Umberto Eco oggi su Repubblica:
Ci sono delle cose che non faccio e tuttavia ne riconosco l’impatto e il significato sociale. Per esempio non uso il telefonino se non per chiamare i taxi se sono in giro, e per il resto lo lascio spento perche’ il fine primario della mia vita è non ricevere mai messaggi da tutta quella gente che c’è qui intorno e possibilimente non inviarne, se non via Repubblica.
Aprile 12th, 2009 at 12:02
si vede che non ha mai provato l’iPhone. Buona pasqua Mantellini.
Aprile 12th, 2009 at 13:55
mi sembra un punto di vista rispettabilissimo. il silenzio ha il suo valore, e spesso i messaggi rompono il silenzio inutilmente.
Aprile 12th, 2009 at 14:45
senza “tutta quella gente che c’è qui intorno” che comprava i suoi libri, il buon Eco, invece di godersi la vita da scrittore sarebbe dovuto andare a lavore.
Perciò un poco di superbia in meno sarebbe gradita…
Aprile 12th, 2009 at 15:33
@Diego: il buon Eco ha lavorato per tutta la vita come studioso e docente universitario, uno dei pochi che abbia portato all’estero con rispetto il nome dell’Italia negli ultimi anni. Il fatto che la pensi in maniera diversa da chi usa la rete (legittima, come diceva Carlo) resta un suo diritto :)
Aprile 12th, 2009 at 15:35
leggo repubblica, ma m’lnteressa nulla dei messaggi con l’eco
Aprile 12th, 2009 at 16:08
Eco è professore e scrittore, quindi portatore di due forme di esibizionismo grave.
Il suo gran rifiuto, però opportunamente sbandierato su un quotidiano nazionale a grande tiratua, è solo un altro modo di dare sfogo alla propria nevrosi.
Aprile 12th, 2009 at 16:12
Ragazzi, vi invito a fare una prova e rinunciare al telefonino (salvo emergenze) per un paio di settimane. I primi 2-3 giorni sono un pelo duri, a dire il vero. Ma poi… Che figata.
Aprile 12th, 2009 at 16:45
seriamente, non vi pare che il livello delle bustine di minerva sull’espresso, ultimamente, sia precipitato?
Aprile 12th, 2009 at 16:54
Chiaro che la Rete rifiuti chiunque abbia avuto successo PRIMA del suo avvento, sospettandolo di chissa’ quali nefandezze, compromessi, imbrogli – solo il successo online è puro, limpido, popolare…
On the other hand – da anni mi capita di notare persone iperconnesse, con blog visitatissimi, con migliaia di ‘friends’ su Facebook, con l’ansia ogni volta che devono spegnere telefonini e palmari che però sono assolutamente sconvolte ogni volta che devono per qualche motivo prendere un mezzo pubblico insieme ad altre persone socialmente inferiori: termini come ‘carro bestiame’ e ‘Auschwitz’ sono frequenti…
Come dire: rifiutare il ‘contatto umano’ online è arrogante, rifiutarlo ‘nella carne’ è semplice igiene e buonsenso.
Umberto Eco avrà pure i suoi limiti ma certo il desiderio di ritagliarsi uno spazio privato (avendone i mezzi) senza dover sottostare a qualsiasi perdigiorno voglia chiedergli dei soldi o anche solo dell’attenzione mi pare del tutto giustificato
Aprile 12th, 2009 at 16:55
non ha mica tutti i torti
usarlo solo quando serve il telefonino non è mica una idea così insensata
Aprile 12th, 2009 at 17:33
Se Eco può permetterselo, beato lui. Io posso provare soltanto invidia.
Aprile 12th, 2009 at 17:48
io a dire il vero uso la rete eppure col telefonino faccio esattamente come lui – per dire, è spento da due giorni e non mi manca nemmeno un po’. Le somiglianze finiscono qui perché in effetti devo ammettere che non ho mai scritto nemmeno per sbaglio cose rilevanti e tradotte in tutto il mondo come ha fatto lui. Mi salva il fatto che, almeno, non penso che siccome posso comunicare all’universo sul mio socialnetwork preferito che in questo preciso istante mi sto scapperando, allora sono all’avanguardia e lui no. Conservo un minimo di senso del ridicolo, per dire.
