Ciao Mafe,

come stai?

Scusa se non mi sono più fatto vivo, è il solito periodo, il lavoro, bla bla bla.

Io sto abba bene, ma non potrei dire benissimo. Sai che inizio a sentire un po’ il peso di tutte queste informazioni? Di tutti questi link? Di tutti questi network? Partecipo a un pezzo di discussione qui, poi mi viene in mente di scrivere quella cosa là, e nel frattempo devo polemizzare con quel tizio che altrimenti pensa di aver ragione, e mi piacerebbe fare un blog solo di immagini usando quel tema bellissimo, Monotone.
Anche s. mi rimprovera sempre: “accidenti, inizi mille cose e non ne finisci nemmeno una!”, mentre vede che metto il sale sulle melanzane, divido i bianchi dai colorati per la lavatrice, pretendo di stirare anche quelle due polo e devo per forza memorizzare quei due siti su delicious.
Però fino a un po’ di tempo fa era per certi versi inevitabile e per altri quasi uno scherzo, mentre adesso l’idea di staccare, rallentare, selezionare al massimo, ecco mi sembra l’unica possibilità.

Ci vediamo per quel caffè in settimana? E mi dici qualcosa del Salento, per quando sarò vecchio?

Un bacio,

Mm.


Caro Marcom,

credo di stare bene, mi ero presa un appunto da qualche parte, forse su Facebook, poi Safari non trova più il keychain e insomma, credo di sì, massì, sto da dio.

Io in rete continuo a divertirmi moltissimo e non sono per niente stressata, sai, per me è sempre stato più un gioco che un lavoro, e ancora adesso, dopo tanti anni, una volta che ho risposto a quella stronza che non capisce una parola, a quel deficiente che prende tutto alla lettera, a quella noiosa che laika qualunque cosa scriva, parlo di me su Twitter, parlo di me su Friendfeed, parlo di me su Facebook, poi con calma aggiorno conto terzi 75 Pages su Facebook scrivendo sempre le stesse cose con parole diverse e poi tiro un respiro di pancia e riesco proprio a rilassarmi, online, con le persone care, tipo te (che non ci sei mai ma è come se ci fossi).

E’ la realtà analogica che continua a darmi troppi problemi, Marcom, i chilometri, i gradi centigradi, i chili, la polvere, lo smog, le gomme della bici da gonfiare, il frigo da riempire, la lavatrice da stendere (udio, forse ce n’è una anche adesso, da stendere), carte, traslochi, IBAN (ma l’IBAN è reale? Forse no). Sai che sempre più spesso sto scomoda nella realtà fisica? Alta e spigolosa come sono, picchio sempre dentro qualcosa, non hai per caso un plug per la matrice? Sono sicura che una pillola blu mi farebbe un gran bene, di questi tempi.

Non sai quanto mi piacerebbe prendere un caffè con te, potremmo fare a settembre, che dici? Il 22? Che poi ce lo confermiamo il giorno prima?

Un bacio

PS: ma ti ho mai detto quanto ti voglio bene?



(marcom, mafe)

7 commenti a “Lettere dal fronte”

  1. Federico Bolsoman dice:

    Ho il terrore che così si inneschi una “conversazione epistolare” tra blogger… non ne usciremo più! :)

  2. Andrea dice:

    dopo l’utero retroverso, le personalità eterodirette, egocentrismo a rovescio, dove il centro è ovunque e la circonferenza infinita.. e tutti i guardoni intorno.. che tristezza…

  3. mario dice:

    come mai ancora non si sono suicidati?

  4. chamberlain dice:

    c’è un mondo là fuori. ed è maledettamente pieno di polvere.

  5. Stefano Hesse dice:

    il futuro del romanzo online che hyperlinka tra i sentimenti e ti può portare in ambienti diversi (grafici e non solo) ogni volta quando lo vuoi tu, facendo iniziare ogni volta storie diverse, con direzioni che il lettore sceglie. Lo trovo molto interessante invece, a prescindere dal contenuto (che, dai, non era poi così male :-)

  6. Sascha dice:

    Ah, la cara vecchia Mafe ** ******…
    Chissa’ se si ricorda di me…

  7. giovanni dice:

    ciao Massimo, avrei voluto scriverti che la tua lettera mi sembrava molto vera, ed empatizzavo con te.
    poi ho iniziato una chat su Skype e me ne sono dimenticato