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Mi era sfuggita questa notizia che trovo su LaStampa.it risalente al mese scorso. Dal 1 gennaio 2007 le opere di Luigi Pirandello dovevano entrare nel pubblico dominio. Sono infatti appena trascorsi i 70 anni previsti dalla normativa dopo la morte dell’autore in cui gli eredi possono continuare a godere dei proventi dell’opera dell’ingegno. E’ invece accaduto che gli eredi Pirandello, rapidamente supportati dalla SIAE hanno fatto presente che i trattati di pace del 1947 prevedono l’estensione del periodo di copertura (per i paesi vincitori) del copyright di ulteriori 6 anni ed 8 mesi. Poiche’ la SIAE e’ tipicamente di manica larga (ma solo con gli autori) ha espresso un parere positivo affinche’ anche per i paesi che hanno perso la guerra (come il nostro) debba poter valere la medesima estensione. Per Luigi Pirandello, avvocato ed erede dell’omonimo scrittore drammaturgo, altri 6 anni e 8 mesi di royalties su lavori scritti 100 anni fa.
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Gennaio 11th, 2007 at 06:09
gran titolo
Gennaio 11th, 2007 at 06:26
prandello? e chi è?
Gennaio 11th, 2007 at 09:14
sono queste cose che mi fanno odiare il copyright. E' come se al figlio di un imprenditore di successo, succedendo al padre nella direzione dell'azienda, fosse per legge garantito uguale successo indipendentemente dalle sue effettive capacità . Mah, io sarei per far terminare il diritto d'autore con la morte dello stesso.
Gennaio 11th, 2007 at 09:37
Se accettiamo che non sia giusta la tassa di successione allora anche le royalties son giuste. Per come la vedo io, invece, non ha alcun fondamento secondo le metriche della meritocrazia che a parole tutti vogliono. Certo, non si propone mica di statalizzare le eredità . Ma prima casa e macchina a parte, che dovrebbero pure essere esentate dall'ICI e bollo a costo di raddoppiare quelli sulle seconde e via dicendo, la successione dovrebbe essere tassata oltre un soglia ben inferiore ai "parecchi milioni di euro". Mica tanto, il giusto.