Aprile 12th, 2009 at 18:43
Ma sono l’unico che si interroga su quell’ultima emblematica frase “…se non via Repubblica”?
Capisco che è per dire che non usa il suo telefono ma un servizio via web, ma messa così sa proprio di “Anch’io uso Brillantina Linetti”.
Comunque, concetto di fondo condivisibile, ma teatralità e leggera spocchia no.
Aprile 12th, 2009 at 20:49
Eco spiegava la rete 15 anni fa quando i più veterani di voi non vedevano al di la del proprio baud per cui di fronte alle sue parole bisogna solo riflettere, o cercare di farlo nei limiti del proprio cervello, o per lo meno fare finta di farlo.
Aprile 12th, 2009 at 23:59
[…] E via, anche Umberto Eco salta lo squalo […]
Aprile 13th, 2009 at 01:11
Beh, può permetterselo davvero.
Aprile 13th, 2009 at 06:59
Non serve spegnerlo, il telefono. A “tutta quella gente che c’e’ intorno” basta non darglielo, il proprio numero. Sono proprio geni, questi che scrivono su Repubblica, non c’e’ che dire :p
Aprile 13th, 2009 at 11:03
Provate a dover usare il cellulare (o il telefono) per lavoro, eidentemente ne avrete poi il rigetto. Eco è uno dei tanti fortunati che non ne ha bisogno, neanche per le sue comunicazioni private (dev’essere proprio un libro aperto).
Aprile 13th, 2009 at 21:25
Con notevole sprezzo del pericolo Rep.it ha messo online il pezzo in questione (http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/desktop-art/desktop-eco/desktop-eco.html)
Aprile 13th, 2009 at 22:11
“il desktop personale può essere un modo per reagire all’anonimato a cui ci spinge Bill Gates”.
Ehhhh? Nel 2009 parliamo ancora di questo?
Questo articolo è il classico caso del “chi” più che del “cosa”.
Il succo a me pare davvero poco gustoso, però la marca è prestigiosa…
Aprile 13th, 2009 at 23:27
E la frase seguente.. ne vogliamo parlare? “Lui ci vorrebbe tutti uguali e il desktop personalizzato sarebbe la nostra risposta rivoluzionaria “. Naaa, ridicolo.. Microsoft non ha mai voluto dirci cosa scrivere, o farci scrivere tutti con lo stesso colore d’inchiostro, o comunque omologarci (come vuole la vulgata tramandataci dallo spot “1984” di Apple). A loro interessa, anzi, che noi si scriva il piu’ possibile e con la migliore fantasia che abbiamo a disposizione (perfino lo slogan lo dice: “your potential, our passion”). La cosa essenziale, per loro, e’ stata sempre avere saldo in mano il brevetto della biro.
Aprile 14th, 2009 at 01:29
Vabbé, l’hanno costretto a scrivere un pezzo su quella cosa dei desktop e ha tromboneggiato un po’, chissene.
Aprile 14th, 2009 at 10:39
Stimo molto Eco, grande scrittore e studioso, tuttavia è vero che ha un atteggiamento un tantino arrogante. Poi penso a quando vado in giro per Milano, a quanti arroganti ci sono (nei bar, per la strada, negli uffici) che lo sono senza ragione, ma solo per darsi un tono, e allora penso che tutto sommato Eco qualche ragione per sentirsi una spanna ‘sopra’ ce l’ha. Che poi, nel caso dell’articolo in questione mi sembra si tratti più di ben calibrata ironia.
Quello che mi lascia perplessa invece è la scelta di Repubblica di chiedere un articolo ad Eco sui desktop: il desktop??? ma che importanza ha?
L’argomento era veramente insulso, e Eco ha scritto con meravigliosa ironia, dicendo cose hanno persino un senso.
Sarebbe stato peggio se l’articolo lo avesse scritto Alberoni…(magari avrebbe preso il tema sul serio!)
