22
Ott
L’aspetto rilevante della vicenda degli articoli fotocopia sul fenomeno Facebook pubblicati oggi su Corriere.it e Stampa.it (che hanno probabilmente come fonte questo pezzo di AdnKronos come segnala Akille) non e’ tanto che siano articoli sciocchi e deprecabili (lo sono per carita’) quanto che una simile gestione industriale dei contenuti (tutti ricopiano il solito pezzo acquistato, refusi compresi senza preoccuparsi nemmeno di mescolare un po’ le frasi o di citare la fonte) rende un pessimo servizio ai siti editoriali stessi ed alla loro reputazione, smontando ogni velleita’ culturale della gestione delle informazioni. Una cruda real politik che certamente esiste da tempo ma che mai come oggi e’ resa evidente dal disinteresse degli attori che la praticano e che racconta, con pochi brevissimi tratti, la pochezza di molta parte del giornalismo contemporaneo, ridotto a industria di impacchettamento di parole a caso.
Ottobre 22nd, 2008 at 23:14
Un po’ come le paste secche delle feste del liceo (quelle col lento da intorto).
Restavano nei vassoi e cambiavano taverna a seconda delle occasioni, finchè qualcuno non si decideva a toglierle dalla palle.
Quegli articoli sono ‘sfogliate con glassa al cioccolato’.
Cattive, e senza alcun appeal
Ottobre 23rd, 2008 at 00:01
L’aspetto rilevante di questo post è che fa le pulci ai produttori di notizia, come ormai di costume, mentre ne liquida velocemente i contenuti come sciocchi e deprecabili. Posizione direi parassitaria, riguardando la rete, dato che al momento di contenuti alternativi non ne vengono proposti. Btw, e Second Life?
Elena
Ottobre 23rd, 2008 at 06:53
mante, sai, pensavo: prima o poi dovrai scrivere un post sulla prevalenza dell’hater; mi riferisco a quelli come elena e i vari siti che pelano vivi te e i tuoi amichetti; tutti quanti colpevoli (te ed i tuoi amici, intendo) di esistere e di essere amici. e ovviamente di scrivere sempre quelle tre cose, come direbbe qualcuno qui. io per la verita’ posso capire che quello che scrivi tu possa risultare non piacevole (e’ un mondo libero, no?) ma non si capisce bene che alternative propongano gli hater. dato che la stampa mainstream non va bene per i motivi che segnali nel post; e dato che nemmeno tu e i tuoi amichetti sete affidabili, anzi siete parassitari come dice elena, la domanda e’ (per elena e gli altri hater) “e allora che si fa?”.
il paradosso finale e’ questo: la presenza degli hater nei commenti di questo blog, ed in rete in generale, migliora la conversazione, giacche’ amplia notevolmente le prospettive; cosa assai introvabile nella carta stampata, per dire, o nelle TV, dove gli hater tipo grillo nemmeno li puoi nominare.
Ottobre 23rd, 2008 at 07:57
Elena, di quali “produttori di notizia” parli?
Io corriere, repubblica e la stampa li leggo solo per la cronaca e le tette, non certo per capire il web, quello lo capisco da solo…
Spiegami una cosa, parli di contenuti, ma i contenuti queste testate non li fanno su degli strumenti? Che senso ha? Non è come recensire un film o provare un’auto?
p.s.: vabbe, ammetto che la stampa la leggo solo per La Iena.
Ottobre 23rd, 2008 at 08:08
Del tutto d’accordo con Mantellini, il giornalismo contemporaneo è ormai cadavere, non c’è speranza. Il Corriere Fiorentino (inserto locale per Firenze e la Toscana) oggi raddoppia con un articolo ridicolo dal titolo “Web Pride”, riesce a occupare quattro colonne per non dire assolutamente nulla.
Ottobre 23rd, 2008 at 08:41
Premesso che trarre dalla lettura di un cattivo articolo la conclusione che ‘il giornalismo contemporaneo è ormai cadavere’ è un po’ come dire che siccome c’è un sito pedofilo tutta la rete è pedofila… Mantellini poi ha ragione, l’ansia di correre dietro alle mode e alle news (e ai risparmi di costi) fa sì che i quotidiani (altrove è pure peggio) si trasformino in un’immensa catena di montaggio e rimontaggio di notizie rimasticate e predigerite dalle agenzie. Poi se ne affidano la ‘cucina’ a uno che non ne capisce nulla, mentre magari quello che ne capisce qualcosa per suo conto è occupato a intervistare i parenti di un deceduto, allora accade il disastro.
