Contrappunti su Punto Informatico di domani.
Nelle ultime settimane è cresciuta in rete una protesta contro il decreto Alfano sulle Intercettazioni voluto del governo Berlusconi che si concretizzerà il prossimo 14 luglio in una manifestazione a Piazza Navona.Il “rumoroso silenzio” dei partecipanti alla iniziativa è nato dall’iniziativa di Alessandro Gilioli, Enzo Di Frenna e Guido Scorza ed ha rapidamente raccolto attenzione e consensi, avvicinando per una volta attorno alla protesta su un decreto del governo giornalisti, blogger e navigatori della rete.
La parte sostanziosa del decreto riguarda in realtà l’attività giornalistica e l’utilizzo delle intercettazioni, non solo nell’azione penale ma anche nella correlata attività informativa dei media, mentre un unico articolo contenuto nel testo prevederebbe un improbabile e demenziale “obbligo di rettifica” esteso ai gestori di tutti i siti web, in una ormai ben nota e strumentale parificazione fra una pagina qualsiasi su Internet ad un giornale. Da qui la protesta nata in rete ad affiancare la comprensibile contrarietà professionale dei giornalisti.
Nel frattempo, dopo le perplessità del capo dello Stato, l’approvazione del decreto Alfano ha subito un momentaneo stop e gli organizzatori della protesta sul web si sono trovati di fronte al dilemma se continuare o rimandare le iniziative previste.
Per quanto mi riguarda vedo con grande simpatia l’aggregazione in rete attorno a tematiche che riguardano i diritti dei cittadini e questa iniziativa va certamente in questa direzione. Nel caso specifico la discussione avvenuta nelle ultime settimane a margine del decreto ha in parte superato le rivendicazioni e i rischi, visto che contatti fra esponenti della rete e parlamentari, prima del rinvio tecnico, aveva reso concreto il possibile stralcio dell’obbligo di rettifica, meglio specificando la sua necessità “solo” nei casi di testate web registrate. Se questo avverrà nei termini corretti (e non dietro improbabili e vaghe rassicurazioni interpretative), per quanto riguarda le tematiche di rete il decreto Alfano perderà molto del suo interesse, rimanendo una norma assai discutibile e pericolosa per l’informazione in generale.
Se anche così fosse l’aggregazione attorno a “Diritto alla Rete” potrebbe essere la scusa per iniziare a costruire quello che in Italia in questi 15 anni non c’è mai stato, vale a dire una sorta di movimento trasversale e partecipato attento alle tematiche del diritto all’accesso, capace di dar voce al punto di vista degli utenti di Internet, così come di supportare mille altre meritorie iniziative: un esempio per tutti, sull’onda della mai troppo citata EFF americana, proteggere anche legalmente, cittadini della rete ingiustamente accusati.
L‘altro aspetto potenzialmente positivo di questa protesta potrebbe essere quello di una nuova vicinanza fra giornalisti e blogger, sfiatati da molti anni di incomprensioni e accuse reciproche. Comprendere che la comunicazione dei cittadini per i cittadini ed il giornalismo abitano in Rete territori contigui, spesso intersecati fra loro, non è poi così complicato e le critiche al Decreto Alfano potevano essere una sorta di palestra di una nuova vicinanza non tanto ideologica quanto puramente geografica. Nel caso specifico, complice anche lo sgonfiarsi della discussione legata al rinvio, l’unico effetto palese notato è stato quello dei molti titoli sui giornali che citavano “i blogger” scesi in campo accanto ai giornalisti. Il che, come è noto, esattamente non è.
Il diritto all’informazione è un diritto di tutti e come tale va tutelato e difeso in egual misura sia quando si ipotizzano norme che immaginano di regolare i professionisti dell’informazione sia quando invece si mette a rischio la semplice libera espressione dei cittadini su Internet. Si tratta di una sacralità diffusa che va compresa e condivisa e sarebbe ingiusto oggi non ricordare che nel decennio trascorso molte volte simili libertà dei cittadini in questo paese sono state limitate ed offese nella sostanziale indifferenza di quegli stessi media che oggi invece invocano e sottolineano vicinanza ed azioni comuni.
