Segnalo anch’io a chi non l”avesse visto, il bell’articolo di Michele Smargiassi sui laureati analfabeti.

(via repubblica.it)

10 commenti a “LE CHIEDO UNA PROLOGA”

  1. Leonaltro dice:

    Bell'articolo, è vero. Parafrasandone il titolo, però, si potrebbe dire che è scritto da uno di quei laureati che non sanno contare.

    "di italiani che non sanno leggere né scrivere se ne contavano ancora, al censimento 2001, quasi ottocentomila. Se aggiungiamo gli italiani senza […] neppure la licenza elementare, arriviamo a sei milioni, con allarmanti quote di uno su dieci nelle regioni meridionali."

    Sei milioni è uno su dieci. Non si capisce il perché dell'allarme per il fatto che le regioni meridionali sono in linea con il resto d'Italia.

    L'altro dato veramente incredibile è questo:

    "Uno su cinque non ha in casa un'enciclopedia."

    Cioè quattro laureati su cinque hanno un'enciclopedia in casa?

  2. leo dice:

    L'ho letto in classe. Era pieno di parole difficili, devo dire.

  3. pietro ingrao dice:

    e quando scrive "il bugiardino dei medicinali"?!?

    ma chi parla così? chi pensa così?

    la storia dell'enciclopedia poi è ridicola. si commenta da sola.

  4. Pier Luigi Tolardo dice:

    Le enciclopedie sono state regalate o quasi a milioni in questi anni da tutti i quotidiani e settimanali e quindi è confortante che i laureati almeno comprano i quotidiani, magari anche solo per le enciclopedie, e forse li leggono.

    Importante è il fatto che ai libri molti sostengono che preferiscono altri mezzi di comunicazione più moderni, ma non credo che pensino a Internet: si riferiscono principalmente alle partite di calcetto, alle ragazze che si sa parlano molto ed informano il maschio, e ai telefonini naturalmente, che impegnano almeno dalle 2 alle 3 ore di tutti gli italiani adulti e non.

  5. ilbardo dice:

    Io dico bugiardino, perchè bugiardino è una parola che fa parte del lessico della lingua italiana, quindi la uso.

    La preferisco a "foglietto del medicinale", perchè a differenza di quest'ultima espressione, indica con una sola parola ed in maniera univoca l'oggetto a cui mi sto riferendo e i concetti a detto oggetto collegati.

    Quando il bugiardino è stato "semplificato", ho vissuto un momento di difficoltà : per me parole come posologia o espressioni come "indicazioni terapeutiche" hanno un significato molto più chiaro e diretto dell'omnicomprensivo "quando si usa", che può riferirsi ad entrambi i concetti.

    "L'italiano non è l'italiano, è il ragionare. Con meno italiano lei sarebbe arrivato ancora più in alto." (Leonardo Sciascia)

    A differenza dell'autore dell'articolo, tuttavia, mi rendo conto di essere io in torto, dinosauro alla deriva in un mondo dove la scrittura fonetica si contrae nell'ideogramma e la scrittura involve in oralità  pura.

    L'ingegnere qui alle mie spalle, mio collega di lavoro, ha appena detto "ti stai imbrogliando le cervella", al posto di "sei confudo" o "ti stai confondendo".

  6. Leonaltro dice:

    "la scrittura involve"

    Noto in molte persone, specie quando si parla di linguaggio, una sorta di sindrome da "cima della montagna". Ovvero, tutti i cambiamenti dal passato all'oggi sono state evoluzioni, tutto ciò che cambia rispetto all'oggi è involuzione.

  7. ilbardo dice:

    Il passaggio da una scrittura ad ideogrammi ad una fonetca è un'evouzione, almeno per quanto rigurda noi europei e i nostri progenitori di diversi millenni fa.

    La scrittura fonetica è nata perchè riusciva ad esprimere più idee, pensieri ed indicare più oggetti di quella ad ideogrammi, perchè riusciva a plasmarsi meglio al mondo che cambia, perchè per una nuova idea, un nuovo pensiero un nuovo oggetto, non bisognava inventare un segno nuovo, ma ricombinare i segni esistenti.

    Devo mettermi a spiegare perchè a scruttura è senza dubbio un'evoluzione rispetto alla mera oralià ?

