La nuova grande idea di Twitter per risparmiare soldi (dopo aver acquistato il logo su un forum per pochi spiccioli) è quella di far tradurre le pagine ai suoi utenti. A gratis.

16 commenti a “Genovesi d’oltreoceano”

  1. Dario Salvelli dice:

    All’inizio ho pensato anche io “i soliti furboni” poi ho visto il sistema di traduzione e non mi sembra fatto male anzi forse non ne ho mai visto uno così avanzato su di un servizio 2.0. Se non è crowdsourcing 2.0 poco ci manca.
    Comunque stavo pensando di darlo un contributo anche se sempre minimo (se vogliono qualcosa di professionale e completo che paghino..): tu lo farai?

  2. Roof dice:

    Non è stato tradotto così anche Facebook? Io avevo contribuito per qualche frase.

  3. blackzun dice:

    ‘cci loro!

  4. Saverio Fulci dice:

    business is business

  5. mORA dice:

    A proposito di genovesi… ;)

  6. Sudmediatika dice:

    Già! E pensare che qui in Italia un’idea come questa potrebbe servire a ben altre soluzioni.

  7. Sascha dice:

    G-e-n-o-v-e-s-i ?!?!?

    Perchè non scozzesi o, già che ci siamo, ebrei?

  8. Daniele Minotti dice:

    Ben detto, Sascha! ;-)

  9. annieblu dice:

    LOL, Sascha!
    Be’, comunque io sono ebrea e anche genovese (purtroppo non ho antenati scozzesi, ma pensavo seriamente di trovarmi un marito scozzese per totalizzare il punteggio massimo nel settore), e non capisco bene dove stia il problema, qui:

    nessuno impone a nessuno di tradurre twitter, o mi sbaglio?
    quindi l’atto di tradurlo è volontario, e come moltissime cose volontarie è fatto a titolo gratuito, no?

    Internet trabocca di robe volontarie e gratuite di immesa utilità, tipo Wikipedia, mi pare. E per me personalmente è uno degli immensi pregi di internet: io so fare una cosa, la metto a disposizione degli altri, altri faranno lo stesso per me con cose che non so fare, e nessuno ha di fatto l’obbligo di fare nulla perciò non c’è alcuno sfruttamento.

    Ma confesso di non aver approfondito la questione «traduzione di twitter», perciò se mi è sfuggito qualcosa e ho finito per dire delle bestialità, correggetemi pure.

    (piccolo a-parte:
    io di mestiere traduco per l’editoria, e sono ovviamente pagata per questo, benché non esattamente in modo astronomico; una piccola parte del mio tempo libero la dedico a giocare a un browsergame che mi piace molto, e che è tradotto in oltre trenta lingue in modo totalmente volontario e gratuito da due o tre giocatori per ciascuna lingua. Le stringhe di gioco da tradurre sono al momento quasi 20.000 e se ne aggiungono di nuove due o tre al giorno, alcune di tre parole e altre di mezza pagina; eppure circa ogni sei mesi spunta una nuova lingua nel gioco – ultimamente l’indonesiano – il che significa che due o tre persone si sono messe lì volontariamente e gratuitamente a tradurre 20.000 stringhe di testo per il solo gusto di avere il gioco nella propria lingua madre e condividerlo con connazionali che masticano poco l’inglese. Io faccio parte del team dei traduttori italiani, anche se tradurre è il mestiere con cui mi guadagno da vivere, anche se è quello che faccio tutto il santo giorno festivi compresi, e anche se potrei benissimo godermi il gioco anche in inglese per evidenti motivi: se lo faccio è perché voglio farlo e mi piace molto l’idea, nessuno me lo impone, dunque perché dovrei pretendere un compenso?!)

  10. paul dice:

    In italiano si dice “gratis” (che è latino, in realtà), NON “A gratis”. Fine della piccola nota pedante.

  11. luca dice:

    paul tra “latino” ed “in” non ci dovevi mettere la virgola.Fine della piccola nota pedante.

  12. Daniele Minotti dice:

    Luca, tra *la virgola.* e *Fine* ci voleva uno spazio.
    Vogliamo continuare cosi’ ;-)

  13. frap1964 dice:

    Daniele, dopo il cosi’, che avresti anche potuto scrivere così, si sarebbe dovuto concludere con il punto, eh. :-D

  14. Daniele Minotti dice:

    @frap
    Esatto, ad esempio! ;-)

  15. Giorgio Blangetti dice:

    Anche facebook è stato tradotto cosi’ e secondo me è stata una delle migliori applicazioni condivise mai fatte.

  16. layos dice:

    Io sono genovese, e secondo me la barzelletta più bella sulla nostra proverbiale parsimonia è questa:
    “un vecchietto va ad una bancarella del mercato orientale e dice: ‘vorrei 100 lire di pinoli e 100 lire di olive, e mi fascia tutto nel giornale di oggi'”.