Oggi Alessandra mi diceva di un colloquio ascoltato fra due signore di una certa eta’ nella sala d’aspetto di un ambulatorio ospedaliero questa mattina. Una dice all’altra: “Sa, quando sento di quei barconi con centinaia di extracomunitari che si ribaltano e ne muoiono annegati 60-70, penso, beh meno male, qualcuno in meno che arriva qua da noi”. Questa breve frase, nella sua disarmante normalita’ rimanda ad un bell’articolo di Stefano Rodota’ su Repubblica di oggi. Rodota’ cita alcune frasi pronunciate nei giorni scorsi a raduni leghisti come per esempio “Macche’ moschee, gli immigrati vadano a pregare e pisciare nel deserto” (Giancarlo Gentilini) o anche “Non ci rompete piu’ i coglioni con gli immigrati, vecchie facce di merda” (Mario Borghezio, parlamentare) e spiega il recente successo elettorale della Lega con la capacita’ di radicarsi nel territorio per diventarne il collante sociale. Un territorio umanamete tanto povero (eviidentemete) da poter risultare sensibile a stimoli di questo tipo. Termina Rodota’:
Razzismo? La parola spaventa ma deve essere pronunciata. Di fronte a vicende drammatiche, spaventosamente eloquenti, ecco subito l’esorcismo: Milano non e’ razzista, Roma non e’ razzista e via elencando paesi e citta’. Che cosa vuol dire? Vi e’ una specie di immunizzazione territoriale per cui qualsiasi cosa accada in certi luoghi il contagio razzista e’ impossibile? Sappiamo che non e’ cosi’. I razzisti sono tra noi, non in Italia soltanto, ma noi dobbiamo chiederci se stiamo facendo abbastanza non solo per combatterli, ma per evitare che si sentano i veri rappresentanti del tempo.
Settembre 23rd, 2008 at 18:42
Io direi “spara razzate”.
Comunque non fa ridere (è il tema in sé che non stimola l’umorismo…)
Vabbé, il razzismo, come altre cose pessime, è in sé funzionale a che qualche egoismo ci guadagni su.
Settembre 23rd, 2008 at 18:49
da padovano mi sento però di dire che razzisti non si nasce ma si diventa, dopo che gli extra-comunitari (ma purtroppo non solo extra) si sono impossessati delle nostre città privando i cittadini italiani della sicurezza che meritano.. si parla spesso di combattere il terrorismo, ma ci si dimentica che il terrorismo vero, quello che “terrorizza”, avviene nelle nostre città giorno dopo giorno senza che nessuno lo combatta.. e non mi stupisce che la gente sia stanca, ma non del colore della pelle o di tratti fisici, ma dei comportamenti che spesso accompagnano molte persone che quei tratti portano.. venite a trovarci a padova e capite cosa ha spinto un sindaco di sinistra a alzare un muro..e molte altre città son messe anche peggio forse.. combattere il razzismo dovrebbero farlo loro comportandosi bene..
Settembre 23rd, 2008 at 19:11
>dovrebbero farlo loro comportandosi bene..
Più frase razzista di così, che fa di tutta l'erba un fascio… vietando l'individualità delle persone e considerandole tutte omogenee a certi comportamenti…bah, uno razzista può anche evitare di diventarlo, diciamo che c'è chi è più propenso a trasformarsi (e non dipende solo dal Q.I. ma anche dalla propria cultura).
Settembre 23rd, 2008 at 19:46
La stagione dell'amore… leghista (no Mango, no Battiato, eh).
Un video meraviglioso, soprattutto negli ultimissimi minuti, per le affermazioni di Borghezio:
http://it.youtube.com/watch?v=apzSPfvIfCY&feature=related
:-D
Settembre 23rd, 2008 at 20:32
Il problema è che manca una parola. “Razzista” non è quella giusta.
Io non ho assolutamente nulla contro gli stranieri in generale, sono stato fidanzato con un albanese e lo posso dire con un certo orgoglio, perchè era una persona splendida.
