La notizia di oggi sulle richieste dei discografici di essere pagati (anche) per le preview di 30 secondi dei brani musicali su iTunes Music Store o negozi online simili è talmente stupida, ma talmente stupida, che se non fosse farina del sacco delle major del disco penserei che si tratta di una balla.
Songwriters, composers, and music publishers are making preparations to one day collect performance fees from Apple and other e-tailers for not just traditional music downloads but for downloads of films and TV shows as well. Those downloads contain music after all. These groups even want compensation for iTunes’ 30-second song samples.
Settembre 17th, 2009 at 23:15
Questa fa il paio con quella del Corriere…
A Massimo, ma quand’è che fai una applicazione iMantellini, la metti sull’iTunes Store a 99 centesimi e ce fai paga’ per leggere i tuoi post?
Settembre 17th, 2009 at 23:47
A proposito del Corriere.it, non trovate molto cafona la pubblicità della Lancia a tutta pagina (è uno sfondo)?. Mi fa un certo effetto di straniamento il vedere le foto dei soldati morti con sullo sfondo un’operazione di marketing così invasiva.
Settembre 18th, 2009 at 06:29
Determinerebbe la fine della fortuna di iTunes e probabilmente ci sarebbe una migrazione verso un’altra piattaforma simile (che ancora non c’è).
Settembre 18th, 2009 at 06:48
e anche se le fischietti poi devi donare qualcosa…. ma solo se le fischietti per piu del 1% della giornata, altrimenti e’ fair use…
guarda che a capo di quelle multinazionali ci sono dei geniacci mica da poco… e uno si chiede: ma come e’ possibile essere cosi st…….
fischio va…
Settembre 18th, 2009 at 07:20
Prima o poi arriverà una cataclisma che annienterà questi dinosauri della musica….
Settembre 18th, 2009 at 09:53
Dalla lettura dell’articolo per intero, si evince che questi sono ancora più inguaiati di quanto sembra. Per loro il semplice download di un file è una rappresentazione artistica, per cui vogliono essere pagati. In pratica vogliono essere pagati anche per il camion che trasporta i cd e dvd verso i negozi. Per loro il trasporto è equiparabile ad uno spettacolo. Qualcuno di buon cuore prenda un camion e gli faccia capire la differenza.
Settembre 18th, 2009 at 10:35
Un mio cliente è un sito di ecommerce, tra le altre cose vendono videogiochi. Per promuovere il gioco Rockband Beatles hanno messo in linea il filmato promozionale ufficiale. Dopo pochi giorni è arrivata la richiesta della major che chiedeva di togliere il filmato perché conteneva musica dei beatles. L’azienda ha deciso di togliere il filmato visto che non aveva voglia di perdere tempo con le lettere degli avvocati. D’altra parte se vogliono danneggiare le vendite di un loro prodotto sarà anche pggio per loro.
Settembre 18th, 2009 at 10:44
Io avrei tolto anche il gioco. Sai nel titolo Rockband Beatles, c’è la parola Beatles, sei sicuro che si possa utilizzare?
Settembre 18th, 2009 at 16:52
@giò: Il cataclisma c’è stato. Si chiama Internet.
Ma loro sono ancora lì.
Settembre 18th, 2009 at 18:44
Mio nipote è tornato da Londra un po’ triste.
Quegli splendidi negozi di dischi su cui si avventava famelico negli anni Novanta appena arrivato nella capitale britannica non ci sono più: Tower Records a Piccadilly, il Virgin Megastore in Oxford Circus, gli stalli che vendevano bootleg e video di concerti a Camden – tutto scomparso (resistono ancora, ma in tono minore, i negozi HMV).
Adesso ha a sua disposizione tutta la musica possibile e immaginabile a portata di click ma, dice, ora è solo informazione come tutto il resto e il piacere di scoprire dischi introvabili in Italia andando (anche in pullman Eurolines!) fino a Londra è scomparso come tanti altri piaceri, tutti sostituiti da informazioni…
Settembre 18th, 2009 at 20:35
Scandalosi… Sascha capisco tuo nipote, un’epoca andata ormai, e che mi manca molto. Ho passato intere giornate a dar la caccia ai dischi negli scaffali dei due/tre negozidi fiducia… bho…
Settembre 19th, 2009 at 11:22
purtroppo non esiste quasi più in niente la comunicazione personale..non so voi, ma la stessa cosa si vede per i negozi di pc..o ci sono le catene mediafuffa o la vendita in linea..il resto viene drammaticamente diviso tra incompetenti cronici (97%) e qualche flebile resistenza (0.1%)…quel 2.9% rimane nel limbo della non catalogazione..
Settembre 19th, 2009 at 11:26
@Sachsa: Trattasi di feticismo.
Settembre 19th, 2009 at 17:03
‘Feticismo’…
ah, adesso si chiama così.
Evvai con la riscrittura della storia!