Ma francamente non ne farei una guerra di religione.
Ottobre 23rd, 2008 at 10:12
Un minimo di attenzione in più avrebbe mostrato che la notizia è semplicemente una cybernews di AdnKronos e che viene trattata alla stessa stregua da Corriere e LaStampa. Che la comprano e la ripubblicano come semplice riempitivo. Si fa anche sulla carta stampata, solo che online è ovviamente molto più facile accorgersene. E’ palese che non si tratta di pezzi “firmati”. Da qui a trarre però un giudizio su “molta parte del giornalismo contemporaneo” un po’ ce ne corre. E’ un po’ come se osservando questo blog, che per la maggior parte dei post si limita a segnalare cose scritte da altri aggiungendo un breve commentino, tracciassimo un giudizio globale sulla qualità media della blogosfera italiana.
Che trovare da queste parti un contributo originale è ormai cosa rarissima, (altrove per fortuna non è ancora così).
Anche in questo caso sarebbe un mero esercizio di impacchettamento di parole a caso, di cui la polemica trita e ritrita sui giornalisti italiani vs. bloggers che ciclicamente ricompare qui, rappresenta comunque un esempio illuminante. Imho.
Ottobre 23rd, 2008 at 11:11
“Un minimo di attenzione in più avrebbe mostrato che la notizia è semplicemente una cybernews di AdnKronos e che viene trattata alla stessa stregua da Corriere e LaStampa”
Un minimo di attenzione in più avrebbe mostrato che la cosa viene detta alla terza riga del post.
Ottobre 23rd, 2008 at 11:45
io credo che questa vicenda non sia da sottovalutare. credo che sia una spia d’allarme sullo stato di salute delle nostre testate, sulle dinamiche all’interno delle redazioni, sulle prospettive di contratto/guadagno/carriera di chi fa il giornalista.
giovani in gamba, che scrivono bene e che hanno idee ce ne sono tanti a spasso..
perchè si arriva al copia/incolla?!
Ottobre 23rd, 2008 at 11:52
Emanuele mi attribuisci un ragionamento che non ho mai fatto. Perchè questa polemica?
Ottobre 23rd, 2008 at 12:12
@anonymous
“Un minimo di attenzione in più avrebbe mostrato che la cosa viene detta alla terza riga del post.”
Alla terza riga c’è scritto:
questo pezzo di AdnKronos
Io ho fatto distinzione tra il “pezzo firmato” e la “news anonima” che invece vengono messe qui più o meno sul medesimo piano laddove si scrive “la pochezza di molta parte del giornalismo contemporaneo” facendo quindi di tutta un’erba un fascio.
Semplificazione che è strumentale alla trita e ritrita polemica di cui ho detto.
Ottobre 23rd, 2008 at 14:36
Lock One, a parte il fatto che io non odio nessuno, ti faccio notare che qui – come in molti altri blog italiani Vib – quelli che tu chiami “hater”, quando non vengono censurati, parlano da soli, o al massimo con altri commentatori, ma non scalfiscono mai neppure lontaneamente il pensiero del blogger, che comunque non interviene.
Seconda cosa, i commenti, a mio avviso, non sono parte integrante di un blog inteso come mezzo di informazione, dato che vengono letti, credo, da meno del 10% dei lettori dei post. Per cui, il confronto tra i contenuti delle testate e i contenuti dei blog va fatto considerando solo i post.
Frap, si’, io osservando questo e molti altri altri blog Vib, “che per la maggior parte dei post si limita a segnalare cose scritte da altri aggiungendo un breve commentino”, come giustamente noti tu, in effetti traccio un giudizio globale sulla qualità media della blogosfera italiana (quella Vib) che e’ decisamente negativo.
All’informazione, la blogosfera dei piu’ popolari non offre nulla di piu’ dei comunicati Adkronos copiati dalle testate.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 23rd, 2008 at 16:23
Sì, ma qual è la differenza tra un giornale fatto in gran parte incollando agenzie e un blog fatto in gran parte linkando o incollando pezzi altrui con massimo tre righe di commento?
Ottobre 23rd, 2008 at 16:34
ma il punto non e’ scalfire il pensiero del blogger, e’ far venire il tarlo ai lettori – e poi non mi pare possibile che i commenti li leggano solo il 10%.
e comunque, evabbe’, non sei hater.
