08
Set
Non vorrei deprimere il tono dell’umore di nessuno ma oggi un amico mi ha portato da leggere la trentina di domande di cultura generale contenute nel test di ammissione di quest’anno alla Facolta’ di Medicina dell’Universita’ di Bologna. E a un certo punto fra Leopardi, Pavese e Ungaretti si chiedeva al giovane candidato chi fosse l’autore di “Va dove ti porta il cuore”.
Settembre 8th, 2008 at 22:48
Uhmm… chi era più.. forse Christian Barnard ?
Settembre 8th, 2008 at 22:52
Giorgio Faletti? ;)
Settembre 8th, 2008 at 23:40
un libro orrendo, oltretutto.
Settembre 8th, 2008 at 23:53
A me il libro non è piaciuto molto, ma non mi sembra tanto strano mettere tra le domande di cultura generale l’autore del volume italiano che nel 900 ha venduto nel mondo il numero più grande di copie (più di quattordici milioni).
bob
Settembre 8th, 2008 at 23:56
Un libro che ha venduto 3milioni di copie tra Italia e estero deve essere conosciuto, che è cosa diversa da letto.
E’ un esame di cultura generale, non il premio Strega :-)
Settembre 9th, 2008 at 03:22
Beh, certo, Dadda, allora ci si poteva anche mettere Moccia e Faletti… Si sarebbe trattato di “generale”, sicuramente, ma di certo non di “cultura”.
Non credi che sarebbe stata meglio una domanda in più, che so, su Quasimodo o Hemingway, anche ove questi non avessero venduto molte copie delle loro opere?
Dobbiamo solo fare a capirci. Perchè anche i panini di McDonald vengono venduti a milioni nel mondo, ma io non ne farei l’oggetto di una domanda in un testi di “cultura gastronomica”.
Poi si può sostenere che anche il “trash” fa cultura. Ma allora bisogna dichiarare che di trash si tratta. In un test di cultura generale si possono inserire i film di Boldi, Bombolo e Alvaro Vitali. Di sicuro sono stati visti da milioni e milioni di persone, di certo di più di quelli hanno visto un film di Kurosawa o Kubrick. Ma sarebbe davvero “cultura generale”? O piuttosto “cronaca vera”?
Io capisco Dadda che tu debba sempre fare il bastian contrario perchè “ti disegnano così”, però secondo me in questo caso potevi evitare. O articolare meglio.
Ham
Settembre 9th, 2008 at 06:18
presto detto: va dove ti porta il CUORE : test di ammissione a MEDICINA…
easy no?
Settembre 9th, 2008 at 07:23
Ragazzi quel libro che ci piaccia o no non ha venduto tante copie: quel libro è il libro italiano che nel ventesimo secolo ha venduto più copie in assoluto nel mondo!
14 milioni di copie!
Conoscerne l’autore può a buon diritto essere considerato un elemento di cultura generale come è cultura cinematografica sapere chi è Alvaro Vitali indipendentemente dal contenuto dei suoi film.
Questo è il motivo per cui mi sembra che ridicolizzare la domanda non sia poi così saggio.
bob
Settembre 9th, 2008 at 07:31
(A proposito di cultura generale, col va imperativo ci vuole l’apostrofo :P )
Settembre 9th, 2008 at 07:58
Ora francamente mi sembra eccessivo sostenere che i libri della Tamaro non rientrano nel concetto di cultura. E perchè poi? perchè non piacciono o magari perchè lei è antipatica a qualcuno? Quindi cultura sarebbe solo ciò che ci piace? Piuttosto superificiale come posizione no? Insomma sono d’accordo con Dadda, è poco saggio ridicolizzare questa domanda, che è davvero una domanda di cultura generale.
Nessuno mi pare ha dimostrato il contrario, al di là del sarcasmo che è irrilevante anche se tanto di moda in questo paese.
Settembre 9th, 2008 at 08:22
Anche a me pare che non ci sia niente di male ad inserire un autore VIVO tra le domande di cultura.
Credo purtroppo che questo genere di sarcasmo venga da una distorsione prospettica: troppo vicina una per sembrare svolgere lo stesso compito di quelli troppo lontani, ormai, per capire oggi che facevano allora la stessa cosa :)
Invece è vero, secondo me, che da una prospettiva di “cultura generale”, lavorano tutti nello stesso campo, possono quindi essere ricordati insieme.
