03
Feb
Oggi mia moglie mi diceva che il figlio di una vicina di casa di sua madre (bravo ragazzo laureato in Scienze della Comunicazione che sogna di diventare giornalista) scrive finalmente sulla stampa locale alla bella cifra di 2,5 euro ad articolo. Poi mi ha detto: “Ma a te IlSole24ore invece quanto ti paga?”
Febbraio 3rd, 2008 at 17:33
E' una battuta vero?
Accettare 2 euro e mezzo per un articolo vuol dire che in realtà si sta scrivendo gratis: se è consapevole e lo fa per farsi le ossa allora va bene ma se pensa che quello sia un "compenso" la vedo grigia!
Anche un ordine di grandezza in più lo considero poco!
Febbraio 3rd, 2008 at 18:12
Parlando da una posizione privilegiata, e quindi accettando tutti gli sputi virtuali che i collaboratori vorranno lanciarmi contro, devo purtroppo dire che il caso da te citato non è per niente isolato, che ci sono vari editori che adottano "politiche retributive" (chiamiamole così…) analoghe. E non parlo del giornale per il quale lavoro dove i collaboratori, pur non diventando ricchi, hanno sicuramente compensi molto più dignitosi.
Carlo Felice
Febbraio 3rd, 2008 at 18:50
D'altronde a cosa serve un laureato in Scienze della Comunicazione? Pure troppo 2,5 euro.
Febbraio 4th, 2008 at 03:11
Massimo, non tutti possono avere le spinte dal basso che hai avuto tu.. trovandoti nel posto giusto al momento giusto.
Ognuno ha la propria posizione: chi guarda dall'alto e pensa di essere lì perché se lo merita (ma in cuor suo è consapevole di non esserlo), chi guarda dal basso e pianifica una bella ghigliottina al regnante di turno.
In questo ordine di cose, il cambiamento è prossimo.. una mera questione di tempi.
Febbraio 4th, 2008 at 03:16
E tu cosa hai risposto?
Febbraio 4th, 2008 at 03:32
pensa che io scrivo aggratis.
Febbraio 4th, 2008 at 03:51
Mi associo a Enoela: TU cos'hai risposto?
Abbasso la tecnica "creo suspance per aumentare la web-audience"!! :-)
Febbraio 4th, 2008 at 04:02
Fosse stato davvero un bravo ragazzo, avrebbe evitato come la peste "Scienze della Comunicazione" e avrebbe scelto invece qualche altra scienza molto più utile e alla fin fine lucrativa.
Nessuna compassione per le scelte sciocche.
Febbraio 4th, 2008 at 04:29
già , per essere corretto e dare una visione chiara alla cosa dovresti gentilmente postare il tuo compenso.
Comunque,qui in Emilia conosco moltissimi casi di bravi reporter con già 3-4 anni di esperienza a 5-7 euro a pezzo.
Febbraio 4th, 2008 at 04:47
ma perché, a te il sole24ore ti paga?
Febbraio 4th, 2008 at 05:02
Meno male che c'è gente come elvetico che capisce tutto dalla vita, fa sempre le scelte giuste e sa quello che è meglio per gli altri.
.
Credo che anche Spider abbia intuito benissimo (wow!) quello che ha voluto dire Mantellini… E' il "pure troppo" però che lo frega.
.
Non serviamo a niente. Però siamo utili a far spendere soldi a quelli che vivono di luoghi comuni come voi; serviamo anche a farvi credere che tutto quello che sentite alla tv è oro colato e spesso influenziamo tante altre scelte, ecc…. Poi certo, ci sono laureati e laureati, come ci sono università e università .
.
Però in effetti avrebbe potuto fare fisica o biologia, che poi i ricercatori in Italia trovano subito lavoro e sono strapagati. Oppure poteva fare ingegneria gestionale, che con tutti quei compitini scritti parziali si laureava anche il mio amicone N.che fa il muratore ma è sveglio, copiando e senza aprire il libro. Come, non vi siete ancora iscritti ad ingegneria gestionale?! Accorrete numerosi.
Sì, e mia nonna piscia benzina.
.