Però non sopporto i maruga.
I maruga, per intenderci, sono quelli che hanno tra i 16 e i 40 con le facce poco raccomandabili, che stanno in gruppo al bar alle 4 di pomeriggio, quelli che quando parlano al telefono urlano, quelli che sul treno si tirano via le scarpe, ecc. insomma sono quelli che preferiresti non incrociare la sera in un vicolo. Poi magari non ti fanno nulla…ma sai.
Insomma, avete capito bene a chi mi riferisco.
Ecco, io sono razzista per i maruga. Lo ammetto. Non mi piacciono e non mi fido di loro. E penso che lo stesso valga per moltissimi italiani.
Il fatto è che manca una parola per etichettarci.
Tutto qua ;-)
Ciao,
Fabio
Settembre 23rd, 2008 at 20:56
Il razzismo non c’entra nulla, ma le anime belle e gentili dei blogger fighetti e con le ville in collina (e/o al mare), gli appartamenti nelle zone bene delle città , le scuole private (o pubbliche ma nelle classi “raccomandate”), i lavori da elite intellettuale eccetera, fanno finta di non capire.
A volte, addirittura, oserei dire che non capiscono proprio, in buona fede.
Non capiscono perché loro non hanno mai provato ad avere nell’appartamento di sopra o a fianco, con un muro o un soffitto di cartone, una famiglia di immigrati con tre o quattro o anche cinque figli che fanno un casino immane fino a tarda sera, e se provi a dire qualcosa ti minacciano e ti urlano che sei “italiano razzista”.
Non capiscono perché non hanno visto il loro quartiere che in pochi anni è stato devastato da sporcizia, invaso da persone che sputano in terra ogni secondo, pisciano sui muri, rompono le bottiglie, molestano le ragazzine.
Non capiscono perché non hanno visto il loro (brutto) lavoro passare di mano e finire alla manodopera a bassissimo costo.
Non capiscono perché non hanno i figli a scuola con venti extracomunitari in una classe da venticinque alunni.
Quindi, ricapitolando, e facendola facile per le suddette anime belle, fighette e chic: non si tratta di razzismo. Si tratta di “culturismo”, nel senso di cultura. A me, da sempre persona di sinistra, frega nulla se le persone sono nere o gialle, cristiane o musulmane, se vengono dalla svizzera o dal pakistan.
A me interessa di poter vivere in tranquillità e serenità , e poiché non posso permettermi ville in collina, scuole private eccetera, occorre che la comunità nella quale si svolge la mia esistenza abbia un certo grado di omogeneità culturale, occorre che le persone con le quali devo giocoforza condividere l’esistenza sentano il bisogno di adeguare le loro abitudini alle mie.
Ecco, sappiatelo, anime candide: questo non accade. Mai. Provate voi a vivere come la gente che con la vostra spocchia facilona etichettate come razziste. Fatelo con la consapevolezza che domani sarà peggio di oggi, e poi vedremo quanti delle vostre belle parole non vi rimangiate.
Chiudo con una domanda retorica: chissà perché i campi nomadi non li aprono mai sotto casa di qualcuno di voi, anime candide.
Settembre 23rd, 2008 at 23:36
è inutile, questi balordi qua sopra non lo ammetteranno mai di essere razzisti, si nasconderanno sempre dietro a un dito e cercheranno sempre qualcuno a cui dare la colpa se hanno vite, quartieri e città di merda. fate una vita da cani, con tutto il mondo intorno che continua a girare e voi che non ci potete fare proprio niente se non rodervi il fegato ogni volta che vedete un nero che passa per strada. nel nord-est soprattutto, non avete più niente, natura, istruzione, curiosità verso il mondo. cominciate a lavorare in età scolare per comprarvi macchine coca e telefonini, in capannoni che si estendono a perdita d’occhio, siete schiavi e prigionieri delle cose che volete comprare, avete sempre il terrore di perdere quelle quattro cianfrusaglie che vi siete accattati. e intanto in carcere ci vivete voi, atterriti dalla paura, dietro porte blindate e sbarre alle finestre. siete dei paranoici, mi fate pena, siete un peso morto per l’intera umanità .