Settembre 9th, 2008 at 09:15
@Ham Una curiosità : tu il libro lo hai letto o parli per sentito dire?
Io lo ho letto, non mi è piaciuto molto, ma definirlo trash mi pare una idiozia.
bob
Settembre 9th, 2008 at 09:35
in realtà anche sapere che “rock n’roll robot” è di alberto camerini è cultura. non è che solo perché non ti piace smette di essere *cultura*. purtroppo, aggiungerei.
Settembre 9th, 2008 at 11:19
Io invece quoto Ham completamente.
Se una persona mi dice che sa chi ha scritto «Va’ dove ti porta il cuore» (la domanda non mi pare richieda di averlo anche letto) io non ne deduco che sia una persona di cultura.
Non deduco nemmeno che non lo sia, per carità , diciamo che non deduco niente e pertanto la domanda mi pare inutile, se è della sua cultura che volevo informarmi.
E di autori vivi, se è per questo, ce n’erano altri che potevano più utilmente servire allo scopo, io credo, se era solo quello il problema.
Annieblu
Settembre 9th, 2008 at 11:58
Cultura generale significa anche leggere i giornali. Tu puoi non aver letto il libro, puoi odiare la Tamaro, puoi essere il più grande scrittore incompreso (e non pubblicato) che però piscia in testa a Faletti qualsiasi, ma se non sai chi ha scritto “Va’ dove ti porta il cuore” significa che non leggi i giornali.
Cosa che *è* cultura generale.
Settembre 9th, 2008 at 12:49
se si eliminassero del tutto i test di ammissione non sarebbe meglio? primo anno aperto a tutti con esami tosti e pertinenti da superare nel primo anno. Chi merita passa al secondo anno e gli altri a coltivare pomodori. Ho detto merito? devo conrollare bene cosa ho fumato stamattina. :(
Settembre 9th, 2008 at 13:01
Per l’ammissione ai test bisogna sborsare una trentina di euri di tassa, a prescindere dall’esito. I test di ammissione si usano anche per le facoltà non a numero chiuso.
E’ l’autonomia universitaria, autonomia… finanziaria.
It’s easy, baby.
Settembre 9th, 2008 at 13:31
L’avere i test di ammissione anche per le facoltà non a numero chiuso serve per, in teoria, personalizzare minimamente il percorso formativo (se sai poco di matematica ti do un corso in più, chiaro?)
Sono d’accordo che un primo anno selettivo e con sbarramento sarebbe meglio del numero chiuso.
Il problema è che non so cosa serva cultura generale ad un dottore; se sto male non mi frega nulla che sappia chi ha scritto “Danubio” (giusto per evitare che si sottilizzi sulla caratura dell’autore!) ma vorrei che sapesse bene che malattia ho e per farlo gli serve conoscere la chimica e la biologia e forse altro (non sono medico).
Settembre 9th, 2008 at 13:33
>>Se una persona mi dice che sa chi ha scritto «Va' dove ti porta il cuore» (la domanda non mi pare richieda di averlo anche letto) io non ne deduco che sia una persona di cultura.
Se una persona mi dice che NON sa chi l'ha scritto, non dico che necessariamente non sia una persona "di cultura", ma forse potrei dedurre perlomeno che viva fuori dal mondo.. quindi, pur schifano il libro e l'autrice, un qual senso la domanda ce l'ha.
(Io non avrei mai neanche pensato di inserire un quesito del genere, ma non siamo ipercritici a prescindere, via)
Settembre 9th, 2008 at 13:39
La cosa più triste per me è la tiritera Leopardi-Pavese-Ungaretti, più che la Tamaro. Rendiamoci conto che ciò che si considera “alta cultura italiana”, difesa strenuamente da parecchi commentatori, è roba ammuffita da secoli.
Settembre 9th, 2008 at 13:40
Quello di sopra sono io, ché non mi piace affondare la lama senza firmarmi.
Settembre 9th, 2008 at 13:44
Bisognerebbe anche capire se chi cita così pomposamente la sacra triade Leopardi-Pavese-Ungaretti ha davvero letto tutto Leopardi-Pavese-Ungaretti.
Io ho i miei dubbi, tra l’altro se davvero avesse letto tutto Pavese non credo avrebbe paragonato la Tamaro a Bobo Vieri.