Ah, sti idioti di scienze della comunicazione. Se è così facile non capisco perché non ci si iscrivono tutti, così avrebbero un insulso pezzo di carta in più. E forse imparerebbero qualcosa in più (socialmente, storicamente, politicamente, ecc…) sul perché l'Italia faccia così schifo.
P.S.= controllate che non abbia fatto errori ortografici, che io sono laureato in scienze della comunicazione.
Febbraio 4th, 2008 at 05:15
Eh 2.5 euro,gli è andata bene che lo pagano anche se mi sembra una miseria,quasi non ci credo! E comunque è quasi quanto pagano quelli del nanopublshing qui in Italia:
http://www.dariosalvelli.com/2007/12/la-mia-esperienza-sul-nanopublishing
Febbraio 4th, 2008 at 05:43
è la 'casta dei giornalisti', questa.
Febbraio 4th, 2008 at 05:50
Non capisco perchè mettere il link, non è che ci fai una gran bella figura a sputtanare gente con la quale hai collaborato, per tua stessa ammissione, in maniera pessima. Ti lamenti perchè ti pagavano poco. Chissà perchè a mettere in giro le solite voci sono gli epurati, i rifiutati o i rosiconi. E se anche fosse, credo che le paghe dei bloggers siano proporzionali all'esperienza, per uno giovane è già una fortuna farsi le ossa con Html. Non so se lo sai, ma anche i giovani architetti, avvocati( ecc.) all'inizio, se non hanno il paparino ricco che gli apre lo studio, fanno la fame e prendono il corrispettivo di una mancia.
Febbraio 4th, 2008 at 05:50
2,5 euro credo sia più o meno quello che prende Grillo per una serata. O no?
Febbraio 4th, 2008 at 06:19
Io penso che, dovendo scegliere in un ipotetico campionato di idioti in cui mi inserisco anche io, tra quelli che seguendo un luogo comune hanno studiato a scienze della comunicazione e quelli che sempre aggrappati a qualche altro luogo comune ora straparlano male di scienze della comunicazione, ebbene penso che i secondi sono di gran lunga i peggiori.
Febbraio 4th, 2008 at 07:50
Che delusione… così facile sparlare di Scienze della Comunicazione?
"a cosa serve un laureato in Scienze della Comunicazione?" Addirittura!
Ma ancora meglio è "Nessuna compassione per le scelte sciocche". Diamine.
Fortuna che pensando alla mia scelta sciocca di laurearmi in questa (evidentemente) schifosa facoltà posso sentirmi meglio avendo compassione per chi fa una scelta IDIOTA ogni volta che decide di lasciar commenti in giro. Niente compassione per voi!
Perfavore. Un minimo di rispetto prima di aprir bocca, fate più bella figura.
Febbraio 4th, 2008 at 08:04
2,5 Euro per un pezzo su un Blog? Ma state scherzando vero? Voglio vederci chiaro.
http://www.oz-design.it/blog/?post=1222&title=Gli_editori_pagano_poco_i_blogger._E_io_non_li_leggo.
Febbraio 4th, 2008 at 08:15
Per quelli di Scienze della Comunicazione: fregatevene! I commenti che sono stati fatti prima sono un po' da sfigati sboroni. Metto le mani avanti e dico già che io non sono nemmeno laureato.
Febbraio 4th, 2008 at 08:24
Ultimo commento perchè devo lavorare. Ma è così che si creano le discussioni nella blogosfera? Uno spara qualunque cavolata e un altro ci fa un post: Gli editori pagano poco..Almeno mettici il punto di domanda. Si parla tanto di libertà e verità dei blog, ma mi sembra + che altro il trionfo del qualunquismo.
Febbraio 4th, 2008 at 08:34
Paolo. il punto di domanda c'è, se tu avessi cliccato sul link…
Comunque sì: si creano così le discussioni, uno dice una cosa, un altro la commenta, e via così. Proprio come nella vita reale.