Settembre 24th, 2008 at 00:20
vedi che il genio qui sopra ha capito tutto.
Vorrei poterti risentire quando dovrai ritirare i tuoi figli dalla scuola pubblica perché in classe sono al 95% stranieri e, ovviamente, non sapendo la lingua e avendo difficoltà a leggere e a scrivere (alle medie!!), i professori non possono insegnare una sega ai quattro italiani rimasti.
Ecco, quando dovrai pagarti la retta della scuola privata per assicurare una istruzione decente ai tuoi figli (altro che coca e telefonini, grande testa di cazzo) vedremo cosa scriverai…
Settembre 24th, 2008 at 00:38
Sono d’accordo con Michele, il padovano, nell’affermare che razzisti non si nasce ma si diventa. Io non ero razzista, lo sono diventato anche se solo nel senso più lato cioè nell’atteggiamento passivo di insofferenza per gli extra-comunitari.Atteggiamento che si è realizzato relativamente ad atti di violenza compiuti verso di me e la mia famiglia quando abbiamo subito un furto in casa mentre dormivamo (furto realizzato da albanesi identificati dalla polizia scientifica mediante le impronte digitali lasciate in casa nostra). E’ facile parlare da buon padre di famiglia di antirazzismo quando non sei coinvolto in prima persona da episodi di violenza generati da extracomunitari clandestini delinquenti. Quando ti vengono a limitare la tua libertà o ad appropriarsi dei tuoi beni, diventi razzista, forse non lo diventi, ma stento a credere, se possiedi grandissima fede religiosa o politica. L’atteggiamento , peraltro, che si rafforza ogni giorno sempre di più per il continuo stillicidio di fatti di violenza letti sui giornali o visti in tv, o di moralità calpestata o di richieste sempre più pressanti dalla sanità alla religione. Se ci comportassimo così a casa loro che cosa accadrebbe? Andremmo a marcire nelle loro patrie galere. Chi sbaglia deve pagare!. Basta clandestini,Su cento extracomunitari, 80 sono clandestini.La gente non ne può più di falsa demagogia.Mi rivolgo ad Alessandra, che peraltro saluto con affetto, attenzione Ale, quando accadono cose come sono accadute a me si cambia pensiero. Diventi intollerante, vivi nel terrore e necessariamente sconfini nel razzismo. Non sei portato “a porgere l’altra guancia†se non sei un fervente credente a 360°.La gente è stufa della delinquenza dei nostri connazionali e maggiormente stufa della sopraggiunta delinquenza degli extracomunitari.
Settembre 24th, 2008 at 00:39
95% di stranieri a scuola? ma dove li hai visti, pallonaro.che non sanno la lingua, poi, perchè è ovvio che la lingua che si parla è determinata dai geni e non dal luogo in cui si cresce. e poi se i ragazzini italiani sono ciucci è colpa del negro che c’è in classe e non del cervello bollito dalla playstation. e i genitori che lavorano nelle vostre fabbrichette di merda non dovrebbero mandare i figli a scuola perchè turbano i vostri rampolli. io i miei figli li mando alla scuola pubblica, chi c’è c’è, li cresco come persone rispettose del prossimo e del diverso, ho fiducia nell’integrazione e nella contaminazione di culture. tu coi tuoi tappati in casa. vi chiamiamo noi quando l’emergenza è passata
Settembre 24th, 2008 at 00:43
L’intervento sono d’accordo con Michele ecc…non è anonimo ma la parternità è mia( Ivan). Non volevo nascondermi dietro l’anonimato!!!!!!!Purtroppo è partito così.Non non ho nulla da vergognarmi.