Settembre 9th, 2008 at 13:59
La Tamaro è molto più maschia di Vieri…
Settembre 9th, 2008 at 14:38
Cavolo non sono ammesso.
Settembre 9th, 2008 at 15:47
Non ho letto il libro ma sinceramente giudicare “cultura generale” qualcosa perché ha venduto milioni di copie mi sembra un po’…
come dire che secondo questo criterio dovevano mettere 20 domande su harry potter.
Settembre 9th, 2008 at 15:54
Era Susanna TamaRRo ?
Settembre 9th, 2008 at 16:24
imho, credo che qui si riproduca un luogo comune giornalistico non del tutto fondato.
Faccio presente che Tamaro è considerata dalla critica letteraria più avveduta, fin dai suoi esordi apprezzatissimi (pubblicamente elogiati da Moravia e Fellini) un’autrice “colta”, a prescindere dal numero di copie vendute col suo libro più famoso o dalla classe sociale dei suoi lettori medi o dal tipo di scrittura “popolareggiante” che a un certo punto sceglie di utilizzare – una sorta di pan-sentimentalismo aracaicizzante e (per molti critici) decisamente kitsch.
La differenza con uno scrittore considerato del tutto “naif” dalla critica, come Faletti, è infatti che questi non può che scrivere come scrive perché non è padrone dei propri mezzi letterari che si limita a usare in modo coatto imitando modelli famosi; Tamaro invece scrive come scrive per scelta letteraria consapevole, frutto di un percorso estetico – del tutto non condivisibile e persino esecrabile, of course, ma si può non condividerlo proprio perché c’è. La differenza con un autore “furbo” come Moccia, viceversa, sta nel fatto che anche lui scrive come scrive per scelta consapevole, ma non si tratta nel suo caso di scelta motivata da questioni estetico-artistiche, ma da mero calcolo economico.
In qualche modo la Tamaro sconta un pregiudizio giornalistico e di immagine opposto a quello di Eco: anche Eco è considerato dalla critica uno scrittore “colto” (be’, ovvio), e anche i suoi romanzi sono da parecchi critici considerati “brutti e sciatti”, ma il luogo comune vuole che nel suo caso valga l’equazione Eco=Alta Cultura. Non perché i suoi romanzi siano meglio di quelli di Tamaro, ma perché le sue scelte estetiche lo hanno portato a sposare uno stile citazionista-pseudocolto (l’opposto di Tamaro) che viene tout court fatto valere come passaporto di valore.
Settembre 9th, 2008 at 16:29
Ho dovuto fare uno sforzo atroce di memoria per ricordarmi l’autrice: la Tamar(r)o, mi sbaglio?
Settembre 9th, 2008 at 18:23
Non so perché quando c’entra la cultura si devono fare e dire tante sciocchezze.
Susanna Tamaro è una scrittrice, se poi non piace questo è un altro discorso.
Tra le domande di cultura generale ci sta anche Potter perché non sapere che libro sia e chi l’ha scritto è da ignoranti.
Joanne Kathleen Rowling è il suo nome e ci scommetterei che molti uomini colti non lo conoscono: è normale cultura o no?
Secondo me è la cultura di questo secolo fatta di libri, web, film e poco altro :-)
Settembre 9th, 2008 at 20:02
georg, vorrei essere te.
Settembre 9th, 2008 at 21:21
anche io ;)
Settembre 9th, 2008 at 21:30
E sui “bimbiminkia” non hanno chiesto niente?
Anche quelli sono cultura generale – purtroppo…
Poi, a medicina, sapere tutto sulla minchia…oltre che sul cuore….
gatta susanna
(ildiariodisusanna.blogspot.com)
Settembre 9th, 2008 at 21:57
gran bel commento georg, mi prude il mouse per trasformarlo in un post…
Settembre 9th, 2008 at 23:00
Tanto per restare in tema di cultura generale, “Va’ dove ti porta il cuore” si scrive con l’apostrofo.
Settembre 10th, 2008 at 00:53
@Dadda
Secondo me è un’idiozia sostenere che “Va’ dove ti porta il cuore” NON è trash. Addirittura io sostengo che sia trash studiato a tavolino, ovvero kitsch artatamente esasperato. E sono sicuro Dadda che se tu lo avessi letto con attenzione, invece di cercare di arrivare in fondo per passare ad altro, la penseresti come me.