Buon Lavoro
Ozzy
Febbraio 4th, 2008 at 08:38
Perfetto, "ingegneria gestionale" è roba da muratori, mentre "Scienze della Comunicazione" è studio alto e nobile. Ossignur, il danno che ha fatto all'Italia Benedetto Croce oramai è incalcolabile…
Capisco che vi inalberiate, ma allora spiegatemi perché dovrebbe essere intelligente scegliere una facoltà universitaria che non ti dà nessuna competenza (conoscere la teoria della comunicazione non è ancora saper comunicare, e la competenza nel mondo del lavoro è purtroppo solo quest'ultima), non ti insegna nessun mestiere e ti apre zero sbocchi professionali. Perché voi scienziati della comunicazione siete nati con la passione per le scienze della comunicazione nel sangue, vero? Non potevate fare nient'altro, era un fuoco che vi bruciava dentro?
E poi magari vi lamentate che siete precari, che marcite in un call center, che lo stato dovrebbe creare adeguati posti di lavoro per scienziati della comunicazione, che è colpa della Biagi e di Berlusconi? Dio mio, sono un giornalista e prendo due euro ad articolo!! E di quanti giornalisti c'è bisogno, secondo te?
Adesso, non fraintendetemi, io sono al cento per cento per la libertà di scelta e ognuno ha il diritto e deve avere la possibilità di seguire la formazione che meglio crede, ma a me sembra che nella società attuale, con le sue esigenze, ci sia una preoccupante ed enorme discrepanza tra le scelte universitarie e il mondo del lavoro. E resta un tabù parlarne. Ragazzi, voi vi lamentate perché non riuscite a vendere frigoriferi al polo. La prossima volta studiate prima la distribuzione dei climi sulla terra.
Febbraio 4th, 2008 at 09:52
Elvetico io ero ironico, non pretendo di definire il mio studio alto e nobile, ma da fastidio sentire certe stronzate credimi. Non ho mica fatto lo IULM io.
.
Siccome non sai bene di cosa stai parlando, non conosci le discipline studiate né tantomeno cosa si intenda per "scienze della comunicazione" ti faccio notare anche che in ogni università è diversa la facoltà , senza poi considerare i curricula.
Io non voglio fare il giornalista. Non pretendo che nessuno mi crei il posto di lavoro: non vendo frigoriferi al polo, credimi. Certo, mi piacerebbe sapere che lavoro fai tu. Però, pensando di aver capito tutto, in base a quello che senti dire in giro spieghi che chi ha fatto scienze della comunicazione è un inutile poveretto. Cavolo, non sarai mica laureato anche tu in SdC?!
.
Nel mondo non servono solo commercialisti o dentisti. Forse è più facile sentire stronzate su questi luoghi comuni, senza poi sapere effettivamente cosa si studi a scienze della comunicazione. Tu parli di competenze e di mestiere; non so come tu faccia a sapere che la mia facoltà non mi abbia dato competenze e che non mi abbia insegnato a fare niente. Vedi? Parli per sentito dire. Strano che non hai ancora tirato in ballo filosofia, lettere moderne, ecc… Di esperienze ne ho fatte tante e tuttora lavoro.
.
Ho fatto questa facoltà perché vorrei lavorare in certi campi e su certe cose; ma non mi inalbero, ci sono abituato. Solo che sentire cazzate mi fa dispiacere.
Dispiacere perché sono tutte occasioni in cui si potrebbe parlare del perché uno per fare gavetta debba per forza essere sfruttato e sottopagato in ogni caso; del perché qui tutto va male. Per te il problema è chi fa scienze della comunicazione "che se la cerca". Si cerca cosa?
.
Lo Stato non deve crearmi posti di lavoro; dovrebbe solo garantire a tutti gli italiani delle possibilità , delle speranze per il futuro visto che ha investito su di me, attraverso l'Università , e poi regolamenta il tutto con la legge Maroni (quella che tu chiami Biagi).
.
Se tu fossi informato scopriresti che nemmeno gli ingegneri oggi schioccano le dita e vengono assunti a 2 mila euro al mese, anzi.
Chiediti, piuttosto, perché in Italia la laurea non serve, se non ad avere qualche possibilità in più per trovare lavoro. Per fare il giornalista non serve essere laureati!
Dio mio, e di quanti commercialisti-ingegneri, ecc..c'è bisogno secondo te?
