Spero che qualcuno abbia il coraggio di tradurre e pubblicare questo lungo pezzo del Guardian sui fatti di Genova che un po’ tutti in queste ore linkano. Per i picchiatori di quella sera, per i politici di allora che chiusero gli occhi indecentemente. E anche per i politici che li seguirono indegni riciclatori di De Gennaro, che tanto, tutto, in questo paese, puo’ essere dimenticato in fretta.

There are several good reasons why we should not forget what happened to Covell, then aged 33, that night in Genoa. The first is that he was only the beginning. By midnight on July 21 2001, those police officers were swarming through all four floors of the Diaz Pertini building, dispensing their special kind of discipline to its occupants, reducing the makeshift dormitories to what one officer later described as “a Mexican butcher’s shop”. They and their colleagues then illegally incarcerated their victims in a detention centre, which became a place of dark terror.

The second is that, seven years later, Covell and his fellow victims are still waiting for justice. On Monday, 15 police, prison guards and prison medics finally were convicted for their part in the violence – although it emerged yesterday that none of them would actually serve prison terms. In Italy, defendants don’t go to jail until they have exhausted the appeals process; and in this case, the convictions and sentences will be wiped out by a statute of limitations next year. Meanwhile, the politicians who were responsible for the police, prison guards and prison medics have never had to explain themselves. Fundamental questions about why this happened remain unanswered – and they hint at the third and most important reason for remembering Genoa. This is not simply the story of law officers running riot, but of something uglier and more worrying beneath the surface.

update: Jimmi ha tradotto l’articolo del Guardian qui.

13 commenti a “LA VERGOGNA DI ESSERE ITALIANI”

  1. Giuseppe dice:

    Spesso penso che andare a vivere in un altro Paese non sia una cattiva idea…

  2. tangue dice:

    Ciascun Paese ha le sue ombre, basta leggere la rassegna delle decisioni della Corte di Strasburgo. Credo che anche le parti civili dei processi del g8 debbano ricorrere a quella corte, una volta finita la trafila delle impugnazioni e delle prescrizioni, e sulle rive dell'Ill riusciranno finalmente ad avere giustizia

  3. Alessio dice:

    Non vedo perchè dovremmo vergognarci, non esiste paese dove la polizia non abbia per una volta smarronato.

    Sono successi fatti molto gravi a Genova ma nulla di paragonabile a ciò che è stato fatto che nel paese dove si stampa il Guardian nei confrontiad esempio dei patrioti irlandesi.

    La nostra polizia quella volta ha esagerato è vero, ma non ha mai lasciato morire di inedia in carcere 10 (dieci!) persone, nè ha mai sparato sulla folla inerme uccidendo 13 persone, la maggioranza dei quali ragazzini minorenni.

    Nè ha mai torturato prigionieri per settimane intere fino a condurli alla pazzia.

    Insomma la lezioncina del Guardian è restituita al mittente.

  4. ale dice:

    una volta la stampa straniera avrebbe potuto farci vergognare, ci autotacciavamo addirittura di esterofilia, ma ormai quei tempi sono passati e chi ci fa notare che certe cose non sono degne di un paese civile fa parte di malvagi complotti "internazional-comunisti".

    PS per quanto abbia in simpatia gli irlandesi e in antipatia Thatcher e predecessori, paragonare i tempi dell'IRA con i 3 giorni di Genova mi pare assolutamente fuori luogo.

  5. Alessandro dice:

    Pubblicarlo non posso, ma spero di aiutare con la traduzione.

    A

    ___

    Ci sono diverse buone ragioni per non dimenticare quello che è successo a Covell, allora 33enne, quella notte a Genova. La prima è che per lui è stato solo l'inizio. Allo scoccare della mezzanotte del 21 luglio 2001, gli ufficiali di polizia sciamarono per tutti i quattro piani dell'edificio Diaz Petrini, distribuendo la loro speciale disciplina agli occupanti, riducendo i dormitori in quello che un ufficiale descrisse successivamente come una “macelleria messicana”. Poi, questi ufficiali e i loro colleghi incarcerarono illegalmente le loro vittime in un centro di detenzione, che divenne luogo di oscuro terrore.

