La discussione sulla fine dei giornali non conosce soste. Oggi c’è per esempio un lungo pezzo divulgativo (e molto legato ai patemi della categoria) di Enrico Franceschini su Repubblica. Ma per chiunque abbia seguito solo marginalmente la discussione in queste ultime settimane segnalo questo bellissimo post odierno di Luca de Biase.


Perché il giornale non è la sua carta. E il giornalista non è condannato a fare il pesce incartato.

6 commenti a “Pesce incartato”

  1. Alessandro Lanni dice:

    mmmm
    io penso che ci sia molto della carta nel giornale, come c’e’ molto della televisione nel telegiornale.
    A che servono i giornali? Questo è il rimosso che forse è arrivata l’ora di pensare fino in fondo. L’idea che la rete (per sintetizzare in maniera estrema) possa sostituirne alcune delle funzioni mi pare un po’ semplicistica, se non ingenua.
    Per esempio, se scomparissero istantaneamente i giornali, ci sarà ancora opinione pubblica? Senza essere apocalittici o integrati estremi, mi sembra una domanda da porre, magari con corredo di risposta, almeno tentata.

  2. francesco dice:

    il feed rss di Repubblica indicava come autore “dal nostro corrispondente Dario Franceschini”…

  3. Alessandro dice:

    Sì, questa cosa mi pare chiara, ma cerchiamo di parlare anche del fatto che la pubblicità on line paga un decimo – ad andar bene – di quella su carta, e che quindi se questa cosa non cambia parecchio, e in fretta, le aziende di media saranno per forza costrette a produrre – sul Web o altrove – un giornalismo di qualità più bassa.
    A me non frega nulla della carta in sé, non è una piattaforma a cui sono in alcun modo affezionato.

    Quello di cui si deve discutere non è questo, è il fatto che l’informazione professionale – quella che permette le inchieste, gli approfondimenti, la ricerca delle notizie spendendo tempo e denaro – se non trova un modello di business pubblicitario nelle nuove piattaforme rischia di essere molto più povera e ricattabile.

    Credo che sarebbe più utile se il dibattito si spostasse su questo, anziché incistirsi sulla pallosissima questione della carta sì carta no.

  4. dade dice:

    Ecco perché stanno spingendo per il testamento biologico con obbligo di alimentazione ed idratazione!!!

  5. Sascha dice:

    Sono i fanatici del ‘tutto sul Web’ a incistarsi sulla questione della carta, facendo finta di credere si tratti di una specie di feticismo da nostalgici.
    La questione vera è: chi le fornisce le notizie?
    Un corpo professionale che, ammettiamolo, fa spesso male il suo lavoro ma che comunque può farlo oppure una folla di anonimi dipendenti di governi, ditte, partiti, chiese e agenzie?
    Molta gente è convinta che le notizie crescono sugli alberi e che si diano gratis in natura senza che nessuno debba raccoglierle…

  6. Daniele Minotti dice:

    Vogliamo parlare delle sciocchezze (anche partigiane) che ci propinano i blog?
    Magari, dovremmo pensare che il problema non e’ il mezzo, ma le persone.