Gli è che dietro la tastiera chiunque si crede un Dio, e pensa di non aver bisogno di nessuno. La prossima volta, per favore, parla della disumanità di Internet.
Trovo sia vero. Esiste un lato disumano della rete del quale tendiamo a parlare molto poco. Fatichiamo anche a riconoscerlo. E’ quello che spesso stimola contrapposizioni fini a se’ stesse e tensioni che in altri ambiti sarebbero facilmente circumnavigabili. Mi e’ tornato in mente questo bel commento leggendo il post che Luca de Biase ha scritto a margine delle reazioni ricevute in rete al progetto Nova100. So di non essere immune dalla disumanita’ della rete ed e’ vero che in rete e’ assai facile argomentare “contro”, qualsiasi sia l’oggetto del contendere. Ma accanto ad una rete disumana ne’ esiste un’altra di segno opposto ed e’ quella delle persone che si incontrano e si capiscono. Che immaginano percorsi comuni e registrano identita’ di vedute che non si credevano possibili. Scrive Luca:
E penso che sia un sospetto legittimo. E quindi le accetto, quelle considerazioni, anche se ne soffro. Un po’. A tratti molto. Ne soffro perché so che questa storia di Nòva100 ha soltanto il senso che le dà nno le persone che la fanno. E la fanno le persone che hanno costruito il senso di Nòva in questo anno e mezzo di vita. In attesa di incontrare altri che abbiano voglia di partecipare a progettare un altro tratto di strada.
Nova100 e’ forse un progetto facilmente criticabile (e molto mi pare sia stato argomentato in questo senso): quello che personalmente me lo rende differente, nelle attese e nelle prospettive e’ il fatto di conoscere le persone che lo hanno immaginato. Tutto cio’ rende improvvisamente diverso il mio punto di osservazione. Lo si potrebbe considere un limite ma cosi’ non e’. E’ anzi il contrario: e’ l’umanita’ della rete che da segno di se’. E se ce ne fosse bisogno (no, per me non ce n’era bisogno) il post di Luca e’ un contributo significativo in questo senso.
Luglio 10th, 2007 at 06:30
Concordo.
Se da un lato la rete (ma non solo, basta il telefonono o qualsiasi mezzo di astrazione, Internet è soltanto l'ultimo ritrovato in materia) ha in sé questo rischio, ciò non è un valido motivo per rinunciare alle enormi possibilità che offre.
Ad esser stronzi non serve un forum, basta un SMS o anche una lettera ad un quotidiano, gli esempi non mancano.
àˆ che cogliere la parte positiva costa fatica, a volte.
Luglio 10th, 2007 at 08:11
Fare domande non significa necessariamente essere disumani.
Al contrario spesso non farle, ignorare il prossimo, ci rende poco civili: anzi, la mancanza di comunicazione ci rende incivili.
Mi pare che ci sia differenza tra curiosità e cattiveria.
Il problema semmai è la scarsa espressività del mezzo, che non consente un dibattito rapido (a cui siamo ancora abituati) e non permette un chiarimento con un tono di voce o una espressione.
Luglio 10th, 2007 at 12:14
D'accordo, però non possiamo pensare che il giudizio su uno scritto, su un'azione, su un progetto debba essere legato alla conoscenza (o alla non conoscenza) di chi sta dietro a quello scritto, a quell'azione, a quel progetto. Questa può forse servire a completare il quadro, ma magari anche no. Nova100 offre motivi per essere criticato? Se sì (o se no), il conoscere le persone non dovrebbe essere così rilevante.
Luglio 10th, 2007 at 13:07
Beh sergio, e' rilevante soprattutto per cio' che riguarda alla valutazione delle intenzioni. L'istinto dietrologico e' in ognuno di noi (io per esempio ce l'ho purtroppo molto sviluppato) e conoscere le persone elimina alla radice una serie lunga di fraintendimenti. Il che ovviamente non significa che non si possano avere opinioni divergenti anzi. Ma il processo alle intenzioni, quello no, quello e' escluso.Almeno per me, almeno in questo caso.
Luglio 10th, 2007 at 13:48
Ma si sta parlando della rete in generale, o di Nòva in particolare?
Luglio 11th, 2007 at 02:31
Massimo, quello che io intendevo dire è che azioni pubbliche (come Nova100, ad esempio) non possono essere giudicate sulla base del criterio "io li conosco, so che sono brave persone". Devono essere giudicate per quello che sono, o almeno per quello che mostrano di essere: altrimenti, chi non conosce le persone non potrebbe giudicare (correttamente).
Luglio 11th, 2007 at 10:48
Ciao a tutti, sono tra quelli che ha cercato di costruire un dibattito aperto sulla creazione di Nova100.
Conosco Luca da dieci anni ormai e, dal punto di vista professionale, gli devo moltissimo.
Conosco personalmente anche qualcuno dei protagonisti di Nova100, come dei collaboratori del Nova cartaceo e ho anche avuto l'onore di scriverci.
I commenti che ho postato possono essere considerati "contro" o "dietro" ma non certamente nell'accezione negativa dei termini.
Il mio scopo è, e rimane, puramente costruttivo intorno a un progetto del genere e, più in generale, al percorso che la blogosfera italiana, a mio modesto parere, sta intraprendendo.
Il più alto pregio che può avere l'Internet "privato", quello dei blog, è di dare un'opportunità a tutti. Quello di essere uno strumento (relativamente) facile da usare e più indipendente degli altri.
Se un editore "giurassico" come Il Sole 24 Ore prende atto di una nuova forma di comunicazione e decide di ospitarla non possiamo che esserne felici.
Ciò che mi dispiace è che non faccia il passo completo, che non sfrutti l'occasione per evidenziare il contenuto, l'apporto reale che può fornire qualcuno, indipendentemente da chi sia, che esalti il signficato e non la firma in alto a destra.
Come ho scritto, benvengano i guru, o se vogliamo i "capi storici" dell'Internet italico, ma perché non ritagliare per loro un ruolo da maestro silenzioso, dietro le quinte, invisibile, che prenda per mano quanto di buono c'è in questo Paese, lo elevi come merita e ne ottenga come ricompensa la pura soddisfazione di aver dato un valido contributo all'innovazione (tecnologica e non) e non l'ennesima vetrina?