    La seconda è che, sette anni dopo, Covell e le altre vittime stanno ancora aspettando giustizia. Lunedì scorso, quindici tra poliziotti, secondini e medici carcerari sono stati finalmente riconosciuti colpevoli per aver preso parte alla violenza, sebbene è anche emerso ieri che nessuno di loro dovrà  scontare neanche un giorno di carcere. In Italia gli imputati non vanno in galera finché non si sono completati i processi d'appello, e in questo caso le imputazioni e le sentenze saranno spazzate vie il prossimo anno, cadendo in prescrizione. Nel frattempo, i politici responsabili per poliziotti, secondini e medici carcerari non hanno mai dovuto dare una singola spiegazione. Le domande fondamentali sul perché questo sia successo rimangono senza risposta, e ci portano alla terza, e più importante, ragione per ricordarci dei fatti di Genova. Questa non è semplicemente la storia di ufficiali della legge allo sbando, ma di qualcosa più triste e più preoccupante sotto la superficie.

  6. gustavo ulivi dice:

    Il Guardian farebbe meglio ad occuparsi della disastrosa situazione sociale ed economica di quel Paese in verticale decadenza che, paradossalmente, si chiama ancora Regno Unito.

    Seguendo una antichissima tradizione snob, tipica della cultura classista e razzista anglosassone, ogni volta che la stampa britannica si affaccia sulla riva del "Continente", lo fa per consolarsi delle proprie schifezze nazionali.

    L'Inglese "medio" pensa sempre che se a casa sua la situazione e' cosi schifosa, figuriamoci all'estero.

    Dal momento che la stampa europea o se ne fotte o risponde per le rime, l'insistenza con la quale il Guardian (giornale delle elites intellettuali di sinistra) pontifica sull'Italia fascista del "Berlusconismo" lascia pensare che abbia scelto il nostro Paese sicuro di poter far leva sull'ipertrofico istinto autodenigratorio italiano e il supporto della massiccia propaganda di sinistra che di commenti come quello pubblicato ieri si nutrono golosamente.

    Pontificare sul "fascismo" altrui (legato peraltro ad episodi di disordine sociale organizzato, come appunto il convegno dei G8 a Genova) dal pulpito di un Paese che, dopo secoli di internazionalismo imperialista, ancora si trova a livelli di dis-integrazione etnico-sociale inimmaginabili in ogni altro Paese europeo, un Paese dove intere citta' e quartieri delle metropoli sono separati sul filo della differenzazione razziale, un Paese con il tasso percentuale di popolazione carceraria piu' alto d'Europa, con una criminalita' giovanile assolutamente incontrollabile, con gli standards educativi, gli standards sanitari e ospedalieri piu' bassi d'Europa, la qualita' abitativa piu' bassa d'Europa e la vita media piu' corta d'Europa, gli standards alimentari piu' bassi e antigienici d'Europa ed un sistema politico che non ha nulla da invidiare al clientelismo e alla corruttela italiana, specialmente a livello locale e amministrativo… pontificare da un pulpito, dicevo, di un Paese che, dopo undici anni di "Socialismo alla Mortadella", si ritrova ancora con i ricchi sempre piu' ricchi e i poveri sempre piu' poveri….beh..io penso che un Paese cosi dovrebbe guardarsi allo specchio, arrossire ed astenersi dal mettere il naso nei problemini altrui spernacchiando giudizi che manifestano solo un'arrogante e patetica presunzione.

    Grazie dell'ospitalita'.

  7. annieblu dice:

    Scusate, ma questo modo di reagire alle critiche che si ricevono («Sei cattivo», «Eh, ma pure tu sei cattivo, anzi cattivissimo, e poi sei pure brutto e puzzi!») mi sembra che non porti da nessuna parte, né fra i bambini dell'asilo né fra le nazioni.

