In questi giorni nella blogosfera americana e’ tornato di moda parlare di giornalismo e internet. Cosi casualmente sono arrivato a questa vecchia lista di Doc Searls che mi pare illuminante e che credo tutti gli editori italiani che pubblicano in rete e su carta dovrebbero leggere.

1. Stop giving away the news and charging for the olds.
2. Start featuring archived stuff on the paper’s website.
3. Link outside the paper.
4. Start following, and linking to, local bloggers and even competing papers (such as the local arts weeklies)
5. Start looking toward the best of those bloggers as potential stringers
6. Start looking to citizen journalists (CJs) for coverage of hot breaking local news topics
7. Stop calling everything “content”.
8. Uncomplicate your webistes, and get rid of those lame registration systems
9. Get hip to the Live Web
10. Publish Rivers of News for readers who read on mobile devices

Vediamo un po’ come stanno le cose in Italia. I punti 1 e 2 iniziano ad essere applicati. Il punto 3 molto poco. C’e’ qualche timido tentativo ma in genere la reticenza a linkare all’esterno e’ ancora molto forte quando non istituzionale. In senso piu’ ampio poi (comprendendo il punto 4) credo che linkare all’esterno significhi anche (come per esempio fa il NYT) fornire un elenco di link su contenuti differenti dai propri che si ritengono interessanti fra quelli offerti dalla concorrenza. Una scelta per ora da noi completamente inconcepibile. L’ostracismo nei confronti dei blogger e’ quasi completo (per cui i punti 4 e 5 scordiamoceli). Il punto 6 proprio non esiste, anche perche’ esperienze di giornalismo dei cittadini da noi pochine ed in ogni caso il giornalismo dei cittadini e’ fumo negli occhi (anche solo quello potenziale) per la stampa. Il punto 7 e’ filosofia, vabbe’. Il punto 8 e’ bellamente inattuato. I siti web si complicano ad ogni restyling, la pubblicita’ anche e le registrazioni sono spesso presenti e quasi sempre inutilmente complesse. Il punto 9 gli editori nemmeno sanno cosa sia. L’unica “diretta” che si attua nel web informativo italiano e’ quella dall’interno del sito stesso per eventi importanti (tipicamente sportivi) ma nessuno e’ capace di dar conto della vitalita’ del web nel momento in cui le cose accadono, il massimo della testimonianza e’ quella sempre piu’ frequente del “mandaci una mail o una foto se sei nel luogo in cui i fatti accadono”. Anche il punto 10 ovviamente non esiste (ma e’ roba da geek anche in USA).

4 commenti a “UN DECALOGO PER EDITORI MODERNI”

  1. Leonaltro dice:

    Non ho capito il punto 1.

    "Smettetela di regalare le notizie e far pagare quelle vecchie".

    Gli archivi iniziano a metterli a disposizione, ma in che senso sarebbe applicata la prima parte del consiglio? Dov'è che si paga?

  2. Ubik dice:

    Non sono uno psicologo ma mi sono convinto che il padrone di casa presenta chiari sintomi di sintomi nevrotici da "coazione a ripetere".

    Non c'è altre spiegazione plausibile che spieghi in altro modo per quale motivo, a scadenze periodiche, si autoinfligga la punizione di parlare dell"annosa" questione dei blogger vs. giornali-sti.

    Questi sono altri esempi della psicosi :

    1, 2, 3, 4, 5, 6

  3. Fabio Metitieri dice:

    Sulla presunta ostilita' della stampa italiana verso i bloggher, Mantellini dimentica sempre di citare i tanti bloggher Vib – se medesimo compreso – i cui articoli vengono pubblicati su alcune testate, anche mainstream.

    E dimentica anche sempre di esaminare e giudicare con il dovuto spirito critico la qualita' dell'informazione presente sui blog italiani, che di certo non sono al livello di quelli anglofoni. Anche perche' gli stessi Vib, avendone la possibilita', destinano alla carta i loro interventi piu' elaborati e usano i blog solo per buttare giu' i post piu' rapidi e raffazzonati, tanto per alimentare il flusso, sostanzialmente con la fuffa, insomma.

    E allora, sui blog italiani che cosa ci sarebbe di interessante da linkare?

    Infine, Mantellini e i suoi amichetti si dimenticano sempre le critiche piu' o meno recenti degli stessi Guru del Sacro Blog, al di sopra di ogni sospetto, che hanno condannato la blogosfera come incapace di produrre qualcosa di interessante.

    Dave Winer – che guarda caso ora i bloggher ignorano smaccatamente – ha scritto che i blog di oggi sono "bullshit about recycled bullshit". Geert Lovink – anche questo privato di ogni citazione sulla blogosfera nostrana, e non solo – ha detto che i blogger sono dei "buoni a nulla", incapaci di arricchire una notizia, e che sanno produrre solo impressioni.

    Certo che che anche ai bloggher un po' di autocritica, ogni tanto, non farebbe male….

    Ciao, Fabio.

  4. Camillo Miller dice:

    Fabio: D'accordo al 1000%. MA chi continuerà  a leggere solo la blogosfera italiana , come la maggior parte dei Bloggher nostrani non se ne potrà  accorgere.

    In realtà  se prendi un blog davvero in vista come Boing Boing anche lì puoi trovare segnalazioni stringate, ma sono segnalazioni continue di qualcosa d'esterno e dense di contenuto, non elucubrazioni onanistiche di citazione a quello che t'ha citato su una questione autoreferenziale riguardo al modo in cui l'altro ti ha citato.