25
Apr
Luca Conti in una intervista sul Corriere:
Qual è il segreto per farsi «notare» in rete?
«Innanzitutto bisogna assicurarsi che il blog sia ben indicizzato, in modo che il contenuto venga segnalato dai motori di ricerca. E poi usare con consapevolezza i tag, un altro strumento fondamentale per la ricerca dei contenuti. Quindi un po’ di sane pubbliche relazioni: stabilire relazioni con blogger che trattano lo stesso argomento è indispensabile per scambiarsi opinioni e link. Un altro strumento fondamentale sono i social network (Facebook e Twitter in testa). E poi magari conoscere qualche giornalista».
Aprile 25th, 2009 at 18:32
Interessante notare che sulla qualità dei contenuti nemmeno una parola.
(ah, ho letto il libro di Metitieri, ed è molto molto interessante ed istruttivo)
Aprile 25th, 2009 at 18:34
[…] Sane pubbliche relazioni […]
Aprile 25th, 2009 at 19:08
Immagino, anzi sono sicuro, che il contenuto sia fattore necessario, anche se non determinante.
Buona serta.
Rino.
Aprile 25th, 2009 at 19:15
è interessante invece notare come ci sia chi interpreta il termine contenuti come qualcosa che possa essere NON di qualità. Il contenuto è di qualità per il semplice fatto che qualcuno lo ha scritto. Forse non sarà la qualità desiderata da molti, ma chi siamo noi per fare questo genere di distinzione?
Aprile 25th, 2009 at 19:18
@Felter, via ma che bischerata è codesta?
La qualità è qualità in quanto qualcuno ha scritto qualcosa? Tipo 18 politico?
(mantellini mi censuri se ritiene sia troppo diretto – a me pare di no ma facci lui)
Aprile 25th, 2009 at 19:42
“Bischerata” qui e’ ammesso
Aprile 25th, 2009 at 20:08
oh fuck. ho sbagliato tutto.
Aprile 25th, 2009 at 20:14
Perché? Non è vero? Mi riferisco, ovviamente, all’ultima parte. Vale anche per gli avvocati, dunque si può scalare…
Aprile 25th, 2009 at 21:01
Se in tutta la rete c’è anche una sola persona interessata a quanto scritto, questo merita di essere scritto e reso visibile. A maggior ragione se il numero di persone che lo ritiene di qualità è basso. Non è un 18 politico. E’ una pagella personalizzata. Io non mi azzarderei mai a dire cosa è di qualità per Mantellini.
Aprile 26th, 2009 at 01:28
Felter: a parte che leggere e essere interessati a quanto letto sono due cose differenti, ché magari uno lo fa per caso o pensando di trovare qualcosa di interessante salvo ricrederesi a lettura avvenuta. In ogni caso, dire che tutto è qualità perché qualcuno potrebbe leggere è come dare il 18 politico.
Se poi stiamo discutendo del fatto se meriti scriverlo o no, e non è quello di cui stiamo discutendo, allora va bene e mi spingo oltre: uno può pure scrivere solo per se stesso (presente i diari che poi sarebbero l’origine dei blog?) anche senza alcun lettore e ha tutti i diritti di farlo.
Ma la qualità di uno scritto può e deve essere valutata, sennò ci troviamo a dire che sono contenuti di qualità anche le scempiaggini sulle scie chimiche solo perché trovano tanti estimatori. Una sciocchezza è una sciocchezza a prescindere dal numero di lettori.
Ma tranquillo, non ho mai pensato che qualcosa non possa essere scritto in quanto fesseria.
Aprile 26th, 2009 at 08:21
Se tutto quel che è pubblicato online è, per principio, di qualità allora l’unico criterio distintivo è la quantità di contatti o magari di link – esattamente come la tanto deprecata televisione che la Rete dovrebbe sostituire…
Aprile 26th, 2009 at 08:53
Scusate, ma il concetto di “qualità” in che momento entra nella questione?
Non solo nella risposta non c’è, ma neppure nella domanda.
Il giornalista chiede “come farsi notare”, quindi la domanda verte sull’apparenza piuttosto che sulla sostanza (come d’altronde l’intero impianto della società in cui viviamo immersi).
IMHO, se mi fossi sbattuto “per farmi notare” avrei ottenuto risultati migliori della quarantina di contatti al giorno che registro… ma a me già quelli sembrano tanti. :-)
P.s.: in questo momento il pensiero vola a Ciao Fabio, che avrebbe saputo scrivere cose ben più “urticanti”, fastidiose e vere.
Aprile 26th, 2009 at 09:38
@Sascha: hai notato che quanto dici è esattamente quanto si sostiene nell’intervista?
Aprile 26th, 2009 at 09:46
Appunto – so much per la tanta decantata contrapposizione fra Rete-interattiva-buona e Tivù-unidirezionale-cattiva…
Aprile 26th, 2009 at 10:09
Insomma, il web dueziro è una palla, il mainstream serve ancora? Almeno non si parla di morte dei blog, abbiam fatto un passo in avanti via.
