Arrivati a questo punto, il quadro appare già molto più chiaro. Risulta evidente infatti che i gadget hitech hanno costi diversi nei diversi paesi non per via dei dazi o dei costi di trasporto, e nemmeno per via delle imposte (che pure incidono per una piccola parte). Hanno costi diversi, invece, perché in campo tecnologico ogni paese continua ad essere considerato come un mercato separato, con regole differenti e gradi distinti di concorrenza. Con il risultato che nell’era del mercato globale possono continuare a persistere pratiche di “segmentazione dei prezzi” del tutto anacronistiche, buone per chi produce ma cattive- molto cattive- per i cittadini consumatori.
16
Set
Su Punto Informatico di oggi c’e’ una bella inchiesta di Giovanni Arata sui costi dei gadget tecnologici.
Cerca nel blog
Commenti recenti
- Lele su Gli indifferenti
- J UM su La capretta
- Annamaria su Trump e la politica italiana
- Ciccioviz su Trump e la politica italiana
- unAlberto su Tecniche di guerriglia libraria
- Guido Gonzato su Trump e la politica italiana
- Maurizio su Trump e la politica italiana
- Paolo su Trump e la politica italiana
- Lele su Trump e la politica italiana
- massimo mantellini su Trump e la politica italiana
-
Ultimi tweet
@mante L'urgenza di raccontare agli italiani che il far causa alle case farmaceutiche che ritardano i vaccini è “buona politica”, non è solo Di Maio (che lo sta ripetendo ora in TV) o Conte o Arcuri, è banalissimo Beppe Grillo degli esordi. Il profeta ciarlatano che avvelena i pozzi.-
Blog che leggo
- .mau.
- alessandro gilioli
- alessandro longo
- antonio tombolini
- arkangel
- beppe caravita
- bravuomo
- dotcoma
- emmebi
- falso idillio
- fuoridalcoro
- gaspar torriero
- gianluca diegoli
- giavasan
- giovani tromboni
- giuseppe granieri
- leonardo
- lorenzoc
- luca de biase
- luisa carrada
- macchianera
- melablog
- momoblog
- paferrobyday
- paolo de andreis
- paolo valdemarin
- personalità confusa
- sergio maistrello
- squonk
- stefano berti
- stefano quintarelli
- webgol
- wittgenstein
Archivi del blog
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
- Dicembre 2019
- Novembre 2019
- Ottobre 2019
- Settembre 2019
- Agosto 2019
- Luglio 2019
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Febbraio 2019
- Gennaio 2019
- Dicembre 2018
- Novembre 2018
- Ottobre 2018
- Settembre 2018
- Agosto 2018
- Luglio 2018
- Giugno 2018
- Maggio 2018
- Aprile 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Gennaio 2018
- Dicembre 2017
- Novembre 2017
- Ottobre 2017
- Settembre 2017
- Agosto 2017
- Luglio 2017
- Giugno 2017
- Maggio 2017
- Aprile 2017
- Marzo 2017
- Febbraio 2017
- Gennaio 2017
- Dicembre 2016
- Novembre 2016
- Ottobre 2016
- Settembre 2016
- Agosto 2016
- Luglio 2016
- Giugno 2016
- Maggio 2016
- Aprile 2016
- Marzo 2016
- Febbraio 2016
- Gennaio 2016
- Dicembre 2015
- Novembre 2015
- Ottobre 2015
- Settembre 2015
- Agosto 2015
- Luglio 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Febbraio 2015
- Gennaio 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Ottobre 2014
- Settembre 2014
- Agosto 2014
- Luglio 2014
- Giugno 2014
- Maggio 2014
- Aprile 2014
- Marzo 2014
- Febbraio 2014
- Gennaio 2014
- Dicembre 2013
- Novembre 2013
- Ottobre 2013
- Settembre 2013
- Agosto 2013
- Luglio 2013
- Giugno 2013
- Maggio 2013
- Aprile 2013
- Marzo 2013
- Febbraio 2013
- Gennaio 2013
- Dicembre 2012
- Novembre 2012
- Ottobre 2012
- Settembre 2012
- Agosto 2012
- Luglio 2012
- Giugno 2012
- Maggio 2012
- Aprile 2012
- Marzo 2012
- Febbraio 2012
- Gennaio 2012
- Dicembre 2011
- Novembre 2011
- Ottobre 2011
- Settembre 2011
- Agosto 2011
- Luglio 2011
- Giugno 2011
- Maggio 2011
- Aprile 2011
- Marzo 2011
- Febbraio 2011
- Gennaio 2011
- Dicembre 2010
- Novembre 2010
- Ottobre 2010
- Settembre 2010
- Agosto 2010
- Luglio 2010
- Giugno 2010
- Maggio 2010
- Aprile 2010
- Marzo 2010
- Febbraio 2010
- Gennaio 2010
- Dicembre 2009
- Novembre 2009
- Ottobre 2009
- Settembre 2009
- Agosto 2009
- Luglio 2009
- Giugno 2009
- Maggio 2009
- Aprile 2009
- Marzo 2009
- Febbraio 2009
- Gennaio 2009
- Dicembre 2008
- Novembre 2008
- Ottobre 2008
- Settembre 2008
- Agosto 2008
- Luglio 2008
- Giugno 2008
- Maggio 2008
- Aprile 2008
- Marzo 2008
- Febbraio 2008
- Gennaio 2008
- Dicembre 2007
- Novembre 2007
