06
Ott
Una delle ragioni per conitnuare a tenere un blog e’ quella di poter immaginare dei titoli per i post. I titoli sono non solo importanti ma spesso sono la ragione stessa per cui si scrivono due righe. I titoli per me sono divertenti. Ci pensavo poco fa leggendo il titolo dell’ultimo post di Luca De Biase, anch’egli, noto con sommo gaudio, per una volta convertito alla ricerca del titolo ad effetto. Il suo ultimo post sull’insensato allargamento della caccia in questo paese si intitola “Sparare cacciate”. Grande. Pensando ai titoli dei post mi viene in mente una vecchia discussione con Michele Boroni, anch’eglicome me grande estimatore della magia della sintesi in tre parole. Mi diceva Michele una sera che nella sua mente il post perfetto e’ un post “solo titolo”. Difficle dargli torto. Come e’ impossibile non ricordare che il miglior titolo comparso nella blogosfera italiana fra quelli che io ricordi, deve andare attribuito a Camillo che, in occasione dell’improvviso viraggio al biondo della incerta chioma di Michele Santoro qualche tempo fa titolo’ l’impagabile : “Wella ciao”.
Ottobre 6th, 2008 at 11:58
E’ vero. A volte i titoli vivono di vita propria e se ne stanno in archivio in attesa di essere conditi con un post.
Ottobre 6th, 2008 at 12:10
Mah, ultimamente mi sto ricredendo sul titolo ad effetto. Il titolo lo preferico chiaro (scabro) ed essenziale, piuttosto che creativo e oscuro.
E possibilmente non tutto maiuscolo…
Ottobre 6th, 2008 at 12:33
Anche io mal sopporto questa idea (sembra copiata dal blog di luca sofri) di dare titoli che non si capisce cosa vogliano dire – il più delle volte non leggo il post perche’ non capisco di cosa parla :(
una volta ogni tanto puo’ anche essere divertente, alla lunga risulta antipatico :)
Ottobre 6th, 2008 at 12:36
Al riguardo calza a pennello questo post di Vittorio Pasteris
http://www.pasteris.it/blog/2008/09/30/profumo-di-passera/
Ottobre 6th, 2008 at 13:41
tra i tanti temi disponibili su wordpress, ne ho scelto uno che sembra twitter, e di fatto trasforma la prima riga del post nel titolo. . Il vantaggio è che ti consente di inserire i post senza entrare nel pannello di amministrazione.Il titolo non viene neanche visualizzato, risolto il problema.
Ottobre 6th, 2008 at 14:25
A volte è così, in effetti (il post di oggi su spinoza l’ho scritto solo perché avevo già trovato il titolo).
(l’importante è contenersi ed evitare la deriva opposta, quella del calembour ad ogni costo. Un gioco di parole deve avere genesi fulminea: a volte viene, altre no)
Ottobre 6th, 2008 at 14:39
Si, il titolo ad effetto e divertente può piacere, certo. Però ormai preferisco contestualizzare con ciò che si scrive. Altrimenti poi ci si lamenta di overload, motori di ricerca e blablabla. :)
Ottobre 6th, 2008 at 15:10
Io invece, su internet soprattutto, preferisco i titoli descrittivi
Ottobre 6th, 2008 at 17:15
del resto oggi che crolla la borsa, un titolo sui titoli non e’ affatto male.
Ottobre 6th, 2008 at 18:36
Quando viene, però, viene.
Ad esempio:
Il Maestro Unico
Ottobre 6th, 2008 at 22:02
Ma certo: titolo a effetto, due righe di frescacce e il post è bello che pronto.
La pluriennale diatriba mantelliniana blogger vs giornalista qui l’hai sintetizzata a meraviglia.
Ottobre 7th, 2008 at 09:45
A volte si invertono i fattori: titolo con frescacce e due righe ad effetto. Il risultato però è sempre lo stesso. I giornalsiti sentitamente ringraziano.
Ottobre 7th, 2008 at 09:47
E cosa dire allora di quei titoli con frescacce seguiti da due righe ad minchiam?
Ottobre 8th, 2008 at 00:25
Ma “Wella ciao” non era un titolo del Manifesto sullo stesso argomento?
(forse ricordo male io, eh…)
Ottobre 8th, 2008 at 17:51
Io preferisco i Titoli di Stato, al momento sono i più efficienti…
Ottobre 13th, 2008 at 06:58
Il titolo a effetto funziona
a) a piccole dosi
b) se sei un blogger noto (di cui si legge tutto comunque)
c) se segui pochi feed già selezionati
Se cerchi di pescare nella massa dei feed o se leggi gente prolifica stile scoble non puoi fare a meno di avvalerti di titoli descrittivi.
Eppoi sono 25 anni che sono rimasto scottato da un titolo di “fotografare” tulle tecniche di retinatura che recitava…
…vieni avanti retino…