Il mio parere personale sulla messa online dei redditi degli italiani. Il vostro?

81 commenti a “E’ COSA BUONA E GIUSTA”

  1. Lisergico dice:

    Qual e' la cosa buona e giusta? Che li abbiano messi online o che il garante della provacy li abbia fatti ritirare quando era troppo tardi?

  2. fabio dice:

    Del mio, non mi interessa. Sono lavoratore dipendente, basterebbe guardare la tabella sindacale e si saprebbe comunque. Ma solo il lordo annuo: mi darebbe molto fastidio veder pubblicato l'intero documento, dove ci sono tante altre informazioni, come ad esempio quanto ho speso per cure mediche. Ma non ho guardato i dati online, e non so cosa sia stato pubblicato effettivamente…

  3. massimo mantellini dice:

    hai ragione Lisergico, correggo la forma del post

  4. massimo mantellini dice:

    no fabio non c'e' nulla di sensibile in quelle liste, ci sono solo l'imponibile e le tasse pagate

  5. Francesco d'Elia dice:

    Ho lavorato in Svezia per due anni e li le dichiarazioni dei redditi compresa quella del Re sono una attrazione turistica nel senso che si può entrare (all'epoca) negli uffici fiscali e chidere di vedere la dichiarazione dei redditi di qualcuno SENZA FORNIRE UN MOTIVO.. Ricordo a Massimo che le dichiarazioni sono SEMPRE state disponibili via Agorà  Telematica dal 92-93 quindi non si capisce cosa sia sto' baccano, magari ai tempi di Agorà  eravamo in tre a navigare.. Se poi hai un abbonamento con un servizio tipo Cerved o Lince hai tutti i dati che vuoi, magari il gran baccano lo hanno fatto quest esocietà  che vedono i loro (costosi..) servizi diventare inutili.. Credo cmounque che sia la legge sulla praivasi ed il Garante della praivasi che vadano aboliti e non la trasparenza..

  6. fabio dice:

    Ok, allora nel pubblicare la sola cifra l'unico problema che vedo è lo shock che può generare rispetto alle abitudini attuali: diciamo che un paradigma sociale nel quale la fatidica cifra non è un argomento-tabù mi pare più maturo di quello in cui è invece un pruriginoso segreto sul quale incentrare miriadi di illazioni.

  7. Lisergico dice:

    Allora posso dire di essere d'accordo con Mantellini Massimo, 01/07/1961, reddito imponibile 92.847 Euro.

  8. LockOne dice:

    bello, vado a vedere quanto guadagni.

    poi mi faccio una pippa.

    poi torno ad evadere quei ventimila euro l'anno di IVA, come sempre. per non dire del resto.

    pippero.

  9. Junoon dice:

    Per chi volesse vedere le voci presenti nei file txt:

    http://img111.imageshack.us/img111/8535/redditischermatafileoa8.png

    non ci sono dati sensibili, come ha già  detto Mantellini.

  10. esaù dice:

    La pubblicazione puo' cambiare molte cose, in meglio, in certe aziende e certi uffici…

  11. Camillo dice:

    Anch'io sono uno dei pochi che ha usato Agorà  telematica quindici anni fa – un modem a pedali… – e non mi scandalizza che i redditi dichiarati e le imposte pagate siano accessibili. La morbosità  iniziale è nello scoprire quanto "guadagna" Tizio… mentre sarebbe più saggio soffermarsi su quanto non "paga" Caio…

    Mi incuriosisce di più sapere che la Mercedes cabrio da € 140.000,00 che mi ha tamponato è intestata ad un ristorante. Che ci faranno? Ci vanno a comprare la pasta? Un pacco alla volta?

  12. Marco dice:

    Favorevole.

  13. Enrico dice:

    Caro Massimo, visto il reddito, credo che la cosa buona e giusta sia ogni tanto portarci a mangiare una pizza!

  14. Factotum dice:

    Visto che solo una parte dei dati è finita in filesharing e a questo punto non si può più tornare indietro, per equità  dovrebbero ripubblicarli tutti.

    E' vero che potrebbero insorgere problemi nelle relazioni tra persone, ma nel giro di un anno o due non si avvertirebbero più.

    Anzi, se ne vedrebbero i benefici, ovvero un serio e palese controllo degli evasori fiscali.

    Sul pericolo paventato da grillo, non saprei. Ma ho come l'impressione che i rackettari del pizzo sappiano già  benissimo quanto uno fattura e glielo facciano pagare comunque in percentuali non risibili.

  15. stark dice:

    Si parla di sburocratizzare, e poi ecco la gran levata di scudi se dati già  pubblici vengono immessi in rete. I dati devono essere pubblici? Allora più facilmente consultabili sono, meglio è. La questione è se devono o non devono esserlo.

  16. Carlo dice:

    Per una volta, Massimo, non sono d'accordo con te. Per diversi motivi. Eccone alcuni, random.

    Il primo è che manca il presupposto fondamentale al libero accesso a dati che, comunque la si voglia girare, sono sensibili: l'identificazione del "chi accede" e del "perché", fosse anche solo per curiosità , che come è stato ricordato è possibile ad esempio fare in Svezia (e a prescindere dal fatto che non è che se qualcosa è lecito "in Svezia", allora è "intelligente" per diretto sillogismo). Il renderli disponibili sul web in quel modo significa semplicemente distribuzione ad un pubblico infinito totalmente anonimo e che ha possibilità  di accedere a quei dati per qualunque scopo, lecito e non.

