Che conduce, ribadisco, al sito di un dipartimento, dichiarato erroneamente come ministero.
Il ministero dell’innovazione non esiste, altrimenti sarebbe indicato come Ministero dal governo stesso: http://www.governo.it/Governo/Ministeri/ministeri_gov.html
Ma perché uno splash screen, non bastava un approfondimento all’interno del sito? Non saprei come definirlo, ma imbarazzante credo sia una parola che si presta.
[…] page di un sito web ISTITUZIONALE, quello del ministero dell’Innovazione (Mantellini ha fatto uno screenshot). Uno splash screen tutto contro L’Espresso che, dopo aver chiesto a un mucchio di esperti, […]
All’inizio pensavo seriamente che si trattasse di un fake, anche per la bruttezza estetica del tutto.
Ormai, poi, la qualifica di ministero la si da a tutto. Pure la Brambilla mette a destra e manca la scritta di un inesistente Ministero del Turismo. Pure io, a casa mia, ho ribattezzato il bagno Ministero per le evacuazioni
Pur essendo d’accordo sulle critiche metodologiche, sulla bruttezza della pagina web e sull’arroganza che traspare dalla conferenza stampa, credo che sia almeno positivo che Brunetta non abbia fatto finta di niente (come fanno altri :-) ma abbia cercato di rispondere all’articolo dell’Espresso.
C’è, però, una differenza sostanziale tra “comunicazione politica” e “comunicazione istituzionale”.
Il cittadino deve poter capire al volo quando sta parlando il politico e quando lo sta facendo l’amministratore.
Il portale del ministero, lo pagano i cittadini.
Se Brunetta sente di dover rispondere all’espresso, può farlo dal suo sito personale o può mettere sul portale del ministero i dati, “nudi e crudi” con una premessa metodologica che li spieghi.
Lo so, quello che volevo dire è che il ministero dell’innovazione non esiste. È un “dipartimento”, ma viene presentato come ministero, benché fonti ufficiali (il sito del governo, appunto) lo indichino nella sua vera natura.
E’ un po’ come se Brunetta si mettesse i tacchi da 12 cm: ne innalzerebbero l’immagine, ma non diventerebbe più alto. Un dipartimento non può essere spacciato per ministero.
Che c’è di così imbarazzante? è un sito istituzionale, mi pare corretto che venga difesa l’istituzione contro calunnie e falsità (l’Espresso è un campione in questo). La difesa dell’immagine dello stato e dei suoi organi è uno dei compiti istituzionali, quindi di scorretto c’è solo la campagna scandalistica e strumentale di un gruppo editoriale che. come tutti, non fa altro che eseguire gli ordini del padrone (il quale padrone forse si sente ancora orfano degli immensi favori ricevuti da Prodi e dal csx)
Non vedo cosa ci sia di male nel pubblicare una risposta ad un’inchiesta giornalistica sul proprio sito istituzionale.
Se stanno zitti, vi lamentate, se rispondono vi lamentate…spiegatemi, come avrebbe dovuto reagire il Ministro Brunetta?
E’ desolante, come si fa a discutere con uno come Olivieri che non ha neanche la capacità di distinguere un’ istituzione da chi la rappresenta? Secondo lui un ministro è “il proprietario” del ministero. Mancano proprio i fondamentali. E’ una battaglia persa prima di cominciare.
Sinceramente l’Espresso e Brunetta dicono la stessa cosa con parole diverse, Brunetta sostiene che un rilevamento dati fatto su base di adesione volontaria ( lo dice letterelmente anche lui ) è statisticamente sensato, l’Espresso dice che è una boiata perchè se risponde solo chi vuole è molto probabile che la risposta l’abbiano data solo quelli che avevano buoni risultati di cui vantarsi.
Detto questo Brunetta ha un suo sito personale e la difesa dell’efficacia dei suoi provvedimanti non fa parte dei compiti della pubblica amministrazione, la pubblica amministrazione serve a semplificare la vita ai cittadini e finchè Brunetta no saprà dimostrare che i tempi di ottenimento delle scartoffie inutili che sono il 90% del lavoro della PA, o l’eliminazione delle stesse, non potrà dire di aver ottenuto risultati concreti, avere più “fannulloni” negli uffici invece a che a casa che utilità ha?
Dato che c’è gente che difende l’usi di voli di stato per portare gli amici in vacanza l’idea che un politico possa usare le istituzioni per cui lavora come mezzo di propaganda personale è il minimo……
Il ministro mi pare risponda su accuse fatte al lavoro del ministero, non ad accuse personali. Per cui mi pare una gran cosa che un ministero risponda a chi lo accusa con risposte puntuali e scientifiche, facilmente accessibili dal sito istituzionale. La cosa è talmente lampante che è evidente che ancora una volta chi è contrario a questo governo lo è acriticamente, cioè è contro e basta.
E questo è molto triste.
@Giancarlo
“distinguere un’ istituzione da chi la rappresenta”.
L’Espresso ha pubblicato un’inchiesta su Brunetta, rivolta non solo alla persona, ma anche al suo operato. E dato che Brunetta non lavora da solo, ma aiutato da tecnici e collaboratori, dire “Brunetta Flop” equivale a dire “Ministero Flop”. Ed è giusto che sul sito dell’istituzione se ne parli.
E’ consolante sapere che esistono persone come John. :)
Mi pare che @pietro abbia sintetizzato correttamente la questione.
