Se c’e’ una cosa da non fare ( o sulla quale almeno meditare bene prima di precipitarsi come mufloni) state pur tranquilli che in Italia la si fa subito. Perfino se riguarda una materia astrusa ai piu’ come le nuove tecnologie. Pare che la RAI abbia richiesto la rimozione di tutti i “suoi” filmati da Youtube, Libero Video e DailyMotion.
(via Tommaso Tessarolo blog)
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Marzo 27th, 2007 at 16:32
Io sono stato colpito giusto sabato mattina: hanno rimosso un'intervista di sette minuti ad un membro di una nostra associazione, a parole l'intervistatore aveva concesso il permesso di ripubblicare quel pezzo online, peccato che le parole non valgano nulla…
Marzo 27th, 2007 at 17:18
Sei sicuro di aver letto l'articolo con attenzione?
Marzo 27th, 2007 at 18:43
Secondo me, chiunque si occupi di marketing in Rai e abbia preso una decisione così stupida, tornerà presto o tardi sui suoi passi…
Marzo 28th, 2007 at 02:43
Spiegatemi perchè la ritenete un'operazione stupida perchè io non la ritengo tale.
Marzo 28th, 2007 at 05:21
Ottimo: così il mio povero programmino, già per niente promosso, che sopravvive nella memoria solo grazie ai video caricati dalla gente, scomparirà per sempre nell'oblìo.
Crepassero tutti, tutti.
Marzo 28th, 2007 at 06:28
vogliamo parlare della pubblicita' all'inizio dei podcast?
Marzo 28th, 2007 at 08:08
Maurizio, a me non sembra "un'operazione stupida", tutt'al più vagamente criminale.
Sarò esagerato, ma mi pare che da più parti si stia usando il grimaldello del copyright per limitare e controllare la memoria storica delle persone. Avevamo appena cominciato (qualcuno/a) ad usare Youtube per rielaborare ricordi, situazioni, forme culturali ed altro, e adesso ci si dà un bello stop con la scusa dei diritti d'autore (peraltro già pagati da tutti noi).
Marzo 28th, 2007 at 08:36
Se fosse la Rai stessa a mettere a disposizione i medesimi contenuti non vedo dove sarebbe il problema… In fin dei conti non vedo perché youtube, dailymotion (nella versione americana irraggiungibile da noi in Italia, dirottati a forza su Alice… vergognoso!) e compagnia cantante debbano lucrare con la pubblicità , usando per attirare visitatori dei contenuti pagati dalla Rai (quindi anche da noi).
Marzo 28th, 2007 at 10:22
@Giulia.
http://www.futuratv.rai.it/media/larsen_promo.wmv
Questo per il momento non scompare. ;)
Marzo 28th, 2007 at 10:30
La RAI ha deciso di mettere a disposizione tutti i contenuti prodotti dal gruppo anche in rete ai soli abbonati. La RAI non vule che qualcun altro ci lucri.
Un conto è se non lo fa (ma comunque qualcuo ci lucra) un conto è se invece si incarica lei stessa di metterli in rete.
Marzo 28th, 2007 at 11:12
Se leggete bene il post di Tessarolo e i commenti successivi si evince chiaramente che è intenzione della Rai di mettere a disposizione in modo gratuito i contenuti, ma sulla propria piattaforma. Un conto è distribuire i contenuti gratuitamente (finanziati dalla pubblicità ), un conto è farlo fare a YouTube che vi ricordo essere una società a scopo di lucro.
Marzo 28th, 2007 at 12:36
Lo scopo di youtube non mi interessa particolarmente, come non mi interessa quello di Google nel momento in cui mi fornisce un servizio gratuito come Gmail dal quale sono ormai "dipendente" (nel senso che molto spesso, se mi servono documenti o altro che ho girato per posta, mi basta un computer connesso, ovunque io sia, per recuperarli).
Vi faccio un esempio, per scemo che possa sembrare: Jo Chiarello. Qualcuno se la ricorda? Quasi impossibile.
Eppure giusto ieri, non ricordo più su quale blog visto che stavo navigando un po' a casaccio, c'era questo link: http://www.youtube.com/watch?v=Cu7ZjNMBMm0
Ecco, è difficile dire le sensazioni che ho provato, mi ha ributtato indietro di 25 anni, un'altra Italia, un altro mondo, una vita fa…
Posso immaginare che questo tipo di contributi di cultura "bassa" difficilmente troveranno spazio negli archivi RAI (forse sì), ma saranno così facilmente riutilizzabili, citabili, linkabili, in una parola "fruibili"?
Youtube consente di fare con i video quello che si fa col "quoting" del testo, consentendo l'embedding nei nostri post delle immagini di cui si sta scrivendo (Beppe Grillo docet). Non è un problema di "qualità " del materiale video, che è bassissima, ma di usabilità dei contenuti, di didattica in senso lato, di ricircolo culturale. La domanda è: cos'ha da temere la RAI se contenuti vecchi di venti o trent'anni (quando l'uso attuale non era nemmeno immaginabile) vengono resi disponibili? Cos'ha da temere la RAI da Jo Chiarello, che senza i suoi improbabili fan sarebbe completamente dimenticata? Cos'abbiamo da rimetterci noi se spezzoni a bassa qualità di pezzi della nostra storia, minuscola e maiuscola, finiscono "in the public domain"?
Marzo 28th, 2007 at 14:13
Mammifero Bipede, il tuo ragionamento lo comprendo dal punto di vista teorico, ma RAI anche se è un'azienda pubblica è comunque un'azienda. Piuttosto sarebbe utile spingere la RAI a pubblicare tutti i suoi contenuti proprio per le ragioni che spiegavi, in questo modo non ci sarebbe problema.
Marzo 28th, 2007 at 17:12
Sembra così,è capitato anche a me:
http://tinyurl.com/2brhbx
Marzo 29th, 2007 at 07:50
Non riesco a postare un link a Punto informatico ed uno al mio MammiferoBipede sull'argomento, sono diventato spammer per i tuoi filtri?