Settembre 24th, 2008 at 02:33
Noi… che siamo italiani(scimmietta e mandolino: per delucidazioni leggere “L’Orda” di Gian Antonio Stella); noi che abbiamo 95% di stranieri nelle classi ma che i più bravi sono loro(statistiche alla mano); noi che non li vogliamo nelle nostre città e che quando ci chiedono il perché rispondiamo che ogni volta che accendiamo la TV ci dicono che loro sono il male; noi che non capiamo che chi è più povero ha bisogno di vivere meglio ma anche di spiegarli il nostro modo di vivere; noi che se muore un italiano intervistiamo tutta la città per dirci che era un santo e invece se ammazziamo un ragazzo di 19 anni è perché sicuramente ha rubato e se ne ammazziamo 6 è perché sicuramente spacciano; noi che siamo definiti i zingari d’europa accusiamo i zingari di rubarci i bambini quando non c’è mai stato UNA sola CONDANNA verso i zingari ma ce ne sono state più di 500 verso gli italiani; noi che quando la camorra spara ci chiudiamo nelle nostre prigioni e invece gli immigrati scendono nelle strade è chiedono giustizia; noi che affittiamo le case in nero per 600-1000-1500 euro ma se un immigrato ruba un salame è un ladro; noi che diamo lavoro alle rumene e se le stupriamo non facciamo notizia ma se lo fa un rumeno c’è l’emergenza(ogni giorno ci sono 6 stupri, ogni 6 mesi c’è la notizia dello stupro da parte di un immigrato); noi che mettiamo sotto con la macchina una volta e non finiamo in carcere, lo facciamo per la seconda volta e non succede niente e cosi chiediamo di nuovo la patente ma se lo fa un immigrato deve bruciare all’inferno; noi che se ammazziamo nostra madre e il nostro fratellino dobbiamo essere capiti; noi che se ammazziamo nostro figlio tutti i tg dicono che abbiamo il diritto di vedere gli altri figli; noi che truffiamo migliaia di persone e non finiamo mai in carcere; noi che siamo falliti come civiltà diamo lezioni di educazione a chi combatte per la sopravvivenza… Facciamola finita e guardiamoci dentro di noi, e chi è senza colpa…
Michele 81
Settembre 24th, 2008 at 08:03
Finchè ci saranno persone che ragionano come nest ci saranno razzisti, è questo modo di idealizzare strumentalmente un problema reale senza minimamente farsene carico che ha causato i peggiori danni fino a portarci alla situazione attuale del tutti contro tutti.
E’ indicativo ciò che lui scrive, è l’espressione di un disprezzo totale per chi non ritiene alla sua altezza, di un egoismo che usa la propria misera ideologia come un’arma per potersi sentire superiore e migliore. Una finta tolleranza che sottotraccia nasconde il peggior razzismo che si possa esprimere, il razzismo che nasce da un presunto senso di superiorità intellettuale.
Dovremmo combattere prima di tutto questa ideologia del disprezzo per l’altro se davvero crediamo alla solidarietà e all’integrazione tra i popoli. Ma la vedo dura.
Settembre 24th, 2008 at 08:42
Vabbè, volevo divagare sull’idea di un cartello con scritto “comune derazzistizzato” all’ingresso di tutti i paesi, ma vedo che il discorso ha preso una piega un po’ più profonda.
Settembre 24th, 2008 at 09:43
Io voglio dire solo una cosa: andate a rileggervi e a ri-sentirvi le cose che si dicevano al nord negli anni ’60 sugli immigrati del sud. E poi meditateci un po’ su, se ne siete in grado, ovviamente.
Settembre 24th, 2008 at 10:10
>Io voglio dire solo una cosa: andate a rileggervi e a ri-sentirvi le cose che si dicevano al nord negli anni '60 sugli immigrati del sud
mi spiace, non è la stessa cosa.
Gli immigrati dal sud in quegli anni si integravano perfettamente nel giro di una o due generazioni, cosa che non accade nella grande maggioranza degli immigrati di fede musulmana.
Vorrei anche verificare, ma non ne ho modo, i numeri. Nel senso che non ho una idea precisa di quante persone si siano spostate da sud a nord e in quanti anni.