- Ottobre 2007
- Settembre 2007
- Agosto 2007
- Luglio 2007
- Giugno 2007
- Maggio 2007
- Aprile 2007
- Marzo 2007
- Febbraio 2007
- Gennaio 2007
- Dicembre 2006
- Novembre 2006
- Ottobre 2006
- Settembre 2006
- Agosto 2006
- Luglio 2006
- Giugno 2006
- Maggio 2006
- Aprile 2006
- Marzo 2006
- Febbraio 2006
- Gennaio 2006
- Dicembre 2005
- Novembre 2005
- Ottobre 2005
- Settembre 2005
- Agosto 2005
- Luglio 2005
- Giugno 2005
- Maggio 2005
- Aprile 2005
- Marzo 2005
- Febbraio 2005
- Gennaio 2005
- Dicembre 2004
- Novembre 2004
- Ottobre 2004
- Settembre 2004
- Agosto 2004
- Luglio 2004
- Giugno 2004
- Maggio 2004
- Aprile 2004
- Marzo 2004
- Febbraio 2004
- Gennaio 2004
- Dicembre 2003
- Novembre 2003
- Ottobre 2003
- Settembre 2003
- Agosto 2003
- Luglio 2003
- Giugno 2003
- Maggio 2003
- Aprile 2003
- Marzo 2003
- Febbraio 2003
- Gennaio 2003
- Dicembre 2002
- Novembre 2002
- Ottobre 2002
- Settembre 2002
- Agosto 2002
- Luglio 2002
- Giugno 2002
Settembre 16th, 2008 at 10:08
confermo l’assoluta validità dell’articolo!
Settembre 16th, 2008 at 10:25
L’osservazione è interessante, ma è un fenomeno comune alla maggior parte dei settori merceologici dalla Coca Cola al libro.
Non riesco a pensare un settore che abbia prezzi identici in ogni paese legati solo al cambio e alle tasse.
Lo stesso biglietto aereo per esempio per lo stesso volo e lo stesso sedile ha costi sostanzialmente diversi se lo comperi a Milano o a Manhattan.
bob
Settembre 16th, 2008 at 11:10
del resto queste differenze (inevitabili e in parte giustificabili) non possono essere troppo ampie, ovviamente, considerata la trasparenza dell’informazione e la facilita’ di muovere le merci e le persone
Settembre 16th, 2008 at 11:42
Ma che “Mercato globale”?
Il mercato sarebbe veramente globale (nel senso di aspettarsi prezzi simili in tutto il mondo) solo se “l’acquirente globale” avesse lo stesso potere di acquisto dappertutto.
Il differenziale di prezzi è sempre esistito: la roba da noi è sempre costata molto di più che in Thailandia, per esempio. Solo che quello è terzo mondo, e quindi non ci si stupisce. Mentre che la superpotenza USA si stia impoverendo è un fatto che non riusciamo ad accettare.
La roba da loro costa 100$ perché quello è il massimo che si possono permettere, non è che Apple fa lo “sconto compatriota”. Qui da noi siamo disposti a pagare la roba il 30% in più, e, *giustamente* la vendono a quel prezzo.
E poi comunque il differenziale di prezzi esiste anche all’interno dell’Italia, e pure all’interno di una città : se giri un po’ di negozi trovi differenze di prezzo anche del 20-30%. Perché non dovrebbe esistere da un continente all’altro?
Settembre 16th, 2008 at 11:56
In effetti i contrabbandieri dei tempi nostri di mestiere fanno gli assistenti di volo…
Differenze fra i mercati sono ammissibili. Ma solo parzialmente giustificano il gap del prezzo di certi gadget…
Settembre 17th, 2008 at 13:18
Ragazzi stiamo solo girando attorno a uno dei fondamentali della economia di mercato: i prezzi non sono legati solo al valore intrinseco del bene, ma alla cifra che per quel bene quel mercato è disposto a spendere. E’ una legge vecchia come il mondo, stupisce che ci sia chi si stupisce ancora!
bob
Settembre 23rd, 2008 at 14:27
Bob,
Io sono (probabilemnte) un po’ zuccone, però mi stupisco ancora che ogni volta che c’è un rincaro (o una differenza di prezzo che favorisce i venditori) c’è sempre una bella legge di mercato a giustificarlo: di solito è la legge della domanda e dell’offerta – che poi, in ultima analisi, è quella a cui tu fai riferimento.
Mi aiuti a capire perchè questa legge vale solo per spiegare gli aumenti mentre se c’è un sensibile calo della domanda (molto più raramente) ne consegue un calo del prezzo?
Ho poi un’altra osservazione da fare. Premetto che mi capita di viaggiare spesso tra Italia e Francia. DUrante i miei soggioni transalpini ho frequentato una nota catena di negozi francese (che vende libri dischi elettronica ec..) presente anche in Italia. Per quale motivo i prezzi dei CD (per esempio di musica classica) sono spesso più bassi in Francia? L’Italia non è uno dei Paesi ove si scarica (illegalmente) più musica da internet e quindi ove il mercato della musica legale dovrebbe essere più asfittico? Perchè questa politica dei prezzi?