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Io mi fido istintivamente dei pareri positivi di Stefano Quintarelli su una questione come quella dell’annuncio da parte di Telecom Italia della creazione di una divisione dell’azienda che si occupera’ della rete trasmissiva e che prendera’ il nome di Open Access. Se ne parla estesamente anche su Punto Informatico di oggi. E tuttavia non posso non pensare, quando da piu’ parti si fa riferimento all’esempio inglese di Open Reach che:
1 la separazione della rete inglese e’ stata “imposta” da Ofcom a BT.
2 la gestione di una futura ipotetica “One Network” ha bisogno di regolatori indipendenti, determinati e dotati di effettivi poteri, cosa che nell’Italia delle “Authority fantoccio” semplicemente non esiste. In assenza di una vera struttura regolatrice autonoma (qualcuno mi dice se in questo paese nel dopoguerra ne e’ mai esistita una?) tutti i discorsi che si possono fare sull’argomento sono fiato sprecato.
Febbraio 14th, 2008 at 14:59
Correggimi se sbaglio (di 'ste cose ci capisco davvero poco), ma non basterebbe che nell'azionariato di codesta Open Access entrassero tutti gli altri operatori, un po' come succede col MIX?
Febbraio 14th, 2008 at 15:32
Spider, certo. E' quello che io da 3 anni vado in giro predicando chiamandolo "one network".
Mante, faro dei commenti appropriati domani, quando ho + tempo.
in breve: Adesso abbiamo ancora pochi dettagli; fiducia e cautela; ocio che la separazione UK e' nata da una stretta di mano tra il presidente di Ofcom e il presidente di BT. Certo, Ofcom e' molto piu' forte di AGCOM…
Febbraio 15th, 2008 at 07:03
Mi trovi completamente d'accordo.
http://www.smeerch.it/2008/02/14/espropriare-ora-espropriare-subito/
Febbraio 15th, 2008 at 08:51
Perlomeno è un passo avanti, ma la rifondazione di AGCOM con una dirigenza seriamente motivata a difendere i consumatori e il pubblico interesse – anziché gli operatori – dovrebbe essere per il "popolo della rete" uno dei primi obiettivi di lobbying della prossima legislatura.