Settembre 24th, 2008 at 10:11
Avviso tecnico: dato il salto temporaneo da un sistema di commenti ad un altro la policy deicommenti di questo blog non e’ ora visibile come un tempo. Ve la riassumo: se non riuscite a discutere civilmente andatevene da un’altra parte, grazie.
Settembre 24th, 2008 at 11:13
Non ho capito che succede qualcuno può spiegarmi, che significa: se non riuscite a discutere civilmente andatevene da un’altra parte. chi ha fatto cosa?
Michele 81
Settembre 24th, 2008 at 11:17
Michele mi riferisco ad un commento che ho cancellato
Settembre 24th, 2008 at 11:33
si, mò è colpa mia se sei un razzista, se l’atto delinquente di un singolo ti fa odiare interi popoli. si, disprezzo i razzisti, li considero esseri inferiori. e poi io non sono tollerante, tollerare vuol dire sopportare a malavoglia qualcosa che ci sembra sbagliato. io invece trovo GIUSTO che le persone girino liberamente nel mondo, come individui liberi, che vengano puniti solo se delinquono (ma per reati veri non per il reato farlocco di “clandestinità ” inventato dai razzisti) e che per il resto possano vivere in pace e realizzare se stessi.
E’ questo pensiero che mi rende superirore a te e ti disprezzo perchè invece tu non ci arrivi e vorresti rendere la vita degli altri un inferno, caro anonymous nr x.
io sono superiore a te perchè tu sei razzista e io no
ps. anche il commento “95% di stranieri a scuola? ma dove li hai visti, pallonaro” era mio
Settembre 24th, 2008 at 12:37
Da svizzero, onestamente ne ho piene le scatole di ‘sti italiani che ora possono lavorare da noi grazie ai bilaterali. Arrivano con dei curriculum di sette pagine con scritto anche quando portano a pisciare il gatto ma non si capisce cosa hanno combinato seriamente nella vita. Parlano sempre, ad alta voce, con quel tono finto gioviale che dopo cinque minuti non ne puoi più: beviti il tuo caffè e stai zitto, no? Si mettono giacca e cravatta anche per mangiare la pizza e vestono i bambini per la festa quando li portano ai giardinetti: poi ovviamente non li fanno giocare perché si sporcano. Chiedono sempre favori, privilegi, sconti, eddai-su-cosa-ti-costa? Ti rompono sempre le palle perché la metà dei documenti è in francese o in tedesco e loro ovviamente smozzicano solo un po’ di inglese. E ovviamente tutto in Svizzera è carissimo e fa schifo, oppure pittoresco o buffo. Vi ospitiamo, vi diamo il triplo di stipendio con un contratto serio, parliamo pure la vostra lingua, abbiate un minimo di rispetto.
Settembre 24th, 2008 at 13:16
Mi sembra che elvetico ha fatto capire come bisogna comportarsi.
Quando trovate un extra o neocom che si comporta male, ditegli:
“perchè fai così? tu sei ospite, qua. Se io vengo nel tuo paese, mi adeguo alle tue regole, nel rispetto dei doveri e dei diritti civili delle tue leggi.
Se vado in paesi musulmani, non chiedo alcolici o carne di maiale.
Se vado in india, non chiedo carne
vaccina.
Etc.
Giò
Settembre 24th, 2008 at 13:20
ma come mai negli archivi del blog sono apparsi dei puntini? mah..
comunque rimanendo al post. Etichettare le persone come razziste per il semplice gusto di farlo è un pò riduttivo secondo me. In che senso? nel senso che non risolviamo il problema dicendo razzista a qualcun’altro. Ci sono molte persone che diffidano di immigrati (come lo siamo noi se andiamo negli stati uniti ad esempio vorrei ricordare) perchè magari nel quartiere hanno più immigrati e meno italiani.