Febbraio 4th, 2008 at 10:11
ragazzi, facendola molto breve: scienze della comunicazione è un'ottima facoltà SOLO se è organizzata bene (come tutte d'altraparte). Ci sono alcuni corsi a milano in cui si insegna arabo e giapponese che forniscono altissimi livelli di specializzazione. Altre, moltre altre, sfortunatamente, servono solo a formare fighetti ignoranti. Basta essere in grado di distinguere. Alcune sono d'alta qualità , altre una cacchina (ma vale anche per gli altri corsi, da filosofia, a lettere, a matematica).
Febbraio 4th, 2008 at 10:18
Sonounprecario: mi dispiace di averti così offeso. Però con tutta la tua sbrodolata indignata sui luoghi comuni che i poveretti come me hanno sulle scienze delle comunicazioni… non mi hai ancora comunicato a cosa serve uno scienziato delle comunicazioni :D
Febbraio 4th, 2008 at 10:21
Mamma mia, i soliti luoghi comuni su scienze della comunicazione (e su ingegneria!).
Che sono off-topic, fra l'altro, perché qui si parlava delle misere retribuzioni offerte per collaborazioni giornalistiche ormai da tutti i quotidiani. E a chi ricordava che anche gli avvocati e i medici devono fare la gavetta vorrei far notare che la 'casta dei giornalisti' ha un alto tasso di precariato che si protrae molto, molto a lungo negli anni.
Febbraio 4th, 2008 at 10:45
Numero 4 della fila. Primo anno del primo corso. Scienze della comunicazione, milano, Unicatt. Tardo luglio '99. Criterio di ammissione: i primi 70 che-si-presentano.
Davanti alla porta della segreteria tutta la notte. Un piccolo happening di genitori dal sud, liceali milanesi in braghette corte, provincialotti "fuorisede" alle prese con la Grande Città . Scene di delirio collettivo aggravate dalla pioggia delle h. 02.30. Alle 5 del mattino scatta la viulenza, con apertura anticipata della segreteria e l'attestato di Iscrizione alla Sacrosanta Facoltà della scienza e della comunicazione.
In una notte mi è stato chiaro per sempre che:
– il merito non esiste
– il merito esiste ma se l'è preso qualcun altro
– chi prima arriva meglio alloggia vale indistintamente per l'auto dei tuoi sogni, l'Iphone, Wii e il posto di lavoro.
– la gavetta può essere sostituita da un gavettone (le condizioni in cui mi sono presentato allo sportello erano le stesse della Grande Battaglia di Ferragosto)
– è importante essere al posto giusto nel momento giusto. Non conta nulla essere la persona giusta.
Febbraio 4th, 2008 at 10:54
Se laureandovi in SdC vi siete formati una reale competenza in Comunicazione, sapete già che dovete rassegnarvi: il laureando in SdC ha ormai soppiantato il DAMSino nel ruolo di scemo del villaggio accademico italiano. Magari è ingiusto, ma è così. E' chiaro che ci sono insegnamenti meno seri e qualificanti (pensate solo a Teologia…), ma lo scarto tra le attese create e le competenze realmente formate (senza parlare degli sbocchi occupazionali) è troppo grande perché qualcuno non ci rida sopra ogni tanto.
Febbraio 4th, 2008 at 11:12
vorrei comunque ricordare a tutti che al Politecnico di Milano c'è l'ossimor… ehm, il corso di laurea in Ingegneria Matematica.
Febbraio 4th, 2008 at 11:13
In risposta a chi ha gentilmente replicato e a Leo, non è questione di scemo del villaggio, è pura questione di domanda e offerta nel mercato del lavoro. SdC in Italia sembra architettura in Svizzera (iscrizioni in massa e posti di lavoro zero): sembrate lemming della Disney (quelli veri non si suicidano in massa). E mi dispiace, lo Stato non può garantire nulla se non esiste la domanda (oddio, lo fa, ma per altre categorie professionali più protette).
E nessuno ha fatto un discorso di valore: mi sembra che l'unico pregiudizio di valore emerso sia quello sull'ingegneria gestionale che avrebbe potuto farla anche l'amico muratore.
Sempre per Sonounprecario: sono pronto a rimangiarmi tutto, ma proprio tutto, se mi porti una qualsivoglia statistica secondo cui i SdC avrebbero più probabilità di trovare lavoro e farsi pagare di più nei confronti degli ingegneri.
