Le Gallerie dell’Accademia a Venezia sono un museo straordinario con una caratteristica molto particolare. Lo penso ogni volta che ci vado. No, non sto parlando del loro tristissimo sito web stile 1999 (unico sito mondiale di un grande museo nel quale non c’è nemmeno una piccola immagine a bassa risoluzione delle opere esposte), un biglietto da visita assai stropicciato per una delle più straordinarie gallerie del mondo, quanto invece a quello che io ieri, scherzando con mia moglie, chiamavo il mistero della Stanza 13. Il palazzo è antico e bellissimo certo e la mostra si dispiega attraverso stanze molto differenti: enormi ed altissime le prime, tortuose e aggrovigliate quelle più avanti. La parte centrale del percorso si svolge poi lungo uno stretto corridoio sul quale si affacciano alcune piccole stanza. Come si addice ad un vecchio meraviglioso museo di un paese che ha pochi soldi per curarlo (ieri per esempio alcuni quadri nelle prime sale erano “al buio” visto che le sole luci che li illuminavano erano probabilmente fulminate) dentro una di queste casuali e per nulla segnalate stanzette laterali se ne sta raccolta forse la maggior concetrazione (per metro quadro) di capolavori della pittura mondiale. Ci sono due quadri straordinari di Giorgione (un signore che come è noto ha lasciato non piu di una ventina di opere in tutto) tra cui “La tempesta”, un meraviglioso ritratto di giovane signore di Memling, due celebri opere di Tintoretto, una madonna di Cosmè Tura (la madonna dello Zodiaco, bellissima), il San Giorgio di Mantegna, un Piero della Francesca, un paio delle tavole più famose di Giovanni Bellini (tra cui La Pietà). Praticamente se tu stai camminando distrattamente lungo il corridoio affrescato della Galleria e non noti alla tua destra la porticina in legno dipinto della “stanza 13” (oppure sei stanco, hai male ai piedi o stai pensando ai fatti tuoi) con un passo di troppo salti una buona parte della storia dell’arte a cavallo del 1500. Le ragioni per cui un numero così alto di enormi capolavori siano stipati, uno accanto all’altro, in una anonimo sgabuzzino di pochi metri quadri mi sono del tutto ignote. Quello che so è che alle Gallerie è fortunatamente impossibile saltare i due grandi cicli della Santa Croce e della vita di S.Orsola ma è possibile, possibilissimo, bersi con molta facilità “La tempesta” di Giorgione o un paio delle più fenomenali madonne del ‘500. E questo francamente mi pare una scelta senza senso anche sapendo che da anni sono in corso lavori di ampliamento che si concluderanno chissà quando. Speriamo che prevedano un piccolo cartello con su scritto: si consiglia di svoltare qui a destra.

10 commenti a “Missing Room 13”

  1. Prometeo dice:

    Qualche commento a caldo (giusto perché, casualmente, faccio lo stesso mestiere di tua moglie): le Gallerie dell’Accademia sono ospitate in un palazzo storico, quindi che le stanze siano molto diverse tra loro non è sorprendente. Il “mistero della stanza 13” (sembra un film di fantascienza ;-) è in realtà una storia piuttosto banale – come tante, in questo desolato paese. Tutte quelle opere – capolavori, come hai giustamente sottolineato – si trovavano prima in due stanze attigue alla sala in cui sono appese le portelle dell’organo di san Bartolomeo di Sebastiano del Piombo e quelle con l’Annunciazione date a Giovanni Bellini. Guardando quest’ultimo, sulla sinistra, mi pare adesso sia appesa la cosiddetta Nuda di Giorgione: lì dietro ci sono le due stanze dove stavano La Tempesta, la Vecchia, Piero della Francesca etc. Se ho ben capito, i pavimenti sembra stessero cedendo: ma sono anni, ormai, che ci lavorano, e non pare di vedere la fine, purtroppo.

    (La Tempesta – te lo dico un po’ di sfuggita – è ormai un mistero risolto: è un’allegoria della guerra di Cambrai, al momento della perdita e successiva riconquista di Padova da parte della Serenissima. Ci sono due stemmi, nel quadro, uno dei quali è il famoso carro dei Carraresi – ex tiranni di Padova che la Repubblica sterminò a metà Quattrocento; inoltre, la città nel fondo è stata definitivamente riconosciuta come uno scorcio di Padova stessa. Per altri dettagli, chiedi pure ;-)

  2. Federico Bolsoman dice:

    Naturalmente ti riferivi a questo sito:

    http://www.artive.arti.beniculturali.it/

    segnalato come “sito ufficiale” nella testata di quello che hai linkato (1999 ma dignitoso, c’è pure gugol maps).

    Quest’altro lo daterei non più del 1996 per i fondini ripetuti. Manca la gif animata con la bustina che gira pero’.

  3. Camillo dice:

    Ho preso utili appunti per la visita – con figliolanza – che faremo tra pochi giorni… e l’Anice Stellato?

  4. massimo mantellini dice:

    l’Anice Stellato devi prenotare prima se no non trovi posto. Io lo consiglio molto.

  5. Gianluigi dice:

    Non fatelo scoprire a Roberto Giacobbo, ci farebbe un intero ciclo di puntate a Voyager. E il fantomatico numero 13, perché relegare opere così in una stanzetta; sicuramente c’è una società segreta dietro, e così via…

  6. Missing Room 13 - manteblog dice:

    […] Il seguito di questo articolo: Missing Room 13 – manteblog […]

  7. Angelo dice:

    Hai ragione, pero’ devo dire che alla stanza tredici – con il suo overload di meraviglie – io mi sono affezionato. Mi sono affezionato al senso di vertigine che non puo’ non prenderti quando metti il naso nella stanzetta e ti trovi aggredito da piu’ bellezza di quella che oggettivamente si puo’ guardare. E sono convinto che una diversa collocazione farebbe bene al museo, alle opere e ai visitatori — ma un po’ la stanzetta troppo piena di capolavori mi mancherebbe.

  8. Luca dice:

    Non trovo male il loro sito internet. Contiene le informazioni che servono. Perché Ajax, se in questo caso non serve? Perché flash, se in questo caso non serve?

    Con questa scelta 1.0 ne guadagna in portabilità ed efficenza.

    Tu immagino che avresti preferito una fighissima animazione flash iniziale (con il solito skip intro)…

    Si, forse qualche quandro in più non avrebbe guastato.

  9. massimo mantellini dice:

    @Luca, ehehehe, molto divertente

  10. andrea casadei dice:

    sul sito www. gallerieaccademia.org le immagini non ci sono perchè non ci possono essere…

    perchè è il sito del concessionario dei servizi (ex lege ronchey), e non quello ufficiale…

    ed è minimalista non perchè l’arte è togliere, ma perchè meno cose ci metti meno cose devi farti poi approvare dalla soprintendenza…

    :)