Un comunicato stampa sul sito del PD da parte di Riccardo Levi ci informa dello stralcio della parte del disegno di legge da lui stesso proposto legato ai blog che a piu’ riprese ha causato giuste preoccupazioni in rete. Il Ministro ombra Levi ne approfitta per sottolineare come le paure al riguardo fossero del tutto infondate. Ciononostante prosegue Levi “penso che si possa serenamente convenire sull’utilità di un pausa di riflessione“. “Discuteremo insieme se e come riempire quel vuoto” conclude il comunicato.

Io al riguardo una sommessa doppia proposta ce l’avrei: che il vuoto non venga riempito (non ce n’e’ alcun bisogno ed e’ un vuoto che non esiste in nessun altro paese civile) e che Levi – dopo l’opportuna pausa di riflessione – possa dedicarsi in futuro con impegno a differenti attivita’, come ad esempio la coltivazione delle begonie. Anche – eventualmente – nella sua fondamentale essenza di giardiniere-ombra.

29 commenti a “COLMARE UN VUOTO: IN GIARDINO”

  1. annarella dice:

    Che t’han fatto di male le begonie ? :D

  2. Weissbach dice:

    Ortensie, Massimo.
    Sono le ortensie che hanno bisogno di ombra.

  3. icekent dice:

    e i funghi? dove li mettiamo i funghi, eh?

  4. luigibio dice:

    sul mio blog ho scritto in 5 minuti un emendamento semplice semplice che elimina ogni ambiguità … e non faccio il politico di professione. Levi vuole la pausa di riflessione nell’attesa che abbassiamo la guardia?

  5. Roberto Alessandrini dice:

    Quello che è evidente è l’idea, bipartizan, di mettere il bavaglio alla rete. Credo che, per salvare le begonie, dovremmo consigliare a Levi ( e a molti piddini)un’attività  alternativa come, ad esempio, riempire il vuoto incolmabile di una sinistra degna di questo nome…

  6. RondoneR dice:

    posso sottoscrivere la tua sommessa doppia proposta?

  7. RondoneR dice:

    posso sottoscrivere la tua sommessa doppia proposta?

  8. frap1964 dice:

    Per queste ragioni, prima che il progetto di legge venga offerto alla discussione parlamentare in un testo definitivo, cancellerò dal testo il breve capitolo su internet. Discuteremo insieme se e come riempire quel vuoto.

    Geniale.
    Cancella tutto l’articolo 8, dopodichè siccome all’articolo 2 comma 1 definisce così il prodotto editoriale:

    Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità  di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

    riesce automaticamente a peggiorare le cose addirittura rispetto alla prima stesura del DDL. E in un colpo solo rende obbligatoria per chiunque l’iscrizione al ROC (vedi art.6 e 7).

    Il punto è che secondo la norma attualmente vigente (l. 62 del 07/03/2001) la definizione di prodotto editoriale è più ristretta (sole finalità  di informazione, evidentemente da intendersi nel “senso giornalistico”) ed è già  comunque estesa a “qualsiasi mezzo”.
    Il vero problema è l’art.2 del DDL, non il paragrafo su Internet (art. 8).

    O non ci arriva (ma ne dubito, è un giornalista) o pensa di poter menare impunemente per il naso la gente.

  9. frap1964 dice:

    Per queste ragioni, prima che il progetto di legge venga offerto alla discussione parlamentare in un testo definitivo, cancellerò dal testo il breve capitolo su internet. Discuteremo insieme se e come riempire quel vuoto.

    Geniale.
    Cancella tutto l’articolo 8, dopodichè siccome all’articolo 2 comma 1 definisce così il prodotto editoriale:

    Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità  di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

    riesce automaticamente a peggiorare le cose addirittura rispetto alla prima stesura del DDL. E in un colpo solo rende obbligatoria per chiunque l’iscrizione al ROC (vedi art.6 e 7).

    Il punto è che secondo la norma attualmente vigente (l. 62 del 07/03/2001) la definizione di prodotto editoriale è più ristretta (sole finalità  di informazione, evidentemente da intendersi nel “senso giornalistico”) ed è già  comunque estesa a “qualsiasi mezzo”.
    Il vero problema è l’art.2 del DDL, non il paragrafo su Internet (art. 8).

    O non ci arriva (ma ne dubito, è un giornalista) o pensa di poter menare impunemente per il naso la gente.

  10. frap1964 dice:

    Per completezza (poi arriverà  Minotti a smentire il tutto, eh… tranquilli!)

    Legge 7 marzo 2001, n. 62

    1. Per «prodotto editoriale», ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con sclusione dei prodotti discografici o cinematografici.

