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Il Giornale affida alla penna di Paola Setti un articolo paradossale (paradossale e’ una parola elegante, in realta’ gli aggettivi giusti sarebbero altri) sui rapporti fra netiquette e Luttazzi-pensiero. La tesi della Setti e’ che siccome il blog di Luttazzi impone ai commentatori una serie di norme alle quali riferirsi (come qualsiasi blog fa da che mondo e’ mondo) questo debba significare “predicare bene (vale a dire usare il turpiloquio come cifra stilistica) e razzolare male (vale a dire impedire che i proprio commentatori facciano lo stesso). Il passo successivo e’ quello classico della stampa italiana alle prese con i commenti: se ne scelgono alcuni (i blog ad alto traffico sono some un grande ipermercato nel quale si puo’ trovare qualsiasi punto di vista che giustifichi qualsiasi tesi) e poi si titola: “I bloggers trasecolano…”
Dicembre 15th, 2007 at 07:48
Suppongo che Luttazzi abbia riaperto i commenti anche per non farsi intasare la casella di posta elettronica. L'insulto tout court con la satira non c'entra: la giornalista ha preso un abbaglio.
Dicembre 15th, 2007 at 15:08
Mantellini, questa dovresti spiegarmela meglio, perche' dalla lettura del post non sono riuscito a capirla. Probabilmente e' colpa mia, che sono stupido, oppure c'e' qualcosa tra le righe che i tuoi lettori abituali capiscono, ma che a me e' oscuro.
Che differenza c'e' tra il turpiloquio come cifra stilistica di un autore e il turpiloquio come cifra stilistica di un commentatore?
Dicembre 26th, 2007 at 15:11
per me ha ragione la giornalista.
Brava Paolina
Vito