    Il secondo è che crea un effetto assurdo, tanto per fare un esempio, in qualunque azienda, e chiunque abbia lavorato come dipendente non può negarlo. L'argomento "chissà " quanto guadagna il mio vicino di banco che lavora la metà  di me è un tema esplosivo da esplicitare in un contesto aziendale. Per non parlare del fatto che ciascun lavoratore che si muove in un mercato competitivo perde immediatamente una leva chiave nella trattativa commerciale per passare da un'azienda a un'altra, a tutto favore di chi compra e non di chi si vende.

    Il terzo è che il dato puntuale sul singolo anno è probabilmente fuorviante in moltissimi casi. Alcune libere professioni, ad esempio, hanno andamenti molto diversi anno su anno. Se sei un dipendente aziendale "incentivato" in qualche modo ad uscire a metà  anno, il tuo reddito su quell'anno risulterà  la metà  di quello reale. E via così per decine e decine di esempi. Ma chi andrà  a leggere il tuo dato, per qualunque motivo lo faccia, leggerà  *quel* dato senza avere possibilità  di capire quanto quello sia il tuo reale standard, o se tu abbia ereditato proprio quell'anno dalla zia in America, o se tu ti sia preso un anno sabbatico senza portare a casa una lira.

    Il libero accesso senza controllo alcuno, poi, serve davvero su un piatto d'argento una leva a mille potenziali attività  illecite.

    No, non sono proprio d'accordo. Nessuno nega la disponibilità  pubblica di quei dati, che c'è sempre stata, ma è la modalità  di accesso che è completamente sbalestrata.

  17. Giuseppe dice:

    In un epoca dove il grande Fratello è arrivato all'edizione 8, non mi meraviglio che la gente sia diventata ossessionata dal voyerismo. Accertare l'evasione fiscale non è di competenza del cittadino, ma bensì delle autorità  istituite a farlo. E' una violazione bella e buona e io presenterò la mia denuncia insieme al Codacons. Il fatto che circa il 58% sia favorevole alla pubblicazione, non dimostra che sia giusto. Gli ignoranti sono la maggioranza in questo paese. Denudandoci difronte a tutti e tutto, perderemo la nostra individualità , il decoro e la nostra dignità  di uomini liberi. Saluti.

  18. Andrea Mereu dice:

    Chi dichiara i suoi redditi onestamente non ha nulla da nascondere né si deve preoccupare, ricco o povero che sia.

    I mafiosi che chiedono il pizzo, o i sequestratori, hanno i loro metodi per conoscere i redditi dei loro bersagli e di sicuro non hanno bisogno di consultare il sito dell'agenzia delle entrate.

    Stimo molto Beppe Grillo, ma mi ha sorpreso molto la sua sfuriata.

  19. Alessandro Baffa dice:

    Beh dai, è uno stimolo in più nel cercare di guadagnare di più! ;-)

  20. Guido Arata dice:

    No dai, non sono daccordo…vedi un ladro, prende l' elenco ed ha tutto ciò di cui gli serve, non può più fallire colpi,d iciamo…cioè, mette proprio sotto bersaglio chi ha un buon reddito…cioè, è davvero una banca dati abnorme per i ladri…e per i ricattatori? C'è un amico di famiglia che è finito sul giornale locale, citato tar i 3 che denunciano più della città …ma lo sai che è preoccupatissimo? Cioè, ma è assurdo eh..pensa trovartici…Nono, non sono daccordo, e la vedo come ciliegina sulla torta di un governo disastroso, che, personalmente, ha tradito la mia iniziale fiducia (OT)

  21. Albert Antonini Mangia dice:

    Andrea Mereu perché ti sorprende la sfuriata di Beppe Grillo? E' evidente che è teso perché ora tutti sanno che con le sue invettive in piazza guadagna ben 4.272.591 in un anno!

  22. Smarketing dice:

    Il problema non è se sia cosa buona o giusta, bensì legittima, e il garante per primo sa benissimo che lo è, perché i dati patrimoniali non sono dati sensibili secondo la normativa sulla privacy. Anzi, sono curioso di vedere come motiveranno questo provvedimento quando saranno costretti a fare marcia indietro, visto che in passato lo stesso garante si è pronunciato in materia in modo completamente opposto

  23. Annarella dice:

    Sono d'accordo sul fatto che sia cosa buona e giusta ma il problema di cosa possa succedere nelle aziende è stato centrato in pieno da Carlo.

    Oggi come oggi, soprattutto quando ci sono di mezzo obiettivi e trattativa con i propri manager, i redditi dei tuoi colleghi sono una sorta di terzo segreto di Fatima che non va fatto conoscere agli altri. Conoscerli non cambia molto ma porta la tensione in alto.

    Sapere quanto abbia guadagnato il tuo ex-manager, proprio quello che faceva tante storie su 5 euro in piu' in nota spese, serve a poco a meno che si voglia passare a vie di fatto fisiche o si ami la sensazione forte di un attacco di ulcera.

    Quello che invece viene a saltare è la fiducia perchè non è raro che venga tirato fuori l'argomento "Tanto nessuno guadagna piu' di tanto".

    Sul fatto che il reddito poi sia indicatore di capacità  e te lo devi portare dietro nella nuova azienda, se ti vogliono ti prendono e nella trattativa rientra anche la cifra che vuoi o i benefit e le stock options che nelle dichiarazioni non escono fuori.

