Beppe Grillo subisce da tempo un sostanziale ostracismo da parte della stampa italiana. Che come osservava qualcuno stamattina alla radio è abbastanza schizofrenica da accennare sulle sue pagine interne alle critiche piovute su Grillo da parte de La7 (causa la sua fuga da un programma televisivo al quale aveva accettato di partecipare) sorvolando su cosa Grillo abbia detto e fatto.

E’ un comportamento infantile ed inutile che si protrae da tempo. Di contro Grillo si sottrae da anni ad ogni seppur minimo confronto pubblico e usa le armi dell’invettiva e del monologo (con una violenza che negli anni è andata gradualmente aumentando come in ogni dipendenza che si rispetti) in condizioni di sostanziale comodità mediatica.

La speculazione ipoteticissima dell’osservatore disincantato è che Grillo semplicemente non sarebbe in grado di sostenere le sue tesi con altrettanta efficacia nel momento in cui fosse costretto a sostituire l’invettiva ad effetto con il ragionamento o dovesse zittire le grida per dedicarsi all’ascolto delle posizioni altrui. O questa e’ almeno l’impressione che si ha nelle rarissime occasioni in cui la contigenza del momento abbia scalfito il suo rifiuto ad ogni conversazione.

Che Grillo sostenga con veemenza in ogni suo intervento pubblico gli strumenti della partecipazione e del confronto (Internet, il giornalismo dal basso, le reti sociali, la democrazia elettronica) rifiutando al contempo qualsiasi contatto non protetto con quanto è differente da lui è una contraddizione niente male più volte stigmatizzata da molti ma che non infrange troppo le certezze dei suoi ammirati sostenitori.

Il populismo ramificato della Galassia Internet del comico genovese (che da Casaleggo va a Di Pietro e da lui a Travaglio e da Travaglio a De Magistris domani) ha del resto un piccolo prezzo da pagare in termini di presentabilità nel circolo poco frequentato di quanti cerchino di osservare il panorama (o le impalcature dietro alla facciata) oltre le urla e gli slogan ad effetto.

In ogni caso a margine di tutto questo oggi Grillo sul suo blog ha scritto che La7 e Ilaria D’Amico mentono e che aveva accettato di partecipare al programma televisivo ma non di partecipare al dibattito. Vera o falsa che sia questa affermazione sono pronto a scommettere che i giornali di domani la considereranno comunque scarsamente “notiziabile”.

10 commenti a “Il bue e l’asino”

  1. Atos dice:

    Durante la trasmissione su La 7
    http://www.youtube.com/watch?v=3O_8lAMYx1U
    Grillo ha monologato, ripetendo battute prese dai suoi spettacoli, unite con malcelata approssimazione a pezzi di comizi degli ultimi mesi.
    Nel finale la solita tirata sui mezzi di comunicazione dal basso, e i social network e skype e la rete la rete la rete la rete…

    Difficile pensare che , pur dicendo in modo colorito e immediato anche delle sacrosante verità, possa sostenere un contraddittorio dove poi dovrebbe controbattere senza aver preparato prima battute ad effetto o, ancora più difficile, senza urlare.
    Il dibattito non è il suo terreno e se ne tiene bene alla larga.

    Di certo, non solo stavolta ma anche in altre occasioni, si è capito che Grillo non è uno che dialoga, e neppure ascolta quello che non gli interessa ascoltare.

    A me dispiace che si comporti così , perchè condivido molte delle cose che dice, capisco anche l’indignazione, e apprezzo pure la battuta quando ci sta, ma l’esagerazione unita all’aggressività mi mette sempre a disagio.

  2. Tambu dice:

    per partecipare a un programma ma non al dibattito poteva mandare una figura di cartone. Oppure pteva sentenziare subito “volevo solo partecipare al programma, non mi chieda nulla”.

    Invece parlare, ha parlato, monologato. Poi è sparito, sia dal dibattito che dal programma

  3. Xio dice:

    Per quanto può valere la mia idea concordo con entrambi i commenti sopra: apprezzo molte delle idee di Grillo ma ho sempre più la sensazione che lui non sappia dove finisce lo spettcolo (comico) e dove possa iniziare l’azione costruttiva che coinvolga non più solo i suoi “fidi sostenitori”.

    Penso inoltre che l’acriticità dei suoi (numerevoli) sostenitori non fa del certo bene alle sue cause poichè facilmente possono arrivare ad essere situazioni marginalizzate e “settarie”.

    Mi rendo altresì conto che non sia chiara un po’ in tutti (media, protagonisti ed ascoltatori) che se uno di mestiere fa il comico con lo strumento del monologo è estremamente difficle che possa essere chiamato per confronti e dibattiti tecnici e\o politici. Forse l’emarginazione mediatica di Grillo dipende più da questi meccanismi “umani” che da consapevole ostruzione dei poteri forti.

    tutto ovviamente imho

    ;-)

  4. diego ricci dice:

    vedete… anche voi qua nei commenti a parlare del come e non del cosa.

    Fino a due anni fa, Tronchetti era il manager più vezzeggiato da tv e giornali, mentre Grillo era l’unico a dire che era un poco di buono.

    Aveva ragione, ma chi gliene da merito?

    I suoi attacchi sono forti, a volte eccessivi, ma lui è l’unico punto di riferimento che certe persone possono avere.
    Non è e non sarà mai un politico.
    Ma a noi che ce frega?

    Ci interessa che gli italiani possano svegliarsi dal torpore in cui destra e sinistra li hanno tenuti per anni.
    E lui una mano in questo può darla.

    Il resto cosa conta?