    Non basta la costatazione che qui stiamo scrivendo?

    Mi si conceda una prologa, per dicere che certe affermazioni raggiungono l'astice dell'assurdezza.

  8. Leonaltro dice:

    "Non basta la costatazione che qui stiamo scrivendo? "

    A te basta? Allora dovresti anche accettare il fatto che gli SMS, le mail, i twitterismi etc sono un'evoluzione del linguaggio scritto.

    "Devo mettermi a spiegare perché la scrittura è senza dubbio un'evoluzione rispetto alla mera oralità ?"

    No. Però potresti spiegare come mai non ritieni possibili ulteriori evoluzioni rispetto alla scrittura. Sono d'accordissimo che la scrittura sia una grande evoluzione rispetto all'ideogramma egiziano. Ma se, come credo, lo scopo della comunicazione è quello di farsi capire minimizzando il rischio di fraintendimenti, mi pare evidente che – nella comunicazione non orale – ormai abbiamo a nostra disposizione dei mezzi più precisi della semplice parola. Per dire: mostrare una foto e una piantina della mia casa ti farà  capire com'è molto meglio di qualunque mia descrizione.

  9. ilbardo dice:

    Non stiamo parlando della lingua che cambia, non è che i laureati italiani cui l'articolo si riferisce parlino un italiano nuovo ed evoluto. L'articolo si riferiva ad una percentuale preccupate di persone che, nonostante abbiano affrontato gli studi accademici fino al massimo grado, non sanno coniugare correttamente i congoiuntivi, per non parlare dei condizionali, non comprendono parole magari non di uso comune, ma nemmeno particolarmente tecniche o astruse o desuete, restano allibiti davanti a sintassi complesse o a testi, che non siano stati già  digeriti e semplificati da altri.

    E' un'evoluzione questa?

    tvmb :) che cos'è? e' linguaggio? è uno strumento che può servire a trasmettere, non dico un'idea o un'emozione, ma fosse anche un'informazione?

    Io riesco a comunicare, perchè la lingua italiana è uno strumento ricco e complesso, e la vastità  e la complesità  delle cose che penso, che tu pensi, che tutti pensiamo, trova corrispondenze sicure in parole e strutture sintattiche, che consentano che ad un dato gruppo di segni, corrisponda un solo significato.

    Cosa sarebbe della mia e della tua volontà  di conunicare, se tutta la lingua italiana fosse ridotta a tvmb ci ved dom?

    Poi ti devi decidere: io ho detto che il linguaggio si è evoluto dagli ideogrammi e dall'oralità  alla scrittura fonetica. Tu hai detto che non tutto quello che viene dopo nel tempo è necessariamente un'evoluzione. Io ti ho risposto che non mi pare possano persistere dubbi sul fatto che la scrittura fonetica sia consistita in un'evoluzione. Tu mi dici che dovrei chiedermi se magari email, sms, Internet e twitteche? (immagino ti riferisca ad una tipologia comunicativa fatta di messaggi brevi, non rivolti ad un singolo destinatario, ma ad una comunità  più vasta), non possano far evolvere la lingua in qualcosa di diverso.

    A questo punto non sei tu a dare per scontato illegittimamente, che ogni cambiamento del linguaggio sia necessariamente un'evoluzione?

    Certamente qualcosa sta cambiando ed è cambiato, io ho cominciato a percepire il cambiamento negli ultimi dieci o tredici anni, ma forse è cominciato prima. Trovo che sia un cambiamento positivo, se ci riferiamo alla lingua italiana.

  10. ilbardo dice:

    (segue dal precedente) Se ci riferiamo al fatto che anche un solo dottore, ma anche un diplomato o chiunque abbia conseguito la licenza elementare, non sia in grado di comprendere correttamente un testo scritto e di comporre un testo scritto comprensibile, mi sembra grave e precupante, segno dll'involuzione, hai perfettamente ragione, non della lingua, ma della specie.

    "ogni lira è nu grado e' scienza" (lo zio Alfonso)

    "L'italiano non è l'italiano è il ragionare. Con meno italiano lei sarebbe arrivato ancora più in alto." (Leonardo Sciascia)

    Queste argomentazioni vi sono state gentilmente offerte da Scuola Elementare Italiana