    Per il resto credo cambi veramente poco: i ladri, se avevano intenzione di far visita, lo facevano con o senza dichiarazioni su web. Mi diverte quest'idea della micro-criminilità  che va a leggersi milioni di dati su web :) Stessa cosa per i rapitori, credo abbiano fonti che farebbero invidia al fisco ;)

  24. frap1964 dice:

    Io credo che il il mio reddito imponibile sia una questione tra me e lo Stato e non tra me e tutti i cittadini italiani singolarmente. Che lo Stato verifichi pure, anche incrociando archivi di varie fonti (compresi conti bancari) e mi contesti quel che ha da contestare, se crede. Ma cominci lui piuttosto con una SERIA politica di trasparenza dei SUOI atti pubblici invece di questa buffonata senza senso, peraltro immediatamente e giustamente smentito dal Garante sulla privacy che, nel merito, già  si era espresso il 18 ottobre 2007.

    http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1454901

  25. esaù dice:

    Annarella,

    scusa ma sapere che il tuo capo ti sottopaga e che il tuo collega guadagna il doppio facendo la meta' non e' cosa buona e giusta? Si aprono gli occhi e, forse, i capi stanno un po' piu' in guardia. Si creano tensioni? E chissenefrega. Il gioco vale la candela (se uno non ha niente da nascondere).

  26. bardolomu dice:

    Che il mio reddito se lo guardi chi vuole; tanto le "stock option" (roba che abbiamo tutti, e con cui facciamo quotidianamente i conti, immagino) non vengono fuori. Qualcuno che va oltre il concetto del "mio reddito sul web", magari, e che ci fa una riflessione? Di pochi minuti fa, anche nell'ultimo giornale della notte su RADIO RAI; oltre il 50% delle società  dichiara imposta negativa o nulla, solo 300.000 contribuenti dichiarano più di 100.000 euro all'anno. Direi che qualche spunto potrebbe scaturire anche da questi due numerelli…Dei redditi del mio vicino di casa non me ne può fregare di meno; ma peso che non sia proprio del tutto vero che il reddito possa essere solo una questione tra il "singolo" e lo stato. Ma questo in un paese in cui la parola "mio" non sta in testa alle hit parade dei termini più usati.

  27. Annarella dice:

    @esau': se il capo paga il doppio il mio collega e sottopaga me, a parte prendere a randellate il capo e/o cambiare azienda, di pratico cosa si può fare ?

    Tra l'altro prendere a randellate qualcuno non e' proprio pratico :D

  28. Anonimo dice:

    Per Massimo:

    Mi hai deluso, ti credevo più intelligente. Credevo avessi capito che il diritto alla privacy è il diritto a non essere discriminati.

    Per i signori "In svezia fanno così":

    Facciamo un gioco: provate (chi ne ha tempo e voglia) a scegliere dagli elenchi telefonici online un cittadino a caso di ciascun paese europeo e poi cercate quel cittadino nel sito del fisco del relativo paese: vediamo se li trovate tutti.

    Se gli svedesi possono permettersi di mostrare il loro reddito a tutti evidentemente è perché questo non va ad incidere più di tanto nei loro rapporti personali. Saranno un popolo migliore di quasi tutti gli altri nel mondo, possono permettersi di sbandierare i loro redditi senza che questo sia un problema… ma altrove non è così. E l'Italia ha dimostrato di non essere affatto pronta a una "trasparenza" (poi ci torniamo) di questo tipo.

    ai signori "non è un dato sensibile":

    Vediamo… in Italia c'è la libertà  di pensiero, giusto? quindi non dovrebbe essere un problema per nessuno dichiarare pubblicamente cosa vota, giusto? E per estensione, nessun problema che il voto sia palese, e si faccia una bella lista di voti col nome e cognome da pubblicare al sito del ministero dell'interno… a ogni consultazione…

    ai signori "non ho niente da nascondere, non ho niente da temere".

    Niente ma proprio niente? questo lo hai deciso tu. Niente da temere? questo lo credi tu (lo dicevano anche quei tizi in divisa con quelle fasce rosse sul braccio con su una strana croce uncinata…). Ma sei sicuro di non aver niente da perdere? tipo, che so, il diritto a non dover rendere conto al mondo intero di quanto guadagni in relazione a come ti piace vivere? Te ne frega niente? E allora che problema ci sarebbe se "per contrastare il riciclaggio" promuovessero una bella "trasparenza dei conti bancari" pubblicando sul web il tuo estratto conto in tempo reale? tanto mica ci fai qualcosa di illegale coi tuoi soldi…

    ai signori "grillo guadagna 4 milioni"

    Wow che rosicata! Ecco perché l'italiano non è pronto alla "trasparenza" Viscosa. TI piacerebbe così tanto se mezza italia ti definisse un ladro perché il tuo stipendio (onestamente guadagnato) fosse giudicato troppo alto?

    TBC

  29. Anonimo dice:

    ai signori "Ma la mafia ha ben altri mezzi":

    Si ok, le grandi organizzazioni criminali hanno ben altri strumenti. Ma questo non vuol dire che la lista non può interessare tanti altri malviventi di profilo molto più basso: balordi isolati, bande di violenti spesso immigrati, baby gang, tossicodipendenti, truffatori di nonnine.. tutti questi hanno target diversi, e nessuna fascia di reddito è al sicuro (si pensi alla nonnetta che vive sola ma ha un redditino dignitoso grazie alle pensione di reverisbilità  del defunto coniuge…)

    Ai signori "io sono un dipendente, che volete che importi.."

