Il lungo ragionamento di Giuseppe Granieri che ho quotato ieri ha un rispettabile punto di debolezza. Si tratta di uno dei frequenti – per quanto ammirevoli – vizi di ottimismo di GG ed e’ secondo me questo. La politica in Italia, quasi mai e’ una attivita’ trasparente. Non lo e’ nei maneggi imperdonabili, nei favoritismi spiccioli o nelle violazioni di legge cosi’ frequenti nella nostra classe politica, ma non lo e’ nemmeno all’interno di consessi meno cinici e affaristici. La politica in questo paese e’ opaca anche quando ha la presunzione di essere autentica ed animata da passione e voglia di cambiare il mondo. E’ opaca nel metodo. Mentre la massa sempre maggiore di cittadini in rete spinge (pianissimo per la verita’) verso un atteggiamento chiarificatore delle scelte e dei punti di vista da parte dei candidati e degli amministratori, in realta’ nessun candidato e nessun amministratore e’ intenzionato a dialoghi simili. Il “Comincia ora” di Giuseppe e’ insomma una categoria della mente (nostra) e, contemporaneamente una utile e moderna strategia mediatica (loro). Questo nella migliore delle ipotesi. Nessun blog di un politico potra’ mai essere autentico ambito di conversazione se la politica viene fatta altrove. E questo molto prima di porsi l’annosa questione di come comunicare con tutti i possibili interlocutori in maniera proficua e possibile. Funziona invece il “Cominciamo ora” a la Beppe Grillo ma funziona proprio perche’ si occupa d’altro rispetto alla normale gestione della cosa politica, ne e’ la reazione, non partecipa alla sua opacita’ per la semplice ragione che nulla decide; segnala semplicemente all’interno di una qualsiasi unita’ di misura, il malcontento di 1-10-100-1000 cittadini. Il valore condiviso prodotto in rete non riguarda i politici ma puo’ lo stesso incidere sulla politica nel momento in cui il peso specifico di quanto la rete afferma diventa significativo. Ma cosi come le aziende non hanno nulla a che fare con il passaparola che e’ arma e patrimonio esclusivo dei consumatori, cosi’ i politici non possono conversare con i cittadini perche’ si tratta di soggetti che parlano in genere lingue differenti. Il che non significa che gli uni non possano influenzare gli altri. Ma sempre da dietro ai propri rispettivi vocabolari.

Un commento a “CONVERSAZIONI POLITICHE”

  1. g.g. dice:

    Ma sai, tu confondi l'ottimismo con l'auspicio. Se io faccio un post argomentato con il "se fossi…", ti dico cosa farei io. Se poi a qualcuno quello che farei io serve (in tutto, o in parte), va bene. Se no, ciccia :)