Naturalmente sono dalla parte dell’Espresso per qunato riguarda il fatto che la statistica non la si può fare con campioni a caso.
Per come viene usato un sito istituzionale, non capisco le critiche. Mi pare giusto che abbiano risposto.
reputo totalmente sterilela polemica sulla valenza statistica dei dati … da sempre la giostra dei numeri può dar ragione ad uno oppure all’altro … reputo invece unico e scandaloso che un sito ministeriale faccia una splash page (pessima) di risposta ad un articolo dell’Espresso … i suoi dati ne può fare un uso “igienco” sono i fatti che contano . Ed i fatti sono che dopo la persecuzione degli assenteisti (giusta) dovevano esserci i premi per i produttici … in realta il sistema clientelare politico che lo stesso Brunetta & Co. sfruttano per i propi serbatoi di voti non gli permettono di premiare le capacità ma solo l’appartenenza politica … le pubbliche amministrazioni sono pieni di Dirigenti posti per motivi politici e non per meriti … quindi che tu ministro mi riduci l’assenteismo ma che le carriere (nella pubblica amministrazione) si facciano sempre per meriti politi (creando dei vincoli di azione) non serve ad un bel nulla … è solo uno specchietto per le allodole … e per farti sentire “un grande statista” … ma per piacere ………………
No, carissimo JOHN, le accuse dell’Espresso riguardano soprattutto le tante vicende oscure di Brunetta prima che diventasse ministro. Quindi utilizzare il sito del Governo italiano è inappropriato, se non del tutto un reato.
Ma quanti servi del padrone ci sono in giro…
Che questa gente usi soldi nostri per la loro propaganda è uno scempio della democrazia. E questo è niente, il peggio è la Rai, ormai asservita al padrone.
Beh, una cosa positiva c’è: John e Williams erano tristi, per merito di Brunetta si sono conosciuti e si sono consolati, magari va a finire che vanno a convivere :)
Comunque se qualcuno trova un sito di un ministero qualunque nel mondo, anche Tonga, che pubblica una pagina simile, riesce a convincermi, altrimenti continuo a ritenerla una buffonata e un abuso di potere. Tra l’altro, ma forse mi sbaglio, credo che riportare per intero un articolo di stampa sia un reato. In quel caso saremmo alle comiche.
… infatti … non c’è la legge per cui non sipossono pubblicare materiali altrui senza autorizzazione ? … viviamo veramente un periodo di buio al pari del medioevo … solo sulla rete si può sfogare un pò … ed anche qui stanno cercando di metterci le mani … è proprio il sistema politico che è fallimentare … si è degenerato troppo .
… per non parlare poi dei dipendenti del ministero … casta di dipendenti che hanno a portata di mano e che potrebbero ottimizzare nel loro uso … reputo poi vincolate e limitante la possibilità di concedere un solo commento tecnico alla pubblicazione del ministero … la solita guerra dei numeri è stata si è vista ieri da Vespa con Berlusconi che farfugliava sulla conversione tra euro e lire dimenticando che se dà gli stessi soldi tra un terremoto dell’80 ed uno del 2009 non significa dare lo stesso … ci prendono veramente per ignoranti …
Il Ministero può benissimo replicare a un’inchiesta, con opinioni, dati e statistiche (che poi potranno a loro volta essere commentati); ma essendo un’istituzione pubblica deve mantenere un tono istituzionale. Il sito del Ministero può titolare a caratteri cubitali “IL BLUFF DELL’ESPRESSO”, come se fosse un blog di un privato cittadino o un gruppo di facebook.
Mi pare evidente che i toni e i metodi seguiti da questo governo si stanno sempre più allontanando da ogni decoro e ragionevolezza.
Il Ministero può benissimo replicare a un’inchiesta, con opinioni, dati e statistiche (che poi potranno a loro volta essere commentati); ma essendo un’istituzione pubblica deve mantenere un tono istituzionale. Il sito del Ministero non può titolare a caratteri cubitali “IL BLUFF DELL’ESPRESSO”, come se fosse un blog di un privato cittadino o un gruppo di facebook.
Mi pare evidente che i toni e i metodi seguiti da questo governo si stanno sempre più allontanando da ogni decoro e ragionevolezza.
Se sul sito in questione fossero state pubblicate statistiche documentate sulla riduzione dei tempi nell’adempimento di formalità aministrative sarebbe stato corretto, ma le polemiche contro i giornali cattivi che diffamano l’operato del ministro mi sembrano prive di quesiasi utilità, ed essendo pagate con soldi pubblici sono uno spreco, sarebbe divertente sapere quanto costa al contribuente il sito in questione, visti i precedenti penso se ne vedrebbero delle belle.
Dal punto di vista deontologico non ci sono molte alternative: avrebbe dovuto chiedere uno spazio di replica su quel magazine che almeno lui ancora legge.
Credo che l’editore possa chiedere i danni al suo Dipartimento sia per la pubblicazione dell’articolo senza (credo) autorizzazione, sia perché la pubblicazione in questa veste è diffamante, in quanto tesa a ledere l’immagine del magazine e non a ristabilire una “verità negata”.
Come si permette un ministro ad utilizzare un sito istituzionale per scopi personali??
Se deve replicare ad una accusa lo fa con i propri mezzi, proprie risorse, senza sfruttare le risorse del paese.
Ma che figura da bambini continuiamo a fare nei confronti del resto del mondo…
Ministro Brunetta, se deve replicare acquisti un sito suo, non utilizzi il nostro!!!!
