08
Feb
Si sono arrabbiati in molti per l’articolo pubblicato dal Sole24ore di ieri a firma di Roberto Perotti sul copyright. Questa mattina Enzo Mazza della FIMI mi ha mandato (come a molti altri immagino) la replica che aveva preparato e che il Sole non ha pubblicato. Per dire la verita’ una replica sul Sole c’e’ ed e’ firmata dal presidente della SIAE Giorgio Assumma anche lui discretamente caustico e risentito (e pure sbadato visto che ci propina una lezioncina storica sul copyright non proprio esattissima). L’argomento e’ comunque importante e molto sfaccettato ed e’ utile che se ne parli, anche nei toni da battaglia di questi giorni (si veda anche al riguardo la discutibilissima intervista che oggi Enzo Mazza ha rilasciato a Punto Informatico sulla apertura di Apple sui DRM che ha molti punti di contatto con la questione copyright). Purtroppo l’articolo di Perotti e’ un cattivo pezzo, disinformato il giusto e incapace di rendere la complessita’ della questione. E le repliche degli “aventi diritto” sono indirizzate mi pare piu’ al sacrilegio del quotidiano della Confindustria che si scopre improvvisamente libertario che non ad aprire un dialogo costruttivo. Un dialogo che, semplicemente, non vogliono.
Febbraio 8th, 2007 at 08:29
Loro non vogliono il dialogo ed è comprensibile: neppure con tutta la buona volontà e con massicce dose di dialettica riuscirebbero a difendere posizioni indifendibili.
I cambiamenti che saranno necessari sono abbastanza drastici.
Non ne vogliono parlare? Ne parliamo noi!
Magari non serve ma io sono convinto che parlandone anche solo tra di noi qualcosa di buono salterà fuori!
Febbraio 8th, 2007 at 08:43
A me l'intervista su PI mi sembra tutt'altro che discutibile. Il fatto che le vendite di iTunes costituiscano il 70% del mercato discografico on-demand e che l'iPod sia oramai sinonimo di "player mp3", mi paiono la prova lampante di come la politica del DRM non abbia certo penalizzato la Apple, anzi. Ora il fatto che tutti tirino indietro la mano è vergognoso. Sopratutto sentire Jobs che fa la vittima. Il CEO di un'azienda che deve rendere conto ad azionisti, investitori, partner… e poco credibile cerca di sconfessare una situazione di mercato nella quale (grazie alla quale?) è riuscito ad incrementare esponenzialmente il fatturato.
Febbraio 8th, 2007 at 09:48
Non ho letto l'articolo, ma lo faro'. Solo per ora, un'osservazione accidentale: perche' secondo voi Mazza, la SIAE etc etc etc sono aperti al dialogo? Sono anni cerco di invitare un rappresentante ufficiale della SIAE a tenere una lezione e sono anni che non ottengo risposta.
Febbraio 8th, 2007 at 09:58
Non dice cose nuove, ne' particolarmente scadolose per chi studi queste cose in linea di principio. Ovviamente, il problema consiste poi nella loro sostenibilita' economica (-come i discorsi sul reddito di cittadinanza). La cosa che crea scandalo e' che sia scritta sul Sole24ore: senza copyright chi garantirebbe il tenore di vita di Mazza?
Febbraio 8th, 2007 at 11:50
L'aspetto più clamoroso è però il "compenso per copia privata" che la SIAE incassa su ogni supporto di registrazione – analogica e digitale – e su ogni apparecchio destinato a "registrare" quei supporti.
Se vado in vacanza e filmo i miei bambini la SIAE incassa da me una quota del costo della cassetta DV, una quota del costo della telecamera, una quota sul masterizzatore del mio computer, una quota del DVD su cui riverserò il MIO film e – siccome ci sono i nonni a Palermo e a Torino – altre due quote su altri DVD per le loro copie. Ho leso i "diritti" di qualcuno? No, non mi pare proprio. Allora perchè la SIAE deve lucrare sulla mia famiglia?
L'Amministrazione delle Finanze spinge – comprensibilmente – verso l'informatizzazione delle dichiarazioni dei redditi e delle altre pratiche finanziarie… bene. Prudenza vuole che di queste operazioni telematiche si conservi traccia su di un supporto di backup… un CD, un DVD… perchè la SIAE ha diritto di incassare un compenso per questo?
A quando un compenso per i Ristoranti basato su una percentuale di quanto si spende per la spesa alimentare in ogni famiglia? Se si mangia in casa non si va al ristorante….
Febbraio 8th, 2007 at 13:31
Difficile mantenere i nervi saldi, soprattutto se i nervi sono tutelati dal copyrightÂ…. La questione pare assai complessa, soprattutto perché in campo ci sono interessi economici e non solo, che differiscono dalle logiche più arcaiche del buonsenso e da quelle più recenti di entità tecnologica. Le opportunità offerte dalla rete di scaricare file anche protetti da copyright credo che abbiano oramai scardinato la questione, creando un solco insanabile con tutti gli altri supporti, che si tratti di cd, dvd, o altroÂ… I cui costi per l’acquisto paiono assolutamente spropositati e inconciliabili, gravati dell’obolo da versare alla Siae, con forse il solo risultato di accelerare la loro dipartita dal mercato a discapito della rete.
Febbraio 8th, 2007 at 14:17
Sarà la deformazione professionale da lavoratore del settore metalmeccanico, ma a sentir parlare di _industrie che producono copyright_ un brivido freddo mi corre lungo la schiena.
Febbraio 8th, 2007 at 16:34
Non so bene perchè dici che è un cattivo pezzo. Io quotidianamente ne leggo di ben peggiori. Fatto sta che pone l'attenzione su un tema davvero importante e di cui è meglio che se ne parli il più possibile. Grazie alle Rete la concezione attuale dei diritti d'autore inizia ad essere inadeguata. E' fondamentale cambiare qualcosa.
Febbraio 8th, 2007 at 16:52
anche io ho opinioni più concilianti verso il pezzo di Perotti (considerata complessità appunto, spazi e provocazione), per il resto condivido le tue impressioni (specie le ultime)