I tempi cambiano, fortunatamente, conosco personalmente molti degli animatori e sostenitori della iniziativa di “Diritto alla Rete” e so bene della autenticità delle loro iniziative. Conosco anche, e non da ieri, i limiti e la esile persistenza delle proteste virtuali: mettersi un bavaglio e fotografarsi con la webcam è certamente significativo ma da solo non basta. Così forse avrà senso andare a Piazza Navona martedì prossimo, nella speranza che lentamente, anche in questo paese, sulla spinta di gente come Gilioli e Scorza e di qualche parlamentare illuminato, cresca la coscienza sociale della centralità della rete nelle nostre cose di tutti i giorni.
Luglio 12th, 2009 at 10:28
Antonio?
Luglio 12th, 2009 at 11:28
speriamo!
—
zoe
Luglio 12th, 2009 at 11:38
Corretto grazie!
Luglio 12th, 2009 at 14:09
Grazie Massimo, bellissimo articolo.
Luglio 12th, 2009 at 14:57
In realta’, Caro Massimo, intorno alle norme del ddl intercettazioni (per favore… non chiamiamolo *decreto Alfano*, perche’ e’ giuridicamente e politicamente sbagliato dargli quel nome) che vorrebbero regolare le rettifiche, non c’e’ stata alcuna discussione degna di tale nome.
Nella misura in cui, ben pochi hanno pubblicamente dissentito sull’interpretazione data/seguita dai piu’ e, comunque, tale dissenso non ha determinato, appunto, una vera discussione. Se si esclude il battibecco Wolly vs. Gilioli (o viceversa).
http://www.paolo.valenti.name/2009/07/08/sciopero-dei-blog-e-legge-ammazza-internet/
Timidamente, MCC e Quintarelli hanno cercato di fare qualcosa mediante due parlamentari Pdl. Un altro parlamentare Idv ha raccolto l’emendamento proposto da Scorza (e ci sara’ un perche’). Cio’, obiettivamente, si fonda sul presupposto originario che non si stesse mettendo un bavaglio alla Rete, ma poteva esserci un problema interpretativo (per la verita’, l’Idv – ma e’ anche ovvio – si e’ spinta oltre).
Di discussione con le voci dissenzienti (a parte il sottoscrito, ricorderei, tra gli altri, aghost, Wolly stesso e qualche commentatore del mio blog – e, se non mi sbaglio, anche il provocatorio frap, nei tuoi commenti) non s’e’ vista neppure l’ombra.
Personalmente, non mi offendo, sono sempre stato abituato a stare in minoranza, con le mie idee.
Quando, poi, mi accorgo che Gilioli mi mette, addirittura, tra coloro che hanno fatto da tam-tam per la manifestazione (che manco ho linkato, appunto perche’ non la condivido…)
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/07/02/14-luglio-grazie-e-si-va-avanti/
capisco, ancora una volta, che la gente non sa o non vuole leggere, non gli interessa discutere e preferisce andarsi a prendere un prosecco a Piazza Navona.
Alla fine, quando si ricorderanno della pedagogica favoletta de *al lupo, al lupo*, capiranno che non e’ un caso se i politici di cui parli tu, Massimo, non li ascoltano: non soltanto perche’ sono impegnati a mangiare.
Luglio 12th, 2009 at 16:16
Massimo,
inutile ringraziarti perché per quel poco che ti conosco non c’è dubbio che sei profondamente convinto, bit per bit, di tutto quello che hai scritto e che, in caso contrario, non lo avresti scritto.
Approfitto, invece, del tuo spazio per rispondere all’amico Daniele Minotti al solo fine di chiarire, spero, una volta per tutti che nessuno ha mai messo in dubbio che sia possibile sostenere che il DDL Alfano possa essere ritenuto non applicabile a blog e siti internet di informazione non professionistica in quanto le disposizioni in tema di rettifica interverrebbero, appunto, sulla vecchia legge sulla stampa.
E’ un’interpretazione rigorosa, puntuale e scientificamente acuta che, io per primo, in Tribunale, utilizzerei per sottrarre un blogger da un’eventuale contestazione per inadempimento all’obblifo di rettifica.
Il punto è un altro.
Quella proposta da Daniele – e non solo – è, appunto, una delle possibili interpretazioni di una norma innegabilmente ambigua o volutamente o per ignoranza o scarsa attenzione di chi l’ha scritta.
L’ambiguità – e sono convinto che Daniele ne convenga – è, per definizione, nemica delle libertà fondamentali e, soprattutto, rappresenta sempre una fedele alleata di chi può mettersi gli avvocati migliori.