    Importa si! a un datore di lavoro che dice "questo prima guadagnava bene, se dov'era prima lo pagavano bene era bravo" oppure "se gli davano così poco era perché non valeva niente!" oppure ancora "se con quello stipendione se ne è andato o l'han mandato via deve essere uno che pianta grane o che vuole sempre di più…"

    E lo stesso vale per un lavoratore autonomo: "questo guadagna poco, deve essere un incapace!" oppure "questo guadagna troppo, deve essere troppo caro". Quello "da poco" troverà  sempre e solo clienti "al risparmio", quello "caro" avrà  clienti più prestigiosi…

    Anche qui, discriminazione. E potrei andare avanti, un padrone di casa che ti guarda il reddito prima di decidere se affittarti o no il monolocale (e se non è giudicato "abbastanza" finisce che trovi casa solo in un bassifondo pure se potresti permetterti di meglio), o un amministratore di condominio in combutta con i coinquilini "ricchi" per fare spese superiori alle possibilità  dei poveri che si vedono costretti a vendere (ai ricchi stessi)…

  30. Anonimo dice:

    Ai signori "così si batte l'evasione fiscale".

    Ecco altri convinti di salvare il paese con i loro 2 euri di ritenute che credono che se il (presunto) evasore verrà  spogliato e messo in galera loro pagheranno meno tasse o avranno servizi pubblici migliori. In decenni di governi e tassazioni varie ne ho viste abbastanza, da destra e da sinistra, da potervi dire POVERI ILLUSI!!!! Vi lamentate per la casta, urlate allo scandalo per gli sprechi macroscopici sotto casa vostra… più soldi a uno stato sprecone si traducono in più soldi da sprecare! col cavolo vi daranno l'Italia dei vostri sogni. Sono quarant'anni che vedo le cose andare così.

    Nel caso (più che probabile) che si abbia un impennata di denunce alla GdF, il 99% di queste sarà  archiviata per decorrenza dei termini. Non ce la faranno mai a evadere tutte le richieste di giustizia dei delatori.

    E comunque, chi di delazione ferisce di delazione perisce. Avete mai fatto la spia a scuola? qualcuno ha mai fatto la spia nei vostri confronti? E come è andata a finire?

    Now, Go Back

  31. Junoon dice:

    Tre interventi di fila speciosi, mah… Comunque, per la cronaca, l'archivio "ancora" parziale dei dati fiscali su eMule è il più "disponibile" dell'intero globo terracqueo, ha battuto il cd di Madonna :-)

  32. SciPiozZo dice:

    Amen.

  33. Michele dice:

    Sono del tutto d'accordo con i commenti di TBC.

    Voglio avere la stufa piena di bigliettoni da 500 euro e vivere da onesto pezzente, senza dover rendere conto a nessuno.

    Sono fatti miei e non vedo perché lo debbano sapere tutti.

    Mi sembra talmente elementare come concetto…

  34. Daniele Minotti dice:

    Domanda: parliamo del com'e' o del come dovrebbe essere?

    Forse vi sfugge questo piccolo particolare.

  35. Fabri dice:

    Sono completamente d'accordo TBC.

    I paragoni con la Svezia sono da fare al cinema. Siamo popoli con un DNA completamente differente. Non ha senso un confronto.

    A me pare una roba da comunistoni vecchio stampo. Con l'obiettivo di avere una sorta di uniformità  nei redditi.

    Questo sistema servirebbe alla gdf non all'italiano voyerista. In un altro paese chi ha redditi "stranamente" troppo bassi magari verrebbe denunciato alle autorità …qua al massimo puoi immaginare insulti alle spalle o al massimo dei bei ricatti dal vicino di casa.

    Si corre poi il rischio che tu venga etichettato per il tuo reddito prima che per tutto il resto.

    Che Grillo guadagna quella cifra lo si sapeva da due settimane, dopo l'articolo di Panorama. Sorprende perciò questo clamore.

    Se gente come Totti ne prende 10 all'anno io a Grillo gliene darei almeno 40. Eppoi Totti non ha gli avvocati da pagare…

  36. spider dice:

    Bah, un monte di discorsi inutili: i dati erano GIA' pubblici, tutti, con buona pace di chi ha paura dei rapitori (ma davvero pensate che si basino sulle dichiarazioni dei redditi? siete ingenui o ci prendete per il culo?) e dei vicini di scrivania invidiosi. Erano solo più noiosi da andare a cercare. Se si può snellire la burocrazia con l'aiuto di internet, ben venga. Come col catasto, con i certificati, con le multe.

  37. Birra dice:

    Secondo me basta mettersi d'accordo: se la curiosità  fiscale sia o meno un disvalore e se i dati fiscali siano o meno dati sensibili.

    Nel caso si ritenga, come ha ritenuto Visco due giorni fa, che non siano dati sensibili e che la curiosità  fiscale sia legittima, qualcuno deve chiedere molte scuse a quel manipoli di *curiosi* che nell'ottobre 2006 sbirciò data di nascita di Prodi e di altri cosiddetti vip, qualcuno il reddito. Gli spioni fiscali, una ventina di dipendenti di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, che hanno, da una parte sputtanato ingiustamente una categoria di lavoratori e dall'altra passato l'inferno, oggi la stessa consultazione che ha fatto subir loro perquisizioni e processi, la possono fare con emule e col placet di Visco.

    Ricordo, però, che sula fine del 2006 lo stesso Visco che oggi parla di trasparenza, di cose normali in paesi civili, circa 18 mesi fa parlava di regole più rigide per la consultazione del'anagrafe tributaria, di liste di nomi di vip che avrebbero fatto scattare l'immediato controllo sui motivi della consultazione.

