Osservando più in generale lo scenario sembra tuttavia piuttosto chiaro che pur essendo già in una fase di rallentamento rispetto agli ultimi mesi, l’espansione di Facebook in Italia ha ancora margini per avanzare. Potrebbe essere già in corso un fenomeno di migrazione da Badoo a Facebook anche da parte dei giovanissimi ma è molto difficile trovare dati che possano confermare o smentire questa ipotesi.
Quello che mi sento tuttavia di dire con una certa sicurezza è che il fenomeno Facebook in Italia non sarà, almeno di cambiamenti imprevedibili su scala globale, una moda passeggera.
22
Nov
Ennesimo bel lavoro di ricerca di Fabio Giglietto sulla diffusione dei social network.
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Novembre 22nd, 2008 at 16:28
Posso dire, senza offesa, che ho gia’ letto parecchia roba, di questo Giglietto, e che resto con l’idea che non ci azzecchi mai?
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 22nd, 2008 at 17:19
non sarà , almeno di cambiamenti imprevedibili su scala globale, una moda passeggera.
Sarà una moda duratura?
Novembre 22nd, 2008 at 19:14
Che poi insomma, se uno volesse essere proprio, proprio cattivo, potrebbbe riprendere quel pezzo dove Mantellini giurava (prima che uscissero le sue foto sulle bozze di copertina di Wired Italia, quelle con la sciarpina):
“i mei pezzi in giro sul web e la carta non sono […] stati mai scambiati con alcun tipo di favore ne scritti con un criterio differente dal mio pensiero sull’argomento espresso.”
OK. Facciamo il gioco dei sei gradi di separazione, allora?
Fabio Giglietto lavora all’Universita’ di Urbino con Boccia Altieri. Il quale Boccia Altieri lavora in Second Life con Granieri. Anzi e’ appena intervenuto tra i commenti del suo blog. Il quale Granieri e’ il guru di Mantellini.
Tre gradi. La teoria funziona, ed ecco perche’ quello che scrive Giglietto, secondo Mantellni, e’ sempre un “ennesimo bel lavoro”.
Quello che io mi chiedo, sinceramente e al di la’ delle polemiche e degli sfotto’ sugli amici degli amici (che poi insomma, per la nostra universita’ e’ gia’ meglio dei parenti dei parenti), e’: ma lavorando cosi’, arriveremo mai da qualche parte, nella blogosfera o altrove?
Ecco, su questo forse Giglietto dovrebbe fare un “ennesimo bel lavoro”: la teoria dei sei gradi e i criteri di valutazione nella blogosfera.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 22nd, 2008 at 22:15
@Fabio Metitieri per curiosità cosa hai letto e dove non ci ho azzeccato? :)
Quanto ai 6 gradi di separazione nella blogosfera italiana, proprio al romecamp, Tony Siino ha presentato una ricerca simile per molti aspetti a quella che lei auspica.
Novembre 22nd, 2008 at 23:40
Posso dire che malgrado le dichiarate incerte premesse, non comprendo la sicurezza di almeno una conclusione?
Poi, ovviamente, bisognerebbe sentirla tutta, ma cosi’ posta si presenta veramente male.
Novembre 23rd, 2008 at 00:45
non ho capito se sono arrivati alle stesse conclusioni di questi:
http://tinyurl.com/6kvvw3
Novembre 23rd, 2008 at 01:13
Giglietto, “Che lei auspica”? Lei chi? Parli con me? Dovrei commentare Siino, che non so bene chi sia o cosa abbia detto?
Comunque, le tue analisi mi convincono sempre poco. A cominciare dalla frase qui riportata, su Facebook che non sara’ una moda passeggera.
A parte che, come ti ha gia’ fatto notare qualcuno, se non sara’ passeggera, dice la tua frase, sara’ pur sempre una moda, e le mode, come concetto, non sono qualcosa di solido o di rispondente a reali bisogni, io non farei previsioni cosi’ sicure.
Un SN si crea velocemente e si distrugge altrettanto velocemente, come si e’ visto molte volte. L’unico valore di un SN e’ dato dalle persone che vi sono. Non e’ come un mondo 3D, che richiede anni di sviluppo. E conta non solo la quantita’ delle persone, ma anche e maggiormente la loro qualita’. Se la qualita’ scade, o se la gente inizia a spammare, fine della moda. Lo abbiamo visto per Friendster e per Orkut, no?