Ottobre 23rd, 2008 at 16:38
Hater? No, vi prego.
Se il tema è la Facebookmania fra i 30-40enni, peraltro interessante, avrei apprezzato che Mantellini dicesse la sua nel merito, visto che è contiguo al suo mestiere. E poi magari a latere si poteva parlare dello scadimento della stampa. Dato che del gioco “in rete siamo tutti giornalisti” francamente non se ne può più.
Elena
Ottobre 23rd, 2008 at 16:55
VB Bertola: “Sì, ma qual è la differenza tra un giornale fatto in gran parte incollando agenzie e un blog fatto in gran parte linkando o incollando pezzi altrui con massimo tre righe di commento?”
Una sola: i giornali lo fanno per primi, perche’ le agenzie ce le hanno loro. Poi i blogger copiano dai giornali, poi le rubriche on line dei giornali ricopiano ancora dai blog (vedasi il Netmonitor lanciato da Zambardino per Repubblica.it). Nessuno sforna piu’ notizie o pensieri originali, perche’ costa troppo, ma tutti pubblicano e ripubblicano tonnellate di “post”, per ottenere dei link.
Lo aveva detto bene Dave Winer, peraltro uno dei padri del blogging, di certo non un “hater”, la primavera scorsa: “Bullshit about recycled bullshit about recycled bullshit and on and on”. Stronzate riciclate, all’infinito.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 23rd, 2008 at 17:06
Elena: “Se il tema è la Facebookmania fra i 30-40enni […] avrei apprezzato che Mantellini dicesse la sua nel merito, visto che è contiguo al suo mestiere”.
Il suo mestiere? Oh. Adesso gli appassionati di Facebook devono essere sottoposti pure a indagine radiologica, per scoprire che malattia hanno?
Lockone, secondo me i commenti in media sono letti da molto meno del 10% di chi passa di qui, ho esagerato. Io stesso seguo tantissimi blog solo in feed Rss, spesso non leggo mai i post interi, quasi mai leggo i commenti. Anche qui, leggo i commenti solo quando voglio commentare, altrimenti no.
D’altra parte, quando i contenuti sono troppi e di basso livello…
Come sui giornali on line, si scorrono solo piu’ i titoli, si legge forse un articolo su 1.000, e se c’e’ qualcosa di veramente interessante si va a cercare la fonte originale da cui e’ stato copiato. E dei forum dei lettori non te ne frega nulla.
Non e’ cosi’?
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 23rd, 2008 at 17:12
@vb
Io direi che +/- è un po’ come quando il bue dice all’asino: “cornuto!” ;-)
Ottobre 23rd, 2008 at 18:15
martellini è un giornalista? scusate io non sono del settore. non temo quindi di dovermi schierare dalla parte di quelli che peccano, che gli rode e quindi giustificano la situazione, nè di quelli che magari stanno fuori dal coro a fare gli “hater” (che parola idiota, mi sa che l’ha scovata un giornalista).
sono però una grande fruitrice (ma non una consumatrice!) di roba scritta. i giornali non li leggo più perchè, faccio un esempio su tutti, mi viene DA PIANGERE quando leggo che alessandro piperno scrive di cultura sul corriere usando parole un minimo edotte completamente a sproposito, decontestualizzandole, ma non da scrittore creativo (ahahahaha) , da vero ignorante.
non si possono comprare giornali così. qualcuno dice non è tutto uguale: si facciano i nomi di giornali italiani su cui scrive ancora qualcuno di serio, davvero io non riesco a trovarne.
e il peggio, la cosa davvero drammatica e tragica, è che il giornalista è diventato lo scrittore.
Ottobre 23rd, 2008 at 20:37
“Il suo mestiere? Oh. Adesso gli appassionati di Facebook devono essere sottoposti pure a indagine radiologica, per scoprire che malattia hanno?”
Metitieri, stai per caso paragonando Mantellini ad uno degli psicoanalisti bolsi e cashmirati abbonati a Porta a Porta?
Dai… Io no.
Il mio era solo un invito a stare sui contenuti, stavolta.
Elena.
