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Giu
Contrappunti, su Punto Informatico di domani.
Oltre il 97% dei giovani italiani secondo le più recenti stime del Censis possiede ed utilizza un telefono cellulare. Ed il caso vuole che il telefono cellulare, da oggetto per parlare e mandare brevi messaggi in movimento si stia rapidamente trasformando in un terminale mobile dalle mille opzioni.
Personalmente ho sempre considerato una iattura il fatto che il nostro paese fosse la patria della telefonia mobile ed anche oggi, quando sento dire che non solo il traffico voce ma anche quello dati migra verso il mobile, continuo a pensare che non si tratti di una buona notizia. Abbiamo regalato milioni di euro in questi anni alle telco per una mobilità spesso inutile e ci sono ottime possibilità che questo continui ad accadere nei prossimi anni per il collegamento alla rete in mobilità (continua)
Personalmente ho sempre considerato una iattura il fatto che il nostro paese fosse la patria della telefonia mobile ed anche oggi, quando sento dire che non solo il traffico voce ma anche quello dati migra verso il mobile, continuo a pensare che non si tratti di una buona notizia. Abbiamo regalato milioni di euro in questi anni alle telco per una mobilità spesso inutile e ci sono ottime possibilità che questo continui ad accadere nei prossimi anni per il collegamento alla rete in mobilità (continua)
Giugno 22nd, 2008 at 16:29
Mantellini, hai sostenuto per anni che il Wi Fi avrebbe distrutto la telefonia cellulare.
Se hai cambiato idea, e ora il Wi Fi e' solo "forse uno spazio intermedio", dovresti per prima cosa spiegare come mai. Cosi', per onesta' intellettuale….
Nel 2003 prevedevi, parlando del Wi Fi:
"Nella sua estremizzazione più spinta, gli utenti del traffico voce e dati semplicemente non avrebbero più bisogno, almeno localmente, di alcun fornitore di servizi che li colleghi al mondo".
Ti eri sbagliato, per caso?
Giugno 23rd, 2008 at 07:35
> Nulla di nuovo sotto il sole:
> non sarà la tecnologia
> migliore per i cittadini a prevalere
> ma quella capace di generare
> un mercato e ritorni interessanti.
Non dobbiamo pero' dimenticare
che cio' e possibile solo per il fatto
che lo stato, col suo monopolio
della forza e il suo regime
di concessioni, *permette* e protegge
i monopoli.
In regime di libero mercato
vincerebbe il piu' bravo (e l'effervescenza
e creativita' tecnologica sarebbero
incomparabilmente maggiori – questo
forse e'l'unico motivo per cui gli USA
sono tecnologicamente avanti,
e noi i piu' indietro).
Giugno 23rd, 2008 at 08:15
Massimo, intendo che la rete fissa collega luoghi dove ci sono oggetti connessi amovibili. es: uffici dove ci sono server e molti computer fissi ecc. Case dove ci sono TV connesse (scomode da portarsi in giro..), Base stations e access points.
Piotr, il mercato soddisfa l'esigenza dl momento. il 75% delle persone in italia e' interessata solo a telefonare. Se disidce la rete fissa (che ha un costo sostanzialmente incomprimibile), la rete fissa diventa non piu' remunerabile. ma da essa dipende anche la rete mobile (le antenne sono attaccate alla rete fissa). un paradosso, eh ? (cerca sul mio blog un articolo dove parlo di "waternet", chiarisce l'idea, pubblicato su riviste di settore 1,5 anni fa). Il cellulare in USA e' molto + indietro ed ha adottato standard europei, decisi dalla UE. In genere hai ragione, nelle infrastrutture, no. In genere le infrastrutture sono "monopoli naturali", le concessioni servono a conciliare prprieta' privata con obiettivi a lungo termine. Chi fissa gli obiettivi a lungo termine ? Nelle democrazie, i governi. Il privato e' proprietario dell'ifrastruttura e concorda a fronte di un obiettivo del governo quanto costa questo obiettivo e si impegna ad invesitre. Il governo, in cambio, autorizza le tariffe.
Annonimo, re. il wifi. Si, Massimo si era sbagliato. Non aveva tenuto conto di alcune reazioni tra cui il ritardo di anni nella concessione dell'uso di numerazione (i numeri di telefono, senza poter associare numeri di telefono a un terminale wifi, non puoi usare il terminale wifi… in Italia era previsto 30 giorni, sono diventati piu' di due anni; in altri peasi non c'e' proprio stata). Massimo ha sottovalutato le lobby. E nel frattempo le condizioni sono cambiate e la finestra di opportunita' assai probabilmente si e' chiusa, grazie si alla riduzione delle tariffe ma soprattutto grazie ai piani tariffari flat (non a consumo: x euro per y minuti) che tutti gli operatori, nel tempo, hanno introdotto proprio per limitare gli effetti della Voip. So che alcuni operatori hanno numeri telefnici associati a linee voip. Si, ma per chiamare passano da SS7. A quest'uopo qualcosa si potrebbe dire di TI che con 1,5 milioni di utenti voip che si parlano tra di loro gratis, qualche profilo antitrust lo ha.. (esistono cause legali x cio', che si risolveranno quando la PATS non esistera' piu' realisticamente…)
Giugno 23rd, 2008 at 12:40
Quintarelli, mi fa piacere sentire (da te, se non da lui) che:
"Si, Massimo si era sbagliato".
Non credo pero' che il suo problema sia stato la sottovalutazione delle lobby. Anche perche' tu forse non lo hai letto con continuita', ma ha strillato per anni, contro le lobby.
A mio avviso, i suoi problemi sono stati altri due.
Per prima cosa ha sopravvalutato i bisogni dell'utenza, per il Wi Fi in generale. Un'utenza che tutto sommato e in buona percentuale della mobilita' del Pc puo' fare a meno. Ancora oggi.
In secondo luogo, Mantellini presentava gia' in quel post nel 2003 i protocolli di routing mesh come cosa fatta e funzionante. O, insomma, pronta e installata ovunque entro pochi mesi. Il che non era.
Tutto qui, e senza sempre dover dietrologare sulle lobby.
Giugno 24th, 2008 at 08:49
per chi conosce i termini della questione, è senza dubbio un ottimo articolo.
tuttavia, se già conosce i termni della questione, che lo legge a fare?