    2. Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati esclusivamente all’informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il pubblico. Per «opera filmica» si intende lo spettacolo, con contenuto narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura, purchè costituente opera dell’ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d’autore, destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica, alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al pubblico attraverso i mezzi audiovisivi.

  11. frap1964 dice:

    Per l’interpretazione Minottica della l. 62/2001 (“diffusione di informazioni” = …tutto indiscriminatamente) e provvedimenti legislativi a seguire, rimando al
    Minottino.

    Gli faccio io pubblicità , così non può dire più nulla. :-D

  12. anonimo codardo dice:

    Direi che per una volta Mantellini ha detto proprio tutto giusto.

    Il fertilizzante ce lo metto io.

  13. Anonymous dice:

    Penso che si possa serenamente convenire sull’utilità  di un pausa di riflessione sin dopo le calende greche.

  14. Anonymous dice:

    Esiste qualcosa di più inutile e ridicolo dei Ministri ombra?

  15. giusy dice:

    Come scrive Roberto Alessandrini, il vero vuoto sarebbe un altro ;)
    Che delusione questo piddì, secondo me sono comunque meglio dei berlusconidi, ma a malapena.

  16. lock one dice:

    il fatto e’ che fare peggio significa fare uno sforzo parecchio al di la’ delle loro energie.

  17. Anonymous dice:

    Invece il DDL l’ho letto e di motivazioni per cestinarlo (TUTTO) ce ne sono parecchie. Accantonando la questione “anti-blog”, sulla quale altri hanno scritto cose interessanti, ne cito solo tre:

    1) Il metodo. Con quella legge si vanno a toccare temi delicatissimi: la libertà  di espressione e la libertà  di impresa. (Ricordiamo il titolo del DDL: “Nuova disciplina del settore dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di editoria”) Voi avete assistito ad un dibattito politico su questi temi? Non dico dibattiti televisivi, ma una discussione in qualche partito, in qualche giornale? Avete visto Levi fare il giro degli editori, dei blogger, dei cittadini? Mi auguro di sbagliarmi, ma noi comuni mortali non siamo stati interpellati su cosa sarebbe stato meglio fare in questo campo. Levi ha fatto tutto da solo riproponendo un DDL già  tanto contestato un anno fa. Vi sembra il modo di procedere, questo?

    2) I contributi statali all’editoria (art. 17 – 27). Bisogna essere pazzi per riproporli, dopo la campagna grillesca. Tuttavia potrebbero avere un senso se servissero ad avviare una nuova attività  editoriale. Invece, secondo questo DDL, a meno di non essere politici o minoranze linguistiche, bisogna avere 5 anni di attività  alle spalle (art. 18). Se un’attività  editoriale ha superato 5 anni di mercato, cosa le impedisce di superare anche i prossimi 5? Secondo voi ha bisogno di soldi statali?

    3) Rassegna stampa e diritti d’autore (art. 4). Secondo Levi chi fa una rassegna stampa dovrebbe pagare un quid ai detentori del diritto d’autore su quanto citato o raccolto. Anche se la rassegna stampa è per uso interno. Non è un’idea geniale? Uno ti cita e ti fa pubblicità  gratuita e ti deve anche pagare! Ritornando al punto 1, se Levi avesse chiesto in giro qualche idea nuova, qualcuno gliela avrebbe data.

    ilcomiziante

  18. frap1964 dice:

    Per poter accedere ai contributi già  oggi è necessario che la testata abbia almeno 3 anni di vita (Legge 7 agosto 1990, n. 250, art. 3, commi 2 e 2-quater)

    Che sia necessario un riordino complessivo delle varie norme e la creazione possibilmente di un testo unico è pacifico.

    Il punto è che andrebbe fatto in modo professionale, non aggiungendo un ulteriore DDL alle varie norme pre-esistenti delegando poi il governo alla creazione di un testo unico (ovvero +/- cut&paste delle norme esistenti).

    Il DDL Levi secondo me ha altre finalità  "nascoste", collegate ad una diversa ridistribuzione dei ricchi contributi, oltre che una motivazione aggiuntiva che ho provato a spiegare qui.

  19. Daniele Minotti dice:

    @frap
    Dico che ti contraddici in modo frontale.
    Se affermi che cancellando quel comma (sempre che Levi intenda quello, ma puo’ essere)la questione, paradossalmente, si fa ancora piu’ grave perche’ sparisce l’eccezione espandendosi la regola, confermi cio’ che dicevo io. E, cioe’, che il nuovo ddl non e’ *identico* a quello vecchio.
    Come se io pretendessi di aver ragione con te controllando un codice e dicendoti che, malgrado una riga, il programma e’ identico.
    Sull’ampiezza della definzione di prodotto editoriale, ho gia’ scritto quintalate di roba (mica soltanto Il Minottino), ben prima che ti appassionassi a questo tuo ruolo di giurista per hobby.
    Baci.