Orkut dovresti ricordartelo. Era piu’ che di moda, era un must esserci. Ci si picchiava per avere un invito, nel 2004. Anche Mantellini ne era entusiasta. E adesso hanno dovuto spostare i suoi uffici in Brasile. Direi che son tre anni che nessun italiano se lo fila piu’.
Poi, tanto per avere un quadro completo del tuo lavoro, e non solo i pezzi che ne saltano fuori qua e la’ da diversi giorni, mi sono sciroppato giusto oggi pomeriggio e la tua intervista e il tuo intervento al Rom Camp (come diceva la giornalista de il canocchiale, che se vi beccava Bossi vi dava fuoco…) e anche quello mi ha lasciato perplesso.
Una delle tue ipotesi non e’ verificata, e per il resto, cosa hai concluso, in realta’?
Che forse in Badoo si andava per conoscere gente nuova, mentre in Facebook si va per tenere contatti con chi gia’ si conosce.
Sinceramente, non credo che in un SN che sta avendo una crescita come quella che ha FB in Italia da inizio settembre sia possibile trarre una conclusione del genere. Neppure se tu fossi stato in grado di monitorare FB giorno per giorno e fino a ieri, il che non e’.
E poi, dai… Per provare che FB in Italia e’ cresciuto tanto, e dopo che lo stiamo vedendo tutti e che i media ne parlano da mesi, tu che fai? Riporti una slide su Google Trends? Mah…
Ti diro’, una cosa per me sarebbe stata veramente interessante da sapere, ovvero quanto gli utenti di FB percepiscono il fatto di essere in un social network, e se capiscono di cosa si tratta, oppure dove cavolo pensano di essere. Forse mi e’ sfuggito, ma mi pare che tu non abbia detto nulla di preciso in merito.
Ti ho risposto esaurientemente?
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 23rd, 2008 at 02:42
Oh, si’, Giglietto, dimenticavo.
Ho scritto: “ho gia’ letto parecchia roba, di questo Giglietto”, ma mi sono sbagliato. Avrei dovuto dire: “ho gia’ letto inuumerevoli interventi sul lavoro Badoo/Facebook” di questo Giglietto.
Mi ha tratto in inganno, per suggestione, Mantellini, con il suo “Ennesimo bel lavoro”.
;-)
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 23rd, 2008 at 09:13
@Daniele Minotti effettivamente l’idea che Facebook sia qui per restare non è una conclusione che deriva direttamente dalla ricerca (anche se ci sono alcuni dati che riguardano il senso di comunità che la supportano) ma piuttosto una mia sensazione che dipende dall’osservazione di quanto sta avvenendo oggi in nazioni che hanno adottato Facebook molto prima di noi (basta guardare i trend del traffico verso Facebook.com in US e UK).
@lunar esattamente :)
@FM Sull’idea della “moda passeggera” ho già detto nella risposta a Daniele. Ovviamente il successo di Facebook dipende dalla comunità dei suoi utenti che può decidere anche da un giorno all’altro di abbandonare il sistema per migrare verso qualcosa di nuovo. A pensarci bene, però, questo rapporto fra comunità e brand è tipico dei nostri tempi e si può applicare ai SNSs come alle serie televisive, come ad Obama. Il fatto che il successo dipenda dalla community rende in un certo senso il brand schiavo della sua community. Se vuole sopravvivere deve saper ascoltare ed accogliere i suggerimenti. Facebook lo ha fatto di recente con il re-design che ha ripulito l’interfaccia utente ed i profili dall’invadenza delle applicazioni. Orkut e Friendster (che cmq hanno importanti nicchie di mercato localizzate) non hanno evidentemente saputo fare, almeno inizialmente, altrettanto.
Come fattore frenante delle migrazioni di massa verso altri servizi non sottovaluterei infine il fatto che gli utenti non amano riempire i profili e ri-costruire tutto quello che nel tempo si è accumulato su Facebook, compreso le reti di contatti, etc richiederà una forte motivazione.
Quanto al giudizio sulle mie conclusioni dovresti come minimo portare dei dati che supportino le tue tesi. Cioè io ho trovato una certa cosa con un questionario, tu dici che non è così, ma su cosa basi le tue conclusioni?
L’immagine di Google Insights non mi è servita a dimostrare la crescita di Facebook perchè quella l’ho data per scontato ma per dire che quel grafico aveva correttamente previsto il sorpasso di Facebook rispetto a Badoo prima che esso avvenisse in termini di numero di iscritti.
