Non so nulla della scelta che ha portato Rita Levi Montalcini sulla copertina del primo numero di Wired Italia. Sull’argomento c’è stata nelle ultime settimane un po’ di discussione nella rete italiana. Quello che so è che l’intervista di Paolo Giordano (uno giovane romanziere che ha misteriosamente venduto molte copie di una opera prima innocua) a RLM è molto molto bella. E se la decisione è in qualche misura correlata alla bellezza di questo pezzo allora ben venga.

13 commenti a “Per brevità RLM”

  1. antonello dice:

    troppe pubblicità. troppe. troppe. troppa fuffa. troppa. troppa.

  2. Roland dice:

    Molto meglio l’originale se sapete l’inglese.

  3. antonello dice:

    molto meglio dieci anni fa..

  4. Massimo Moruzzi dice:

    i giovani sempre in copertina! ;)

  5. enrico dice:

    acquistato. in effetti la pubblicità abbonda e spero sia da attribuirsi al fatto che si tratta del n°1

  6. Chameleon Copywriter dice:

    Vivo in Spagna e quindi temo che dovrò accontentarmi della capertina. Quel “il corpo faccia quello che vuole, io sono la mente”, poi, mi sembra uno spunto di discussione molto attuale. A parte quello sulla mole di pubblicità nessun altro giudizio o spunto interessante?

  7. antonello dice:

    la grafica non è innovativa quanto lo era la versione americana – secondo me potevano molto di meglio. La Rivista (con la erre maiuscola) da cui prendere spunto oggi e’ Monocle.

  8. Luca dice:

    Copertina perfetta… Per gli italiani… Con una ultranovantenne sulla copertina di un giornale che parla di tecnologia.

  9. riccardo dice:

    RLM sarà anche ultranovantenne ma ha molto da insegnare a tutti i giovani (mi ci metto anche io…36) anche in questa intervista.
    Concordo con l’eccessivo uso della pubblicità e con la grafica un pò alla GQ/Vanity fair. Però finora ho letto due articoli, l’intervista alla Montalcini e il servizio sull’auto elettrica, mi sono sembrati scritti bene, ricchi di stimoli e non banali. In quale altra rivista italiana avrei potuto leggerli oggi?

  10. fabio dice:

    dai su… lanciare nel 2009 un magazine cartaceo che dovrebbe parlare di innovazione è già dura.
    Se poi lo distruggete cosi… :-)

    La mia opinione è che finita la pubblicità di mamma conde nast, sarà finito anche il magazine in Italia. Il target 30enne appassionato di tecnologia di roba da leggere ne trova quanta ne vuole on line.

    Più che altro, chiediamoci chi gliela fatto fare di imbarcasi in questa avventura.
    Io mi rispondo che la Rete non può ancora dare certezze di contributi in termini di pubblicità, perciò l’unica soluzione è il cartaceo.

    Tutto sommato se ci pensate per i publisher alla fine è un sistema lose-lose. La maggior parte degli editori sia on line che offline non riusciranno a replicare i successi degli anni ’80/’90.

    Il tavolo sta per essere sparecchiato! ;-)

  11. MrGorefest dice:

    appena letto l’articolo.
    Bello e con molti spunti.

  12. Browsing Wired « Dario Bonacina dice:

    […] l’immagine di copertina del numero di debutto. E lo dico nonostante anch’io (come Massimo Mantellini) abbia trovato bella l’intervista di Paolo Giordano, che – al netto di alcuni contenuti […]

  13. Proxy Bar » Lawrence Lessig, i media e la democrazia dice:

    […] Le copie di Wired in circolazione spariscono subito e, con l’amico Sean, ci chiediamo come mai una rivista aperta da dieci anni fa tanto scalpore in Italia. La risposta è – forse – nella copertina. […]