Aprile 14th, 2009 at 23:13
@ Claudia: non c’e’ bisogno di difendere Eco. E’ un dato di fatto statistico e fisiologico che un genio dica sciocchezze assai piu’ spesso di quanto uno sciocco dice genialita’.
Aprile 15th, 2009 at 10:13
In questo paese basta avere un certo tipo di fama e soprattutto stare dalla parte giusta per potersi permettere qualsiasi bischerata (per di più parecchio snob). Se una frase del genere invece di Eco l’avesse detta, che ne so, qualche ministro, sarebbe stato sommerso del solito insopportabile sarcasmo. Ma siccole l’ha detta Eco, ah beh allora..
Aprile 15th, 2009 at 10:19
Con il lavoro che faccio, mi trovo ogni giorno a dover combattere con pregiudizi e snobberia verso tutto quello che oggi dovrebbe facilitare la vita non solo degli ”adetti ai lavori” ( e i fruitori accaniti ne sono compresi ), ma di tutti in generale.
Ti ritrovi a discutere su come il 2.0 sia inaffidabile e a spiegare a rispettabilissime persone, culturalmente preparate e mediamente aggiornate, che non è tutta una truffa.
Sembra davvero impossibile che ci sia ancora gente che guardi con occhio sospetto una tecnologia che tanto può dare e aiutare.
Non sono neanche d’accordo sul fatto che tolga il piacere del contatto umano.
Bisogna imparare ad usarla con buon senso, questo dovrebbe fare anche il buon Eco e, proprio perchè è un docente, avvicinarsi un pò di più alle menti che sta plasmando non farebbe male ne a lui, ne ai suoi alunni, ne ai suoi lettori.
FB, ma tutti i social in generale, dovrebbero servire per riprendere contatti con le persone, magari per poi rincontrarle e farsi una chiacchierata face-to-face.
Noi nel nostro piccolo, utilizzando la rete, stiamo cercando di togliere comunque quel muro di ghiaccio che rende difficile capire veramente chi si ha ”di fronte”.
Cosa indispensabile sia nel campo delle risorse umane ( settore di cui mi occupo ) sia nella vita di tutti i giorni.
E’ ovvio che chi non capisce ciò viene tagliato fuori da un mondo che in realtà è una miniera d’oro ( e non solo dal punto di vista economico ).
Ed è davvero un peccato che una persona come lui che di cose da dire intelligenti ed interassanti ne ha molte, si privi del piacere di arrivare ad un bacino di utenze talmente grande da non poter neanche segnarne i confini….chissà cosa potrebbe scrivere Eco i un solo messaggio….e chissà che dopo gli aforismi di Oscar Wilde, non si possano citare gli sms di Umberto Eco!!
Aprile 15th, 2009 at 16:32
@ Enrico:
‘un certo tipo di fama’, cioè aver avuto un successo mondiale PRIMA della Rete e perciò sospetto? Perchè solo la Rete, quella che Beppe Grillo chiama ‘il regno della verità’ concede il vero successo: prima di Internet era frutto di manovre oscure, ovvero ‘stare dalla parte giusta’…
@ Laura
non è tenero? grazie a Facebook si elimina quel ‘muro di ghiaccio’ che ha reso così difficili i rapporti umani nei millenni precedenti: davvero, un opportunità senza precedenti! Vedo quelle simpatiche congreghe di amici al bar a prendere l’aperitivo assieme e che non si scambiano una parola, tutte impegnate con i loro telefonini e palmari, tutti con vite estremamente interessanti, ma da qualche altra parte…
Bisogna essere proprio arroganti per non capire tutto il potenziale liberatorio delle nuove tecnologie…
Gennaio 14th, 2010 at 01:19
chi parla in toni antusiastici di fb e dei sn o non c’era prima della loro moda o c’era ed era cieco verso le possibilità che le rete già offriva abbondantemente. fb è trend di massa, per di più in sistema chiuso, non opportunità o rivoluzione o chissà che altro.
per il resto vedo tanta gente che monta su questioni assurde o politiche su minchiate, se avete la stessa puntigliosità analitica anche sulle cose che dite e fate voi stessi, beh, condoglianze al vostro psicologo.