Febbraio 4th, 2008 at 12:52
un può anche sbagliare a fare SdC, ma il problema è che poi insistono, non demordono. Perchè insomma, dopo un po' uno dovrebbe capirlo che non ne vale la pena, no? E invece quelli fanno stage e master. Non li fermi.
Febbraio 4th, 2008 at 13:43
@Elvetico
Non l'ho mai detto. Ognuno fa fatica, a meno che vai a fare una cosa che non c'entra una cippa per quello che hai studiato, come moltissimi fanno. Dico solo che coi luoghi comuni non si va da nessuna parte.
Certo, il mercato della com. e il suo mondo in Italia non è ancora così sviluppato da offrire chissà cosa. Ma se uno ha la passione ci prova, no? Non ho mica dato esami di teologia o di musica. Cosa c'entra il dams? Continuate a parlare come se sapeste le materie che ci sono nella mia laurea dei 3 anni. Ma non lo sapete, infatti sbagliate.
@Mau
ROTFL! E' vero, trovo strano che nessuno abbia tirato in ballo anche disegno industriale…mediazione culturale, beni culturali, ecc… Sembra che chi va all'università debba fare solo: l'avvocato, il medico, l'ingegnere, lo scienziato pazzo. Essì, è così che si fa, avanti con un bel sistema vecchio, chiuso, fatto di caste e chi più ne ha più ne metta, quando altri paesi creano professionisti per i nuovi lavori e le nuove tecnologie che nascono.
@Leo e @Spider
Non è vero, perchè ci sono non sai quante aziende che non sanno nemmeno cosa voglia dire comunicare con clienti, esterno, che non sanno cosa sia un piano di comunicazione; ci sono migliaia di sfumature, di variabili, ma non vorrei annoiare tutti qui. E centinaia di declinazioni: ma alla fine dipende sempre da te. Se vali insomma… Credetemi, e potrei farvi mille esempi sciocchi della politica moderna, "tecnici" che conoscano teorie, metodi, ecc…della comunicazione servono eccome. Oltre a farvi bere tante stupidate, evitano o fanno fare figuracce. Ma ripeto, siamo OT e poi annoierei tutti, non è questa la sede (tranquillo Spider, mica mi offendo =D).
.
Perché, e P ha centrato la questione, il tema su cui dibattere era un altro, appunto.
@Giocatta
Io sia per la triennale che per la magistrale ho fatto un test di ingresso. Per la triennale i candidati erano circa 2000 e i posti disponibili 250 (alla fine alla laurea ci arriva se va bene la metà ..), mentre per quella magistrale i posti a disposizione erano 110 e i candidati circa un migliaio. Questo alla statale di Milano, nel resto delle università sinceramente non so cosa avvenga.
Febbraio 4th, 2008 at 13:51
il tema era un altro, appunto. ma fino a qualche anno fa, ai tempi dei numeri chiusi, prima della comparsa di corsi, corsetti di ogni genere, i laureati in Sdc secondo le statistiche almalaurea trovavano in genere lavoro corrispondente alla loro formazione e venivano pagati mediamente di più di altre facoltà del ramo lettere/scienze sociali ma anche di molte facoltà scientifiche. I tassi di disoccupazione più alti ce le hanno altri corsi di laurea che non citerò. Questi che sono stati ribaditi sono luoghi comuni che ormai imperversano. Come molti corsi di laurea, da solo non forma una professionalità . Ma questo è un problema (se tale è, ma per me la funzione dell'Università è un'altra) è più generale. In ogni modo ho conosciuto anche ingegneri (non gestionali), laureati con ottimi voti che hanno dovuto vendere aspirapolvere o che sono precari in modo non diverso da tanti altri giovani.
Febbraio 4th, 2008 at 14:37
Ok le vostre discussioni sono mooolto interessanti, ma tu Mante quanto prendi?
Hai tirato il sasso e ora siamo curiosi…
Febbraio 4th, 2008 at 15:07
Laurea triennale? ahaha! questa è la migliore.
Febbraio 4th, 2008 at 15:59
La cosa qui sta prendendo una piega più seria di quello che pensavo.