Infine sull’ultimo punto non sono proprio d’accordo. Sapere se gli utenti di Facebook sono consapevoli di usare un sito social network o altro è totalmente irrilevante. Una conclusione estremamente chiara che emerge da molte ricerche in US (buona ultima Digital Youth Project) è che, sopratutto i giovani, non si pongono affatto queste domande. Lo usando e basta. Questo non significa che nell’usarlo non apprendano le regole della socialità mediata dal computer sulla loro stessa pelle. Solo non lo fanno come lo farebbe chi, come noi, è legato ad diverso (vecchio?) modo di apprendere e partecipare. Se chiedi se sanno di essere su un social network ti dicono di no ma se cerchi di verificare la capacità di muoversi in quello spazio (ad esempio muoversi sul confine pubblico/privato, pensare al web non come una seconda vita ma come una estensione di quella “reale”, etc) vedrai che sanno farlo. E’ un apprendimento esplorativo per prove ed errori.
Per questo il passaggio da Badoo (dove ogni singolo contenuto ha un url raggiungibile anche dall’esterno del sistema, si usano degli pseudonimi, gli utenti pubblicano sui profili in gran parte dati falsi, etc.) a Facebook è per me significativo.
P.S. Il lei mi è scappato dopo aver letto il suo sito ed il suo cv. Lo avevo corretto ma mi è rimasto in un punto del precedente commento.
Novembre 23rd, 2008 at 22:10
@Giglietto
Non ho mai fatto il ricercatore universitario e mai lo faro’ (vista anche l’eta’), ma la conclusione di una ricerca non puo’ essere una *sensazione* pur derivante da uno studio. Specie se quello studio e’ fatto di premesse dal segno *sembra* e tanti condizionali.
Un po’ di orgoglio (e coraggio) scientifico. Ai miei tempi lo si insegnava.
Novembre 24th, 2008 at 03:33
Giglietto, a parte il fatto che sottoscrivo – per una volta – Minotti, e che mi pare grottesco che tu lamenti la mia mancanza di una “ricerca” quando la tua, di ricerca, e’ un tutto forse e un sembra che,
be’, tu hai una “sensazione”. Io ne ho una opposta. Dove sta scritto che le tue sensazioni sono piu’ giuste della mie?
Hai somministrato dei questionari? OK, non ho voglia di controllare in che mesi lo hai fatto, ma ti ho gia’ detto nell’intervento precedente che esaminare un piccolo campione in un ambiente che in meno di tre mesi e’ passato da 500 mila a 1.500 mila utenti (o forse sono gia’ di piu’) e che continua a crescere a questi ritmi mi pare del tutto irrilevante.
Se volessi essere cattivo, direi che circa un anno fa, a situazione piu’ o meno stabile, hai progettato una ricerca; poi, visto che lo scenario e’ cambiato radicalmente, hai tamponato la situazione con un altro piccolo questionario, piu’ recente, ma anche tu ti sei reso conto che, in definitiva, piu’ in la’ dei mi sembra, dei forse e delle sensazioni non sei in grado di affermare nulla.
Che Freindster e Orkut abbiano mercato lo so: l’ho anche scritto sopra. Il punto e’ che in modo del tutto imprevedibile hanno cambiato area geografica. Sottolineavo il fatto che Orkut, che era un must in Italia, dall’Italia e’ scomparso.
E che si debba ri-riempire un profilo non e’ mai stato un grosso ostacolo.
Anzi, non so nulla di te, ma io sono presuntuoso a sufficienza da non avere proplemi a sostenere che i miei 16 anni di esperienza full time in Internet, e spesso seguendone proprio le comunita’, rendono le mie “sensazioni” piu’ autorevoli dei tuoi questionari.
Quanto al fatto di indagare come gli utenti percepiscono lo spazio in cui si trovano, cosa secondo te “totalmente irrilevante”, a me questo aspetto, a differenza di quanto hai dato per scontato, non interessa affatto per seguire le loro capacita’ di apprendimento, ma perche’ – e insomma… almeno questo dovresti averlo ben presente, per fare lavori del genere – alcuni studiosi sostengono (a ragione, secondo me) che in definitiva lo strumento e’ modellato dagli utenti stessi, indipendentemente dalle modifichine che Facebook puo’ apportare alla sua interfaccia.
Ed era poi questo il centro del mio discorso e delle mie obiezioni: l’utenza che decide tutto e che in una fase come quella in cui si trova FB adesso non e’ prevedibile.
