Blogging e Barcamp disegnano, nella loro marginalita’, piccoli o grandi spazi di confronto che fino a ieri non c’erano, eppure l’identita’ fra i due sembra terminare qui. E termina nel momento in cui diamo una occhiata ai contenuti che questi due ambiti comunicativi producono. Se per esempio domani Mantellini apre un blog ed in questo blog scrive cose che non interessano nessuno, nemmeno i suoi parenti piu’ stretti, il suo blog aumenta di uno il numero dei nodi esistenti in rete e non crea (quasi) nessuna perturbazione. Semmai qualcuno dovesse per caso capitare da quelle parti domani al massimo dirà : “Accidenti che schifo di blog!” prima di andarsene a pascolare altrove. Checche’ se ne dica, nella blogosfera filtrare i contenuti di nostro interesse e lasciare gli altri al loro destino (che spesso e’ quello di interessare qualcun altro) non e’ una grande problema, ci sono strumenti per farlo efficacemente ed in fretta. Ed i blog che non ci piacciono restanto innocui fuori dal nostro filtro informativo.
Invece nei Barcamp esiste un oggettivo problema di filtro contenutistico (bella parola eh?): non lo vogliamo ammettere, viola un po’ l’idea bella e solare che abbiamo della “unconference” nella quale chiunque puo’ dire ciò che crede, ma di fatto questo problema esiste. E’ questa una delle ragioni per cui – secondo me – troppi Barcamp sono “male”. Non solo perche’ si tratta di eventi che si fanno concorrenza uno all’altro generando cosi’ tensioni e dissapori fra i vari organizzatori ma anche perche’ le cose interessanti da dire (e le persone capaci di dirle) probabilmente non sono cosi’ tante da riempire tutti i barcamp che l’Italia partorisce.
Ad equilibrare la questione spinosa della qualita’ dei contenuti ci ha pensato fino ad oggi l’aspetto sociale e conviviale del barcamping. Come molti sono andato ai Camp anche (non solo) per incontrare persone che stimo e che desideravo rivedere o conoscere di persona per la prima volta. Sono sicuro che il piacere sociale ha spesso ridimensionato un poco il focus sulla qualita’ degli interventi. Qualcuno nei commenti in giro in questi giorni diceva che piu’ che conferenze si trattava di “raduni”. Non aveva secondo me tutti i torti. E piu’ che raduni in generale si e’ trattato, da noi, di “raduni di blogger”. Ed anche questo e’ “male”.
C’e’ quindi un ultimo aspetto negativo che avvicina blogger e barcamp. E riguarda anch’esso i contenuti. Una delle ragioni per cui decido di partecipare a questo o quel Camp e’ il vedere nell’elenco degli iscritti persone che stimo. Che in genere sono blogger che leggo da anni volentieri. E che spesso non deludono le mie aspettative. Eppure la risorsa pu’ importante e fresca delle non conferenze dovrebbe (potrebbe) essere quella della esplorazione di nuove competenze e di nuove materie. L’arma formidabile del libero accesso alla comunicazione risulta essere un’arma spuntata se la si limita solo a certe categorie di persone, peggio ancora se la si applica solo ai nostri amici che gia’ ben conosciamo.
Giugno 21st, 2007 at 04:43
Maturità come prima notizia oggi, sia su Repubblica.it sia su Corriere.it. Mah.
Sono una vecchia checca cinica, ma me li vedo tutti galvanizzati in redazione che si dicono: "gli italiani leggono solo Moccia e vanno a vedere "La notte prima degli esami", quindi ampio spazio alla maturità per tre giorni almeno e tante interviste ai ggiovani che ci raccontano come la vivono cosa bevono e quanto fumano, così qualcuno di loro oggi magari compra anche un quotidiano".
Giugno 21st, 2007 at 04:44
Ops, sbagliato post, tante scuse. :(
Giugno 21st, 2007 at 05:10
Sul mio blog parlando del RoyalCamp che sto cercando di realizzare ho parlato proprio di provare a portare ai Camp persone che difficilmente si avvicinerebbero a certe tematiche: ce ne sono così tante che ancora non sanno neanche cos'è un blog.
Li vogliamo informare e magari coinvolgere?
Giugno 21st, 2007 at 05:12
Sull'inflazionamento del termine BarCamp e sulla sua tramutazione in raduni di Blogger sono sostanzialmente d'accordo con te.
