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Nov
Sono a Milano al Dada Day. Confesso che da qualche tempo a questa parte sono piuttosto contento quando mi invitano a simili eventi. Mi piace molto osservare mondi che diversamente non frequenterei mai. Oggi per esempio e’ un tripudio di questa utile estraneita’. Il fatto e’ che si imparano un sacco di cose interessanti. Ieri sera a cena per esempio mi lamentavo (bonariamente, e’ difficile lamentarsi non bonariamente di fronte ad un bicchiere di barolo buono) con Peter Kruger, consigliere sui nuovi media di Paolo Gentiloni, di quella che a me continua a sembrare un bilancio molto negativo del rapporto fra politica e internet nel primo anno e mezzo del governo Prodi. Gli esempi non mancano: dal recente decreto Levi sull’editoria a molte normative che forse da questo governo non ci saremmo attesi. Peter mi ha guardato un attimo e mi ha detto: “E’ perche’ non hai idea di tutti quelli che siamo in qualche maniera riusciti a bloccare”. Il che da un certo punto di vista non sposta molto il mio giudizio finale ma che, almeno, lo contestualizza meglio.
Novembre 21st, 2007 at 08:07
nzomma, per restare in tema, il bicchiere e' mezzo pieno.
sara'.
Novembre 21st, 2007 at 08:10
no il bicchiere e' vuoto comunque….per molte diverse ragioni. Ma il contesto e' pero' piu' chiaro
Novembre 21st, 2007 at 08:22
Godo per tutti i sinistrorsi che li hanno votati e che adesso piangono lacrime di ccoccodrillo. Che ci pensassero due volte alla prossima occasione.
Novembre 21st, 2007 at 08:33
non mi pare che il problema sia destra o sinistra, non è dirimente da dove arrivi, da qua o da lì, da sopra o da sotto prima o poi l'intuizione del genio di turno arriva sempre
Novembre 21st, 2007 at 09:13
Ciao Massimo.
Ero anche io al D-Day, ho fatto l'ultima domanda alla prima tavola rotonda. Pratellesi era distratto e ha frainteso la mia domanda (la Gruber, che invece mi ha seguito, lo ha infatti corretto). Avrei chiesto anche un tuo parere, ma il tempo non me lo ha concesso. Ci riprovo ora, ecco la mia domanda:
Le persone cercano la verità , internet dà voce a questo desiderio e lo amplifica attraverso la "conversazione".
Il Web sta rivoluzionando il marketing demolendo i suoi metodi ormai anacronistici. Abbiamo visto come ha rivoluzionato la discografia.
Nuove tecnologie (ancora di nicchia) permettono di bloccare la pubblicità che "invade" i siti, ad esempio quelli dei quotidiani.
Cosa succederà al giornalismo, nel quale esiste un oscuro rapporto tra pubblicità e informazione?
ciao
Mr Oz
Novembre 21st, 2007 at 09:53
@ Charlie Hammer
Guarda che probabilmente molti sinistrorsi hanno votato così perché non avevano scelta. O meglio, per dirla alla Luttazzi: “avevano ben presente la squallida alternativa”.
E, tanto per rimanere in tema col post, non mi pare che il precedente governo dei “destrorsi” abbia brillato per lungimiranza in fatto di internet. Per cui quoto adlimina
Novembre 21st, 2007 at 10:01
@Charlie: guarda che a destra non c'è nè Sarkozy, nè David Cameron.
stiamo parlando della destra italiana.
Novembre 21st, 2007 at 10:16
Destra,sinistra,ed il post mi pareva fosse più sulle proposte dei politici disinformati: insomma se questo Kruger è consulente di Gentiloni non è messo poi così bene,rischia in ogni caso il "martirio" o la "gogna". Spero però che evangelizzi un po il ministro su certi temi,avrebbe in questo modo già fatto un buon lavoro.
Novembre 21st, 2007 at 10:27
thanks for approval, mr G
Novembre 21st, 2007 at 11:28
si, ve bane. ma io voglio sapere quanti libri sono stati promossi al markettario milanese? :)
Novembre 21st, 2007 at 12:07
Sinceramente, non è che Kruger mi sia proprio piaciuto assai. Anzi quello che ha detto mi è parso piuttosto moscetto…
Novembre 21st, 2007 at 12:14
C'ero anch'io al D-day e purtroppo non ho fatto in tempo a fare la domanda che adesso faccio a te.
Alcuni anni fa un filosofo- studioso americano, di cui purtroppo non ricordo il nome, aveva scritto un fantastico articolo sulle ere dell'umanità . Partendo dal presupposto che tutte le ere sono state caratterizzate dalla materia più preziosa, cioè quella in minor quantità , dell'epoca ( era del bronzo, era dell'oro, era del carbone, era del petrolio, ec..) si chiedeva quale fosse l'era nella quale stiamo vivendo.