Infine… paragonare la grande capacita’ di aggregazione di Obama a quella di Facebook e al successo dei serial televisivi, te lo dico senza offesa ma con grande sconcerto (pur avendo seguito un paio di lezioni in SL di Boccia Altieri, proprio sulle capacita’ aggregative dei serial intesi in senso lato), mi pare un’eresia e una perversione mentale (prima ancora che un segno di profonda ignoranza) che e’ tale da non meritare alcun commento.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 09:04
@DM Infatti quella non è la conclusione della ricerca. Se ci fate caso il futuro di Facebook non è neanche fra le ipotesi della ricerca. Quanto alle due ipotesi una (capitale sociale) è confermata l’altra no (privacy). Più netto di così non potrei essere. :)
@FM Come detto sopra, la sensazione riguarda il futuro di Facebook che non è parte della mia ricerca.
Per vedere chi di noi due ha ragione su questo basta cmq avere la pazienza di aspettare.
Sul fatto che il campione dello specifico focus su Badoo/Facebook sia casuale e non rappresentativo mi pare di averlo scritto con chiarezza nelle slide. Purtroppo una ricerca non finanziata come questa non può permettersi di usare strategie più costose di reperimento dati. Questo è il motivo principale della cautela espressa in alcune delle conclusioni. Però se vuoi aiutarmi a raccogliere fondi per una ricerca in grande scala sei il benvenuto. Io da parte mia mi impegno a coinvolgere i ricercatori italiani che si occupano di questo tema.
Non mi risulta che Orkut sia mai stato un must in Italia.
Sul fatto che gli utenti considerino faticoso riempire i profili utente prova a cercare “social network fatigue” su Google.
Su chi sia più autorevole non mi interessa rispondere. Siamo in uno spazio pubblico e chi legge si farà la sua idea.
Che ci sia una co-determinazione fra possibilità offerte dalle tecnologie ed usi sociali è una teoria ormai assodata da tempo ed è precisamente quello che è successo con Facebook (gli utenti si comportano in un modo, Facebook è in ascolto, Facebook cambia l’interfaccia, etc.). Purtroppo le teorie che cita, non essendo recentissime, non possono dare conto di cosa avviene quando lo strumento tecnologico è un ambiente software (e non un pezzo di hardware che è molto costoso ri-progettare e ri-mettere sul mercato).
Quanto alla penultima frase sono d’accordo. Il fenomeno di Facebook tuttavia è nuovo solo in Italia. Non è difficile capire come si evolverà nel nostro paese guardando a quanto è successo e sta succedendo in nazioni dove questo sistema è stato adottato prima. E cmq come ho detto all’inizio basta aspettare e guardare cosa accade.
Sull’ultima frase esprimi un’opinione non argomentata. Se provi a spiegare il perché accomunare questi fenomeni è, secondo te, un’eresia potrei provare a risponderti. Nel mentre puoi leggere il blog di Henry Jenkins: http://henryjenkins.org/.
Novembre 24th, 2008 at 12:51
@FG
Probabilmente, mi sono fatto ingannare dal virgolettato di Massimo che voleva evidenziare quella riflessioni.
Fermo resta, secondo me, che e’ comunque una riflessione scritta nero su bianco e che, quindi, sia autonomamente opinabile (anche nel metodo – sulle conclusioni non saprei dire) rispetto al piu’ ampio lavoro.
Novembre 24th, 2008 at 13:59
Si’, vabbe’, Giglietto…. una conclusione non e’ parte della ricerca, e la ricerca non e’ attendibile perche’ non hai trovato i finanziamenti… ma di che si parla, allora, di aria fritta?
Su Orkut non so che dirti. Forse nel 2004 o tu non usavi ancora Internet o eri molto distratto.
Poi:
“Purtroppo le teorie che cita, non essendo recentissime, non possono dare conto di cosa avviene quando lo strumento tecnologico è un ambiente software (e non un pezzo di hardware”
Mah…. non hai mai letto Danah Boyd, per esempio? E tu fai una ricerca sui SN senza sapere che cosa lei ha detto per esempio su Friendster? Non si usa piu’, nell’universita’ di oggi, la cosidetta ricerca sulla letteratura gia’ esistente?