Ottobre 23rd, 2008 at 20:56
Elena vado molto di fretta,
solo per dirti che non casualmente il mio ultimo contrappunti tratta proprio di Facebook visto che dici che avresti voluto leggere un mio parere al riguardo, quanto al resto della solita trita e triste polemica intentata dai soliti 2 affezionati commentatori di questo blog e’ inutile dire che il paragone fra un grande quotidiano e un blog personale come questo e’ scioccamente strumentale. E se anche non lo fosse, le differenza sono comunque macroscopiche e meiate da una cosuccia che si chiama denaro. Mi piace che come al solito una discussione su un tema secondo me importante (quello della perdita di rapporto umano fra la stampa ed il suo pubblico) debba lasciar il passo alle solite 4 sciocchezze.
Ottobre 23rd, 2008 at 23:01
Guarda MM che hai capito male (o non mi son spiegato bene io).
Il paragone non è affatto tra un grande quotidiano e il tuo blog. Il paragone è tra il tuo blog ed alcuni altri blog. Qui ti si faceva semplicemente notare l’evidente contraddizione tra il rinfacciare al “grande quotidiano” una pratica di “riciclo notizie” (peraltro regolarmente acquistate, come ha già spiegato altrove Anselmi della Stampa.it), in pezzi giornalistici comunque non firmati, ed il praticare poi sistematicamente e quotidianamente il medesimo sistema sul tuo blog, naturalmente con la sola eccezione dei tuoi “pezzi” (rari) che comunque pubblichi altrove e che, in tal caso, immagino ti vengano regolarmente retribuiti da PI, Nova24, ecc. ecc.
Quindi partendo dal deprecare una pratica che è collaterale (o marginale) e dichiaratamente non centrale nella costruzione dei quotidiani (viceversa è invece per il tuo blog) concludi il tuo post tracciando un sommario giudizio (la pochezza) su “molta parte del giornalismo contemporaneo”.
Il post che hai scritto è su questo e non su Facebook e non a caso inizia con “L’aspetto rilevante della vicenda… ecc. ecc.”.
Dove avresti dissertato sulla “perdita di rapporto umano fra la stampa ed il suo pubblico”, quando parli invece di servizio, reputazione e velleità culturale, io francamente non l’ho capito.
Questo se le frasi che scrivi hanno un minimo senso in lingua italiana ed a meno che non si tratti invece di “impacchettamento di parole a caso”.
Naturalmente trattandosi di una evidente articolata critica al tuo modo (comunque legittimo) di intendere la gestione di un blog, la tua risposta (anche questa trita e ritrita) non poteva che essere: si tratta delle solite 4 sciocchezze che arrivano dai soliti 2 affezionati commentatori.
Una replica che, per dirla con le tue parole, “racconta, con pochi brevissimi tratti, la pochezza” delle tue argomentazioni nel merito.
Imho.
Buon we a Londra e fai il bravo, ciao.
P.S. Per chi avesse dei dubbi, non sono un giornalista.
Ottobre 23rd, 2008 at 23:14
Elana: “Metitieri, stai per caso paragonando Mantellini ad uno degli psicoanalisti bolsi e cashmirati abbonati a Porta a Porta?”
No, per nulla. Sto solo dicendo che Mantellini fa il radiologo, non il giornalista, e che scrive qualcosa giusto nei ritagli di tempo tra il lavoro, un barcamp e un viaggio a londra. Scrivere di Facebook , di fatto, non e’ il suo mestiere. Io personalmente vedo i suoi pezzi come “pareri di un utente”.
Lock One, come vedi, qui parliamo da soli, perche’ il proprietario del blog, se solo esprimi opinoni differenti dalle sue, non solo non li discute mai e non prova a entrare nel merito, ma li bolla con un disprezzo per nulla celato come: “le solite 4 sciocchezze”.
Fregandosene tra l’altro del fatto che cosi’ facendo insulta tutti i suoi commentatori, o piu’ in generale chiunque non condivida il suo pensiero o non apprezzi incondizinatamente i suoi scritti.