  20. Daniele Minotti dice:

    Ah, dimenticavo. Domani leggete di un’importante novita’ sull’argomento.

  21. frap1964 dice:

    Minotti, ho scritto di cancellazione di un intero articolo, non di un singolo comma
    (il che cambia le cose anche rispetto alla versione 1 del Levi).

    Ho sostenuto che le due versioni Levi siano identiche a meno di poche cose dichiaratamente tracciate e non così fondamentali ai fini della norma complessiva, non che siano tra loro perfettamente identiche.
    Sei tu invece ad aver invece sostenuto "sostanziali aggiustamenti" (che non ci sono, IMHO).
    Ma siccome il termine "sostanziale" è di per sè soggettivo e non oggettivo…

    Non ho la minima intenzione di fare il giurista per hobby (commi, articoli & C. non mi appassionano particolarmente, trovo questo tipo di lavoro piuttosto noioso).
    Ma al contrario di te non sento continuamente l'esigenza di far pesare agli altri la mia competenza in materia di sw.

    Sto invece valutando se fare il futurologo a tempo perso: avevo scommesso che non avresti resistito a dire la tua, e come vedi ci ho imbroccato. :-)

  22. frap1964 dice:

    Per conoscenza, si può vedere qui l’audizione di Bonaiuti di oggi in tema di semplificazione delle procedure di erogazione contributi all’editoria.

    Il terzo iscritto a parlare è Levi che conclude così l’intervento:

    55.30

    L’altra cosa… ne aprofitto… immagino che molti nostri colleghi ne saranno stati informati direttamente o indirettamente sul progetto di legge di riforma dell’editoria che io ho presentato è sorto un problema di interpretazione forte a proposito dei blog, della libertà  dei blog, volevo dire… e tutti lo troveranno… ieri ho dato una dichiarazione alle agenzie, che è ripresa credo anche nei vari siti, che credo risolva questo problema.

    No comment.

    Fa bene sorbirsi i 56 minuti dell’audizione per capire i bizantinismi sensa senso cui è soggetta la ns. democrazia. Quasi un’ora di chiacchere in materia non di una legge, ma di un semplice regolamento attuativo che, per questioni burocratiche varie (deve andare pure al Consiglio di Stato) prima del 2010 non potrà  comunque andare in vigore.
    Oltre 18 mesi di tempo solo per stilare e rendere infine operativo un regolamento attuativo. Figuriamoci quindi arrivare alla stesura di un testo unico (sic!).

  23. Marin Faliero dice:

    La questione è semplice.
    Perchè ci sia l’ombra ci vuole anche il sole.
    Sono milioni di anni che va così

  24. Anonymous dice:

    Non c’è nulla di più noioso delle dispute legali

  25. Daniele Minotti dice:

    Ossignur, frap, ti sta venendo un’ossessione come quella di Metitieri per Mantellini.
    Guarda, pur scusandomi della svista, io rimango della mia opinione (che ho scritto e strascritto), mi spiace. Tu, ovviamente, sei libero di fare lo stesso (come t’ho detto in piu’ occasioni).
    Per il resto, scambi il mio orgoglio professionale con quello che tu chiami *far pesare*.
    Personalmente, penso che l’orgoglio personale non sia peccato e, anzi, se tutti ne avessimo di piu’, nelle nostre relative professioni – senza ricadere nei soliti *volemose bbene inconcludenti – sarebbe anche meglio.
    Ti saluto.

  26. frap1964 dice:

    “Per tua fortuna/sfortuna non sai nemmeno da che parte sta un tribunale.”
    “Tu nemmeno ti firmi, sei un poveretto, firmati e poi semmai se ne riparla.”

    E avanti di questo passo.
    Di entrare nel merito delle cose non se ne parla proprio.

    Libero di chiamarlo “orgoglio professionale”, banane, paperino, Mantellini style, come ti pare. :-D

    bye bye

  27. Daniele Minotti dice:

    @frap
    Mi sembra che tu abbia un bel problema. Tu dici una grossa bugia e, cioe’, che io non entro nel merito. Che e’ una palla gigantesca, smentita quando citi ben 4 miei post (in realta’ 1 era di annuncio).
    Tu mi patisci e stai cedendo. Mi spiace, ma e’ un problema tuo.
    Ce la puoi fare ancora, ripigliati dalle tue ossessioni (e Mantellini, e Minotti, e questo, e quello, introspezione mai).

  28. frap1964 dice:

    Minotti, vuoi avere l’ultima parola?
    Accontentato. :-D

  29. Anonymous dice:

    Non esiste modo migliore di esercitare l’immaginazione che lo studio della legge.
    Nessun poeta mai interpreterà  la natura così liberamente come un avvocato la verità .
    (Jean Giraudoux)