Certo che se per cultura generale si intende “cose di cui si parla tanto” allora ci può rientrare qualunque cosa, ivi compreso il Bobo Vieri evocato da Mante, e quindi il libro della Tamaro, ma anche il seno di Pamela Anderson, e il fallo di Rocco Siffredi.
Trovo comunque curioso che simili temi rientrino nel test di ammissione a medicina. Anzi, fallo e seno mi parrebbero ancor più appropriati del cuore della Tamaro.
Ham
Settembre 10th, 2008 at 08:19
@anonymous Vedi il fatto che tu pensi di poter sapere come io abbia letto un libro è una paranoia, per altro credo curabile.
Ho letto il libro, non è il tipo di libro che a me piace, ma personalmente non mi sento di definirlo spazzatura, questione di punti di vista io rispetto il tuo, tu dovresti imparare a rispettare quello degli altri, si chiama maturità culturale.
Possiamo certo discutere sulla utilità o meno di un test di cultura generale, ma se lo diamo per dato di fatto allora il libro italiano che ha venduto nel mondo più copie in un secolo credo ne faccia parte. Anche qui questione di punti di vista.
Vedi io di calcio non so nulla, ma credo per esempio che non sapere chi sia Maradona sarebbe una indicazione di scarsa cultura generale.
Sulla utilità di una domanda del genere perla ammissione a medicina sei completamente fuori strada: si tratta di un test di cultura generale ed è giusto perché la cultura medica se la devono fare dopo se no rischi di avvantaggiare chi ha letto l’enciclopedia medica e non è questo lo spirito della cosa.
E’ lo stesso motivo per il quale non è opportuno nell’esame di ammissione al politecnico andare troppo a fondo con la matematica rischiando di tagliare fuori chi ha fatto il classico, un gruppo di studenti che poi alla prova dei fatti si rivela spesso migliore di chi ha fatto lo scientifico.
bob
Settembre 10th, 2008 at 08:31
Bene Dadda, ottima e argomentata risposta che fa giustizia di questa dilagante superficialità per cui tutto quello che non piace diventa oggetto di sarcasmo anche se non lo si conosce affatto.
Del resto tutto nasce da un equivoco intorno al concetto di cultura generale, per il quale sono stati addirittura scomodati (a sproposito) Leopardi e Pavese.
Settembre 10th, 2008 at 09:46
massimo, il motto “del maiale non si butta niente” è la guida di tutti noi blogger ;)
Settembre 10th, 2008 at 14:05
@Dadda:
Scusami, ma non è vero ciò che dici in generale. Cultura generale, con domande su cultura italiana come queste, penalizzerebbero chi è straniero.
Se il test di ingresso deve essere di selezione allora è giusto che si chiedano cose basilari della materia, non si chiede di essere medici ma di aver capito le basi della chimica o della matematica, cose che sa anche chi ha fatto il classico (dovrebbe sapere, almeno).
Se il test di ingresso è solo conoscitivo (voglio capire quanto sai) allora deve essere più approfondito tanto non è penalizzante ma può aiutare a personalizzare il corso di studi ed ad aumentare il successo dello studente.
Settembre 10th, 2008 at 16:33
Mi spiace dirlo ma la Tamaro era presente nell’ultimo volume del mio libro di storia della letteratura delle scuole superiori (anche se, grazie al cielo, non era inclusa nel programma della mia prof)
Settembre 10th, 2008 at 20:11
Mah, io faccio il medico e della Tamaro non ho mai sentito il bisogno ne’ sul lavoro ne’ fuori. Se non fosse mai esistita o se ce ne fossero sei, sarebbe lo stesso. Questi quiz di preselezione mi sembrano insensati.
A mio avviso si dovrebbero invece rendere davvero selettivi gli esami “dopo”. Far superare il primo anno solo a chi ha capito davvero fisica chimica biologia e quant’altro. E metterci anche la psicologia di base.
Ma forse sono un noioso parruccone e basta – bisogna essere preparati sullo show-business per essere buoni uomini medi, oggi.
Settembre 10th, 2008 at 21:59
Ah, dimenticavo la firma “Ham” :-)
Settembre 10th, 2008 at 21:59
@dadda
Dadda, forse tu dovresti imparare a rileggere, olte ai libri, anche quello che scrivi tu stesso.
