“Abbiamo cambiato passo, dunque. E oggi vi chiedo anche di cambiare musica”
“Siamo una coalizione, un team, una squadra dove si vince solo se ci si passa la palla”
ha detto anche “penultimatum“.
“Abbiamo cambiato passo, dunque. E oggi vi chiedo anche di cambiare musica”
“Siamo una coalizione, un team, una squadra dove si vince solo se ci si passa la palla”
ha detto anche “penultimatum“.
Febbraio 7th, 2007 at 04:25
La Crusca mi scomunicherà , ma a me la parola non dispiace. E' un rigetto fisiologico dovuto all'abuso della parola ultimatum. La vedo usata in senso ironico, per indicare una scadenza imposta senza convinzione (destinata probabilmente a venir prorogata), minacciando atti che non si avrà il coraggio o l'effettiva possibilità di compiere.
Febbraio 7th, 2007 at 04:29
Tra penultimatum e ad aziendam stiamo messi proprio bene.Se la politica è lo specchio del paese, siamo rimasti ai piattini di bronzo
Febbraio 7th, 2007 at 04:33
Mi sa che a rivoltarsi siamo (giustamente) solo noi. La Crusca da tempo ha rinunciato al ruolo di "difesa" dell'ortodossia della lingua (da secentesca Académie Francaise) per concentrarsi sulla descrizione puntuale della sua perenne trasformazione. In genere non si perplimono neanche su neologismi guzzantiani, di cui controllano piuttosto il corretto ingresso nel tempio.
A me piace il lavoro di Sabatini, il presidente (del resto a lui piaceva il mio, un tempo).
Febbraio 7th, 2007 at 04:34
concettualmente è termine senza termine che si sconfessa da sé
formalmente è un'intimazione con una protesi tronca che la colloca nell'ambito della quasi cazzata
Febbraio 7th, 2007 at 04:43
E' Prodi che ormai non sa più dove sbattere la testa: vorrebbe mandare a quel Paese Rifondazione e Pdci ma per non mandare a quel Paese il Governo se la prende con gli Usa. Vorrebbe essere il leader di un partioto maggioritario e riformista e, invece, è a capo di una coalizione di piccoli partiti un po' estremisti. Anche il linguaggio diventa così immaginario, irreale, surreale, costretto a contorsionismi semantici impossibili. Non è colpa di Prodi ma della politica italiana, che sforna da sempre neologismi, è un ritorno al moroteismo: "le convergenze parallele" sono le antenatedel "penultimatum".
Febbraio 7th, 2007 at 04:49
cosa c'è di male in penultimatum? è bellissimo e rende assolutamente l'idea.
Febbraio 7th, 2007 at 04:54
Sono d'accordo, rende molto bene l'idea.
E bon c'è nulla di male nei neologismi, le lingue sono entità in divenire continuo e per fortuna che è così.
E poi non sono neologismi anche blog, blogger, post, bloggare?
Febbraio 7th, 2007 at 04:59
a parte che penultimatum è già relativamente usato e a me personalmente non dispiace, preferiresti una locuzione più ggiovane tipo "occhio che senno vi mando in nomination"? no, così, chiedo.
e come presidente del consiglio ideale un fine dicitore (che ne so, Daniele Piombi)?
Febbraio 7th, 2007 at 05:20
penultimatum che il nostro elettorato non capisce.
Forse, per via di questo uso creativo della lingua, l'elettorato fa fatica a capirli in generale.
Febbraio 7th, 2007 at 12:40
Numero alto di entry in google = "accettabile"? Niente male come esempio di tecno-dipendenza linguistica.. E un bel chissenefrega di google?
Febbraio 7th, 2007 at 13:09
Eh.. si sa che il motore dell’Italia è difficile da governare, comunque se scioperano i benzinai si può sempre prendere un po’ di benzina dal motore di GoogleÂ…
Febbraio 7th, 2007 at 17:44
Concordo con stark e mau, a me suona molto divertente e assolutamente voluta. Se il nostro Parroco ha ancora voglia di sfottere gli alleati che se la tirano troppo, forse c'è acora qualche speranza.
Febbraio 8th, 2007 at 04:30
siamo a 790 entries su Google… Mantellini l'hai sdoganata tu!
Febbraio 8th, 2007 at 08:24
Il Presidente Neologista vs. l'ex Presidente Operaio.