Ma via, un ministro rappresenta l’istituzione e ha tutto il diritto di difenderne l’onorabilità con i mezzi a sua disposizione. L’Espresso attaccando il lavoro e il ruolo del ministro ha attaccato l’istituzione (non la vita privata della persona) e ciò che rappresenta all’interno dello Stato. La difesa dell’istituzione soddisfa un fondamentale interesse pubblico. Sono d’accordo invece con chi sostiene che il titolo è inopportuno, la replica doveva essere di tono diverso.
Quello all’innovazione non è un ministero, ma un dipartimento della P.A, ma, come altri già hanno sottolineato, oggi c’è questa tendenza a dare del ministro a chiunque e ne prendiamo tristemente atto.
Un ministero, uno qualunque, non è del ministro, ma è dei cittadini. Un giornale che fa un’inchiesta, non attacca il ministro o il ministero, ma, esattamente come il ministero e il ministro, ricopre una pubblica funzione, quella di indagare per conto dei cittadini su come vengono spesi i loro soldi e come vengono esercitate per conto loro le funzioni pubbliche.
Se il giornale avesse pubblicato dati falsi, il sito del dipartimento avrebbe il dovere civico, non solo il diritto, di pubblicare qulli veri.
Se la questione è come questi dati vengono interpretati, che è esattamente il punto di discordia tra il dipartimento dell’innovazione e il giornale L’Espresso, al massimo, ma proprio al massimo, in uno spazio apposito, il sito del dipartimento, che è sito istituzionale, ripubblica i dati e propone la sua diversa interpretazione, essendo i cittadini gli unici deputati a decidere, ognuno per se e con la proprioa testa, se ritengono più valide le une argomentazioni o le altre.
Il circo messo su da Brunetta, a difesa non del ministero, che, in quanto ministero non ha bisogno di difendersi da niente e da nessuno, essendo il ministero, ma della propria immagine politica, è un palesissimo caso di uso privatissimo di mezzi pubblicissimi, un caso evidente di cosa pubblica usata a fini privati.
Questo se durante le lezioni di educazione civica alle medie inferiori si stava attenti invece di giocare a battaglia navale.
Per chi giocava a filotto invece o guardava fuori dalla finestra, è comprensibile che non ci sia nulla ne di storto ne di scandaloso.
Che sia un dipartimento non cambia affatto la sostanza dell’interesse pubblico. Continuo a non vedere l’uso privato dato che si tratta della difesa di una istituzione e dei suoi provvedimenti. Un pubblico funzionario può usare uno strumento pubblico per tale azione, non è certo la prima volta che questo avviene, solo il canale utilizzato è nuovo. E vorrei sottolineare come l’immagine e l’onorabilità di un ministro si associa all’immagine e all’onorabilità dello Stato quando si parla di lui come funzione. Diverso caso relativo ad accuse pertinenti la sfera privata, allora sì ci sarebbe abuso.
Ma è solo la mia opinione, espressa mi pare senza aggredire nessuno, del tutto fuori luogo quindi fare battutine sarcastiche sulla battaglia navale e il filotto. Questa è un semplice scambio di idee a tempo perso, non una gara a chi c’è l’ha più lungo.
Ovviamente, quello che non si vuole vedere non si vede, ma io sono un persona tanto pertinace, quindi con pertinacia insisto.
L’Espresso non ha attaccato nessuno, ma ha criticato argomentatamente non un’attività del ministero o del ministro, che comunque sarebbero un dipartimento e un sottosegretario, semmai una serie di atti di propaganda di Brunetta, che sta ricoprendo malamente la funzione dipartimentale affidatagli.
Semplificando ai minimi termini, Brunetta da mesi diceva: “Sto facendo il ministro benissimo, guarda qui popolo, quanto sono diminuiti gli assenteisti da quando ci sono io”
L’Espresso ha detto: “Popolo, Brunetta non ti ha detto la verità sui dati, perchè non compila gli elenchi dei presenti e degli assenti, ma semplicemente ti mostra i risultati di questionari su base volontaria.”
Attaccare il ministero o il ministro, se mai fosse fatto, vorrebbe dire mettere in discussione la funzione pubblica, per esempio la necessità dell’innovazione nel nostro paese. Ovviamente, se pure si facesse ciò, questo sarebbe sempre nel sacrosanto diritto di cittadini liberi di uno stato democratico: ogni nuovo governo crea, screa, accorpora e scorpora, cercando di trovare la soluzione più idonea ad un efficace esercizio del potere esecutivo (secondo alcuni, secondo altri lasoluzione più idonea ad una pratica distribuzione delle poltrone).
Brunetta confonde volutamente le critche a lui, per come esercita la funzione dipartimentale che gli è stata affidata, con le critiche alla funzione pubblica in se, che l’articolo de L’Espresso assolutamente non prende in considerazione.
La cosa drammatica di questo episodio è che quella pagina imbarazzante e vergognosa, non solo ingiuria L’Espresso, ma lo fa pure del tutto ingiustamente: è un dato di fatto incontrovertibile, che neppure Brunetta mette in discussione, che i dati che lui sbandiera da mesi sono raccolti solo su base volontaria.
Il “ministro” utilizza la pagina di un sito istituzionale, quindi mio, tuo, di Mantellini ecc ecc, per propalare una menzogna, che basta un qualsiasi studente del primo anno di scienze sociali per smentire: è come se tutti noi cittadini italiani, con quella pagina, avessimo sottoscritto che i sondaggi su base volontaria hanno valore statistico.