Io sono un laureato in SdC, e ancor di più sono un laureato CONVINTO di aver fatto la scelta giusta.
Come in maniera un pò confusa hanno detto altri,la sicurezza del posto di lavoro non è di certo pregorativa di molti oggi come oggi, che facciano fisica nucleare, medicina o Scienze del checacchioso. Il punto credo sia un altro.
Io sono convinto che i corsi di SdC forniscano una validissima base teorico-pratica (come ha detto giustamente qualcuno dipende molto da Ateneo ad Ateneo) per intraprendere differenti professioni nel campo della Comunicazione Pubblica. Si parla di Pubbliche Relazioni, Pubblicità , Cinema, Televisione, ma anche moda e giornalismo. Ancor più sono convinto che, se fatto con impegno, il corso è una base validissima per qualsiasi percorso accademico in campo umanistico.
Scienze della comunicazione è però diventato (solo in italia, poi) la fogna dove vanno tutti i ragazzi che vengono spinti senza un chiaro perchè (da genitori, professori e gente come voi che parla per frasi fatte) a fare l'università ; "casomai lavoro in TV", "potrei far qualcosa nella moda", "se capita faccio il giornalista", uff quanti ne ho sentiti di discorsi così. Discorsi figli di un periodo in cui bene o male siamo stati (e continuiamo ad essere) invasi di previsioni più o meno realistiche su quanto l'industria dell'informazione stia crescendo. Però tra il criticare un atteggiamento qualunquista e il demonizzare una categoria ci dovrebbe essere una netta distinzione.
Volete argomentare quanto questi personaggi siano deficienti? Vi assicuro che io stesso lo dissi a decine e decine di rappresentanti della categoria.
Però se pensate che decine di professori universitari che credono nella loro professione, persone serie che studiano con attenzione risvolti sociali, tecnici e antropologici del mercato dell'informazione e che cercano di trasmettere una passione e degli strumenti validi ai propri studenti siano tutti dei deficienti… bè questo no; c'è dietro molta più gente seria di quanta ce ne possa essere in altri ambienti universitari.
Soprattutto, se non avete idea di cosa parlate, abbiate la coscienza di non affrontare l'argomento. Per rispetto, mica per altro.
Febbraio 4th, 2008 at 17:30
Ribadisco: se siete seri scienziati della comunicazione, da qualche parte nella bibliografia dei vostri esami triennali dovete avere un saggio sulla semiotica dello sfottò.
Non è senza dubbio colpa vostra se esistono spettacoli, se esiste l'imbecillità , se i liceali senza altri stimoli a parte la tv si autoconvincono di avere qualche predisposizione per la comunicazione piuttosto che per l'agricoltura.
Febbraio 4th, 2008 at 20:16
Questo è un post degno di uittgenstain.
Febbraio 5th, 2008 at 04:12
Sono giornalista, ho iniziato per qualche mese con i soliti pochi euro a pezzo. Poi mi sono laureata (lingue), nel frattempo mi dedicavo solo alla scrittura di articoli, alle collaborazioni con riviste e radio, anche 10 ore al giorno. E ora sono in una redazione nazionale (con tutte le difficoltà del caso). Buona fortuna
Febbraio 5th, 2008 at 04:57
Bene Sonia, finalmente il post di una persona positiva, che non passa il tempo solo a lamentarsi rimirando il proprio ombelico.
Febbraio 5th, 2008 at 05:28
Sonia "i soliti pochi euro a pezzo" significa 2,5 euro al pezzo?
Febbraio 5th, 2008 at 05:57
@Paolo Ronchi: Hai letto per bene il mio post? Non c'è nessuno sputtanamento con chi ho collaborato (che ho per altro escluso dal ragionamento nella mia analisi) nè lamentela: quelle si fanno in privato con l'azienda in base ai contratti ed al modo di lavorare. La mia voleva essere una prima analisi di sensazione,spero di poterne fare una più concreta: se leggi i commenti viene sviscerato un po tutto, anche i tuoi riferimenti (che non c'entrano proprio nulla) ad avvocati, architetti, stagisti: quella è un'altra cosa ben più seria per la mole di lavoro e le professionalità in ballo.