Sinceramente, in questo livello di interattivita’ con l’autore, che e’ un’interattivita’ o inesistente o esercitata solo per deprecare i propri lettori, non vedo nulla di meglio della non-interattivita’ che esiste su una tradizionale testata di carta.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 23rd, 2008 at 23:18
Frap,
secondo me continui a mescolare le mele con le pere. La logica di rete dei blog e’ centrata in una buona parte sul link, quella dei quotidiani no. La prima e’ una cosa sulla quale si puo’discutere (dal mio punto di vista sana e utile che crea un filtro sociale per me efficace), la seconda e’ una deriva comoda e pericolosa (perche rimanda il controllo di quanto si scrive ad altri soggetti) e – soprattutto- capace di incrinare il rapporto fiduciario (se ancora un po’ c’e’) fra giornale e suo lettore. (con qualefaciaillettore del corriere trova il medesimo pezzo su La Stampa?) Vero e’ che molte di queste dinamiche per il lettore medio sono opportunamente nascoste ma l’uso di simili servizi di fatto rende i quotidiani tutti uguali e aumenta la loro distanza da chi li legge.Di questo mi sarebbe piaciuto discutere
Ottobre 23rd, 2008 at 23:44
Mante, il tuo articolo su Facebook era centrato sul tema barboso dell’etica del nick.
Mentre gli identikit divertenti – citati, copiati o come ti pare – dei pezzi di stampa per me sarebbero da approfondire. Non senza un po’ di autoironia. La rete ne è piena.
Ottobre 23rd, 2008 at 23:45
Elena
Ottobre 24th, 2008 at 00:23
Secondo me la Golden Delicious (gialla, succosa e aromaticamente dolce) e la Granny Smith (verde, fresca e dalla polpa compatta) sono comunque mele, peraltro entrambe dal sapore delicatamente acidulo.
Ora prendi il tuo blog, elimina per un momento i rari “pezzi” che pubblichi altrove, e immagina di avere uno strumento automatico capace di raccogliere gli interventi che vai lasciando qui e là , in commento ai post altrui, preceduti da un simpatico titoletto e con link del post commentato a seguire inserito.
Un aggregatore personale di commenti, insomma. Ora spiegami il reale valore aggiunto di questa cosa che, secondo te, creerebbe un “filtro sociale” nella dinamica di rete.
Io credo che un blog così sia poco più che un torsolo, la polpa dove sta?
La deriva “comoda e pericolosa” dei giornali ci sarebbe se una parte consistente dei quotidiani fosse costruita di pezzi anonimi comprati da agenzie.
Io leggo regolarmente quotidiani online e cartacei ed è di tutta evidenza che la parte preponderante è tuttora costituita di articoli firmati.
E ti sfido coi numeri a dimostrare il contrario.
Poi si potrà discutere sulla qualità media dei contenuti, ma questo è un altro topic.
Ottobre 24th, 2008 at 00:27
EC
…e con link del post commentato a seguire, inserito in automatico.
Ottobre 24th, 2008 at 10:06
Frap, concordo sui blog visti come torsoli. Ovvero: riportini, come erano una volta i capelli di Schifani, con solo l'aggiunta di tre righe, e in piu' di solito scritte in fretta e criptiche (anche quest'ultimo commento di mantellini non e' che sia stato fatto con calma e che sia molto comprensibile).
Sui grandi media, pero'… anche i pezzi firmati spesso sono frutto di copiatura. Anzi, io trovo molto piu' onesto e corretto l'articolo criticato da mantellini (e' un'agenzia, presentata esplicitamente come tale) di tanti altri firmati.
Mantellini, malgrado le sue aspirazioni da new-mediologo, nelle sue critiche ai media sbaglia quasi sempre il bersaglio.
Di recente, avevo scritto una pagina sul Corriere del Ticino, di analisi su come i media hanno parlato di Second Life. Non e' on line, ma on line si trova ancora una breve anticipazione che ne avevo fatto mesi prima su Week.it, se ti interessa:
http://www.weekit.it/index.php?option=com_content&task=view&id=39027&Itemid=1
Come vedi, neppure la firma e' piu' garanzia di qualita', o non sempre.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 24th, 2008 at 12:31
Ma che ne sa un blogger di cosa significa rispettare tempi di consegna e spazi assegnati, abbiate pazienza? Che ne sappiamo?
Se ti danno 20 righe e ne scrivi 25 devi tagliare, se ne scrivi 10 ti tocca allungare il brodo.
E un giornale deve uscire tutti i giorni con tutte le pagine riempite, 64 son tante eh!
Si può dedurre lo stato del giornalismo partendo da un articolo sciocchino su una roba, Facebook, che tutto sommato non è niente di serio?
E’ un giochino, un hobby per nerd, persino uno status symbol in questo periodo, che IMHO si sgonfierà nel giro di qualche settimana(*). E se in un articolo ne parlano male o se lo stesso articolo fuffa compare su più testate ne deduciamo la pochezza del giornalismo contemporaneo?
