Filippo Facci è uno di quei tipi strani che può farsi centinaia di chilometri in auto per salire un paio d’ore in cima ad un monte in Val d’Aosta e regalare una bacchetta magica magnetizzata ai bimbi presenti (mia figlia la tiene ancora). Poi per le medesime ragioni può scrivere in prima pagina sul Giornale un pezzo pieno di sciocchezze sui blogger e sulla questione dell’obbligo di rettifica. Non fa nulla, prossima volta la magica calamita gliela regalo io.
Gli scioperanti temono che un semplice obbligo di rettifica possa «disincentivare e soffocare la comunicazione on line non solo nei blog, ma anche nelle piattaforme di condivisione dei contenuti». Sciocchezze. Gli assennati non hanno niente da temere. Ne hanno i cretini, gli anonimi e i disinformati. Quando mi è capitato d’incrociarli o di beccarli, poi, erano quasi sempre personcine che semplicemente non avevano il coraggio di dare un nome e un cognome alle proprie opinioni. Qui, nella retroguardia, li chiamiamo vigliacchi.
Alessandro Gilioli, bersaglio principe di quel pezzo, gli risponde per le rime.
Luglio 7th, 2009 at 22:02
Io non capisco, ma com’è che sia tu che Giglioli ci tenete così tanto alla captatio benevolentiae a Facci prima di dire che scrive delle emerite idiozie, quando lo sanno tutti che a Facci interessa solo fare casino (in america le chiamano puttane da clic) e che è un povero servo narciso
Luglio 7th, 2009 at 22:11
“Gli assennati non hanno niente da temere”
È quel tipo di frase che mi mette sempre un po’ di brividi, tipo: chi è in regola non ha nulla da temere, chi ha la coscienza tranquilla non ha nulla da temere, chi non è ebreo non ha nulla da temere. Chi pronuncia queste frasi non nota la carica discriminatoria che contiene.
Luglio 7th, 2009 at 22:39
Io non so se a Facci interessi solamente fare casino, ne’ se abbia dato il giusto peso alla carica discriminatoria effettivamente contenuta in quel “Gli assennati non hanno niente da temere”. Di certo mostra (volutamente o meno) di non aver colto le reali finalità del “giorno di silenzio dei blogger”: http://bonacina.wordpress.com/2009/07/07/la-giornata-del-silenzio-fa-rumore/
Luglio 7th, 2009 at 22:49
Consentitemi una riflessione secca.
Gilioli e Facci stanno, entrambi, prendendo una cantonata colossale.
Il primo coi modi del “politicamente corretto”, il secondo decisamente sopra le righe. Stili che qualificano, eventualmente.
Ma entrambi sbagliano nella sostanza delle cose, se ad essa vogliamo badare.
Non esiste alcun disegno di legge (e non un decreto Alfano…) “ammazzablogger”. Esiste un possibile problema interpretativo.
Possibile… e su quello si ragiona, si lavora.
Poi, se uno vuole pensare una cosa e l’altro il contrario, son fatti loro. Mi spiace che chi sta in mezzo non ragioni coi propri mezzi.
Luglio 8th, 2009 at 01:29
“Chi non ha niente da nascondere non ha niente da temere”.
(Adolf Hitler – “Mein Kampf”)
Luglio 8th, 2009 at 01:47
Più noiose delle querelle tra giornalisti ci sono solo le querelle giornalisti – blogger e viceversa.
Nel merito del “possibile problema interpretativo”, qualcuno dei vari avvocati-blogger che scrivono qui e là è in grado di spendere una parola definitiva su:
a) cosa si intende per “48 ore dal momento della richiesta” (mio buon senso e non solo, credo, direbbe “dal momento della ricezione della richiesta”)
b) come si traccia ai fini di validità giuridico-legale tale momento (a parte raccomandata AR e fax, che può arrivare però non leggibile, ergo…), per poter chiedere poi l’eventuale sanzione al pretore, in caso di non ottemperanza;
c) a me semplice blogger dove mi mandano un’ eventuale comunicazione conforme a quanto in b) se io non ho alcun obbligo di pubblicare un indirizzo di sede legale (contrariamente invece alle testate registrate) né tantomeno il mio nome e cognome di battesimo e/o la città di residenza e/o il domicilio.
Tutta ‘sta gazzarra sulla questione a me sembra francamente parecchio strumentale.
Luglio 8th, 2009 at 05:59
Quoto Camilo.
Conosco Facci soltanto come “ospite-televisivo-recitante-un-ruolo” e credo che faccia talmente bene questo mestiere, tra le altre cose molto inflazionato, da tenerselo appiccicato addosso sempre.
Deve mangiare pure lui e quindi fa lavorare più il personaggio, bastian contrario per esigenze di copione, che la persona.
Se avesse ragionato a mente fredda 5 minuti forse non avrebbe scritto quelle sciocchezze e oggi in cuor suo direbbe “come sa di sale lo pane altrui”.
Luglio 8th, 2009 at 08:33
@frap
MI sa che sono l’unico avvocato che frequenta il blog, dunque ti rispondo io.
a) gia’…
b) PEC? Muhahahahah! ;-)
c) gia’…
Ma io preferisco stare al livello superiore, cioe’ quello dell’eventuale applicabilita’ a tutti.
Ecco, a parte le solite leggi scritte male, i tuoi punti 2) e 3) testimoniano, ancora una volta, che la regola della rettifica si applica soltanto alle testate registrate.
Gli scioperanti vogliono metterselo in testa oppure preferiscono girarsi dall’altra parte ed esporre banner?
Luglio 8th, 2009 at 08:33
ma mi FACCI il piacere….
Luglio 8th, 2009 at 20:16
@Minotti
10q.
Mi sa che non sei l’unico avvocato che legge qui, ma sei probabilmente l’unico che ci commenta. ;-)
Io sciopererei più volentieri riempiendo le caselle di posta di deputati, senatori e uffici stampa di svariate “istituzioni” con qualche migliaio di “richieste di rettifica” di questa e di svariate altre norme (ben peggiori) di questo bel provvedimento.
Naturalmente preavvertendo opportunamente, che la netiquette è sempre e comunque d’obbligo. ;-)
Luglio 8th, 2009 at 21:14
@frap
Boh, io rispondo…
Sul resto, no… proprio non dico nulla…
Luglio 14th, 2009 at 08:09
Chi non ha nulla da temere è disposto a farsi intercettare dalla polizia e da chiunque altro 24 ore al giorno, questo dicono Di Pietro e i suoi seguaci.
Chi non ha nulla da temere.