Ho sempre amato Douglas Adams e continuo a considerare una ingiustizia il fatto che sia morto improvvisamente a soli 49 anni nel 2001. Qualche giorno fa in una bancarella a Cervia ho trovato a meta’ prezzo “Il salmone del dubbio” un testo postumo di Adams che riunisce gran parte del materiale che e’ stato trovato dopo la sua morte nelle memorie dei suoi Mac. Il libro, certamente dedicato ai lettori di Adams e a nessun altro, contiene chicche come questa:

“La gente spesso mi chiede da dove traggo ispirazione e capita che me lo chieda fino a ottantasette volte al giorno. E’ un rischio che gli scrittori sanno di correre e, quando vi si trovano davanti, dovranno cercare di respirare a fondo, regolarizzare la frequenza cardiaca, riempire la mente di placide, idilliache immagini di uccellini che cantano su prati primaverili punteggiati di ranuncoli, sforzarsi di rispondere: “Sa, e’ molto interessante la sua domanda…” prima di accasciarsi e piangere senza ritegno. Il fatto e’ che ne’ io ne’ gli altri scrittori sappiamo da dove ci vengano le idee e come cercarle. O meglio, forse e’ il caso di puntualizzare. Se uno sta scrivendo un libro sulle abitudini sessuali dei maiali, probabilmente trovera’ piu’ di uno spunto ciondolandosi per un’aia con un impermeabile di plastica addosso, ma se il suo settore e’ la narrativa, potra’ solo bere una quantita’ industriale di caffe’ e comprarsi una scrivania che non si sfasci quando vi sbattera’ la testa contro. Esagero naturalmente. Esagerare e’ il mio mestiere. Vi sono alcune idee di cui ricordo l’esatta origine, o almeno cosi’ credo: non escludo di stare inventandomelo, perche’ inventare e’ – ancora una volta – il mio mestiere. Spesso quando devo scrivere qualcosa di impegnativo ascolto piu’ volte la stessa musica. Non la ascolto mentre compio il vero e proprio atto di scrivere, perche’ per quello ho bisogno di una certa quiete, ma mentre mi verso l’ennesima tazza di caffe’ o mi preparo un toast o mi pulisco gli occhiali o cerco in giro un toner di riserva per la stampante o cambio le corde della chitarra o tolgo le tazze di caffe’ e le briciole del toast dalla scrivania o vado in bagno a farmi una riflessiva seduta di mezz’ora; in altre parole, la ascolto per la maggior parte della giornata. Conseguenza: molte mie idee derivano dalla musica. O meglio, almeno una o due. A voler essere proprio precisi, c’e’ un’unica idea che mi e’ venuta da una canzone, ma ho mantenuto l’abitudine di sentire musica giusto in caso funzionasse di nuovo e, anche se non succedera’, non importa. Ora dunque sapete come funziona l’ispirazione. Semplice, vero?”

2 commenti a “DNA E ISPIRAZIONE”

  1. Davide dice:

    un grande.

  2. Emmo dice:

    Accidenti che fortuna, io mi sono appassionato a Douglas troppo tardi per poter acquistare Il Salmone del Dubbio… ora è fuori catalogo e solo con un buon colpo d'occhio come il tuo lo potrei trovare… vabbè Niente Panico!