Aprile 26th, 2009 at 10:33
Luca ha detto delle cose giustissime, e anche Felter nel suo post.
Caterina si è sbattuta un casino e non ha fatto altro che applicare la “teoria del mondo piccolo” (o dei “6 gradi di separazione” se volete dare un occhiata su wikipedia) che è uno dei fondamenti del sistema di relazioni su cui tutto il web sociale si fonda.
Contenuti? Sono soggettivi!
Numeri? Sono l’unica cosa che non si può smentire!
Sulla qualità dei contenuti ognuno può fare come meglio crede, e ne ha tutto il tempo.
Sulle relazioni però, va detto che Caterina fa scuola! Potete amarla o odiarla, non cambierà nulla e come dice Luca sul Corriere: “…Quindi un po’ di sane pubbliche relazioni: stabilire relazioni con blogger che trattano lo stesso argomento è indispensabile per scambiarsi opinioni e link. Un altro strumento fondamentale sono i social network (Facebook e Twitter in testa). E poi magari conoscere qualche giornalista…..”
IMHO :-)
Aprile 26th, 2009 at 11:26
[…] Massimo Mantellini cita una intervista sul Corriere di Luca Conti, in cui Luca sottolinea l’importanza della “indicizzazione nei motori di ricerca” […]
Aprile 26th, 2009 at 12:22
Una sola precisazione ad uso dei lettori del blog, già espressa in altre discussioni su FriendFeed. Dal contesto dell’intervista, il farsi notare, virgolettato non per caso, è da me interpretato “farsi trovare”.
Non ho parlato di contenuti perché ho dato per scontato che sei ti fai trovare ma non hai niente interessante da dire, chi ti legge passerà ad altro. Credo però che se scrivi cose meritevoli di essere valorizzate (ovviamente in chiave soggettiva) e non ti fai trovare, è molto difficile che questi contenuti possano emergere.
Spero che questa chiave di lettura possa essere utile a illustrare meglio il mio punto di vista. La domanda di per sé, estrapolata dal contesto, si può prestare a non essere pienamente compresa.
Aprile 26th, 2009 at 12:36
Aggiungo un’altro dettaglio per un equivoco di fondo. Non ho mai parlato nell’intervista di SEO e affini. Nella sintesi giornalistica Maddalena ha condensato in “farsi bene indicizzare dai motori di ricerca”, quanto da me espresso rispetto al “fare ping” a Technorati e Google Blog Search… proprio per “farsi trovare”.
Mai pensato a tecniche ingannatorie dei motori per scalarli a scapito della qualità dei contenuti. Del resto anche Google continua a ripetere che scrivere buoni contenuti per il lettore significa implicitamente scrivere buoni contenuti per il motore, in chiave di posizionamento.
Quando ho risposto alla domanda avevo in mente questo concetto, ribadito ad uso e consumo di chi si ostima a ripetere che non usato la parola “contenuti” :-)
Aprile 28th, 2009 at 12:02
Luca, quello che fa venire un po’ i brividi è che tu consideri le amicizie che nascono leggendosi come “sane pubbliche relazioni”. Tutto qui.
Aprile 28th, 2009 at 14:27
Mafe, hai male interpretato le mie parole, visto che non ho mai parlato di amicizie. Ciò significa che le amicizie e le relazioni pubbliche sono su due piani separati, nel mio modo di fare e di pensare almeno. Libera di credermi o non credermi, ma respingo la tua interpretazione delle mie parole.
Aprile 29th, 2009 at 16:35
Luca, il punto è che la confusione è implicita. Per molti di noi i blogger sono spazi personali, non lavorativi. Le “relazioni” con gli altri sono amicizie, senza spazio per altri scopi. E’ parecchio che dico che dovremmo trovare un altro nome per i blog professionali, come il tuo, proprio per evitare queste confusioni.
Aprile 30th, 2009 at 18:22
Mafe perché sarebbe meglio trovare un altro nome? A parità di schema i blog sono tante cose diverse…ma sempre blog restano. Mi preoccupa di più quando blog professionali si spacciano per altro che l’etichetta “blog”.
Aprile 30th, 2009 at 20:35
@mafe
Un sacco di gente speculata sulla *confidenzialita’* del mondo blog, che proprio di questo carattere (apparentemente) *amateur* (in contrapposizione apparente col mondo pro) vive. Dagli un nome tipo *pro-blog* e nessuno se il fila piu’.
Marzo 11th, 2010 at 18:45
[…] Sane pubbliche relazioni Luca Conti in una intervista sul Corriere : Qual è il segreto per farsi «notare» in rete? «Innanzitutto bisogna assicurarsi che il blog sia ben indicizzato, in modo che il contenuto venga segnalato dai motori di ricerca. E poi usare con consapevolezza i tag, un altro strumento fondamentale per la ricerca dei contenuti. blog: manteblog | leggi l’articolo […]
Giugno 20th, 2012 at 16:18
[…] Sane pubbliche relazioni […]