Conversazioni interesssanti in questi giorni. Mafe dixit a proposito di circolazione dei contenuti in rete.

Se mi viene attribuita la paternità  e se viene sempre linkata la fonte originale, qualunque cosa mi permetta di moltiplicare la diffusione di ciò che scrivo è benvenuta. Se qualcuno ci guadagna buon per lui, il vantaggio (maggiore notorietà ) per me è sempre superiore allo svantaggio (perdita di guadagni teorici).

Paolo Attivissimo invece:

Personalmente non ho alcuna obiezione a essere “feedato” o linkato o copiaincollato altrove, finché permane un link al mio originale.Ci perdo qualche Adsense? Pazienza, non ho mai scritto blog e siti per fare denaro, altrimenti sarei in perdita secca se facessi il rapporto ore/guadagno (io faccio invece un rapporto ore/piacere di scoprire e condividere). Capisco che chi blogga per avere un ritorno economico possa essere scocciato. Ma è un po’ come il discografico che si scoccia per chi scarica a scrocco la canzone (detto questo vado a infilarmi la tuta d’amianto).

Commenti questi, ad un post di Lele Dainesi che per l’occasione ha inventato (con risultati mi pare buoni) “l’invito al commento via email”. Tipica deformazione da markettaro a meta’ fra la mail amichevole e la rottura di balle ai conoscenti (i quali leggono Lele sul feed e se hanno da commentare commentano e se no no :-).

Dainesi si preocccupa della “devizione del traffico” che i feed rendono possibile e della esportazione dei contenuti verso altri posti del web (dove magari qualcuno con quelle stesse frasi prova a guadagnarci soldi o notorieta’). A tal proposito ieri sera chiaccherando con Luca Sofri ho involontariamente scatenato questo post segnalandogli la scelta discutible di Kataweb che fa (faceva, oggi pare abbiano improvvisamente cambiato policy) proprio cio’ che Dainesi teme:

Luca Sofri:

Mi sono ricordato l’arroganza prepotente con cui i grandi come Kataweb arrivarono in ritardo sul web pretendendo di dettare le loro vecchie regole. Ho ripensato alla circospezione e al misurino con cui io incollo brani delle cose di Repubblica su Wittgenstein, chiedendomi sempre se qualcuno si seccherà  anche di quei brani. E io sono il topolino, loro la montagna. E insomma, ho pensato questo: io non voglio litigare con nessuno. Mi limito a segnalare a quelli di Kataweb una certa scorrettezza nel non avvertirmi neanche della loro iniziativa di usare sistematicamente articoli altrui su cui non hanno i diritti di riproduzione (lo farebbero con un editoriale di Giavazzi sul Corriere?), e pubblicarli nelle loro pagine affollate di banner pubblicitari. Stando alle loro regole, avrei tutto il diritto di piantargli una grana, lettere di avvocati, quelle scemenze lì. Invece propongo di sancire che il gruppo l’Espresso è per la libera e gratuita circolazione dei contenuti in rete e invitare chiunque abbia accesso pagante o gratuito all’archivio di Repubblica e famiglia di incollare senza ritegno o remora alcuna i contenuti del gruppo l’Espresso sul proprio blog o sito. Io comincio con la rubrica di Michele Serra (a differenza di Kataweb, io indicherò chi sia l’autore). E tutti contenti

Il mio parere al riguardo e’ noto (basta leggere la licenza CC del mio blog): quello che mi pare il caso di osservare e’ che sta terminando la fase nella quale gli editori consideravano i contenuti dei blog carta straccia buona per accendere il camino. Ora siamo alla fase 2 in attesa della fase 3. La fase 3 e’ quella nella quale i media si adatteranno a pagare (nelle mille maniere possibili) cio’ che ritengono pubblicabile sulle proprie pagine anche se simili contenuti dovessero venire (orrore!) da un weblog. La fase 2 quella attuale e’ quella dei furbi desiderosi di “utilizzare” il lavoro altrui usando come moneta di scambio una promessa di notorieta’ e 4 luoghi comuni sulla “liberta’ di Internet”. Io speriamo che finisca presto.

p.s. la foto qui sopra e’ la versione di Liberoblog di un mio post di un paio di giorni fa. Per dire l’eleganza.

5 commenti a “CIRCOLAZIONI E SENSI UNICI SUI BLOG”

  1. dario dice:

    La buona notizia è che allo scattare della "fase 3", i blogger verranno effettivamente pagati dagli editori per i loro contenuti.

    La cattiva notizia è che il pagamento sarà  in Beenz.

  2. Domiziano Galia dice:

    Massimo, almeno per farti ripagare per il tuo post ti sei fato dare il numero di telefono della tipa in foto? Lo vendi? Ti do 1000 Beenz. (A proposito. Se a qualcuno interessa si può "comprare adesso" Beenz.com per 300.000 dollari.)

  3. Fabio Metitieri dice:

    Concordo (quasi) con il mantepensiero, in questo caso.

    Salvo che per un punto: quando i contenuti blogger-prodotti costeranno quanto quelli giornalista-prodotti, vuoi vedere che improvvisamente per i giornali diventeranno mooolto meno interessanti?

    E speriamo che capiti presto, cosi' tutti torneranno con i piedi per terra, anche se gli eterni incantati dalla fase 2 si troveranno sempre.

    Ciao, Fabio.

  4. Maurizio Goetz dice:

    Concordo e sottoscrivo. Ci sono effettivamente tante iniziative come ad esempio quella di Libero che altro non fanno che riportare gli scritti di blogger, con la scusa che i post sono pubblicati con licenza CC, ma facendo una scelta di quelli ritenuti migliori. Altri "aggregatori di post" invece per pigrizia hanno automatizzato il processo è li prelevano automaticamente. Ha ragione Paolo Attivissimo, questa non è una buona ragione per smettere di scrivere o modificare la propria licenza CC, ma possiamo tuttavia deprecare la cultura di editori, organizzatori di convegni che diversamente da quanto succede all'estero, non pagano i contenuti, nè i relatori in cambio "di questa promessa di notorietà ". Come ripeto spesso, che vadano dal loro macellaio a comprare un chilo di carne e offrire notorietà , avrebbero la risposta che meritano. Se una buona parte dell'editoria o della convegnistica è in crisi è perchè non si vogliono pagare i contenuti. E' risaputo, quelli di qualità  costano.

  5. ciro dice:

    Inquieta "anche l'invito a scrivere". In sintesi: il tuo blog è gradevole, popolato, "particolare"? La rivista X o Y ti invita a scrivere sullo spazio blog del suo sito web. Esempi? Gq, Grazia. Fin in qui – uno dice – è una scelta personale. A me invece sembra l'ennesimo modo per non riconoscere nemmeno mezzo euro a chi scrive. PErché non dicono: scrivi bene, vieni da noi che ti paghiamo? Invece barattano una grafica gradevole le idee (e la vanità ) altrui.