Io personalmente non mi baso sulla nazionalità o sulla pelle per muovere dei pregiudizi che non ho. Tra l’altro se avessi avuto la pelle non diciamo nera ma un pò scura non mi sarebbe mica spiaciuto visto che son bianco come una mozzarella.
Poi questo non vuol dire che se la sera cammino e mi trovo in stazione o in certi posti della mia città dove ci sono molti immigrati (punti dove avviene regolarmente lo spaccio di droga come ad esempio proprio sotto il palazzo della regione..lo so lo so..è il colmo) non abbia del timore. Ma il mio timore non si tramuta mai in rabbia. Almeno per come sono fatto io. Posso aver paura ma da qui a dire che uno è razzista perchè, in determinate e specifiche situazioni, non si sente al sicuro. Secondo me il razzismo nasce laddove la paura, il timore si trasforma in rabbia e in violenza (non per forza di cose “fisica”, ma anche verbale). Forse è quello il momento in cui scatta un pò il tutto. Però cercherei comunque di non andare in giro a dire quello lì o quella città sono razzisti. Non penso si risolva così la cosa. Poi noi abbiamo come popolo una concezione molto strana di immigrato: un tunisino, un albanese, un africano etc (tutte terre a noi familiari ma molto “strane e confuse” all’occhio della gente) sono senz’altro immigrati. Mentre che sò, un australiano un americano o al limite anche un brasiliano sono australiani americani e brasiliani. Un pò ci condiziona il modo di pensare e le esperienze che ognuno ha avuto. Non c’è dubbio che un pò più su a queste cose bisognerebbe pensarci.
Settembre 24th, 2008 at 13:21
ah e non c’è dubbio che persone che dicono le cose scritte nel post aiutino a trasformare il timore, legittimo, in violenza, illegittima.
Febbraio 24th, 2009 at 20:53
Razzismo e xenofobia vengono additati di continuo ormai ad ogni tentativo di difesa dei propri diritti acquisiti (cittadinanza e nazionalità), laicità, quiete pubblica, perfino riguardo la peculiarità dei prodotti tipici locali…
Un scusante, quindi, strumentalizzata da giornali e TV di questo paese, che ne fa bandiera pur di non farsi escludere dal circo ipocrita dei governanti e dai lauti guadagni o sperperi di denaro pubblico che ne derivano.
Quanti personaggi al potere, manovratori meschini e intellettuali traditori sognerebbero mai di schierarsi?
Nessuno, come nessuno poi si ricorda di coloro che ogni giorno capitano sotto le violenze di ogni genere che scaturiscono da parte degli stranieri, delle minoranze religiose e culture straniere che entrano tranquillamente in Italia: dai prodotti economici copiati alle violenze fisiche terminanti con omicidi barbari dai particolari raccapriccianti (e come non se ne vedevano dagli inizi del secolo scorso).
Persino quella infide bandieruole di Veltroni e Berlusconi fanno guerra a tradimento contro un dittatore (Saddam) ma poi si smutandano innanzi a un altro (il dittatore Gheddafi) che ci ha sparato missili su Lampedusa e ucciso decine di pescatori siciliani, e che oggi preferisce mandargli immigrati perchè ne incassa le tangenti d’uscita e gli fornisce soldi a palate per RAI & Mediaset…
Il punto ora è resistere!
Non sviliamo ancor di più l’elemento sociale coesivo di tanti valori e identità diffusesi qui già da secoli, travestendolo con uno spirito democratico distorto, per illuderci che ‘siamo tutti uguali’ laddove a perdere, subendo le maggiori conseguenze, è sempre solo il singolo italiano malcapitato (che inutilmente cerca giustizia, poichè ha tutto da perdere qui a casa propria).
In nome di cosa quindi si dovrebbe continuare con tutto questo artificioso permessivismo e tolleranza, lasciandoci intossicare dalle accuse di antisemitismo, terrorismo, e xenofobia?
Per lasciare il nostro Paese, così, ai primi imbecilli venuti da fuori?
Non bastavano quelli di dentro…
P.S.: “sono contro i razzi statici”