E’ per questo che a distanza di settimane da quando ho lanciato il sasso nello stagno con il mio “chiuso per rettifica” su Punto, continuo a ritenere che il mondo dell’informazione on line abbia diritto a veder espunta quella previsione dall’ordinamento e che il diritto all’informazione non possa rimanere affidato ad una disposizione tanto ambigua da esser oggetto di opposte interpretazioni ancor prima di entrare in vigore.
Quanto poi alle allusioni di vicinanza “politica” ci tengo a sottolineare che una volta scritto l’emendamento mi sono limitato a pubblicarlo sul mio blog ed a postarlo sul wiki realizzato da Marco Camisani più vicino certamente allo schieramento opposto rispetto a quello che lo ha poi presentato.
Ritenevo ieri e continuo a credere oggi che il compito di tutti noi sia esclusivamente quello di porre a disposizione del Palazzo i nostri due cents di esperienza senza necessariamente dover strizzare l’occhiolino a questa o quella bandiera.
Chiunque voti l’emendamento avrà fatto la cosa giusta così come chiunque ne presenti altro di analogo tenore.
Luglio 12th, 2009 at 16:18
Ecco, tra i giuristi che sostengono una tesi simile alla mia, ricordo, volentieri, anche Marco Scialdone che, insieme al sottoscritto e a Scorza, era al tavolo dei relatori a parlare della cosa (del ddl, non dela manifestazione) nell’incontro di Pescara del 19-20 giugno.
Dov’erano Gilioli, i blogger e il cosidetto popolo della Rete che gli organizzatori della manifestazione vorrebbero rappresentare?
Luglio 12th, 2009 at 16:28
@ Guido
Nessuno ha mai fatto allusioni a tue presunte vicinanze politiche. E sai perfettamente il perche’ (dai… ma per chi mi prendi? Io e te sappiamo perfettamente perchè quell’emendamento è arrivato al Senatore Belisario e che non c’è una ragione politica).
Per il resto, ti ho sempre dato atto della scoperta del *problema*. E mi sono schierato con te sin da subito, pubblicamente.
Quello che trovo sbagliato è questa manifestazione che non servirà a nulla (anzi, sarà l’ennesimo *al lupo, al lupo*) in quanto fondata su un errore: che qualcuno vuole scientemente imbavagliare la Rete.
Non è così e tu lo sai benissimo. È che, poì ti sei fatto un po’ prendere la mano, la tua progessione è evidente.
Poi, scusami, ti perdi anche a dar corda, pur a contrario, alle parole di Facci…
Luglio 12th, 2009 at 17:36
@Minotti
Sarei quasi tentato nel chiedere formalmente a te e al tenutario qui una rettifica sul “provocatorio”, termine che reputo altamente lesivo rispetto alla puntualità e precisione del mio normale commentare. :-D
Volendo tuttavia dare un ulteriore contributo alla discussione, ecco qui un bel link al blog di byoblu, molto emozionato per aver ricevuto la sua prima diffida e richiesta di rettifica.
E nientepopodimenoché dal principe del foro avv. Nino Marazzita & Associati, che vorrebbe in qualche modo far valere (non si capisce bene a quale titolo) le norme sulla stampa di cui si discute, ancor prima che siano approvate. Oltre a pretendere che si provveda alla cancellazione del testo in discussione anche dai blog di terze persone.
Mica fichi.
Cito, riportando dal sito:
Lo Studio legale Marazzita & Associati, con sede a Roma, opera principalmente nei settori del diritto penale generale, civile e amministrativo, del diritto penale dell’impresa, del diritto penale tributario, dei reati contro la Pubblica amministrazione, della responsabilità medica, dei reati informatici, della diffamazione a mezzo stampa, …
No comment.
Luglio 12th, 2009 at 17:52
[…] a Massimo Mantellini per quello che ha scritto sul suo blog e su Punto […]
Luglio 12th, 2009 at 18:01
@frap
Provocatorio era un complimento, vorrei che lo intendessi così (che provoca una reazione, una riflessione, che altera).
Quanto alla richiesta a Byoblu… Maddai… non diciamo sciocchezze, ma sai quante ne hanno ricevute i miei clienti di richieste del genere? Hai mai visto lagne in Rete? Io, semplicemente, ho sempre risposto che la legge sulla stampa non c’entra un tubo. Alla fine son stati tutti zitti ed abbiamo parlato di altri aspetti della vicenda.
Non sopporto chi si lagna.
Luglio 12th, 2009 at 18:28
Io comunque la foto imbavagliato non la faccio e non la mando nemmeno sotto tortura.