Secondo me è esattamente questo perdere di vista l’importanza delle cose.
(*) a meno che non diventi qualcos’altro, tipo un gestore di identità digitali come non è mai riuscito ad essere Passport.
Ottobre 24th, 2008 at 15:20
A me sembra che il frame usato da alcuni (i giornali non capiscono una mazza della Rete) stia diventando stucchevole quanto quello usato dai giornali (la Rete, roba da deviati). Eh poi sì, con queste robe ci si riempe il giornale che le pagine sono tante, non ci si può certo basare un’analisi del giornalismo.
Magari c’è da chiedersi se non stiano diventando un po’ troppi questi articoluzzi dati in outsourcing (puttanate in libertà le chiamava il mio prof di giornalismo), che detto per inciso, sono anche tra i pezzi più apprezzati dai lettori, indagini di mercato alla mano. Saluti
Ottobre 24th, 2008 at 17:10
Oh, anonymous, le riprese dai comunicati di agenzia adesso si chiamano “outsourcing”? Vi insegnano cosi’, nelle scuole di giornalismo? E i plagi veri e propri cosa sono, rielaborazioni autonome in hosting?
;-)
Comunque, guarda che a non firmare non fai fare una gran bella figura alla categoria. Il solito giornalista ignorante che non sa manco comunicare in Rete come si deve…
Sul fatto che l’outsourcing sia il piu’ gettonato, se parliamo di on line, non avevo dubbi. Idem l’ultima vidoeclip di Britney Spears, dove e’ mezza nuda (e ha ripreso la forma di un tempo, direi).
La cosa che forse sfugge a te e alle grandi testate e’ che questi contenuti non qualficano un marchio, anzi, non vengono neppure visti come contenuti giornalistici. Di fatto, sono cose che qualsiasi agenzia di comunicazione e’ in grado di fare, allo stesso identico modo ma con costi nettamente inferiori.
Per cui, fine del prestigio del marchio di una testata, fine del riconoscimento del valore aggiunto della professionalita’, e on line vincera’ chi sa fare piu’ in fretta e con un miglior posizionamento sui motori una sorta di mesh up (per usare un termine 2.0 di moda) con videoclip, anteprime di calendari, un po’ gossip, qualche agenzia e una bella dose di tette.
E tu potrai andare a coltivar patate.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 24th, 2008 at 17:16
Scusate, volevo dire mash up, ovviamente. Ma stavo ascoltando il solito intervento on line dove si danno le reti mesh come gia’ esistenti, e senza spiegare cosa sono, che cosa fanno esattamente e con che tecnologia sarebbero state realizzate (e spero che a qualcuno fischino le orecchie…)
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 24th, 2008 at 18:18
@metitieri
1 se ho parlato di outsourcing è proprio perché non mi riferivo solo ai comunicati di agenzia ma anche algi articoli dati, appunto, in outsourcing
2 non sono giornalista né ci tengo a diventarlo, sull’_ignorante_ sorvolo, ma mi sa tanto che un po’ di tempo _a coltivar patate_ dovresti passarlo tu.
3 se scrivo da anonimo sono solo affari miei, che per caso senza un nick o un link autopromozionale i commenti perdono di senso?
anonimo di prima
Ottobre 24th, 2008 at 23:21
Ah, Ok, anonymous, scusa. Allora rettifico: non “il solito giornalista ignorante”, ma “il solito laureato ignorante in scienze della comunicazione”, che non sa manco comunicare decentemente on line.
;-)
Ho indovinato, questa volta?
Per risponderti seriamente ed evitando le battute, si’, senza firma e senza spiegazioni i commenti sono poco chiari, per esempio se parli di corsi di giornalismo senza precisare quali, dove e perche’.
E a zappare patate o a pulire la merda in stalla io ci sono gia’ stato, quando avevo un’altra eta’ e un fisico piu’ resistente. E’ molto formativo, comunque, soprattutto per lo spirito. Te lo consiglio vivamente.
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 24th, 2008 at 23:58
Metitieri scusa. Ma su quali basi ti senti certo di dare de “il solito laureato ignorante in scienze della comunicazione”?
Sul fatto che ogni santa volta tu scriva
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
?
Come se questa cosa qualificasse il tuo intervento?
Il commento dell’anonimo a me è parso chiaro e dibattibile.
Non accatastare parole e citazioni a caso.
