Oggi Mafe nella sua usuale brillante rubrica del venerdi’ su Punto Informatico ha scritto una cosa secondo me plausibile:
Ora, Facebook aveva davvero esagerato, con regole tipo l’impossibilità di cancellare i propri contenuti, con pesanti ripercussioni anche sul diritto alla privacy: in genere però pensiamoci, ogni volta che rogniamo sulla richiesta di cedere i diritti di sfruttamento economico dei contenuti pubblicati su piattaforme gratuite. Noi di quei diritti non ce ne facciamo niente, loro sì, e se “loro” da qualche parte non guadagnano, noi prima o poi torneremo a proiettare diapositive in salotto dopo aver legato i parenti alle sedie.
Marzo 6th, 2009 at 17:33
“Noi di quei diritti non ce ne facciamo niente”
Su questo non concordo affatto. Se non ricordo male YouTube condivide gli introiti con i suoi utenti, fb potrebbe fare lo stesso.
Marzo 6th, 2009 at 18:17
L’Apocalisse! Sarà anche plausibile, ma… pessimismo e fastidio!
Marzo 6th, 2009 at 19:19
Sì hai ragione, quella frase, estrapolata, potrebbe essere plausibile, ma ce ne sono altre due che a mio parere, quelle sì fanno rizzare un i capelli in testa, altro che ToS, tipo:
“Le conversazioni non sono monetizzabili, a meno che tu non faccia il conduttore in un programma alla radio”
e
“D’altra parte io, tu, la maggior parte di noi si sente abbastanza in diritto di violare il copyright, scaricando musica e film”
la prima elimina una bella fetta dell’Internet marketing, e la seconda, mi sembra una considerazione un pelo sintetica…
Marzo 6th, 2009 at 19:55
Gianluca, la prima frase si riferisce a una singola persona, come dovrebbe capirsi da “a meno che TU”.
La seconda sarà sintetica, ma è abbastanza vera, o no?
Comunque lieta di far rizzare capelli, che magari vuol dire che sotto c’è un risveglio ;-)
Marzo 6th, 2009 at 20:38
Tesi imprenditorialmente sensata, giuridicamente disastrosa.
Marzo 6th, 2009 at 21:34
Condivido il pensiero di mafe.
Ah!
“D’altra parte io, tu, la maggior parte di noi si sente abbastanza in diritto di violare il copyright, scaricando musica e film”
Non è sintetico per niente…
Marzo 6th, 2009 at 21:35
Mafe, perdonami, credo di non essermi espresso bene: è proprio perché ritengo la MIA conversazione non monetizzabile a priori e tanto più nel contesto del Social Network, che non accetto il ragionamento per cui in cambio della gratuità di un servizio quella conversazione sia utilizzata in azioni di Internet marketing per realizzare come dici tu “uno scambio alla pari”.
Altra cosa sono le applicazioni laterali AL SERVIZIO a cui posso decidere di iscrivermi: ma non è più il MIO profilo, è uno spazio di conversazione che sta su di un piano ben differente in cui i meccanismi di marketing e commerciali hanno tutto il diritto di agire; o se posto un intervento sulla pagina pubblica di un gruppo musicale o di un’azienda di cioccolatini, so che quel mio intervento potrà essere utilizzato per scopi commerciali. Nessun problema. Ma tutto ciò che accade nel MIO profilo non deve essere monetizzabile in alcun modo e deve essere privato, a mio parere. In pratica credo che sia arrivato il momento di separare la natura dell’utente digitale, la quale ha un ambito privato e uno pubblico, proprio come nella vita reale.
Stravolgo il tuo esempio: è come se tu invitassi parenti e amici a casa tua a vedere delle diapositive e a un certo punto c’è un tizio in casa tua che passa a vendere le noccioline. Scusa, ma non lo sbatteresti fuori a pedate?
Se invece vado al cinema, d’accordo è normale che ci sia quello stesso tizio: e magari gli compro anche le noccioline…
Marzo 6th, 2009 at 22:49
Daniele, non è una tesi, tantomeno giuridica: è una conversazione :-)
Marzo 6th, 2009 at 22:52
Gian Luca, ma casa mia è mia, non è che il condominio me la dà in uso gratuito.
Se tu non vuoi che qualcuno guadagni su una conversazione falla a casa tua (per esempio, un blog come questo installato su un proprio dominio) o in una casa di cui paghi l’affitto (quasi quasi mi vado a vedere le condizioni di Typepad).
Marzo 6th, 2009 at 23:53
Mafe, se la vedi da un punto di vista meramente commerciale, non fa una piega la tua obiezione.
Facebook Inc. può anche decidere di chiudere domani, tenersi tutti i dati e metterli sul mercato al miglior offerente e nessuno può dirgli poco o nulla.
Ma io non sto sostenendo che Facebook non possa farlo, io sto sostenendo che Facebook non DEBBA farlo.
E non credo che il tuo articolo, il quale ritiene che sia l’utente a dover accettare e anzi, in un certo qual modo a sentirsi addirittura in debito per questo modo di operare, vada nella direzione del mio pensiero: per questo continuo a criticarlo.
Marzo 7th, 2009 at 00:53
@mafe
Io non discuto le tue idee sotto il profilo imprenditoriale, ecc. (anche se non mi vedo come quello che ritornerebbe al ratto a fine di diapo).
