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Nov
Settimana scorsa mentre ero in Rai a Milano Luca e Matteo mi avevano portato a dare una sbirciata allo studio del programma di Celentano andato in onda ieri sera. C’era molta eccitazione in Rai per l’evento. Fuori, in Corso Sempione mentre aspettavo un taxi sotto la pioggia c’era un tizio al cellulare che diceva tutto eccitato “Ehi sai, ho appena visto Celentano”. Cosi’ ieri sera ho guardato una parte dello show e la cosa che maggiormente mi ha colpito e’ stata il senso di sicurezza trasmesso da ciascuna parola. Ogni parola usuale di quelle che ciascuno di noi pronuncia ogni giorno assume nei monologhi del (ex) molleggiato un suono ed una intensita’ differente. Magari funziona, non so, ma certamente per chi riesce ad intercettarne la banalita’ lo scenario che si presenta e’ abbastanza inquietante. Viene da chiedersi: “Ma crede davvero a queste sciocchezze oppure finge molto bene?”. Qualche giorno fa ho provato la stessa sensazione mentre Venditti concettualizzava di fronte a Fabio Fazio i testi delle sue ultime canzoni (testi tutti uguali da un decennio a questa parte, tutti uniformemente generici e di facile utilizzo in qualsiasi contesto). Ascoltarlo era una esperienza lisergica. Venditti parlava e parlava di amore, sentimento, politica, universo, metteva una frase in fila al’altra senza dire nulla. O almeno cosi’ a me sembrava. Vero e’ che negli anni i nostri riferimenti culturali cambiano, cosi’ magari ci sta anche che qualcuno pensi che Venditti sia un poeta o un artista in gradio di mediare ed esprimere i sentimenti di tutti. Eppure la sensazione di una generica banalita’ trasmessa con grande spolvero e’ difficile da ignorare cosi’ come e’ difficile non pensare che costoro un po’ credano allo spessore del proprio mito: Mogol, Celentano e Gianni Bella che per una decina di minuti chiaccherano fra loro canticchiando una brutta canzone e divertendosi un mucchio mentre la steadycam gira loro intorno per non perdersi un solo istante dello “spettacolo”? Di qua dallo schermo la domanda era: Ma di che spettacolo si tratta? Perche’ se e’ uno spettacolo io – sinceramente- non riesco a riconoscerlo.
Novembre 27th, 2007 at 04:54
Non l'ho visto: ormai la Tv non la guarda neanche più proprio per questo motivo ma ho registrato lo show di Celentano con Vcast.
A proposito di questi temi e Telefilm ti segnalo il post di Antonio davvero ricco di spunti.
Novembre 27th, 2007 at 05:58
Non l'ho visto neppure io, ma non per principio: probabilmente ormai non è più neanche un evento mediatico e l'ho semplicemente dimenticato…
Concordo con le tue opinioni.
Novembre 27th, 2007 at 06:46
Mi rincuora non essere l'unico ad essere stato annichilito da tanta nullezza (esiste 'sta parola?)nelle parole di Celentano…
Novembre 27th, 2007 at 07:51
inquietante magari no, diciamo che è in pessima forma: il richiamo alle armi degli "ultra" senza sapere bene per quale generale debbano combattere è stato l'epitome della banalità , il trionfo del luogo comune. il tutto chuchotato con suspence inspiegabile da un insopportabile sibilare della voce. invecchia, come tutti del resto.
Novembre 27th, 2007 at 08:47
Quando un "artista" pubblica un nuovo disco ottiene qualche passaggio in trasmissioni TV. Se la casa discografica è brava e potente arriva persino ai TG in prime time. A Celentano danno la prima serata sulla RAI… ma chi è? Ma perché?
Novembre 27th, 2007 at 09:00
Ma perche' in Lombardia dite "settimana scorsa" senza articolo? Non e' come dire: "Giorni scorsi Celentano e' andato a sermoneggiare in TV…"
"Settimana scorsa" dev'essere molto diffuso: lo usano anche molti giornalisti milanesi. Probabilmente, entrera' nel dizionario come neologismo.
Novembre 27th, 2007 at 09:20
@Esaù: fa tanto inglese, "last week". Aspetto che qualcuno dica "2007 abbiamo avuto più tramezzini", senza il "Nel" davanti come in tedesco.
