A casa di The Petunias c’è una bella discussione, spalmata su due post + commenti che verte (fra le altre cose) sulla irrisolta questione della ambiguità comunicativa dei blog che, a seconda di come li si guardi, sono ambiti di relazione personale ed intima o contesti di comunicazione simil editoriale. Non è strano che i lettori ondeggino fra queste due spesso incompatibili interpretazioni (accade in effetti in continuazione anche qui).


Devo essere onesto: quando, eoni fa, ho deciso che questo blog dovesse uscire dall’anonimato e rendere noto il nome e il cognome di chi lo cura, be’, ho fatto una bella cazzata. Perché un paio di anni dopo, dio non avesse voluto, ho pubblicato un romanzo, nemmeno d’esordio. Da quel preciso momento, qualunque cosa io dica su questo o quello scrittore, su questo o quel libro (poiché sono un lettore per molto più tempo della mia giornata che non uno scrittore, e di solito mi ci diverto di più), inevitabilmente mi becco la stessa risposta:

“Rosicone“.


Un commento a “Sai che Moccia non è per niente male?”

  1. Smeerch dice:

    Sono rischi noti.
    Un blogger non può permettersi di essere permaloso. :)