Io ho espresso un’opinione che tu hai definito “idiozia”. Un comportamento che non definirei “rispettare le opinioni altrui”. Poi tu vieni da me e pretendi di spiegarmi il significato di “maturità culturale”… Questa appare più demenza senile, e non so se è curabile.
Per il resto non fai altro che ripetere quello che ho già detto io. Parliamo di cultura generale? E allora ci sta Maradona, ma anche il Bobo Vieri del Mantellini che hai da lungo tempo preso di mira. E ci sta, permettimi di ribadire anche Rocco Siffredi, Pamela Anderson e Alvaro Vitali.
Lì arrivava il mio ultimo commento: diciamo che hai voluto ribadire gli stessi concetti, diciamo che avevi poco da aggiungere.
Settembre 10th, 2008 at 22:00
Bello l’intervento di georg.
E un po’ parziale o soggettivo il post, non essendo noi a conoscenza del resto delle domande.
Trovo un po’ superficiali i commenti di chi pretende che, per un esame di ammissione ad una facoltà , il concetto di cultura generale debba essere circoscritto a temi pertinenti. Come se uno studente che si avvii verso una scelta sia già a conoscenza della materia. C’è gente laureata che non sa scrivere in italiano di base e fare le pulci alla Tamaro (che resta un caso letterario, che piaccia o meno, che la sia letta o no) mi sembra per lo meno presuntuoso. Come se chiunque abbia letto anche una minima frazione dell’opera omnia di Umberto Eco, la codificazione a la page di cultura.
Mi vengono in mente certe interviste di un noto magazine che basano la cultura generale dell’intervistato sul fatto che questi conosca i confini di uno stato asiatico qualsiasi o su quanto costi un litro di latte, manco si fosse al Superquiz del Milionario o si avesse sotto mano una tastiera per fare un comodo search. A sopperire.
Ernesto, il problema non è quello di sentire il bisogno di conoscere la Tamaro. Ma di aver per lo meno l'onestà di affermare di non sapere chi sia, neppure in superficie. E' un fatto di forma mentis. Se uno mi cita qualcosa o qualcuno di cui non so nulla, mi sentirei un po' in colpa, soprattutto se montagne di media ne hanno parlato. Col tuo atteggiamento, il prossimo prevedibile passo sarebbe che oggi tutta l'informazione faccia schifo, eccetera. Un atteggiamento molto presuntuoso e pilatesco. Che peraltro non certifica alcuna tua forma di superiorità culturale.
Ti faccio un esempio: il fatto che io non possegga un Iphone e capisca poco o niente di un post di Mante & co, non mi consente di dire che io non senta alcun bisogno di sapere che cosa sia.
Elena
Settembre 10th, 2008 at 23:34
massimo, e un’altra regola dei blog è che le discussioni non servono a nulla, tanto nessuno legge altri che se stesso, così da ripetere allo sfinimento la stessa stupidaggine già confutata 27 commenti prima
;)
Settembre 10th, 2008 at 23:44
@anonimous Io ho detto che “mi pare” una idiozia che in italiano vuole dire chemi pare un discorso stupido.
E ne sono ancora convinto!
Quando parlavo di rispetto mi riferivo alla idea veramente idiota di poter sapere senza nemmeno conoscermi con quale cura io avrei letto il libro.
Comunque quello che avevo da dirti lo ho detto e continuare a parlare con una persona che scende alla meschinità di attaccare il prossimo solo perché ha una certa età non mi interessa.
Credo che sia un atteggiamento del quale una persona con un minimo di dignità si possa solo vergognare.
Attento comunque a disprezzare la vecchiaia perché l’unica alternativa che ti si pone è crepare prima!
dadda
PS chissà come mai gli anonimi sono sempre cosi’ spavaldi? Ho sempre pensato che si tratti alla fine di agnellini che nascosti nel sicuro calore dell’anonimato sfogano qualche frustrazione. Chissà forse mi sbaglio.
Settembre 10th, 2008 at 23:58
boooni….faccio appello alla suprema eleganza dei commentatori di questo blog.
Settembre 11th, 2008 at 00:24
@dadda
Guarda Dadda, innanzitutto accolgo con piacere l’invito di Mante. Però ti rispondo a tono.
Tu mi hai dato ripetutamente dell’idiota e del paranoico perchè ho sostenuto che non credo tu il libro della Tamaro l’abbia letto con attenzione.
Sempre tu però hai insinuato che io non avrei letto libro in questione e ne parlerei “per sentito dire” (si chiamano domande retoriche…)
Due pesi e due misure.