E infine:
“Sull’ultima frase esprimi un’opinione non argomentata. Se provi a spiegare il perché accomunare questi fenomeni è, secondo te, un’eresia”
Senti, qui non siamo su un journal. Esprimo il cavolo che mi pare. Che Obama abbia delle capacita’ di aggregazione che siano *totalmente diverse* da quelle di Facebook per me e’ ovvio, anche se non ho somministrato questionari farlocchi in merito. E non ho neppure voglia di perdere tempo a spiegarti perche’.
Se voi lavorate accomunando Obama, Facebook e i telefilm, senza distinzioni, secondo me siete bacati nella testa, comunque.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 14:02
Metitieri,
e’ l’ultima volta che ti passo un commento con questi toni. Regolati.
Novembre 24th, 2008 at 14:02
Comunque concludo ritornando al punto da cui ero partito: Mantellini questa ricerca manco l’ha letta, o certamente non ci ha ragionato sopra. Ma dato che Giglietto e’ a solo tre gradi di separazione da lui, merita una segnalazione come “ennesimo bel lavoro” (come se poi Mantellini ne avesse visti altri, di suoi lavori).
A me non pare un modo proficuo di ragionare.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 14:32
Mantellini, quale commento e quali toni? Sono on topic, e non ho scritto “cacca”.
Per il “bacati nella testa”? Bo’… a parte che non mi pare un grande insulto, tu sul serio analizzeresti la variabile vocazionale dei supporter di Obama (e ne ho conosciuti alcuni, in questi mesi) accomunandola con le pratiche culturali che aggregano i fan di Un posto al sole o con le istanze valoriali che generano le comunita’-segmento che si ritrovano nei SN?
Poi, sai, scusa se sono ripetitivo, ma come sostengo da anni (chissa’ se Giglietto e’ d’accordo) l’analisi di una comunicazione, soprattutto on line, non si puo’ fare su una sola frase. Quando lo si fa, e’ solo un pretesto.
Tra due comunicanti c’e’ sempre un complesso rapporto tra vissuti e pratiche culturali, che in genere viene trasmesso con modalita’ piu’ elaborate e che permea da tutto il testo.
Qui direi che vi e’ un conflitto non del tutto espresso (perche’ l’oggetto in esame e’ un altro) tra metodi di lavoro e, soprattutto, valutazioni personali sull’attendibilita’ delle fonti, nonche’ un diverso concetto di autorialita’ (cosa su cui tra l’altro sto lavorando parecchio da diversi mesi).
Per dirla piu’ semplicemente, una frase come:
“Sull’ultima frase esprimi un’opinione non argomentata. Se provi a spiegare il perché accomunare questi fenomeni è, secondo te, un’eresia potrei provare a risponderti”.
e’ molto piu’ significante della mia.
Anzi, e’ qui che sta il nocciolo della questione. Che e’ tutta di metodo, al di la’ delle facili battute.
Questo per non tirare di nuovo fuori (si allargherebbe veramente troppo il discorso) le mie solite piu’ che decennali argomentazioni sulla percezione on line del valore di una persona (che no, non ha nulla a che vedere con quanto dai blogger e’ stato banalizzato con il concetto di reputazione).
Premesso questo, ma e’ mai possibile, Mantellini, che qui uno se non ti tocca possa dire di tutto, da anonimo, anche le peggio cose, mentre se critica te e il tuo entourage, anche soltanto a cote’ di un ragionamento piu’ serio, non si possa discutere senza che tu intervenga stizzosamente a preannunciare una censura?
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 14:32
prego massimo di non moderare Metitieri… è un vero spasso. ;-)
Novembre 24th, 2008 at 14:49
Fabio,
io mi accontento di un paio di cose nei commenti su questo blog. Che i commenti siano in topic e che i toni siano minimamente civili. I tuoi commenti sono talvolta in topic (come in questo caso) e quasi sempre arroganti, inutilmente canzonatori e molto poco civili nei confronti di chiunque. Non da ieri e’ vero, diciamo che e’ un tratto distintivo del tuo pessimo modo di rapportarti agli altri. Affari tuoi ovviamete che io minimamente discuto. Ma francamente come ti ho gia’ detto in passato questo tono mi ha stancato e fatico sempre di piu’ a tollerarlo. Quindi delle due una: o moderi questo tuo modo di rapportarti agli altri o io, come ti ho detto poco sopra, commenti del genere li cancello senza pensarci troppo. Ti avviso per evitare poi le tue solite alte grida alla vile censura nei tuoi confronti.
saluti
Novembre 24th, 2008 at 15:30
@DM sono d’accordo con te. Sei liberissimo di criticarla.