Che già oggi basta far aleggiare una possibile denuncia per diffamazione per ridurre la maggior parte dei blogger a più miti consigli.
Luglio 12th, 2009 at 20:26
Io mando una mia foto durante lamia attivita’ preferita ;-)
Luglio 12th, 2009 at 20:28
Aggiungo: alla faccia di tutti questi che si accontentato, se il locale e’ aperto, del prosecchino vicino a Piazza Navona (prosecchino a Roma???) ;-)
Luglio 12th, 2009 at 20:47
beh, io martedì “sciopererò” ma per la mia strada personale, che non è quella del bavaglio-al-blog. Rivendico il mio diritto di fare le stesse cose della maggioranza anche come minoranza :-)
Luglio 12th, 2009 at 20:51
Io sono sulla linea di .mau. Per quanto possa interessare, naturalmente…
Luglio 12th, 2009 at 21:08
Io rispetto tutti (.mau., in particolare, perche’ ci siamo conosciuti l’anno scorso a Torino; pur moto fuggevolmente…), ma vorrei invitarvi a riflettere, prospettandovi il rischio de *al lupo, a lupo*.
Poi, incindentalmente, vedo ancora che Gilioli, malgrado due miei commenti sul suo blog, malgrado il suo link qui (do e ci sono dei miei commenti molto chiari) preferisce mantenermi tra i *tam-tammer* della sua (ed altrui) iniziativa inconcludente.
Dovrei andarne fiero?
Luglio 12th, 2009 at 22:57
@Daniele Minotti.
Il gusto della provocazione a tutti i costi non porta a nulla.
“Maddai… mavalà…”. Abbiamo già sentito questi toni e proprio da chi sta imponendo leggi che, in altri Paesi, non sarebbero neppure nate. Ti informo che se fosse già legge il DDL Alfano (o devo precisare Obbligo di rettifica?) Claudio Messora di Byoblu.com, blog da 80mila visite mensili, grandi sacrifici e rinunce dietro le quinte che conoscono bene, avrebbe già chiuso con una multta da 13mila euro nel caso in cui fossero passate 48 ore (magari un breve week end di riposo). Secondo te, non è un stretta alla Rete e alla logica di condivisione? Maddai… :-)
Luglio 12th, 2009 at 23:05
@Di Frenna
Maddai… strumentalizzare quella richiesta di rettifica e’ oltremodo *ignorante* (con rispetto, nel senso di non sapere quello che si dice).
Ti ripeto: gia’ ben prima che si parlasse (che venisse presentato) questo ddl, miei assistiti hanno ricevuto richieste di rettifica ex art. 8 l. 47/48. Pensi che l’abbia presa seriamente? (dal punto di vista giuridico). E, comunque, vuoi, per caso, mettere in dubbio la mia esperienza di avvocato? ;-)
Poi sei anche libero di pensare che quel ddl obbligherebbe noi (ti ricordo che ho un blog) al dovere di rettifica?
Ma hai letto cos’ha scritto sopra Scorza?
Luglio 13th, 2009 at 10:11
@Daniele (e comunque ho scoperto che nel 2001 eravamo assieme relatori a un convegno sul DNS…): io sono ragionevolmente certo che la norma sulla rettifica non si applichi ai blog già così com’è scritta, e immagino anche che lo specificheranno ancora meglio. Ma avevo pensato di oscurarmi per un giorno prima che lo dicesse Gilioli, e non vedo perché non dovrei farlo solo perché c’è lui :-)
Luglio 13th, 2009 at 10:54
@.mau.
Mmmm… quello che si era fatto anche sulla privacy, in un posto dall’altra parte della strada rispetto al Lingotto? C’era anche un reappresentante del Garante, se non ricordo male.
Luglio 13th, 2009 at 11:17
@Daniele: appena ritrovo dove ho messo il foglio col programma, te lo so dire.
Luglio 13th, 2009 at 15:50
[…] sono scordata di seganlare questo articolo di Mantelini, veramente bello, merita, se potete […]
Luglio 13th, 2009 at 20:20
[…] ogni riga. Ne parlava qui Stefano e qui nei commenti Minotti chiarisce cosa si dovrebbe intendere per […]
Luglio 14th, 2009 at 00:09
[…] Alfano. Sotto trovate l’appello promosso da Diritto alla Rete, mentre sui blog Piovono rane e manteblog le ragioni in […]
Luglio 14th, 2009 at 09:43
[…] Anteprima Punto Informatico – manteblog […]