    Quindi, dico io, mettiamoci solo d'accordo.

  38. bardolomu dice:

    ricapitolonado; DNA diverso dagli svedesi, roba da comunistoni, sbandati "informatici" che consultano gli elenchi sul web per derubare la nonnina con la pensione di reversibilità …accidenti, attenti a non incrociare tutte le code di paglia in una volta sola!!! ;-)

  39. Anonimo dice:

    Ma non si potrebbe fare semplicemente così: includere nei modelli unico e 730 una casella da barrare in cui si nega o si autorizza la pubblicazione del proprio reddito in un elenco da rendere disponibile sul web? Chi vuole si pubblica chi non vuole no.

  40. Francesco d'Elia dice:

    A me in ogni caso non me ne frega nulla di andare a cercarmi i dati sui redditi di qualcun altro.. Preferisco impiegare quel tempo per mantenere o aumentare il mio reddito.. Le mie curiosità  si esplicano in campo cuturale più che di fiscal-gossip ed è proprio la cultura e la coscienza civile che ci manca e questa situazione fa si che provvedimenti come questo scatenino un putiferio..

  41. cristiano dice:

    io credo sia assurdo pubblicarli senza un filtro. perché va bene che sono pubblici, ma così facendo non se ne impedisce un uso illecito. e mi spiego.

    innanzitutto assieme ai dati c'è la data di nascita. dato con il quale posso anche andare in un ufficio dell'anagrafe e chiedere il certificato di residenza o lo stato di famiglia di quella persona.

    c'è il codice di attività , il che consente a chiunque di fare della promozione mirata [per gli stessi dati oggi come oggi ci sono aziende che pagano fior di soldi per avere elenchi di professionisti specifici].

    allo stesso modo un promotore finanziario, che prima doveva fare il giro delle agenzie bancarie corrompendo una cassiera di una banca per farsi dare i saldi dei conti correnti più danarosi, ora può semplicemente andare a suonare alla porta di tutti quelli che hanno un reddito medioalto…

    insomma d'accordissimo con la pubblicazione dei redditi. sono dati già  pubblici. ma vanno pubblicati con altre cautele [ad esempio consentendo consultazioni solo su una persona alla volta e non distribuebndo le liste complete. e non va consentito l'accesso anonimo]

  42. LockOne dice:

    a me m'hanno rubato il motorino, ieri. m'importava assai di piu' se mi garantivano qualche genere di legalita'.

  43. AlphaKappa dice:

    quella della criminalità  che va a leggere quanto dichiari e poi viene a farti una visita a casa è una barzelletta. i ladri e la mafia esistono già  da tempo e non hanno di certo bisogno di sapere certe cose che sanno già .

    la dichiarazione dei redditi era già  pubblica, bastava andare in comune, ora è disponibile in internet (non lo è più). è un grande atto di democrazia.

    in finlandia per sapere quanto guadagna paolino paperino basta mandare un sms con la scritta "vero" (=tasse) e il sistema ti risponde con un altro sms che riporta il reddito.

    http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/economia/redditi-online/finlandia-marrese/finlandia-marrese.html

  44. Piero dice:

    "Lo zelo senza riflessione non è cosa buona,

    e chi va a passi frettolosi inciampa." Proverbi 19,2

  45. Fabri dice:

    Prima Svezia ora Finlandia:

    L'evasione fiscale da queste parti ha percentuali ininfluenti: altro che Italia, dove il sommerso calcolato intorno ai 160 miliardi di euro praticamente corrisponde al Pil di tutta la Finlandia

    Io non ho nessuna coda di paglia e nulla da nascondere… ma possibile che se qlc vuole ottenere la mia email deve chiedermi l'autorizzazione e se vuole sapere il mio reddito nulla? Vi rendete conto? in pratica sarebbe l'unico database con tutti i nomi degli italiani…

    Se si vuole fare qualcosa di trasparente e democratico, si inizi da ben altro.

  46. giancarlo dice:

    Stupisce, in gente che si credeva esperta di internet, la totale mancanza di intuzione di quanto possa essere dirompente la pubblicazione di un database di quella dimensione e degli usi che se ne possano fare (e si faranno).

  47. vb dice:

    Io ieri ho avuto il sito più giù che su: ho pubblicato sul blog direttamente il link al file (quasi completo) dei dati di Torino, e sono stato linkato persino dalla Heise, portando il traffico a quasi 20 volte il normale anche quando ho cominciato a rifiutare di brutto tutto il traffico da quel link. (Ora è quasi stabile, se qualcuno vuole scaricarli… Stasera magari aggiungo qualche file.)

    Comunque, l'ho pubblicato perchè credo sia un'ottima cosa, alla fine il reddito non è un indicatore così diretto della ricchezza (puoi essere ricco per eredità , oppure guadagnare tanto ma pieno di debiti) ma è in buon indicatore di quanto sei onesto nei confronti della collettività . E scopri anche che i "possibili evasori" non sono solo quelli che ti aspetteresti, ma anche degli insospettabili, quelli che in pubblico sono i primi a fare i discorsi contro Berlusconi e contro gli evasori.

    Il resto del ragionamento e dei commenti sono sul mio blog, aggiungo una sola cosa: secondo me i politici pensavano di fare una manovra contro Grillo, rendendo possibile pubblicare legalmente il suo reddito (cosa che non si poteva fare senza una pubblicazione ufficiale). Però, essendo totalmente ignoranti a proposito di Internet, non avevano previsto che i file sarebbero ricomparsi in giro.