@FM sul giudizio sulla ricerca evidentemente abbiamo parerei diversi. Pur essendo una delle tre survey basata su un campione non rappresentativo le conclusioni sono attendibili perché disegnano uno scenario chiaro al di là della singola percentuale, sono in linea con quanto emerge dalla letteratura o confermate dai risultati dalle altre due survey.
Su Orkut: http://tr.im/1ftu (se è stato un fenomeno in Italia nel 2004 deve essere sfuggito anche a Google)
Accusare me di non aver letto danah boyd è grottesco. Se dai uno sguardo anche fugace al mio blog te ne renderai facilmente conto.
Quanto all’ultimo punto per me si tratta di un’ipotesi da esplorare. Non ho certezze a riguardo ed un pò invidio le tue.
Come per tutto il resto basta aspettare e vedere :)
P.S. E qui passo volutamente al lei che mi viene meglio. Io spero che lei scriva almeno parte di questi commenti come una specie di divertimento. Non si prenda troppo sul serio. Nella mia breve esperienza con Internet ho conosciuto parecchie persone che avendo vissuto come lei gli albori della rete non sono in grado di capire cosa sta avvenendo oggi. A volte l’esperienza è un limite e non un vantaggio. Temo che questo capiterà un giorno anche a me e spero che quel giorno sarò più disponibile all’ascolto di quanto lei non sia stato con me.
Senza offesa e/o rancore :)
Novembre 24th, 2008 at 16:06
OK, Giglietto, replico punto per punto.
Giglietto, dai… un ricercatore che a sostegno delle proprie tesi cita Google, ma quando mai si e’ visto?
Io, che sono un giornalista e non un accademico, ti assicuro che su quello che scrivo devo usare “pezze d’appoggio” ben piu’ robuste, altrimenti non mi pubblicano e mi mandano a stendere.
Mi sembra a dir poco ridicolo (se Mantellini riesce a non censurare) che si faccia ricerca, su FB o su Orkut, o anche solo che si dica qualcosa in merito con pretesa di autorevolezza, senza fare la cosa piu’ semplice e banale che farebbe un giornalista (uno vero, non quelli contiani e mantelliniani che:
“E siamo noi, e siamo noi, i nanosocial siamo noi…”
cioe’: chiedere i dati e un’intervista ai gestori del servizio. Che si fa anche senza fiannziamenti, tra l’altro.
Poi, accusare te di non aver letto Danah Boyd e’ grottesco? OK.
Ma e’ lecito accusare di non aver letto (o di non aver capito) Danah Boyd uno che scrive:
“Purtroppo le teorie che cita, non essendo recentissime, non possono dare conto di cosa avviene quando lo strumento tecnologico è un ambiente software (e non un pezzo di hardware che è molto costoso ri-progettare e ri-mettere sul mercato)”.
A parte il fatto che, scusa… dal punto di vista comunicazionale… ma quale teoria avevo citato??? E comunque non hai manco lontanamente immaginato di cosa stavo parlando, e hai detto cose del tutto contrarie o vecchie di anni luce rispetto a quello che ha detto Boyd.
Il che si riallaccia a un altro discorso che faccio da secoli: certa ideologia Web 2.0 non ha voglia di lavorare, non controlla la letteratura esistente, e se e quando legge qualcosa lo reinterpreta a proprio uso e consumo, piegandolo alle proprie ideologie preconfezionate (anche qui, avrei molti esempi).
Infine, no, io mi diverto a scrivere ma non scrivo per divertimento. Da quanto scrivo, su liste, commenti di blog, e altrove, ricavo articoli e libri. Spesso semplicemente copiando quello che ho scritto on line. Devo solo aggiungere gli accenti. Lo faccio da piu’ di 10 anni.
E io no, non mi prendo mai troppo sul serio. Chi mi pubblica, dal 1994, e continua a pubblicarmi, su quotidiani, riviste e libri, si’. Ti auguro che anche per te sia cosi’.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 21:12
Comunque, Giglietto, non off topic (perche’ sempre di comunicazione on line si tratta, e di commenti a questi commenti),
trovo demenziale (che, lo dico per Mantellini prima che il censore piu’ veloce di Forli’ tiri il grilletto, non e’ un isulto) voi (si’, puoi trasmettere il messaggio anche ad aRtieri, e chiedo scusa per l’errore sul suo cognome) invece di rispondere pubblicamente, come fanno le persone civili, abbiate bisogno di confortarvi a vicenda in micro-blogging, lamentandovi di quanto sono kattivi i troll.