Ogni tanto chi, come me, capita qui, vorrebbe che si parlasse di un qualche punto.
Elena
Ottobre 25th, 2008 at 00:29
Elena, la mia firma qualifica il mio intervento perche’ a quell’indirizzo c’e’ un mio cv completo, nonche’ una piccola foto, cosi’ memorizzi meglio con chi stai parlando e forse la prossima volta te lo ricordi e ti ricordi anche che cosa ci eravamo gia’ detti in passato. E la rimetto sempre in fondo, anche se in teoria dovrebbe gia’ essere nell’intestazione del post, perche’ non sempre o non dappertutto l’intestazione funziona.
Ora, che uno dei problemi connessi alle conversazioni on line sia proprio quello di riuscire a connotare l’interlocutore e di ricordarselo da una volta all’altra, e’ cosi’ banale che nei miei libri non lo scrivo neppure.
Sei d’accordo?
Dopodiche’, il commento di uno che parla di un corso da giornalista, ma non sa sa quale, e non si sa se lui e’ giornalista o no, o cosa intende per outsourcing (perche’ non credo che il comunicato/articolo criticato in questo post sia un outsourcing) *non* era affatto chiaro.
Anche l’abitudine di dire (lo fanno in molti, anche Mantellini) io “ho dati alla mano”, senza dire quali, non si fa. O precisi quali dati, o i dati e’ come se non li avessi, soprattutto se non sappiamo chi sei e quindi non possiamo neppure valutare *se* crederti o no sulla parola.
E’ chiaro anche questo?
Detto tutto cio’, ma che vi costa firmare con un nome e cognome “umani” e specificare almeno, in una pagina connessa, quanti anni avete, quale titolo di studio, e che lavoro fate? Mica vi si chiede la religione, il voto, o la perversione sessuale preferita… E non stiamo neppure parlando di chissa’ quali segreti di Stato.
Per prendermela con qualcun altro, io ne ho le palle piene di dover controllare ogni due o tre settimane se Lorenzo Lazzeri e’ Spider o e’ Lunar, e ho rinunciato da anni a ditinguere Squonk da Lock One. E firmatevi decentemente, e che palle…
Ciao, Fabio
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 25th, 2008 at 13:43
@metitieri
per tranquillizzarti: era la prima volta che rispondevo a un tuo commento e sta sicuro che non commetterò più questo errore. buoni flame
l’anonimo di prima
Ottobre 25th, 2008 at 13:46
PS prima che tu me lo faccia puerilmente notare: sì, mi sono dimenticato un apostrofo…..
l’adp
Ottobre 25th, 2008 at 20:43
Anomimo, non preoccuparti, anche io rispondo sempre meno spesso, agli anonimi. E di giornalisti in giro ne troverai sempre di meno.
Mi stupisce che la blogosfera dei new-mediologi posti ogni volta che qualcuno di loro fa quattro conti malfatti, con il pallottoliere, ma non legga e non commenti mai i dati reali:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/10/espresso-bilancio-nove-mesi.shtml?uuid=64ea102a-a03d-11dd-b23c-4c4868599d2c&DocRulesView=Libero
Ciao, Fabio.
http://xoomer.alice.it/fabio.metitieri
Ottobre 28th, 2008 at 18:34
Caro Massimo, Luca De Biase all’Internet Governance Forum che si è tenuto settimana scorsa a Cagliari mi ha segnalato questo tuo post, che francamente mi era sfuggito…e sebbene in ritardo ci ho tenuto a trovarlo per poterti ringraziare per l’attenzione con cui ci leggi e risponderti che ovviamente hai ragione, su Internet non bisogna pubblicare le agenzie stampa che abbiamo a disposizione per il giornale senza dare agli utenti la possibilità di conoscerne la fonte precisa. E’ un’abitudine che nei giornali ci portiamo dalla carta (perchè si da per scontato che si sappia che tutti i pezzi non firmati sono d’agenzia…più o meno ritoccati), ma che sul Web ha un effetto boomerang. Cerco di stare attenta che non capiti, ma non sempre riesco a stare dietro a tutte le pubblicazioni (siamo pochi, il lavoro è tanto, e per “popolare” di news i tanti canali del sito capita di fare le cose non accuratamente come vorremmo…). Il canale Tecnologia è “a cura di Anna Masera” quindi me ne assumo la responsabilità e chiedo scusa. Grazie e alla prossima! :-)