  5. nest dice:

    ma l’avete vista la trasmissione? neanche io al posto di grillo mi sarei messa a sentire le balle di quelli che c’erano in studio. queste discussioni sono tutto fiato sprecato. è tutta una questione di buona e cattiva fede. è inutile che uno mi fa una pippa di mezz’ora su quanto sia pulita l’energia nucleare, é in malafede se non mi parla anche della vita perenne delle scorie radioattive e delle energie alternative. oppure è inutile che uno me la racconti sulla legittimità degli eletti in parlamento: io la conosco la legge elettorale, lo so che non posso dare preferenze, e che per entrare nelle liste bisognava essere avvocato di berlusconi o amico del cuore di veltroni.
    ma perchè devo sentirmi dire bugie quando so che sono bugie, e fare finta che siano opinioni da rispettare? basta opinioni! voglio fatti! voglio poter dire “se hai intenzione di rifilarmi le stesse 4 cazzate, sappi che non starò ad ascoltare”.

    il contraddittorio è una bufala quando sai che i tuoi interlocutori sono portaborse in cattiva fede che direbbero qualunque palla pur di compiacere qualcuno.
    grillo ha colto l’occasione di andare in prima serata a dire le cose che sa e che dice sempre (e che nessuno finora ha avuto il coraggio di smentire). i signori seduti in studio volevano controbattere? pensate davvero che avrebbero risposto nel merito su acqua, energia, pulita, parmalat? si sarebbero nascosti dietro il solito dito, balbettando le solite stupidaggini

    senza contare che uno dei presenti, un sottosegretario a caso, ha pure insinuato che grillo fosse ubriaco.

  6. dasar dice:

    sono d’accordo con nest e diego ricci.
    Peraltro se osservate bene il filmato vi renderete conto che il pubblico in sala prende progressivamente coraggio e comincia ad applaudire spontaneamente ogni “battuta” del cosiddetto “comico”.
    In un paese normale quei politici avrebbero dovuto avere qualche sussulto di imbarazzo, almeno per l’ostilità spontanea nei confronti della loro casta dimostrata dal piccolo campione di cittadini presenti in studio.
    Ma non siamo un paese normale.

  7. pingu dice:

    Travaglio populista? Confronto? Dibattito?!

    Ma di che stiamo parlando?! I politici devono dimostrare con i fatti non conversare con un comico… es. dal crack parmalat non è cambiato nulla, anzi… quindi la loro opinione è INUTILE!

    Una cosa è non avere simpatia per grillo e un’altra è stare a raccontare che “forse l’emarginazione mediatica di Grillo dipende più da questi meccanismi “umani” che da consapevole ostruzione dei poteri forti”….

    dopo la trasmissione immagino che anche STEALL del corriere sia entrato nel gruppo dei populisti visto che in partica ha dato ragione a grillo sul 95% dei punti affrontati…

    mah…

  8. Atos dice:

    Io continuo a pensare che in Italia nel confronto politico sui media a cui siamo stati assuefatti, manchi la sana “via di mezzo” che sta tra l’aggressione verbale e il dileggio tra i partecipanti ( Delinquenti ! Ubriaco!) e la commedia ipocrita stile Studio-ballarò-zero (con diverse gradazioni di compiaciuta e sotterranea complicità tra i “compari” del siparietto).

    E’ una via di mezzo a cui non siamo abituati: si presuppone che vi sia un giornalista serio e imparziale, poi di seguito ci tocca ascoltare due persone che si confontano sui fatti , rispondono nel merito, rispettano l’altro , evitano d’essere maleducati e aggressivi, insomma una noia mortale..
    meglio due vaffa e i commenti su quelli piuttosto che sulla sostanza del dibattere e la validità delle opinioni.

    Così ci teniamo (due esempi a caso) i Grillo da un lato , gli Sgarbi dall’altro, e i politici si adeguano e gongolano; meno fatica per tutti.

  9. carlito dice:

    bah, alla fine mi domando se semplicemente non abbia capito che con questa gente non vale la pena parlare.
    ma a tabacci che cosa gli dici? come fai a parlare di legalità con uno dell’UDC? alla fine ti rompi le balle di entrare ne l merito di ogni cosa e dialogare con questa gente per puro spirito dialettico tirando fuori cifre e facendo un contradditorio dove non raggiungi nulla. ad un certo punto si potrà pur dire chi ha titolo per parlare e chi no? Grillo a mio avviso ha più titolo di tanti di questi professionisti della politica che con un po’ di dialettica ti fanno intendere cio che vogliono.
    ma avete visto bassolino dalla gruber? lo facciamo parlare uno così? quante occasioni per giustificarsi dobbiamo dargli?

  10. Jose dice:

    Doveva essere proprio la forza e la veridicità dei suoi ragionamenti (o di chi glieli scrive) che gli potevano consentire di partecipare al dibattito e di vincerlo.
    Tutto quello che dite sull’inutilità di interloquire con questi soggetti è vero ma è anche vero che il pubblico da casa ascolta e si fa un’idea.
    Se ascolti 15 minuti di monologo impazzito e poi sparisci lasciando carne da sbranare agli sciacalli non hai fatto un gran lavoro.
    Avesse interloquito apportando le sue (leggi dei Casaleggio) valide ragioni, i cittadini all’ascolto si sarebbero fatti un’idea differente.
    Anche perché la D’Amico non è Floris e quando deve dire una cosa la dice.
    Grillo si è semplicemente dato in pasto ai politici di turno, ha fatto quello che loro speravano. Non mi è sembrata una mossa intelligente. Anche se gli accordi fossero stati altri credo sia dotato dell’intelligenza necessaria per adattarsi e vincere una sfida.
    O ripete solamente cose a memoria?
    Andatevi a vedere chi sono questi Casaleggio.