Novembre 27th, 2007 at 09:20
Nel 1968 Adriano Celentano cantava Azzurro, attaccato dai rivoluzionari del Belpaese perchè simbolo del qualunquismo reazionario. Il Re degli Ignoranti non faceva nulla, del resto, per smentire la cosa, e mentre gli studenti picchettavano le fabbriche assieme agli operai, lui cercava un po’ d’Africa in giardino fra un oleandro e un Baobab.
Passano gli anni, 40 son lunghi, però i ragazzi del sessantotto ne han fatta di strada. Chi l’avrebbe detto, mentre loro sono diventati classe dirigente reazionaria, inetta, pavida, avida, falsa, ipocrita e corrotta, proprio Celentano si erge a paladino dei deboli, contro le ingiustizie, per un mondo migliore.
Siamo al parossismo. Sta a vedere che il Sol dell’Avvenire stava già tramontando fra l’oleandro e il baobab ?
Novembre 27th, 2007 at 10:15
"Oltre nove milioni per lo show di Celentano
32,3% di share per i suoi monologhi e canzoni
Se si escludono le partite della Nazionale è record stagionale di RaiUno"
Questo è il titolo di repubblica.it
La cosa fa ben sperare. Un tempo, solo 10 o 15 anni fa, con questi numeri si parlava di un fiasco. Ora è un trionfo.
Coraggio ragazzi, il bicchiere è mezzo pieno. Se nove milioni o poco più guardavano il molleggiato altri 50 milioni di italiani facevano qualcos'altro. Magari guardavano il berlusca in una delle sue perfomance di altissimo valore artistico-macchiettaro.
Spegnere l'elttrodomestico, NO?
Novembre 27th, 2007 at 10:53
Piace perché è come te lo aspetti: scontato ma paladino, sorprendente ma quasi offensivo (quando associa la Bocconi e i suicidi), attore come in uno dei suoi film con Ornella Muti, Federica Moro e Jimmy il Fenomeno.
E quasi ti sforzi con lui sperando che non "stecchi" quella volta – e sono poche ormai – che non canta in playback.
Insomma, Celentano è il regno dell'ovvio. Ma è un ovvio costruito benissimo, straordinario. Una stronzata allucinante, una specie di uovo Fabergè che non serve a un cavolo ma sorprende lo stesso.
Novembre 27th, 2007 at 11:35
Lunar: bah, quei numeri sono fuffa. con un campione irrisorio pretendono di dire chi ha visto cosa, ma non ti dicono in quanti hanno avuto la televisione accesa mentre facevano altro, tipo dormire. poi, è share medio o di picco? sono solo numerini per i pubblicitari: gentaccia che vende fuffa ad altra gentaccia che vuole convincerci a comprare la loro fuffa. non contano nulla, se non a interrompere le serie televisive a quattro puntate dalla fine per metterci una figlia di migno… ehm, di elisa che fa ancora peggio.
Novembre 27th, 2007 at 11:47
spider,
con me sfondi una porta spalancata. ;)
Ma se quello è il loro metro, la loro unità di misura, "pesiamoli" con quelli, di numeri.
Novembre 27th, 2007 at 13:27
Visto che, mentre guardavo distrattamente Celentano, leggevo avidamente "Una goccia di splendore – autobiografia di Fabrizio De Andrè", mi sono reso conto che tra il primo (e Venditti e tanti altri) e il secondo passa la stessa differenza fra un fotografo digitale ed uno "a pellicola": il primo spara scatti sperando che prima o dopo riesca a farne uno che si noti. Il secondo controlla ogni minimo dettaglio prima di fare un solo click. E infatti, ogni parola di De Andrè pesa come un macigno, ciò che dice Celentano è ascrivibile al "verba volant".
Novembre 27th, 2007 at 16:25
Anche io mi sono posto la stessa domanda. Semplicemente: non capivo che cazzo significasse.
Novembre 28th, 2007 at 03:09
1 parola: "obsoleto"
Novembre 28th, 2007 at 03:13
Finalmente ragazzi qualcuno che condivide lo stupore di vedere ogni anno Venditti da Fazio (a dire cosa) a fare la più banale retorica italiota che si conosca. Fazio che è uno che intervista Amos Oz, la regina di Giordania… e Venditti! Celentano? Stavo preparando la prova di geografia per i miei ragazzi, a televisione spenta.