Così come mi paiono “due pesi e due misure” dare ripetutamente dell’idiota e del paranoico a qualcuno, salvo indignarsi (indignarsi!) per una citazione della “demenza senile”.
Per inciso, chi ti scrive ha 62 anni. Il che mi porta a dire che c’è una terza alternativa al “crepare prima” e all'”invecchiare”, che è invecchiare tentando di contrastare l’arteriosclerosi.
Per quanto inerisce l’anonimato, guarda Dadda, io ti ritengo del tutto anonimo, semplicemente perchè non so chi tu sia. Ti conosco solo per gli altri tuoi interventi astiosi e boriosi che ho visto pubblicati qui sul blog di Mante. Al punto che mi par di ricordare che tu abbia rinfacciato anche al Mante di non aver letto un certo libro…
Per me Dadda può essere un nome, un cognome, un nick o un termine pronunciato con il nasco chiuso. Per cui, anonimo io, anonimo tu.
E se non sono registrato con un nick sulla piattaforma è solo per pigrizia, la stessa che muove tutti gli altri “anonymous” del blog che non hanno la fortuna di godere dei tuoi strali.
Se io mettessi un nome e cognome, che so, Amleto Errani, mi troveresti meno agnellino?
Pensi che io dica cose tanto gravi da dover ricorrere all’anonimato come forma di difesa?
Certo che sei strano forte.
Ham
Settembre 11th, 2008 at 08:08
@ham Vedi quando si passa dalla contestazione anche veemente di una idee agli attacchi personali credo che si passi il limite e il discorso non mi interessa più.
Se vuoi parlare di concetti, pure dicendo che qualche cosa che dico è idiota, a me sta benissimo perché di idee parliamo, gli attacchi personali io non li faccio e non mi piace subirli.
Il tuo discorso sull’anonimato a me pare una arrampicata su vetri troppo insaponati, ma probabilmente sbaglio.
So long
bob
PS la mia non era una domanda retorica, solo una curiosità perché mi pare strano che una persona intelligente possa considerare spazzatura il libro della Tamaro
Settembre 11th, 2008 at 14:39
@Dadda
Esatto Dadda, probabilmente sbagli.
E vedo che per essere uno che non ama gli attacchi personali, non ti neghi un PS in cui torni a darmi del poco intelligente.
Diciamo che sei un troll?
Dai diciamolo.
Settembre 11th, 2008 at 15:35
Insomma la Tamato accende gli animi e provoca 50 interventi.
Ora non venitemi a dire che non si tratta di cultura generale.
Altro che Leopardi!
Settembre 11th, 2008 at 16:12
Io sapevo “Va’ dove ti porta il clito”…quello sì è un bel libro ;-)
Settembre 11th, 2008 at 23:16
Che cattivo…
Settembre 12th, 2008 at 10:10
SUSANNA TAMARO!
‘fanculo, c’è un potenziale medico in me, e finora l’ho sprecato…
Settembre 12th, 2008 at 15:03
Tenuto conto del livello infimo di preparazione che fornisce la scuola italiana (certificato anche da organismi internazionali), il test di ammissione all’università può benissimo anche parlare di ST o di cosa sia il T9. Forse è anche un bene, perchè se uno a 18 anni non conosce nemmeno i romanzetti industraili per sciampiste della ST, vuol dire che non sa in che mondo (decadente e mercificato) vive.
Nel qual caso si tratterebbe o di un asociale o di uno troppo intelligente per farlo studiare in quegli esamifici industriali che sono le università italiche.
Ogni popolo ha i test che si merita!
Settembre 14th, 2008 at 18:07
Sono un medico, la Tamaro mi fa venire il prurito ma ho letto Va’… e tra l’altro mi sono sempre chiesto come si fa a scrivere di persone che si sposano e viaggiano nel 1944 attraversando la Linea Gotica. Manco Mandrake ci sarebbe riuscito. Per quanto riguarda il numero programmato, è imposto dalla normativa europea che però lascia liberi gli stati di decidere come attuarlo. Secondo me è meglio lo sbarramento alla fine del primo anno e in Francia si fa proprio così: passano al secondo anno solo il 10-15% degli iscritti al primo, che viene completamente perduto dagli altri studenti: non è considerato valido nemmeno per biologia o simili. Saluti