Non so te, ma io una simile sonora siocchezza non la sosterrei mai e trovo veramente ingiusto che questo metro e mezzo di tanta voglia di avere un ministero che non ha e non avrà mai abusi del suo potere per costringermi a sottoscriverla.
E’ chiara la questione ora?
No perchè io ho tutta la pazienza di insistere finchè non lo sarà.
L’immagine e l’onorabilità di uno Stato stanno solo e soltanto in quanto è democratico, in quanto i cittadini sono rispettati e in quanto i politici sono liberamente criticati e prontamente sostituiti, quando commettono errori.
Secondo questi criteri, un sottosegretario che si fa chiamare ministro e risponde con falsità pubbliche a nome di tutti i cittadini, alle critiche che i cittadini stessi gli hanno rivolto è un onta per lo stato, non certo un motivo di onore
L’avevo detto che era una battaglia persa. Analfabeti civici con la presupponenza di professori di diritto. E’ la dimostrazione del fallimento di decenni di scolarizzazione di massa.
@Enrico: Per dialogare, come base di partenza bisogna essere d’accordo sulle regole base, tipo parlare la stessa lingua oppure una lingua conosciuta da ambo le parti. Di più, se si parla di un qualsiasi argomento specialistico bisogna che chi discute possieda almeno i fondamentali della materia su cui si discute. E’ ovvio che tu o non conosci i fondamentali oppure per sostenere le tue tesi non esiti a passare per analfabeta in fatto di educazione civica.
Questo ti porta, ad esempio, a confondere un articolo polemico di un giornale dove si mette in discussione una statistica di cui anche uno studente di ragioneria al secondo anno non farebbe fatica a dimostrare l’empiricità con nientepopodimenoche “un attacco a un istituzione”, e scommetto che se non fosse che la costituzione ti fa un pochetto schifo, l’avresti definito “attacco alla costituzione”.
Ad’una critica di un articolo di stampa, ti è già stato fatto notare, si risponde con una richiesta di rettica, con un comunicato anche pubblicato sul sito, con una conferenza stampa. Oscurare la home page di un ministero, che si presume usata da tutti i cittadini per motivi perlomeno utili, per una persona dotata di buonsenso equivale a sparare a una mosca con un cannone.
Se poi ne fai una questione di avere ragione comunque, stai tranquillo, la ragione te la lascio tutta.
La ragione… La verità… bhà.. è che c’è un modo di vedere il potere come emanazione dei cittadini tutti e quindi soggetto a molti vincoli e controlli e una visione del potere… non so come chiamarla… Monarchica? Feudale? Autoreferenziale sicuro, che trova fonte solo in se stesso, che non ammette controlli e critiche, che non risponde a nessuno del suo operato, che non conosce discontinuità tra funzione e persona che la ricopre, tra potere e chi lo esercita.
Non c’è ragione o torto, verità o menzogna, è una questione di scelta, solo che, almeno a leggere sommariamente la Costituzione dell Repubblica, che pare, si vocifera sia ancora in vigore, sembrerebbe che L’Italia sia uno stato fondato su un potere del primo tipo non del secondo.
Settembre 15th, 2009 at 18:11
Link non funzionante. Scusa la pignoleria.
Settembre 15th, 2009 at 18:18
Forse c’è un http://www.mantellini.it di troppo, in quell’url.
Quella corretta è http://www.innovazione.gov.it
Che conduce, ribadisco, al sito di un dipartimento, dichiarato erroneamente come ministero.
Il ministero dell’innovazione non esiste, altrimenti sarebbe indicato come Ministero dal governo stesso:
http://www.governo.it/Governo/Ministeri/ministeri_gov.html
Settembre 15th, 2009 at 18:19
metto a posto grazie
Settembre 15th, 2009 at 19:03
Ma perché uno splash screen, non bastava un approfondimento all’interno del sito? Non saprei come definirlo, ma imbarazzante credo sia una parola che si presta.
Settembre 15th, 2009 at 19:11
[…] page di un sito web ISTITUZIONALE, quello del ministero dell’Innovazione (Mantellini ha fatto uno screenshot). Uno splash screen tutto contro L’Espresso che, dopo aver chiesto a un mucchio di esperti, […]
Settembre 15th, 2009 at 19:14
All’inizio pensavo seriamente che si trattasse di un fake, anche per la bruttezza estetica del tutto.
Ormai, poi, la qualifica di ministero la si da a tutto. Pure la Brambilla mette a destra e manca la scritta di un inesistente Ministero del Turismo. Pure io, a casa mia, ho ribattezzato il bagno Ministero per le evacuazioni
Settembre 15th, 2009 at 19:15
A proposito della Brambilla (e mi scuso se vado un po’ off topic), ma lo sapevate che Magic Italy è diventato pure una rivista?
http://www.italia.it/it/magic-italy-la-rivista.html
Settembre 15th, 2009 at 19:30
Pur essendo d’accordo sulle critiche metodologiche, sulla bruttezza della pagina web e sull’arroganza che traspare dalla conferenza stampa, credo che sia almeno positivo che Brunetta non abbia fatto finta di niente (come fanno altri :-) ma abbia cercato di rispondere all’articolo dell’Espresso.
Settembre 15th, 2009 at 19:58
C’è, però, una differenza sostanziale tra “comunicazione politica” e “comunicazione istituzionale”.
Il cittadino deve poter capire al volo quando sta parlando il politico e quando lo sta facendo l’amministratore.