E dimmelo qui, se lo pensi, mica mi offendo… poi pero’ ne parliamo… e voglio vedere, cosa definisci come trolling e in base a quale letteratura.
;-)
Che tra l’altro, insomma… siete due ragazzoni cresciuti, tu sei un ricercatore e aRtieri e’ un docente ordinario. Vi faccio cosi’ paura, io che non ho mai avuto manco un predellino da bidello?
Sempre ragionando di comunicazione e di social networking on line, sarebbe interessante discutere di questo bisogno di scappare dai blog per rifugiarsi nel micro-blogging. Morris parlava di conversazioni di pulizia. Molti (anche tu, mi pare) riflettono sulla sensazione di privacy.
Be’, su Twitter, l’ho gia’ detto qualche mese fa, e’ paradossale l’idea che hanno molti, anche molti “vecchi” di Internet (che non necessariamente sono esperti e consapevoli, anzi) di essere al riparo, invisibili a tutti. Il che non e’, ovviamente.
E’ il desiderio per il mantello di Harry Potter, che in realta’ in Internet non e’ mai esistito, non se se si conversa.
Eppure, si va su Twitter per ricevere conforto e al riparo da sguardi indiscreti. Ci sarebbe quasi da scrivere un libro, su queste cose. Ma forse sarebbe un libro sull’imbecillita’ umana.
Oh, Mantellini, come dice Benigni a Berlusconi: dai, qui si scherza, via… Poi tanto questi commenti ormai non li legge piu’ nessuno…
;-)
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 21:37
Ciao Fabio, metti una emoticon ogni riga o quasi.
Tira fuori anche tu un po’ di orgoglio.
Scusa, eh…
Novembre 24th, 2008 at 22:04
Ohhhh… Cappero, Minotti, ma anche tu… possibile che vi si debba sempre spiegare tutto, sulla comunicazione on line? Ma i miei libri non li avete letti?
OK, a richiesta rispondo.
Non e’ questione di orgoglio mancante o eccessivo. Qui si sta discutendo, di fatti, e mi interessa il risultato della discussione, non dimostrare che X o Y sono degli ignoranti che hanno raggiunto il loro ruolo senza merito. Non lo penso, non ne so nulla e non mi interessa.
Allora, l’uso delle emoticon… guarda che non e’ ne’ tragico ne’ conciliante.
Ne ho usata una qui:
***
E dimmelo qui, se lo pensi, mica mi offendo… poi pero’ ne parliamo… e voglio vedere, cosa definisci come trolling e in base a quale letteratura.
;-)
***
Ed e’ chiarissima, Minotti.
Significa: caro Giglietto, vieni qui a dirmi che sono un troll, se ne hai il coraggio, e tieni comunque presente che, primo, ti sfottero’ per una vita per le battute che hai fatto su Twitter, pensando,
** proprio tu che fai ricerche sulla “sensazione di privacy” **
che io non le leggessi, e secondo, che so bene che per te “troll” e’ una definizione di comodo su cui non hai mai ragionato e non sai un tubo, e terzo, che mi pare che il fatto che Boccia aRtieri non mi risponda pubblicamente ma discorra di me con te in micro-blogging (anche lui, poverino, pensando di essere invisibile), e’ un po’ ridicolo.
Insomma… aRtieri sarebbe un ordinario di scienze delle comunicazioni, giusto?
Ma, detto questo, e’ ovvio che il mio e’ un gentile invito, per nulla aggressivo, anzi scherzoso, come suggellato, appunto, dall’emoticon.
Poi ne ho usata un’altra qui:
***
Oh, Mantellini, come dice Benigni a Berlusconi: dai, qui si scherza, via… Poi tanto questi commenti ormai non li legge piu’ nessuno…
;-)
***
Ed e’ chiarissima anche questa. E’ solo una battuta… Anzi, questa non la commento neppure. E’ giusto uno scherzo tra vecchi amici di Rete, quali siamo Mantellini e io. Del resto, sono anni che dico che lo amo, non ricambiato.
Ti ho risposto esaurientemente?
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 24th, 2008 at 22:22
Manno’, Fabius, se vuoi fare lo str… omboli, fallo fino in fondo. Lascia perdere le emoticon che sono di un ipocrita che non ce n’e’. Ci perdi 10.000 punti in un solo colpo.