E' che si tende sempre ad avere la puzza sotto il naso in Italia e le verità dette con chiarezza risultano essere sempre scomode.
Febbraio 5th, 2008 at 06:29
@DarioSalvelli, te lo dico da dirigente aziendale: quelli come te sono il peggio del peggio dei collaboratori possibili.
Quelli che all'inizio fanno intravedere delle potenzialità e voglia di impegnarsi – quasi sempre barando, a dieci aziende contemporaneamente e bullandosi in giro.
Quelli che poi, messi a contratto regolarmente e spontaneamente firmato, cominciano semplicemente a non fare nulla.
Gli si dà tempo memori delle potenzialità balenate. Li si richiama, dolcemente, una prima volta. Niente, questi continuano ad accampare scuse.
E allora si fa come si deve fare nelle aziende serie: li si mette alla porta. Come da contratto.
Ma non è finita: invece di imparare la lezione, i bamboccioni vanno a piangere in giro, accampando scuse, facendo le vittime innocenti e chiedendo solidarietà .
Vergognati.
Febbraio 5th, 2008 at 06:38
@gimax: E vedo che sei un dirigente sprovveduto poichè parli della mia situazione non conoscendola per nulla, su cosa ti basi nelle tue affermazioni? Parli di solidarietà , scusa, giustificazioni, ma cadi nel ridicolo perchè da bravo dirigente dovresti prima informarti e leggere per bene le cose che ho scritto e poi tirare le somme invece che fare sparate del genere. Chiudo qui perchè non è mia abitudine dialogare con persone chiuse mentalmente e che creano pregiudizi e la classica puzza sotto il naso troppo spesso presente in questo Paese.
Febbraio 5th, 2008 at 06:50
@Salvelli, come volevasi dimostrare: gli altri hanno sempre torto e sono sempre tutti brutti e cattivi.
io HO letto i tuoi post in merito e anche le risposte delle aziende che hai preso in giro prima e tentato di diffamare poi.
(Tranquillo non mi interessi tu, mi interessa il nanopublishing e i nuovi media in generale).
te lo ripet: muto e vergognati.
Febbraio 5th, 2008 at 07:18
Signori, un po' di aplomb por favor.
Gimax, riguardo al nanopublishing, risulta anche a te che i pezzi vengono pagati circa 3 Euro cada?
Febbraio 5th, 2008 at 08:30
Posso fare l'anziano trentenne che racconta?
Allora, quando ho iniziato io la speranza era che il giornale mi pagasse non dico il panino, ma almeno gli spostamenti. E che spostamenti: dal duplice agguato alla protesta dei disoccupati. Mica le conferenze in poltrona con cartellina. Dopo circa un anno di presenza frustrata ma assidua, la tizia dell'amministrazione mi chiama e mi molla cinquantamila lire. Sì, quella bella banconota col Bernini. Ne avrei vista un'altra dopo tre mesi, poi dopo due, poi dopo uno. E poi uno straccio di contratto. Di pari passo con le mie competenze, la mia voglia, i calci in culo che mi sono dato da solo per andare avanti. Ovviamente tanti dispiaceri, tante delusioni. Su di tutte, una passione: scrivere. Al di là di tutto. Nonostante tutto.
Prendere 3 euro per un pezzo non è una miseria, se hai voglia di imparare, se questo trattamento è "a tempo", se poi l'azienda riesce a portare avanti un discorso di lavoro a tempo indeterminato.
Ovviamente ogni storia è diversa dall'altra e tutte meritano assoluto rispetto. Volevo solo raccontare la mia.
Febbraio 5th, 2008 at 11:52
L'abbiamo passato tutti quel momento.
Io ne sono appena uscito.
Ma guarda un po' alla fine quei periodi continuano a tornarmi enormemente utili.
Febbraio 5th, 2008 at 13:04
2,5€ ad articolo?!?!?
si guadagna meglio ad andare a fare l'orto!
preferisco continuare a fare informazione tramite il mio blog, non guadagno niente, ma non mi faccio prendere per i fondelli da questa gente. In più, non ho alcun editore a cui dovere rendere conto!