Sul loro eccessivo numero, invece, ho un parere diverso: credo che, come il tuo paragone sui blog non interessanti, ognuno scelga poi di partecipare ad un determinato BarCamp sulla base dell'interesse che vi può avere. Di conseguenza quelli meno partecipati saranno anche quelli che meno stuzzicano l'interesse e per questo motivo saranno quelli che difficilmente verranno riproposti in futuro a meno che non siano sostenuti da piccole comunità fortemente autoreferenziali. Certo per le blogstar (termine sarcastico) risulterà difficile partecipare a tutti i barcamp d'Italia se questi si accavallano; con relativo danno dell'immagine di entrambi. Ma del resto non si può partecipare a tutto, no? :)
Giugno 21st, 2007 at 05:31
Più di vent'anni fa una canzone diceva: "siamo isole nell'oceano della solitudine", paradossalmente, con tutte le possibilità di "comunicare" che abbiamo oggi, non è poi cambiato molto: ho visto gente prendere da mangiare al "drive thru" di McDonald's e poi mangiare da sola in macchina nel parcheggio davanti al ristorante.
La mia opinione è che qualche "pizzata" in più non possa che fare bene…
Giugno 21st, 2007 at 10:08
Li vogliamo informare e magari coinvolgere?
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Se uno non sa che cos'è un blog probabile che sia ben poco interessato ai barcamp, e del resto i barcamp sono ben poco interessati a un tipo del genere.
Vedo le liste dei partecipanti, sono tutti blogger e pare che si conoscano tutti tra loro.
Anche dai resoconti
Quindi la domanda è: che spazio ci può essere per lo sconosciuto che nemmeno sa che cos'è un blog? Nessuno.
Si dice i blogger sono autoreferenziali quasi fosse una brutta parola, ma l'autoreferenzialità è caratteristica di tutti i gruppi di interesse organizzati attorno ad alcune regole comuni, di tutti i gruppi con caratteristiche esoteriche, nel senso etimologico del termine intendiamoci.
Inevitabile quindi che la comunicazione rimanga tra amici. Di cosa parliamo infatti? Di un numero chiuso e limitato di persone, e non potrebbe che essere così.
Quanto al Barcamp come rimedio alla solitduine, beh, non esageriamo, la convivialità e anch'essa patrimonio del gruppo. Gli essoterici rimangono essoterici.
La permeabilità degli interessi una chimera.
Se la solitudine, l'emarginazione relazionale, l'afasia dei sentimenti sono in terribile aumento pur in una società evoluta piena di stimoli suggestioni, input di ogni genere, beh direi che il discorso è ben più complesso e non si risolve certo con qualche "pizzata" in più.
Giugno 21st, 2007 at 12:41
Bella questa cosa del BarCamp. Se volete organizzo io un MitroKamp, un camp interamente dedicato alla persecuzione dei blogger veteromarxisti. Che ne dite?
Giugno 21st, 2007 at 15:51
Concordo su tutto ed è proprio. Noi stiamo pensando al LostCamp come ad un mix tra raduno, unconference e divertimento da spiaggia aperto a tutti. Ma proprio tutti.
Il verticalismo è quello delle TV e delle serie Televisive (e ovviamente di Lost). Si sono iscritti anche personaggi della TV che vogliono capire cosa sta succedendo nel mondo della comunicazione "che nasce dal basso" e questo mi sembra MOLTO positivo.
Speriamo di averti ospite. Ovviamente…
Giugno 21st, 2007 at 15:52
Mi è scappato un "ed è proprio"… di troppo :(
Giugno 21st, 2007 at 16:41
My two cents: in un mondo che ha fretta, dove tutti cerchiamo informazioni presentate come rapide sintesi, ma ben fatte, complete e autorevoli, i blogh e i BarKampf sono dei formidabili equivalenti dei talk show di Maria De Filippi.
Ovvero, ci va chi non ha un beato altro da fare e ha voglia di cazzeggiare, magari lumando le pupe, come diceva Joe Falchetto, ma anche con un pizzico di speranza di essere notato, di diventare famoso e di ottenere in futuro qualche tramezzino.
Ciao, Fabio.
Giugno 21st, 2007 at 17:15
bellissimo post. non ho mai frequentato un barcamp, ma leggo un bel po' di blog, e con piacere. i raduni tra persone che si stimano mi sembrano comunque una bellissima cosa. il fatto di volerci mettere delle conferenze, mi sembra invece una perversione. salvo rarissime occasioni, le conferenze sono sempre delle enormi rotture di palle, per quanto mi riguarda. perché questa smania di voler essere relatori o ascoltatori? non è meglio una cena o una scampagnata?
Giugno 21st, 2007 at 18:36
Franco se continuiamo a ragionare così non ne usciamo: credo che queste iniziative possano essere lo sprono e le occasioni per portare certi temi,magari cambiando anche il format,anche a chi non non è interessato.
Sta a loro decidere poi se continuare per questa strada o fare altre scoperte: è un ragionamento simile a quello sull open source,già manca una volontà di curiosità ed informazione. Stimoliamola almeno.
Giugno 23rd, 2007 at 05:30
"..le cose interessanti da dire (e le persone capaci di dirle) probabilmente non sono cosi' tante da riempire tutti i barcamp che l'Italia partorisce".
Persone = blogger. Ergo i blogger sono incapaci?