Questo volevo dire, nel merito non entro. Faccio soltanto l’avvocato e quel che dovevo dire l’ho gia’ detto. Lascio a voi le discussioni dotte.
Novembre 24th, 2008 at 23:01
Minotti, ripeto. Le emoticon, in una situazione in cui non ci si guarda degli occhi, sono molto utili. Non una soluzione perfetta, ma molto utili.
Nel contesto delle discussioni di cui sopra, io le ho usate correttamente e in modo canonico. E non capisco a che gioco stai giocando, o cosa vuoi.
In genere, da anni ne ho le palle piene di chi fa battutine. E insomma, se volete discutere, invece di tre righe scrivetene almeno dieci, e cercate di essere chiari.
Dici ” se vuoi fare lo str”…
Ma no. Io stavo discutendo, qui e sul blog di Granieri, con il reale intento di discutere a basta.
I due interlocutori con cui cercavo di discutere hanno smesso di rispondermi e mi stavano pigliando per il culo in Twitter invece di replicare. E sono due che non hanno dodici anni, ma sono un ricercatore (Giglietto, lo riscrivo a beneficio dei motori di ricerca, che’ mi pare giusto che certe associazioni siano registrate) e un docente ordinario (Boccia aRtieri).
E va bene, mica e’ un dramma… sai quante volte mi e’ successo, di litigare con docenti e ricercatori, o di trovare gente che in faccia mi diceva bravo e poi scriveva ai miei amici che ero uno str… senza pensare che poi il messaggio mi veniva girato…
Guarda che e’ la norma, in questo mondo in cui, come direbbe Crozza-Brunetta: nella giungla, il piu’ forte mangia il piu’ debole. Bene. E qualcuno morira’. Bene. E fatemi le pulci.
Io spero che qui ci siano altre logiche e che sia Giglietto sia Boccia aRtieri si scusino, e che quindi si possa continuare a discutere, ma credo proprio che sia chiedere troppo. Per il semplice motivo che loro non hanno bisogno del consenso in Rete. Bene. Ma rendiamocene conto… E fate loro le pulci…
In ogni caso, io vado avanti per la mia strada, con la mia morale che mi dice che se voglio dire str… a qualcuno glielo devo dire in faccia. E che questo puo’ essere anche solo un passo in un percorso piu’ lungo, in cui incominci dallo str… e poi magari ci si intende.
Minotti, il mio problema e’ che io sono bestialmente semplice. Non ho voglia di giocare a Twitter. Se pensi che io sia stronzo e non hai le palle per ribattere alle mie contestazioni, il problema non e’ di certo mio. Sei tu che sei un coglione, docente, ordinario, straordinario, ricercatore o radiologo, non fa differenza.
Io sono interessato solo alle idee.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Novembre 25th, 2008 at 00:09
@FM la verità è che una discussione è tanto più interessante quanto più persone interessanti vi partecipano. Questo spazio, come tu stesso hai fatto notare, non lo legge nessuno. Con i miei messaggi pubblici su Twitter e commenti di Friendfeed ho semplicemente cercato di coinvolgere altri nella discussione.
P.S. Cmq con i miei colleghi stasera a cena abbiamo concluso che tu non sei un semplice troll ma un vero e proprio professionista che studia attentamente la vittima per suscitare una reazione emotiva nel tuo interlocutore con maggiore efficacia (http://friendfeed.com/e/dd9a531e-d17c-46fa-91e3-e970665fe32f/pensa-che-Metitieri-sia-un-genio-del-trolling-e/). Devo ammettere che inizio a nutrire una certa ammirazione. La stessa che Dexter prova per i soggetti con cui lavora (e non mi riferisco ai suoi colleghi) ;)
P.P.S. La conversazione rimane aperta. Ti aspetto nel prossimo luogo dello spazio mediato di rete e sappi che sarà un duello all’ultima riga :) Per il momento però, al grido DNFTT, dichiaro solennemente che questo è il mio ultimo messaggio in questo thread.
Novembre 25th, 2008 at 11:11
Giglietti, gioca tu con i tuoi colleghi, a fare i “duelli”. Io nel frattempo lavoro, produco e pubblico.
E non ho altro da aggiungere, perche’ sono veramente senza parole.
(Va bene, cosi’, signor censore isterico?)
Ciao, Fabio.
http://xoomer,alice.it/fabio.metitieri