Contrappunti, su Punto Informatico di domani.

Chi naviga in rete da qualche anno conosce bene il nome Doubleclick e lo associa, ineluttabilmente e forse grossolanamente, ad una idea “sbagliata” della rete. Quella invasiva e disturbante dei banner sempre più grandi che invadono portali e siti web, quella di progetti di ampia profilazione delle navigazioni in rete, di trucchietti vari, cookies e web-bugs dei quali molti anni fa si discuteva animatamente. Molti anni fa.. (continua)

10 commenti a “ANTEPRIMA PUNTO INFORMATICO”

  1. Maurizio Goetz dice:

    Mi sembra un giudizio prematuro, poichè non si conoscono le strategie di Google in tale senso.

    Propongo di sospendere il giudizio, fino a quando tutte le carte siano state messe sul tavolo. Non credo proprio che Google abbia acquistato Doubleclick per tornare indietro e puntare sui banner, ma ne potrebbe usare alcune tecnologie di profilazione probabilmente per nuovi formati video. Quando grandi player fanno qualcosa di apparentemente incomprensibile c'è sempre un pezzo di informazione che ci manca, ma potrebbe anche trattarsi di un errore strategico. Ritengo che bastino sei mesi per capirlo.

  2. Stefano Epifani dice:

    temo che sospendendo il giudizio, si rischi di arrivare tarti… dai uno sguardo qui! ;-)

  3. Riccardo Campaci dice:

    Anche secondo me l'acquisto di Double Click non può da solo rappresentare la "mela della dannazione".

    Se si pensa che Google non sia più il Messia della rete un tempo presentatosi con il volto pulito di quello che fu un semplice motore di ricerca, forse non è più così già  da prima, non solo da ora.

    Per il resto magari è un po' presto per fasciarsi la testa. Aspettiamo almeno di rompercela.

  4. Claudio Santori dice:

    Ho la sensazione che questo sia un periodo in cui va di moda parlare male di Google. google è un'azienda enorme. con un fatturato enorme. Che combatte contro altri giganti. Io trovo che G sia stata in grado di sopravvivere senza colpi bassi e giocando sempre carte molto innovative. Che poi non siano santi per me è solo una cosa positiva, i Santi non li ho mai sopportati ;)

  5. Stefano Hesse dice:

    Non esageriamo. Non siamo così semplicistici nelle acquisizioni. Per chi volesse approfondire, qui ci sono i replay del webcast relativo alla conference call dell'annuncio: http://investor.google.com/webcast.html

  6. Infernet dice:

    Ritengo che elementi per dare un giudizio su Google ce ne siano piu' che a sufficienza.

    Ovvio, questo non spostera' di una virgola la politica astutamente aggressiva di questo gigante oligopolistico, pericoloso non per le sue potenzialita' economiche, ma per l'alone di credibilita', di "alternativita'", di "modernita'" che ha abilmente costruito in questi anni, forte, anzi fortissimo del sostegno ottenuto presso gli opinion maker della rete, e presso un pubblico in generale piu' informato.

    I mezzi per controllare massivamente la rete li hanno, cosa gli impedisce di farlo? La pulizia d'animo e l'idealismo? Non raccontiamoci balle, la storia di G e' fatta di tanti piccoli episodi di ordinario asservimento al potere, e di altrettanto ordinario esercizio del potere. Il tutto in un alone di mistero e fumosissime vicende societarie: i fatti, come dice il buon Travaglio, sono i primi a scomparire, restano solo le mistificazioni, leggende, l'idolatria e il fideismo sciocco.

  7. ciro dice:

    (eppure ero convinto di aver commentato…)

    Al di là  dell'opinione, che comunque in gran parte condivido, è proprio un bel pezzo, gradevolissimo.

  8. vuminch1 dice:

    A tutti consiglio l'ottima inchiesta pubblicata da Feltrinelli e disponibile in copyleft in PDF su Ippolita.net, Luci e ombre di Google.

    Molto documentata, piena di ottimi spunti, e quantomai attuale.

  9. vuminch1 dice:

    non so perchè ma il link creato col tag è nato con due teste e non va :-), comunque trovate il pdf su

    http://www.ippolita.net/7.html

  10. Thomas Zaffino dice:

    Caro Massimo, credo che la fine dell'ingenuità  sia cominciata ormai molto anni indietro, quando si parlava della fine dell'Internet Free. Non possiamo non ammettere che l’avvento della Rete abbia portato alla creazione e al rafforzamento di numerosi miti, primi tra tutti quello di Linux. Ci si aspettava l’avvento di una libertà  che doveva cambiare il mondo. La cosa veramente incredibile è che a sognare sia stata proprio quella parte di società  che potremmo definire “più colta”. Forse tutto è nato, come quasi sempre avviene, dal bisogno di alienarsi dalla una realtà  troppo brutta come quella che stiamo vivendo, una realtà  nella quale squallide persone, scaltre, incompetenti e ignoranti, per mezzo di una politica che farebbe impallidire persino Machiavelli, con le loro azioni determinano il destino di milioni di cittadini; guadagnano a dismisura a spese dei contribuenti, approfittano dei loro privilegi per arricchirsi in maniera fraudolenta ecc. Tutto questo mentre la parte sana della società , che produce ricchezza col proprio sapere e con le proprie competenze, deve accontentarsi di stipendi da fame (vedi terza puntata di pane e politica, a cura di Icona) e deve subire le continue prese per i fondelli da parte dei politici.

    Cosa potevamo aspettarci da Internet, che il mondo vi scoprisse una nuova etica, un nuovo modo di configurare i rapporti in maniera più democratica? àˆ la democrazia che non esiste! Non è mai esistita. Da sempre vige la legge del più forte e del più furbo, in tutti i campi, informatica, Internet, Microsoft e Google compresi.

    In fondo questi accadimenti sono un bene, perché quanto meno riportano una parte (troppo piccola secondo me) della società  ad una visione più realistica della situazione: ci disincantano, ed è un bene!

    Purtroppo, la mossa di Google è geniale e diabolica allo stesso tempo, poiché avviene in un momento in cui può ( e non è detto) perdere la fiducia dell’utenza più avanzata, ma che può contare sulla fiducia di milioni di creduloni che si sono affacciati alla Rete solo di recente, che la usano quasi sempre attraverso Google, che non hanno il senso critico né la memoria storica per comprendere cosa sia DoubleClick, che non leggono e non sono abituati a leggere, che diventeranno prede indifese di gigante che sarà  capace di mangiarseli in un bocconeÂ… è triste, ma tant’è.

    Scusa se il mio è uno sfogo più che un commento…

    Saluti,

    Thomas