    Quando si riceve una critica, se la si ritiene ingiusta la si contesta con fatti e ragionamenti inerenti alla critica stessa, non rinfacciando altri errori a chi ci critica, fosse pure il peggior delinquente del mondo.

    Il punto è la critica, ben prima di chi la fa, e se c'è qualche motivo per ritenerla giusta si incassa e si impara.

    Qualcuno aveva detto qualcosa a proposito di una pagliuzza e di una trave, se non ricordo male. Ecco, secondo me poco importa dove stia la trave o la pagliuzza: cominciamo con il ripulire l'occhio nostro, magari, così intanto noi stiamo meglio.

  8. Shylock dice:

    L'articolo del Guardian e' notevole. Prima dice che di '200.000 manifestanti', solo 'una manciata' non erano pacifici. Poi menziona di passaggio, molto piu' in giu', 'i famigerati Back Bloc che avevano causato violente devastazioni'. Neanche una 'manciata' di Rambi avrebbe fatto tutti quei danni. Infatti, basta andarsi a rileggere la cronaca dello stesso Guardian: 'The city burns, a young man lies dead…', July 21, 2001. Intanto i manifestanti diventano '35-40.000' (alle conte immaginifiche ed autocelebrative siamo abituati), di cui 'una piccola minoranza' non pacifica. Non 'una manciata', pero', bensi': 'Up to 2,000 anarchists pulled the trigger for the violence.' Le solite tattiche da corteo anni '70, con i picchiatori e devastatori che dai 'pacifici manifestanti' ricevono copertura fisica e politica, con i risultati che il vecchio articolo del Guardian descrive, ma su cui il nuovo preferisce sorvolare: il nome 'Giuliani' non e' nemmeno menzionato, altrimenti bisognava spiegare che e' morto partecipando al tentato linciaggio di alcuni carabinieri su una jeep, dopo che altri mezzi delle forze dell'ordine erano stati bruciati, assaltato il carcere di Genova, ecc. La storia va raccontata tutta, non a meta'.

  9. Jimmi dice:

    ;)

  10. jo dice:

    mi resta da capire per quale motivo dovrei credere al guardian, irruzione c'è stata, violenza anche, ma tutta la farcitura?

    nel 68, e io purtroppo c'ero, tutte le violenze degli sprangatori, le uccisioni dei movimenti pseudooperai, le tirate di franca rame e di altri inttellettuali a difendere assassini in seguito confessi, tutto questo era "frutto del particolare momento storico" e va capito.

    E perchè non capire le reazioni dei poliziotti in una citta messa a ferro e fuoco? Si occupa il guardian delle mense scolastiche assaltate per prendere i coltelli delle cucine? dei negozi distrutti?

    delle pompe di benzina date alle fiamme (!!!!!!!!!!!!!!!!!!), e non erano cartoni animati di mazinga , erano documentari!

    E io rispondo, "per una volta, i poliziotti hanno fatto, come si chiamava? -il salto qualitativo-" nel 68 i compagni sprangatori si giustificavano così

  11. jo dice:

    off topic

    perchè mai il redirect con successivo link rotto delle homepage di chi commenta?

  12. ale dice:

    non che quello cassato da mante fosse offensivo, cmq ci riprovo con un commento turpiloquioless:

    mi sembra i punti fondamentali siano:

    1 in quei giorni a genova sono successe cose molto gravi. se in italia il reato fosse contemplato si parlerebbe, tra l'altro, di tortura.(gli sprangatori del 68 c'entrano zero)

    2 il guardian, al contrario della maggior parte dei media e dei cittadini italiani lo ricorda

    saluti

    se poi qualcuno non è d'accordo su questi 2 punti, di genova ce ne meritiamo un altro paio.

  13. jo dice:

    la violenza chiama violenza, e la tecnica di provocarla per ricavarne una ricaduta mediatica favorevole, è vecchia quanto i leoni sui cristiani al colosseo, a meno di ribaltare completamente la frittata e chiamare provocatori qualche migliaio di partencipanti, agnoletto, che aveva grottescamente dichiatato guerra, compreso tra questi