Novembre 28th, 2007 at 03:25
àˆ bello leggere tutti questi commenti.
Così ho scoperto che lunedì scorso (o martedì?) c'è stata una trasmissione televisiva con Celentano. Avevo letto che ci sarebbe stata, ma non sapevo affatto quando…
Novembre 28th, 2007 at 05:00
Già non si capisce su cosa verte la discussione. Chi non ama Celentano (o Venditti o Pippo Franco o chichessia) eviterà di guardarlo no?
La cosa più assurda è guardarselo per poi sostenere che racconta cose banali e senza senso. Perchè credevi forse si trattasse di Umberto Eco? Credevi che Celentano tenesse una prolusione sulle relazioni tra significato e significante?
Se è così, ti sei sbagliato, perchè Celentano fa esattamente il suo mestiere, e l'ha sempre fatto bene. Come del resto lo fa Umberto Eco. La differenza è che nessuno si sognerebbe di pretendere da Umberto Eco un duetto con Camen Consoli.
Novembre 28th, 2007 at 08:11
Solo per correttezza, steadicam si scrive con la "i" e non con la "y".
Novembre 28th, 2007 at 09:43
il mio complesso di inferiorità è stato finalmente annullato. Pensavo di essere l'unico a ritenere che Venditti (aka Celentano) aprisse bocca senza collegare il cervello (stantia, lo so) pronunciando insulsi discorsi (discorsi?) senza capo né coda.
Novembre 28th, 2007 at 12:36
Continuo a meravigliarmi che di certe cose si parli e si scriva, non tanto sui blog, ma nelle prime pagine dei quotidiani. Sarà che da negli ultimi due anni (causa bimbo) ho acceso la TV tanto poco, che mi è passata l'assuefazione, e adesso, quando mi capita, la banalità e povertà dei contenuti mi salta talmente all'occhio… meglio spegnere e fare altro.
Novembre 28th, 2007 at 12:41
Scusa Franci, quindi secondo il tuo ragionamento io prima di sintonizzare il televisore su un dato programma, dovrei sapere *prima* se quel programma mi piacerà ?
Oppure mi lasci la possibilità di guardarne un po' e decidere se e quando cambiare canale o addirittura guardarlo tutto per decidere *alla fine* se mi è piaciuto?
No perché con questa storia "se non vi garba non guardatelo" mi sembra che si stia un po' perdendo il senso della misura. Tra l'altro, a me, Celentano cantante piace.
Inoltre, il programma di Celentano non riguarda solo il programma di Celentanto, ma anche altro. Tipo: perché un cantante può fare uno spot di due ore sulla Rai, il servizio pubblico pagato da tutti? Perché un cantante deve poter usare il servizio pubblico (sono fissato) per fare la sua filippica contro le centrali nucleari con le più enormi banalità ? Perché in questo "spettacolo" dove il cantante vuole fare il predicatore non sa nemmeno cosa predicare tant'è vero che deve continuamente leggere sul monitor a 50 cm di distanza?
Novembre 29th, 2007 at 02:29
Certo, Celentano offre esattamente quello che ci si aspetta da lui, niente di più niente di meno. Lo ha sempre fatto. Per questo viene chiamato in RAI, non certo e non solo per le sue doti musicali. I suoi spettacolo nel bene e nel male sono un evento, tanto che se ne discute sempre. Non passano inosservati.
E' forse una novità che Celentano faccia il predicatore? ma se l'ha sempre fatto!
Se non erro Mondo in MI 7a è di quasi 40 anni fa e anche Una festa su prati risale ai '60.
Insomma se c'è un personaggio che è sempre rimasto fedele a sè stesso quello è proprio Celentano.
E francamente tra tutte le banalità e sciocchezze che si vedono in tv le sue non sono certo delle peggiori. Se pensiamo che il sabato sera è stato dato anche a gente come Funari e che ancora oggi uno come Luttazzi infesta la Rai cone le sue volgarità spacciate per grande satira. Perlomeno Celentano ha un grande talento ed è pure simpatico.
Novembre 29th, 2007 at 13:47
Ma, Massimo: chi ti ha messo in testa l'idea che si sia trattato di uno spettacolo? Come hanno notato in molti, è stato solo un altro dei suoi mega-spot per il suo nuovo CD. I monologhi-con-pause poi, sono obbligatori per contratto: fanno audience.