Il portale del ministero, lo pagano i cittadini.
Se Brunetta sente di dover rispondere all’espresso, può farlo dal suo sito personale o può mettere sul portale del ministero i dati, “nudi e crudi” con una premessa metodologica che li spieghi.
Settembre 15th, 2009 at 20:26
Rocco, veramente il link nell’elenco c’è, e conduce *esattamente* alla splash page.
Settembre 15th, 2009 at 20:29
[…] immagine rubata a Mantellini […]
Settembre 15th, 2009 at 21:36
un sito istituzionale ridotto ad una home personale tipo geocities 1997. commovente.
Settembre 15th, 2009 at 21:37
cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura te lo rivelan gli occhi e le battute della gente
Settembre 15th, 2009 at 22:38
@Tambu
Lo so, quello che volevo dire è che il ministero dell’innovazione non esiste. È un “dipartimento”, ma viene presentato come ministero, benché fonti ufficiali (il sito del governo, appunto) lo indichino nella sua vera natura.
E’ un po’ come se Brunetta si mettesse i tacchi da 12 cm: ne innalzerebbero l’immagine, ma non diventerebbe più alto. Un dipartimento non può essere spacciato per ministero.
Settembre 16th, 2009 at 00:46
Imabarazzante. Tanto con il forum si faranno male da soli….
Settembre 16th, 2009 at 06:39
pero’ le risposte punto punto mi sembrano sensate
Settembre 16th, 2009 at 07:00
Che c’è di così imbarazzante? è un sito istituzionale, mi pare corretto che venga difesa l’istituzione contro calunnie e falsità (l’Espresso è un campione in questo). La difesa dell’immagine dello stato e dei suoi organi è uno dei compiti istituzionali, quindi di scorretto c’è solo la campagna scandalistica e strumentale di un gruppo editoriale che. come tutti, non fa altro che eseguire gli ordini del padrone (il quale padrone forse si sente ancora orfano degli immensi favori ricevuti da Prodi e dal csx)
Settembre 16th, 2009 at 07:39
[…] | Mantellini Tags: renato brunetta Post in qualche modo […]
Settembre 16th, 2009 at 09:08
Non vedo cosa ci sia di male nel pubblicare una risposta ad un’inchiesta giornalistica sul proprio sito istituzionale.
Se stanno zitti, vi lamentate, se rispondono vi lamentate…spiegatemi, come avrebbe dovuto reagire il Ministro Brunetta?
Settembre 16th, 2009 at 10:18
E’ desolante, come si fa a discutere con uno come Olivieri che non ha neanche la capacità di distinguere un’ istituzione da chi la rappresenta? Secondo lui un ministro è “il proprietario” del ministero. Mancano proprio i fondamentali. E’ una battaglia persa prima di cominciare.
Settembre 16th, 2009 at 10:18
la risposta del ricercatore intervistato dall’espresso la trovate qui:
http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/Brunetta_e_il_metodo_scientifico
Vi segnalo anche i commenti
Settembre 16th, 2009 at 10:39
La vera notizia è che corriere.it si mette a linkare i blog (compreso questo).
Settembre 16th, 2009 at 10:42
Sinceramente l’Espresso e Brunetta dicono la stessa cosa con parole diverse, Brunetta sostiene che un rilevamento dati fatto su base di adesione volontaria ( lo dice letterelmente anche lui ) è statisticamente sensato, l’Espresso dice che è una boiata perchè se risponde solo chi vuole è molto probabile che la risposta l’abbiano data solo quelli che avevano buoni risultati di cui vantarsi.
Detto questo Brunetta ha un suo sito personale e la difesa dell’efficacia dei suoi provvedimanti non fa parte dei compiti della pubblica amministrazione, la pubblica amministrazione serve a semplificare la vita ai cittadini e finchè Brunetta no saprà dimostrare che i tempi di ottenimento delle scartoffie inutili che sono il 90% del lavoro della PA, o l’eliminazione delle stesse, non potrà dire di aver ottenuto risultati concreti, avere più “fannulloni” negli uffici invece a che a casa che utilità ha?
Settembre 16th, 2009 at 10:48
Dato che c’è gente che difende l’usi di voli di stato per portare gli amici in vacanza l’idea che un politico possa usare le istituzioni per cui lavora come mezzo di propaganda personale è il minimo……
Settembre 16th, 2009 at 10:58
Il ministro mi pare risponda su accuse fatte al lavoro del ministero, non ad accuse personali. Per cui mi pare una gran cosa che un ministero risponda a chi lo accusa con risposte puntuali e scientifiche, facilmente accessibili dal sito istituzionale. La cosa è talmente lampante che è evidente che ancora una volta chi è contrario a questo governo lo è acriticamente, cioè è contro e basta.
E questo è molto triste.
Settembre 16th, 2009 at 11:27
@Giancarlo
“distinguere un’ istituzione da chi la rappresenta”.
L’Espresso ha pubblicato un’inchiesta su Brunetta, rivolta non solo alla persona, ma anche al suo operato. E dato che Brunetta non lavora da solo, ma aiutato da tecnici e collaboratori, dire “Brunetta Flop” equivale a dire “Ministero Flop”. Ed è giusto che sul sito dell’istituzione se ne parli.
E’ consolante sapere che esistono persone come John. :)
Settembre 16th, 2009 at 11:34
Mi pare che @pietro abbia sintetizzato correttamente la questione.
Naturalmente sono dalla parte dell’Espresso per qunato riguarda il fatto che la statistica non la si può fare con campioni a caso.
