La EFF chiede a Google di non spiare i lettori di libri su Google Book Search e propone di scrivere una mail al riguardo ad Eric Schmidt CEO di Google. Io l’ho appena fatto.
Offline, no one follows you around the library tracking what you browse; the bookstore doesn’t know what you do with a book after you buy it, and if you buy it with cash, they may not even know who you are. You can hide books under your bed from others in your home and give them away anonymously. Courts impose high standards on law enforcement and others seeking access to reading records and librarians have long protected patron privacy as a matter of basic librarian ethics.
But today, we have Google and other companies offering books online. Unlike the privacy you normally experience online, Google’s current practices show it is capable of compiling “dossiers” that reveal our lives in intimate detail. These dossiers may be shared across Google products or with partners, civil litigants, and law enforcement without clear standards for review. Other online bookstores raise similar concerns, but Google is the company seeking federal court approval of what may well become the world’s largest digital book repository — so it must lead the way in protecting online reader privacy and anonymity.
update: qui la risposta odierna di Google.
Luglio 24th, 2009 at 06:30
Forse non ho capito bene, ma qualche cosa non mi torna. Google Book Search è un servizio sul quale gli utenti sono anonimi e di conseguenza non spiabili per definizione, di cosa state parlando?
Sarebbe come chiedere ad una biblioteca di non fare statistiche sull’uso dei volumi.
Diversa la cosa su Amazon che conosce io miei acquisti e mi offre volumi che potrebbero interessarmi e francamente la cosa a me piace, ma potrebbe porre qualche problema di privacy.
bob
Luglio 24th, 2009 at 07:46
Sicuri che Book Search non registri nulla quando un utente è loggato ad un accout Google..?
Luglio 24th, 2009 at 09:14
Beh… ci scandalizziamo? Google legge le tue mail e ti propone ads relative al testo che trova nella mail stessa. Questa al confronto mi sembra nulla.
Luglio 24th, 2009 at 09:55
@roberto
Certo che anche la tua biblioteca sa che cosa leggi visto che sei registrato e hai una scheda con i prestiti.
Il problema è sapere cosa ci fa la tua biblioteca (e google) con quei dati.
Luglio 24th, 2009 at 10:10
La biblioteca sa cosa leggo e chi sono, google libri non sa chi sono. Continuo a non capire perché ce la prendiamo con Google che non ha login e non con Amazon che sa benissimo chi sono e cosa compero.
bob
PS E’ vero che se passassi dalla mia pagina di google personalizzata a quella dei libri potrebbero sapere chi sono, se ho quel dubbio basta accedere direttamente a coockies spenti.
Luglio 24th, 2009 at 10:57
Questa cosa dell’elenco dei libri letti è una paranoia molto americana, e in particolare degli attivisti free software (EFF, Stallman…). Non dico che non abbia avuto un senso in passato, quando l’elenco delle tue letture era uno dei pochi modi che uno stato autoritario aveva per tracciare il tuo carattere e il tuo orientamento politico/religioso/sessuale.
Nell’epoca dei log conservati per due anni, dei cookie dei network pubblicitari persistenti e soprattutto di un diverso atteggiamento delle persone (presente Anobii?), mi pare una preoccupazione ormai superata dagli eventi.
Luglio 24th, 2009 at 16:13
Del resto è ormai accertato che la caratteristica ‘antropologica’ più spiccata del ‘popolo del web’ è il panico da anonimato a cui corrisponde un autentico odio per il concetto di privacy e la divertente pretesa che se uno schiaffa online i suoi consumi di sostanze stupefacenti o le sue teorie cospirative preferite i potenziali datori di lavoro non dovrebbero tenerne conto…
(da notare comunque la tipica calata dei difensori d’ufficio di Google. Da un lato è noto che i dipendenti della ditta sono ‘incoraggiati’ a intervenire in difesa degli interessi aziendali, dall’altro c’è un mucchio di ‘bravi militanti’ che lo fanno pure gratis…)
Luglio 24th, 2009 at 16:45
@dadda
– usare le applicazioni integrate di Google senza cookie è impossibile, devi essere loggato per usarle. Fare una cosa selettiva tipo usarli con gmail o maps ma poi disattivarli per non lasciare tracce su books è ingestibile
– in ogni caso il 99,9% della gente non ha la più pallida idea di cosa siano i cookie
– con Google Chrome OS comunque non avrai scampo :)
– comunque io per adesso mi fido abbastanza su come Google usa i dati che raccoglie dalle mie attività. Non è detto che debba fidarmi per sempre ovviamente. Sicuramete mi fido molto meno di un Facebook…
Luglio 24th, 2009 at 17:31
Paranoia si o paranoia no, metodo empirico per fare cmq nebbia: “leggete” di tutto, ma proprio di tutto, così non ci capiscono una cippa.
In mezzo al tutto ci sarano anche i testi che davvero v’interessano, il resto fa brodo.
Luglio 25th, 2009 at 09:25
@Argia Hai ragione, evitare l’identificazione può essere un poco macchinoso, ma se hai una paranoia accetti anche di fare un poco più di fatica.
In ogni caso anch’io penso che la cosa sia paranoica e soprattutto che ci si preoccupi per un particolare molto insignificante nell’ambito dei dati che google può raccogliere su di noi.
Se a qualcuno interessa nel parlo nel mio blog http://robertodadda.blogspot.com/2009/07/quando-la-preocupazione-sulla-privacy.html
bob
Luglio 25th, 2009 at 12:14
Quindi chiederete anche alle biblioteche in cui avete la tessere di cancellare ogni informazione in loro possesso sui libri che avete preso in prestito?