Soltanto, penso che l’aspetto giuridico – piaccia o no (e possiamo dire mille volte e a ragion veduta che e’ barboso e pedante) – non e’ elemento da cui si puo’ prescindere anche nella analisi commerciali e/o sociali dei media.
Personalmente (anche se potrei sbagliarmi), ho un’idea chiarissima di quello che sta facendo Facebook coi contenuti degli utenti.
Marzo 7th, 2009 at 09:03
@Mafe Sono confuso: se una conversazione non è una reciproca esposizione di tesi e antitesi cosa è?
Mi sembra che si rischi di ridurla a un “Passami il sale”…
bob
Marzo 7th, 2009 at 09:09
Gian Luca, e io sto sostenendo che nessuno ti obbliga a usare Facebook se non condividi le sue condizioni di servizio.
Daniele, certo che non si può prescindere dall’aspetto legale: non voglio invitare a violare una legge che ancora c’è, ma solo dire “non puoi trovare ingiusto il diritto d’autore DEGLI ALTRI”.
Roberto, non ho capito :-)
Marzo 7th, 2009 at 09:11
Comunque se leggete l’articolo intero mi piacerebbe confrontarmi sull’aspetto che pochi colgono, e cioè che io trovo salutare NON guadagnare dai miei contenuti (a meno di non volerne fare una professione).
Come Massimo sa, questa è un po’ una mia ossessione che trovate riepilogata qui: http://www.slideshare.net/mafe/la-kriptonite-dei-social-media
Marzo 7th, 2009 at 13:16
@mafe Volevo capire cosa vuole dire “non è una tesi… è una conversazione” perché mi sfugge.
bob
Marzo 7th, 2009 at 13:59
Mafe, poi leggo volentieri le tue ossessioni… :)
…Ma adesso ti rispondo al volo sul fatto della spontaneità d’iscrizione: il fatto è che qui non è più un fatto che riguarda solo il singolo capisci? Qui parliamo di un fenomeno di massa, di un social media di massa. Parliamo di una cosa che è partita manco dieci anni fa e che adesso tra Facebook, Qzone e gli altri “piccoli” è un sistema utilizzato da centinaia di milioni di persone e che ha una crescita esponenziale. Non puoi dire semplicemente, bè non condivido, non mi iscrivo, e facciano ciò che pare a loro. Uno strumento utilizzato da centinaia di milioni di altre persone, rientra comunque nella sfera di ciò che ti riguarda personalmente, a prescindere dal fatto che tu lo utilizzi direttamente o meno.
Marzo 8th, 2009 at 11:19
Roberto, mi riferivo alla mia affermazione nell’articolo “D’altra parte io, tu, la maggior parte di noi si sente abbastanza in diritto di violare il copyright, scaricando musica e film. Ma se il copyright ha oggi un peso diverso per artisti, case discografiche e produttori di film, ha un peso diverso anche per la foto di Gerardo, del matrimonio di Celsa e gli haiku di Felicita”, che non è una “tesi giuridica”, ma una strizzatina d’occhio a chi è pronto a indignarsi quando il diritto d’autore violato è quello delle sue foto delle vacanze.
Marzo 8th, 2009 at 11:20
Gian Luca, la mia ossessione (senza la quale è difficile confrontarsi) è che questo fenomeno di massa per i singoli ha un valore sociale, non economico: nel momento in cui subentra l’interesse economico roviniamo il giocattolo.
Marzo 8th, 2009 at 11:54
@mafe
Sebbene tutti o quasi i contenuti di FB siano walled, non è soltanto questione di diritto d’autore.
Poi, se capisco bene il tuo pensiero, non è che se tot utenti scaricano a sbafo allora anche gli altri non possono lagnarsi per abusi su propri materiali.
Marzo 9th, 2009 at 13:42
Mafe, epperò tutta questa discussione è generata dal passo del tuo articolo che ha postato Massimo
“Noi di quei diritti non ce ne facciamo niente, loro sì, e se “loro” da qualche parte non guadagnano, noi prima o poi torneremo a proiettare diapositive in salotto dopo aver legato i parenti alle sedie.”
Il quale strizza l’occhio all’attribuzione indiscriminata di un valore economico legato alla cessione dei diritti del materiale pubblicato dagli utenti. Ribadisco che è questo il punto che non condivido.
Marzo 9th, 2009 at 14:49
Un altro punto di vista è che Facebook i contenuti li stia già pagando, in natura, offrendo in cambio il proprio servizio di Social Network.
E’ questo forse che mafe intendeva dicendo “se “loro” da qualche parte non guadagnano, noi prima o poi torneremo a proiettare diapositive in salotto dopo aver legato i parenti alle sedie”?
Un altro punto è per poter organizzare e commercializzare i dati di Facebook servirebbe il cervello del protagonista di Aidoru di William Gibson (lettura consigliata).
Marzo 9th, 2009 at 14:50
pardon, mi è scappato un grassetto involontario
Marzo 9th, 2009 at 18:14
Io suggerisco questa lettura, da Nòva: http://www.newsletter.ilsole24ore.com/Tech24/Articoli/2009/02/20/11_B.php?uuid=e6c2850c-ff6d-11dd-87ad-a46934b9e41f&DocRulesView=Libero.
C’è molto pane per i vostri denti affilati.