Per come viene usato un sito istituzionale, non capisco le critiche. Mi pare giusto che abbiano risposto.
Settembre 16th, 2009 at 11:39
reputo totalmente sterilela polemica sulla valenza statistica dei dati … da sempre la giostra dei numeri può dar ragione ad uno oppure all’altro … reputo invece unico e scandaloso che un sito ministeriale faccia una splash page (pessima) di risposta ad un articolo dell’Espresso … i suoi dati ne può fare un uso “igienco” sono i fatti che contano . Ed i fatti sono che dopo la persecuzione degli assenteisti (giusta) dovevano esserci i premi per i produttici … in realta il sistema clientelare politico che lo stesso Brunetta & Co. sfruttano per i propi serbatoi di voti non gli permettono di premiare le capacità ma solo l’appartenenza politica … le pubbliche amministrazioni sono pieni di Dirigenti posti per motivi politici e non per meriti … quindi che tu ministro mi riduci l’assenteismo ma che le carriere (nella pubblica amministrazione) si facciano sempre per meriti politi (creando dei vincoli di azione) non serve ad un bel nulla … è solo uno specchietto per le allodole … e per farti sentire “un grande statista” … ma per piacere ………………
Settembre 16th, 2009 at 11:52
Questo è abuso di POTERE! Interesse privato in atto d’ufficio!
Settembre 16th, 2009 at 11:55
No, carissimo JOHN, le accuse dell’Espresso riguardano soprattutto le tante vicende oscure di Brunetta prima che diventasse ministro. Quindi utilizzare il sito del Governo italiano è inappropriato, se non del tutto un reato.
Settembre 16th, 2009 at 12:00
Ma quanti servi del padrone ci sono in giro…
Che questa gente usi soldi nostri per la loro propaganda è uno scempio della democrazia. E questo è niente, il peggio è la Rai, ormai asservita al padrone.
Settembre 16th, 2009 at 12:06
Beh, una cosa positiva c’è: John e Williams erano tristi, per merito di Brunetta si sono conosciuti e si sono consolati, magari va a finire che vanno a convivere :)
Comunque se qualcuno trova un sito di un ministero qualunque nel mondo, anche Tonga, che pubblica una pagina simile, riesce a convincermi, altrimenti continuo a ritenerla una buffonata e un abuso di potere. Tra l’altro, ma forse mi sbaglio, credo che riportare per intero un articolo di stampa sia un reato. In quel caso saremmo alle comiche.
Settembre 16th, 2009 at 12:10
… infatti … non c’è la legge per cui non sipossono pubblicare materiali altrui senza autorizzazione ? … viviamo veramente un periodo di buio al pari del medioevo … solo sulla rete si può sfogare un pò … ed anche qui stanno cercando di metterci le mani … è proprio il sistema politico che è fallimentare … si è degenerato troppo .
Settembre 16th, 2009 at 12:11
… per non parlare poi dei dipendenti del ministero … casta di dipendenti che hanno a portata di mano e che potrebbero ottimizzare nel loro uso … reputo poi vincolate e limitante la possibilità di concedere un solo commento tecnico alla pubblicazione del ministero … la solita guerra dei numeri è stata si è vista ieri da Vespa con Berlusconi che farfugliava sulla conversione tra euro e lire dimenticando che se dà gli stessi soldi tra un terremoto dell’80 ed uno del 2009 non significa dare lo stesso … ci prendono veramente per ignoranti …
Settembre 16th, 2009 at 12:19
spiegazioni su codesto utilizzo “privato” del pubblico
Settembre 16th, 2009 at 12:33
Indro Montanelli scrisse… “La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.”
Settembre 16th, 2009 at 12:44
Il Ministero può benissimo replicare a un’inchiesta, con opinioni, dati e statistiche (che poi potranno a loro volta essere commentati); ma essendo un’istituzione pubblica deve mantenere un tono istituzionale. Il sito del Ministero può titolare a caratteri cubitali “IL BLUFF DELL’ESPRESSO”, come se fosse un blog di un privato cittadino o un gruppo di facebook.
Mi pare evidente che i toni e i metodi seguiti da questo governo si stanno sempre più allontanando da ogni decoro e ragionevolezza.
Settembre 16th, 2009 at 12:45
(correzione)
Il Ministero può benissimo replicare a un’inchiesta, con opinioni, dati e statistiche (che poi potranno a loro volta essere commentati); ma essendo un’istituzione pubblica deve mantenere un tono istituzionale. Il sito del Ministero non può titolare a caratteri cubitali “IL BLUFF DELL’ESPRESSO”, come se fosse un blog di un privato cittadino o un gruppo di facebook.
Mi pare evidente che i toni e i metodi seguiti da questo governo si stanno sempre più allontanando da ogni decoro e ragionevolezza.
Settembre 16th, 2009 at 12:46
Se sul sito in questione fossero state pubblicate statistiche documentate sulla riduzione dei tempi nell’adempimento di formalità aministrative sarebbe stato corretto, ma le polemiche contro i giornali cattivi che diffamano l’operato del ministro mi sembrano prive di quesiasi utilità, ed essendo pagate con soldi pubblici sono uno spreco, sarebbe divertente sapere quanto costa al contribuente il sito in questione, visti i precedenti penso se ne vedrebbero delle belle.
Settembre 16th, 2009 at 13:14
state sperperando i soldi dei contribuenti per rispondere ad un giornale… invece di pensare a lavorare… VERGOGNA!