  48. AndreaR dice:

    Che i dati non siano sensibili, secondo la definizione della legge, è evidente; come è evidente che siano dati personali, sempre secondo la 196/2003. E anche i dati personali devono sottostare a determinate regole per essere comunicati o diffusi.

    E' vero che il DPR 633/1972 stabilisce la pubblicità  delle dichiarazioni, stabilendo anche le modalità  di pubblicazione (guardate il sito di Carmelo Giuridanella); ma è anche vero che lo strumento di pubblicazione non è indifferente, e che il legislatore degli anni '70 non poteva prevedere la "Pubblicazione via web".

  49. Edoardo dice:

    Fossimo in Scandinavia sarebbe cosa buona e giusta. Ma per certe realtà  del Sud è la cosa peggiore che lo Stato può fare al cittadino. E lo dico perchè giù ci ho vissuto e ci tornerò presto.

  50. Fabio Metitieri dice:

    In effetti, Giancarlo, stavo pensando ai salti di gioia che stanno facendo le societa' che raccolgono e organizzano dati per il mass marketing e dintorni…

    Di certo hanno copiato il tutto (girare tutti i comuni per creare una base dati sarebbe stato un po' troppo costoso), lo stanno incrociando con le altre informazioni che hanno messo insieme in questi anni, magari ci aggiungeranno un bella interfaccia per fare ricerche mirate e statistiche, e quindi rivenderanno l'archivio a chi vuole romperci le palle (o controllarci come consumatori, clienti, o altro) in modo sempre piu' mirato.

    Sono io l'unico paranoico e mi sbaglio, oppure sul serio ai tanti "esperti Internet" presenti questo non e' venuto in mente?

    Ciao, Fabio.

  51. Dario Salvelli dice:

    Sulle pagine di Zeus News oggi Pier Luigi Tolardo prospetta una possibile censura e proibizione dei dati dei redditi diffusi via peer to peer attuata dal prossimo Governo Berlusconi. Non ho idea se siano solo voci o meno ma sarebbe un pessimo inizio, da Impero.

    http://tinyurl.com/5bpa7m

  52. spider dice:

    Scusate, ma il reddito e le tasse come fanno a essere dati RISERVATI?

    Il reddito viene prodotto in pubblico, a meno che non sia illecito.

    Le tasse vengono pagate allo Stato.

    Davvero non capisco cosa ci sia di più pubblico di questa roba.

  53. frap1964 dice:

    Quella che tu chiami "cosa buona e giusta", nel ns. ordinamento si chiama "illecito trattamento di dati personali" ed è un reato PENALE punibile con la pena da sei mesi a tre anni.

    (art. 167 L. 675/1996)

    E infatti la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta.

    Ora c'è pure da aspettarsi una bella valanga di ricorsi al Garante, visto che ciascun contribuente sembra abbia diritto ad un risarcimento tra i 500 e i 1000 euro, secondo i casi.

    Difatti l'art. 15 del Dlgs. n. 196/2003 recita:

    "Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell'art. 2050 del codice civile"

    E come al solito, alla fine pagherà  Pantalone: che gioia!

  54. Pier Luigi Tolardo dice:

    Ciao Fabio, avresti ragione, anzi hai ragione ma, peccato, che quello che Tu paventi lo fanno già  da almeno 10 anni banche, assicurazioni, società  finanziarie senza aver bisogno che le dichiarazioni fossero messe sul sito dell'Agenzia delle Entrate.

    Per me oltre che "cosa buona e giusta" è anche nostro dovere e fonte di salvezza.

  55. Pier Luigi Tolardo dice:

    Comunque i venti tra guardie di finanza e addetti agli uffici tributari messi sotto accusa per l'accesso ai dati di Prodi e Visco sono andati, nei giorni scorsi, assolti perché il fatto non costituisce reato e sono ancora ai loro posti. Quanto ai dati sul reddito di Grillo per kme non erano nuovi perché questi famosi 4 e passa milioni di euro(ma si riferiscono al 2005 prima che il fenomeno scoppiasse a questi livelli) erano stati riportati già  da diversi quotidiani, settimanali e libri su Beppe Grillo. Certa pochissima gente legge i quotidiani e sui quotidiani gli articoli su Grillo ma questo è un altro discorso.

  56. Pier Luigi Tolardo dice:

    E comunque voglio rispondere a chi mi chiedeva se c'era chi faceva la spia quando andavo a scuola e chi fine abbia fatto. Che coincidenza: quando andavo a scuola dai salesiani c'era sempre uno che riportava ai preti cosa dicevo di loro. Oggi questo ragazzo fa l'avvocato specializzato in reati tributari e pare molto stimato. Quanto guadagna non lo so e non mi interessa, non lo invidio, mi basta essere me stesso, ma sono certo che lui sarà  contrario alla pubblicazione on line.

  57. Fabio Metitieri dice:

    Tolardo, non dubito che le grandi societa' lo facessero gia', ma era piu' scomodo e costava di piu'. Adesso costruirsi dei data base dei redditi e' alla portata di molti piu' soggetti.

    E non vedo come questo possa costituire una difesa o un rimedio rispetto alla situazione precedente.

    Come dire: se il mio medico e' pettegolo e racconta in giro agli amici o ai miei vicini di casa di cosa soffro e quali farmaci prendo, allora pubblico tutto l'eenco on line, malattie e medicine, cosi' tutto e' piu' trasparente e son piu' tranquillo???

    Ciao, Fabio.