Febbraio 5th, 2008 at 14:01
Limitandoci alle professioni del web, un laureato in SdC con un percorso accademico mirato potrebbe occuparsi del copy di un sito, di architettura informativa, di usabilità o proporsi come account. Purtroppo però in molte piccole e medie società del settore c'è la convinzione che sia sufficiente dare in mano il progetto ad un buon grafico e ad uno sviluppatore per consegnare il lavoro finito.
Di contro però a volte nei ragazzi laureati in SdC ho notato una certa presunzione. Piani di comunicazione e piani di marketing non sono semplici enunciati di buoni propositi e azioni da intraprendere; c'è alle spalle un lavoro di ricerca e di analisi che presuppone un minimo di conoscenze statistiche e un utilizzo evoluto di Excel che è cosa ben diversa da ciò che si apprende con l'ECDL.
Febbraio 5th, 2008 at 15:53
arrivo in ritardo a leggere questo diluvio di commenti: discussione molto bella, magari qualche episodico tono da moderare, ok gimax? Grazie.
Febbraio 6th, 2008 at 08:06
ciro, è tutto molto giusto ed è bellissimo come l'hai scritto e riguarda anche me, ma… la domanda sorge spontanea… come lo pagavi l'affitto? Con che soldi ti compravi un pasto caldo? E non mi dire che vivevi con i tuoi, perchè è dove vivevo pure io, però mantenere un figlio che cerca una sua strada così è lo stesso che mantenerlo agli studi e allora finiamo sempre per discriminare chi non si può permettere "gli studi"?
Febbraio 6th, 2008 at 11:34
ilbardo, ma son d'accordo eh. Tant'è che l'università l'ho lasciata: mi sembrava ingiusto spendere soldi guadagnati facendo la rassegna stampa alle 5 del mattino per poi buttarli in tasse facendo mezzo esame all'anno e l'ho ripresa ora. Pero' son d'accordo anche con quello che dice Kaos su taluni soggetti di SdC. Cazzo sono d'accordo con tutti, ora mi trovo in tasca la tessera del Pd e la dedica: Con affetto, Uòlter.
Febbraio 7th, 2008 at 04:15
Io forse non mi spiego. Quindi ci riprovo: quando lavoravi e ti davano 50.000 ogni tre mesi, in questi te mesi, come ti mantenevi?
E' lecito supporre che ti mantenessero i tuoi genitori.
Se non è così, dimmi in che altro modo, perchè quando è toccato a me, non mi è venuto niente di meglio in mente che vivere a casa di mamma e papà e mangiare alla loro tavola.
Ma quello che a molti non è chiaro e che, è evidente, io non riesco a spiegare, è che mantere i figli è un lusso, a qualsiasi età e per qualsiasi ragione.
Non è importante se lo stai mantenendo mentre cerca di laurearsi o di diplomarsi o mentre "fa la gavetta", almeno non è significativo ai fini economici del riuscire a sopravvivere e, magari, a vivere.
Lo so che sembra strano, ma ci sono, e mano mano che andiamo avanti aumentano, molte persone che non hanno nessuno che le mantenga, nemmeno in giovanissima età .
Allora le "gavette gratuite", non pongono la stessa discriminazione sociale degli studi universitri e superiori tra chi può permetterselo e chi no?
Ci sono posti d'Europa e d'occidente in generale, dove se sei presente a tempo pieno, vieni pagato abbastanza per pagarti vitto e alloggio, anche se è il primo giorno che lavori.
Ci sono posti d'Europa e d'occidente, dove "la gavetta gratuita" si fa mentre ancora si studia o mentre si fa un lavoro per mantenersi, perchè ci si rende conto che non si vive d'aria e buoni propositi.
Non è un modo diverso di vedere la questione, che potremmo considerare anche noi?
Febbraio 7th, 2008 at 16:44
ma alla fine, quanto pagano il Mantellini per i suoi articoli sul Sole?
Febbraio 7th, 2008 at 16:51
.mau. fai le stesse domande di mia moglie? ;)
Febbraio 8th, 2008 at 03:02
sì, sono per la trasparenza :-)
Febbraio 16th, 2008 at 04:06
forse io ilbardo lo conosco