inimmaginabile. Di disparità di questo tipo se ne potrebbe fare una lista di due pagine scritte fitte.
    Non so quante di queste cose siano ben presenti al lavoratore al mattino mentre si reca al lavoro, ma la percezione che la vita stia nettamente peggiorando da vent’anni a questa parte pare abbastanza diffusa. Non so quanto tutto ciò influisca sulla predisposizione alla cortesia di chi ha un lavoro a contatto col pubblico ma temo che una correlazione possa anche esserci.

  10. Enrico Casto dice:

    Lasciatemi dire la mia…che devo ascoltare al telefono 3 min di salamelecchi in uno strano inglese dei caraibi (Trinidad & Tobago) solo per ordinare una pizza da Pizza Hut…che poi comunque, dopo tanta gentilezza, la pizza te la recapitano dopo quasi 2 ore…
    Però è vero, fuori dall’Italia la gentilezza è sempre presente in quasi tutti i lavoratori a contatto con il pubblico.

  11. Franchino dice:

    Infatti, come mai per tutti gli altri paesi la gentilezza non è un problema “complesso”? Certo solo in Italia si può arrivare a giustificare la maleducazione con l’argomento che tanto gli italiani sono fatti così. Come dire, siamo il peggio e ci va pure bene.

  12. mORA dice:

    A differenza vostra che parlate di cose che sapete per certo, io ipotizzo solamente.

    Non sarà che altrove l’impiegato statale non deve metterci i soldi di tasca sua per il toner, la carta, la cancelleria, la benzina, le divise, i corsi di formazione, i trasporti ed altre quisquilie e quindi essendo un po’ meno angustiato gli può scappare qualche sorriso in più, magari come unico sacrificio richiesto?

    Ipotizzo, eh?!