Settembre 16th, 2009 at 14:06
Mante, una segnalazione off-topic ma spassosa, se ti fosse sfuggita… :D
http://www.youtube.com/watch?v=hWxnU01HGSo
Settembre 16th, 2009 at 17:15
Imbarazzante… ma perfettamente adeguata al governo che ci troviamo…
Settembre 16th, 2009 at 21:19
Dal punto di vista deontologico non ci sono molte alternative: avrebbe dovuto chiedere uno spazio di replica su quel magazine che almeno lui ancora legge.
Credo che l’editore possa chiedere i danni al suo Dipartimento sia per la pubblicazione dell’articolo senza (credo) autorizzazione, sia perché la pubblicazione in questa veste è diffamante, in quanto tesa a ledere l’immagine del magazine e non a ristabilire una “verità negata”.
Che palle rega’ ;)
Settembre 16th, 2009 at 23:26
che tristezza. che ridicolo. ditemi che non è accaduto in Italia.
Settembre 17th, 2009 at 09:07
[…] A proposito di occupazione di servizio pubblico anche Brunetta non scherza… 16 Settembre […]
Settembre 17th, 2009 at 10:53
Come si permette un ministro ad utilizzare un sito istituzionale per scopi personali??
Se deve replicare ad una accusa lo fa con i propri mezzi, proprie risorse, senza sfruttare le risorse del paese.
Ma che figura da bambini continuiamo a fare nei confronti del resto del mondo…
Ministro Brunetta, se deve replicare acquisti un sito suo, non utilizzi il nostro!!!!
Settembre 17th, 2009 at 12:03
Ma via, un ministro rappresenta l’istituzione e ha tutto il diritto di difenderne l’onorabilità con i mezzi a sua disposizione. L’Espresso attaccando il lavoro e il ruolo del ministro ha attaccato l’istituzione (non la vita privata della persona) e ciò che rappresenta all’interno dello Stato. La difesa dell’istituzione soddisfa un fondamentale interesse pubblico. Sono d’accordo invece con chi sostiene che il titolo è inopportuno, la replica doveva essere di tono diverso.
Settembre 17th, 2009 at 14:14
Quello all’innovazione non è un ministero, ma un dipartimento della P.A, ma, come altri già hanno sottolineato, oggi c’è questa tendenza a dare del ministro a chiunque e ne prendiamo tristemente atto.
Un ministero, uno qualunque, non è del ministro, ma è dei cittadini. Un giornale che fa un’inchiesta, non attacca il ministro o il ministero, ma, esattamente come il ministero e il ministro, ricopre una pubblica funzione, quella di indagare per conto dei cittadini su come vengono spesi i loro soldi e come vengono esercitate per conto loro le funzioni pubbliche.
Se il giornale avesse pubblicato dati falsi, il sito del dipartimento avrebbe il dovere civico, non solo il diritto, di pubblicare qulli veri.
Se la questione è come questi dati vengono interpretati, che è esattamente il punto di discordia tra il dipartimento dell’innovazione e il giornale L’Espresso, al massimo, ma proprio al massimo, in uno spazio apposito, il sito del dipartimento, che è sito istituzionale, ripubblica i dati e propone la sua diversa interpretazione, essendo i cittadini gli unici deputati a decidere, ognuno per se e con la proprioa testa, se ritengono più valide le une argomentazioni o le altre.
Il circo messo su da Brunetta, a difesa non del ministero, che, in quanto ministero non ha bisogno di difendersi da niente e da nessuno, essendo il ministero, ma della propria immagine politica, è un palesissimo caso di uso privatissimo di mezzi pubblicissimi, un caso evidente di cosa pubblica usata a fini privati.
Questo se durante le lezioni di educazione civica alle medie inferiori si stava attenti invece di giocare a battaglia navale.
Per chi giocava a filotto invece o guardava fuori dalla finestra, è comprensibile che non ci sia nulla ne di storto ne di scandaloso.
Settembre 17th, 2009 at 15:52
Che sia un dipartimento non cambia affatto la sostanza dell’interesse pubblico. Continuo a non vedere l’uso privato dato che si tratta della difesa di una istituzione e dei suoi provvedimenti. Un pubblico funzionario può usare uno strumento pubblico per tale azione, non è certo la prima volta che questo avviene, solo il canale utilizzato è nuovo. E vorrei sottolineare come l’immagine e l’onorabilità di un ministro si associa all’immagine e all’onorabilità dello Stato quando si parla di lui come funzione. Diverso caso relativo ad accuse pertinenti la sfera privata, allora sì ci sarebbe abuso.
Ma è solo la mia opinione, espressa mi pare senza aggredire nessuno, del tutto fuori luogo quindi fare battutine sarcastiche sulla battaglia navale e il filotto. Questa è un semplice scambio di idee a tempo perso, non una gara a chi c’è l’ha più lungo.
Settembre 17th, 2009 at 16:48
Ovviamente, quello che non si vuole vedere non si vede, ma io sono un persona tanto pertinace, quindi con pertinacia insisto.
L’Espresso non ha attaccato nessuno, ma ha criticato argomentatamente non un’attività del ministero o del ministro, che comunque sarebbero un dipartimento e un sottosegretario, semmai una serie di atti di propaganda di Brunetta, che sta ricoprendo malamente la funzione dipartimentale affidatagli.