La prima risposta, che è in sintonia con quanto dibattuto al D-Day, sarebbe "l'Era dell'Informazione" come da tante parti si sente dire. Ma ciò non può essere perchè se c'è una cosa che oggi non manca è proprio l'informazione. Egli perciò suggeriva che la nostra era fosse "l'Era dell'Attenzione", infatti questa è sicuramente una materia scarsissima.
Ciascuno di noi ha una sua capacità di attenzione pari a 100 che varia a seconda degli individui ma che alla fine non si discosta molto da quella del genio a quella dell'analfabeta. Basta pensare che se siamo nel nostro ufficio parlando con un ospite, probabilmente la nostra attenzione è rivolta al 100% a lui. Basta però che suoni il telefono ed eccola scendere al 50%. Se poi bussa ed entra la segretaria a farci firmare un documento urgente scenderà ancora per tutti.
Ebbene tutto questo surplus di informazione che emerso dal D-Day e tutte le speranze che possa crescere ancora di più, alla fine a cosa ci servirà se la nostra attenzione più di tanto non può accogliere?
Novembre 21st, 2007 at 12:38
L'intervento di Kruger è stato senz'altro il meno interessante. Lo dimostra il fatto che gli altri partecipanti alla tavola rotonda, mentre lui parlava, se la chiacchieravano tra di loro.
Di questa giornata mi resterà il ricordo di Antonello Perricone (Amm. Delegato RCS MediaGroup) che ripete più volte il concetto che alla rivoluzione digitale ci si deve adeguare. E accanto a lui Paolo Barberis (Presidente e Fondatore Dada) uno dei pochi italiani che la rivoluzione digitale l'ha alimentata.
àˆ il destino di internet: i piccoli la creano, e solo quando non sono più piccoli arrivano i grandi.
Novembre 21st, 2007 at 12:55
Massimo, non hai menzionato il mio SMS. Soprattutto, non hai risposto ;-)
Novembre 21st, 2007 at 17:19
Oggi ti ho sentito a Condor 2.0
Fa un certo effetto sentire la voce di una scrittura..
Novembre 22nd, 2007 at 02:20
Domanda per chi c'era (c'ero anch'io, ma come al solito coi neuroni a mezzo servizio): nello striminzito Q&A finale, ha fatto una domanda una ragazza, quella che ha detto di occuparsi di seeding, viral marketing, e che ha parlato di cellulari e credibilità dei bloggers. Avete inteso con esattezza nome della pulzella e azienda per cui lavora? Io ho capito una roba tipo "Barbara Piras di I-media (o E-media)", ma sono tutt'altro che sicuro (lo chiedo perché vorrei scrivere una cronaca dell'incontro, e mi piacerebbe essere preciso). Grazie!
Novembre 22nd, 2007 at 05:03
Rispondo a mr. Oz, che chiedeva:
"Nuove tecnologie (ancora di nicchia) permettono di bloccare la pubblicità che "invade" i siti, ad esempio quelli dei quotidiani.
Cosa succederà al giornalismo, nel quale esiste un oscuro rapporto tra pubblicità e informazione? "
Per esempio su engadget c'e' stata una discussione forte ma comunque pacata a proposito di un ad particolarmente fastidioso, che dopo la discussione e' stato rimosso con la promessa da parte dello staff di non ripetere piu' un simile errore. Sempre da parte loro c'era la considerazione che il sito si regge sugli introiti degli ad e che se tutti utilizzano adBlock per eliminarli non sara' piu' possibile mantenerlo. In pratica, sanno del problema e semplicemente chiedono un po' di collaborazione da parte dei visitatori.
Che sia quella la strada giusta? Certo e' che ci sono siti che non scelgono quella strada e passano direttamente a soluzioni drastiche tipo gli "interstitial" (repubblica, ma anche next.videogame.it, il piu' visitato sito di videogiochi d'italia) che producono l'effetto opposto (moltissimi utenti con adblock a causa della disumana frequenza degli ad).
Novembre 22nd, 2007 at 11:58
Luca Carlucci, la Piras (non sono sicuro del cognome) lavora per http://www.imille.it/
Novembre 22nd, 2007 at 12:03
PiDave, grazie per la risposta. Quello dei banner o altra forma di ads è uno degli aspetti. Io però sono preoccupato dell'oscuro rapporto tra pubblicità e informazione.
Nel mondo dei blog esistono i post a pagamento, avranno futuro?
Nel mondo del giornalismo esistono i pubbliredazionali, avranno futuro?
E gli articoli che fanno pubblicità in modo non trasparente?
Novembre 22nd, 2007 at 12:14
Grazie Mr. Oz (Alessio, se i miei appunti sono giusti :)
Ora ricordo che il mio cervello aveva più o meno percepito imille, ma poiché imille per me sono gli svecchiatori del centrosinistra, il tutto mi sembrava poco congruente, e dunque mi ero convinto d'aver inteso male :) Grazie ancora.