  58. MFP dice:

    Fantastico… andando a raccogliere i commenti su questa vicenda si possono ottenere importanti informazioni sui personaggi che commentano… informazioni molto più sensibili, e quindi utili, degli stessi dati patrimoniali! Facessero altre 1000 di queste pubblicazioni a sorpresa di dati pubblici!

  59. Andrea D'Ambra dice:

    Completamente d'accordo con te Massimo

  60. giancarlo dice:

    @MFP: infatti, se raccogli i dati in giro per internet hai più informazioni, ma li devi raccogliere. Invece con i dati del ministero chiunque dotato di un pc si trova la pappa pronta. La differenza sta tutta li. Non sarà  neanche gravissimo, ma oltretutto è inutile o almeno io un'utilità  pubblica non ce la vedo, a meno che si creda che la gente debba andare a stanare gli evasori casa per casa, sullo stile ronde padane con gli extracomunitari. In pratica la GDF abdica al suo ruolo, pubblica le liste di tutti gli italiani e dice "vedetevela tra di voi". Come se la polizia pubblicasse l'elenco dei cittadini sicialiani dicendo che li dentro ci stanno i mafiosi: cazzi vostri.

  61. Daniele Minotti dice:

    @frap1964 #57

    Non e' che ogni trattamento illecito (e occorre ancora valutare bene se lo e') diventa per forza un reato. Il fatto che la Procura abbia aperto un'inchiesta non significa che il reato ci sia veramente. Anzi, io ho parecchi dubbi. Ho fatto qualche riflessione *secca* proprio ieri.

    Se, poi, la cosa ha rilevanza civile, e' un altro discorso, non meno complesso e che non si puo' dare per scontato.

    Ripeto: un conto e' dire (politicamente, socialmente, ecc.) che e' giusto o sbagliato. Un altro e' fare i conti con la legge, giusta o sbagliata che sia.

  62. Francesco d'Elia dice:

    Disponendo di un abbonamento a servizi come Cerved, Lince, etc.. puoi sapere tutto magari sono queste aziende che si sentono danneggiate perchè i loro servizi diventano in questa maniera inutili, lo spauracchio della praivasy è un'altra delle paranoie che ci stanno iniettando in questi ultimi anni.. L'inutile quanto costoso Garante non garantisce un tubo e sarebbe tutto da rivedere..

  63. Noantri dice:

    Idem.

    Finalmente una cosa buona e giusta in Italia.

    Tra l'altro è tutta gente che paga le tasse, quindi perché vergognarsi?

    [Ste]

  64. AndreaR dice:

    Ogni possibile tentativo di rendere impubblicabili i dati, sarebbe facilmente aggirabile se il modulo della dichiarazione dei redditi finisse con una liberatoria: chi vuole la firma e i suoi dati personali diventano pubblicabili sul web nel rispetto della legge sulla privacy; chi non vuole non la firma ed i suoi dati resteranno visionabili unicamente in forma tradizionale.

  65. Anonimo dice:

    http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/economia/conti-pubblici-22/i-guadagni-degli-autonomi/i-guadagni-degli-autonomi.html

    Stessi dati del 2005: un'analisi sul perché i gioiellieri sono più poveri dei maestri.

  66. Nicola mantenuti dice:

    che è una vergogna assoluta

    in nessun paese vengono diffusi SUL WEB

    è un metodo tra l'altro molto astuto da parte di quelli come te mante (è un mio parere) per darsi le mazzate sui coglioni. Nel senso che poi i file ora girano sul P2P e ALLORA la colpa è della rete!

    Comunque probabilmente Mantellini non hai ben chiaro il concetto di privacy (e di messa in sicurezza di dati sensibili la cui diffusione può provocare anche diffusione del pizzo e omicidi).

  67. vb dice:

    Io nel frattempo, nel dubbio, ho aggiunto sul mio blog un link al file con tutti i redditi dei milanesi…

  68. tangue dice:

    Calma e gesso

    a nessuno è mai venuto in mente che i dati fiscali non sono propriamente dati sensibili?

    Che la procura abbia aperto un'inchiesta è un atto dovuto, visto che c'è stata una querela di parte (anzi se ne dovrebbero aprile altre 103 di inchieste, vista l'astutissima strategia d'attacco di certune associazioni dei consumatori").

  69. Viscus dice:

    @ Nicola mantenuti

    Mi sembra che di paranoia e psicosi ce ne sia abbastanza, alimentata anche dalle cavolate che dici sulle liste potenzialmente "usabili" a scopi criminali; ti ricordo che l'imponibile non è il solo indicatore di quanto è ricca una persona. Anni fa ci furono sequestri di gente ricchissima ma sconosciuta al fisco. L'argomento criminalità  correlato alla consultazione di dati "economici" (dichiarati anni fa dati non sensibili dallo stesso garante) è quantomeno pretestuoso e fallace che denota una conoscenza molto superficiale di fenomeni come pizzo, estorsioni, ecc. Informati prima di parlare di privacy a vanvera.

  70. Maurizio dice:

    D'accordo: cosa buona e giusta.

    Io renderei pubblici ANCHE i conti correnti. ;-)

  71. Enrico dice:

    Più che il reddito, gradirei sapere del mio vicino se è un pedofilo, un maniaco sessuale, un'interista o se ha votato PD …

  72. Fabri dice:

    A me pare che molti di voi stiano sottovalutando la "modalità ". E questa è "colpa" delle grandi capacità  della Rete.

    Io prima potevo ottenere cmq le informazioni. Ma il processo non era nè semplice nè conosciuto.