Semplificando ai minimi termini, Brunetta da mesi diceva: “Sto facendo il ministro benissimo, guarda qui popolo, quanto sono diminuiti gli assenteisti da quando ci sono io”
L’Espresso ha detto: “Popolo, Brunetta non ti ha detto la verità sui dati, perchè non compila gli elenchi dei presenti e degli assenti, ma semplicemente ti mostra i risultati di questionari su base volontaria.”
Attaccare il ministero o il ministro, se mai fosse fatto, vorrebbe dire mettere in discussione la funzione pubblica, per esempio la necessità dell’innovazione nel nostro paese. Ovviamente, se pure si facesse ciò, questo sarebbe sempre nel sacrosanto diritto di cittadini liberi di uno stato democratico: ogni nuovo governo crea, screa, accorpora e scorpora, cercando di trovare la soluzione più idonea ad un efficace esercizio del potere esecutivo (secondo alcuni, secondo altri lasoluzione più idonea ad una pratica distribuzione delle poltrone).
Brunetta confonde volutamente le critche a lui, per come esercita la funzione dipartimentale che gli è stata affidata, con le critiche alla funzione pubblica in se, che l’articolo de L’Espresso assolutamente non prende in considerazione.
La cosa drammatica di questo episodio è che quella pagina imbarazzante e vergognosa, non solo ingiuria L’Espresso, ma lo fa pure del tutto ingiustamente: è un dato di fatto incontrovertibile, che neppure Brunetta mette in discussione, che i dati che lui sbandiera da mesi sono raccolti solo su base volontaria.
Il “ministro” utilizza la pagina di un sito istituzionale, quindi mio, tuo, di Mantellini ecc ecc, per propalare una menzogna, che basta un qualsiasi studente del primo anno di scienze sociali per smentire: è come se tutti noi cittadini italiani, con quella pagina, avessimo sottoscritto che i sondaggi su base volontaria hanno valore statistico.
Non so te, ma io una simile sonora siocchezza non la sosterrei mai e trovo veramente ingiusto che questo metro e mezzo di tanta voglia di avere un ministero che non ha e non avrà mai abusi del suo potere per costringermi a sottoscriverla.
E’ chiara la questione ora?
No perchè io ho tutta la pazienza di insistere finchè non lo sarà.
Settembre 17th, 2009 at 16:56
L’immagine e l’onorabilità di uno Stato stanno solo e soltanto in quanto è democratico, in quanto i cittadini sono rispettati e in quanto i politici sono liberamente criticati e prontamente sostituiti, quando commettono errori.
Secondo questi criteri, un sottosegretario che si fa chiamare ministro e risponde con falsità pubbliche a nome di tutti i cittadini, alle critiche che i cittadini stessi gli hanno rivolto è un onta per lo stato, non certo un motivo di onore
Settembre 17th, 2009 at 16:59
L’avevo detto che era una battaglia persa. Analfabeti civici con la presupponenza di professori di diritto. E’ la dimostrazione del fallimento di decenni di scolarizzazione di massa.
Settembre 18th, 2009 at 06:45
Infatti è una battaglia persa, la necessità di sentirsi sempre dalla parte della ragione genera solo esibizione non dialogo.
Settembre 18th, 2009 at 13:03
@Enrico: Per dialogare, come base di partenza bisogna essere d’accordo sulle regole base, tipo parlare la stessa lingua oppure una lingua conosciuta da ambo le parti. Di più, se si parla di un qualsiasi argomento specialistico bisogna che chi discute possieda almeno i fondamentali della materia su cui si discute. E’ ovvio che tu o non conosci i fondamentali oppure per sostenere le tue tesi non esiti a passare per analfabeta in fatto di educazione civica.
Questo ti porta, ad esempio, a confondere un articolo polemico di un giornale dove si mette in discussione una statistica di cui anche uno studente di ragioneria al secondo anno non farebbe fatica a dimostrare l’empiricità con nientepopodimenoche “un attacco a un istituzione”, e scommetto che se non fosse che la costituzione ti fa un pochetto schifo, l’avresti definito “attacco alla costituzione”.
Ad’una critica di un articolo di stampa, ti è già stato fatto notare, si risponde con una richiesta di rettica, con un comunicato anche pubblicato sul sito, con una conferenza stampa. Oscurare la home page di un ministero, che si presume usata da tutti i cittadini per motivi perlomeno utili, per una persona dotata di buonsenso equivale a sparare a una mosca con un cannone.
Se poi ne fai una questione di avere ragione comunque, stai tranquillo, la ragione te la lascio tutta.
Settembre 18th, 2009 at 18:43
La ragione… La verità… bhà.. è che c’è un modo di vedere il potere come emanazione dei cittadini tutti e quindi soggetto a molti vincoli e controlli e una visione del potere… non so come chiamarla… Monarchica? Feudale? Autoreferenziale sicuro, che trova fonte solo in se stesso, che non ammette controlli e critiche, che non risponde a nessuno del suo operato, che non conosce discontinuità tra funzione e persona che la ricopre, tra potere e chi lo esercita.
Non c’è ragione o torto, verità o menzogna, è una questione di scelta, solo che, almeno a leggere sommariamente la Costituzione dell Repubblica, che pare, si vocifera sia ancora in vigore, sembrerebbe che L’Italia sia uno stato fondato su un potere del primo tipo non del secondo.
Settembre 18th, 2009 at 18:56
Guardate un pò qui
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/09/18/notavo-con-stupore-che-la-schermata-iniziale/#more-3989
… zacchete … la pagina è magicamente sparita !!!