    Semplificando questo processo lo si rende accessibile a chiunque senza alcuno sbattimento. Questo per evitare gli inutili paragoni col passato. (da affiancare a quelli inutili con la scandinavia).

    Mantellì dovresti esprimere perchè seconto te questo è buono e giusto. Non si capisce.

    Io, a parte, una trasparenza fittizia e un appagamento del voyersimo di tanti italiani, non ci vedo proprio nulla di cosi utile.

    A me sembra solo un tentativo dei "comunisti" (scusate il termine) per orientare un certo livellamento dei salari: l'unica soluzione giusta è che tutti dovremmo avere lo stesso reddito.

    E' paradossale. Io di una persona potrei non trovare il numero di telefono sugli elenchi, ma potrei trovarne il reddito. Che cos'è privacy allora?

    Stiamo contribuendo a creare una società  in cui il denaro assume un'importanza eccessiva.

  73. Enrico dice:

    @Fabri

    Magari, non mi dispiacerebbe che il mio reddito fosse livellato ai 98000 del padrone di casa …

  74. Anonimo dice:

    Se i redditi devono essere privati (almeno sul web), dovrebbero essere inaccessibili anche i ccnl; in base a quelli se sai il lavoro di una persona sai anche quanto guadagna, no? Non è che invece ad essere i più infastiditi del fattaccio sono i liberi professionisti? guarda caso la categoria che evade di più le tasse.

  75. Tolli dice:

    Alcuni che intervengono rivelano una grande e, perfino, ammirevole ingenuità . come chi sostiene che vedendo pubblicato on line il proprio reddito un lavoratore dipendente(presumo un quadro o un dirigente, non certo un operaio o un im piegato esecutivo) si vederebbero indebolita la propria posizione contrattuale nel passaggio da un'azienda a un'altra come se non esistessero da tempo banche dati sugli stipendi e condizioni di mercato precise in cui il vantaggio del datore di lavoro da un bel po' non è l'ignoranza del reddito. A meno che non vedano il mondo con la grettezza di certi capi del personale che premono con forza perchè il beneficiato non riveli ai colleghi premi e aumenti ad personam. Se poi bastasse ai comunisti pubblicare i redditi on line per ottenere un maggiore egualitarismo dei redditi allora mi batterei fino alla morte per questo, peccato che le cose siano un po' più complicate e difficili e non basta una decisione di Visco per avere più uguaglianza, anche solo un pò in un Paese dove in 10 anni il reddito dipendente ha perso 20 punti percentuali rispetto al lavoro autonomo, in cui ceri lavori effimeri tipo conduttori tv o calciatori non sono mai stati così strapagati e in cui in 5 anni il potere di acquisto dei salari si è ridotto del 30%, non credo che basti Visco, caro anticomunista da strapazzo!

  76. Fabri dice:

    Se poi bastasse ai comunisti pubblicare i redditi on line per ottenere un maggiore egualitarismo dei redditi allora mi batterei fino alla morte per questo

    maggiore egualitarismo dei redditi?

    Certo bell'ideale per cui morire.

    Questi sono discorsi che hanno perso ogni significato. Non servono ideologie. Basta il buonsenso.

    Un calciatore è strapagato. Un precario del call center è mediamente pagato troppo poco. Fin qua siam tutti d'accordo. Ed è giusto evitare queste differenze prive di fondamenti sociali.

    Ma che io e il mio collega dobbiamo avere un "egualitarismo dei redditi" ha senso solo se ci sia anche ugual impegno e di merito. Altrimenti è giustissima una differenza tra me e lui.

  77. MFP dice:

    @giancarlo

    La parte difficile e' mettere i dati in forma digitale… una volta digitali e in rete… raccoglierli e' un gioco (letteralmente) da bambini. Anche con una macchina da 400 euro e un'adsl consumer si può rastrellare rapidamente database enormi…

    @vb

    grande

  78. Tom dice:

    E' cosa più che giusta, tra l'altro non capisco chi si scandalizza per ipotetiche violazioni della privacy. Il reddito NON è un dato sensibile, in Italia c'è la fobia riguardo all'argomento, ma è solo una delle tante cose ridicole del nostro paese.

  79. Francesca dice:

    In Italia c'è la fobia? Allora sono fobici anche, ad esempio, gli USA, la GB, la Germania e gli altri paesi dove questi dati sono rigorosamente protetti. Tutti fobici.

    Il portavoce dell'IRS (fisco USA) Andrew DeSouza ha dichiarato all'ANSA: "Negli Stati Uniti tutte le informazioni personali riguardanti il contribuente sono protette dalla Federal Tax Law. Nessuna informazione privata, come nome, numero sicurezza sociale, indirizzo, numero di telefono, reddito può essere reso pubblico".

    Fobia o segno di civiltà ? io propenderei per la seconda ipotesi vista anche la patetica curiosità  morbosa che si è scatenata in Italia. Siamo in piena sottocultura gossip, altroche democrazia.

  80. frap1964 dice:

    Il Garante ha appena deciso che la pubblicazione dei dati è illegale.

    E conclude con:

    "Per dare la massima conoscibilità  al provvedimento e anche per consentire a tutti di avere maggiore consapevolezza che la ulteriore messa in circolazione dei dati è un fatto illecito che può avere anche rilevanza penale, l'Autorità  ha disposto la pubblicazione del provvedimento sulla GU.

    CVD

  81. Apis dice:

    Il comunicato del Garante è da leggere, perchè chiarisce in modo esplicito il perchè quanto attuato dall'Agenzia delle Entrate sia illegittimo.