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Apr
Ho dato una occhiata ai numeri (pdf 2,4mb) raccolti da Digital PR per cio’ che attiene alla Influenza della rete nelle decisioni d’acquisto. Mi pare che sinteticamente ne esca la fotografia di un paese ancora piuttosto arretrato, nel quale solo un intervistato su tre (e tenete presente che si tratta di dati raccolti online) dichiara di essere molto o abbastanza influenzato dai pareri sui prodotti che trova in rete (con una fiducia simile a quella che ripone su radio e TV) attribuendo poi maggiore affidabilita’ alle informazioni che trova su forum e newsgroup piuttosto che sui weblog.
Aprile 19th, 2006 at 03:17
Ben venga l'arretratezza, non vedo cosa ci sia di buono nella maggiore influenza del cancro pubblicitario anche online.
Aprile 19th, 2006 at 04:49
"attribuendo poi maggiore affidabilita' alle informazioni che trova su forum e newsgroup piuttosto che sui weblog."
Sembra quasi che te ne dispiaccia… se le percentuali erano invertite eravamo meno arretrati?
Aprile 19th, 2006 at 04:55
non e' che mi dispiaccia e' che mi pare un controsenso…
Aprile 19th, 2006 at 06:40
Sicuramente avrei fatto alzare di brutto la media. Ho appena raccontato come io compro la musica (non online) sul mio blog Come si compra la musica online nel 2006 e penso che facciano così anche molti altri.
Aprile 19th, 2006 at 06:53
Per me ha ancora senso. Usenet è (ancora) un punto di riferimento per i pareri sui prodotti. E poi gli smanettoni – di qualsiasi tipo – adorano forumizzare, e su un blog si fa male.
Aprile 19th, 2006 at 07:55
Tutto vero. Ma anche no.
http://technology.guardian.co.uk/news/story/0,,1755777,00.html
Aprile 19th, 2006 at 08:50
Mante, e' la ovvia superiorita' del lavoro collettivo rispetto a una voce singola.
Sul blog trovi una sola persona che si lamenta di – o esalta – un prodotto, con un parere che solo in parte puo' essere completato da qualche commento o – se li trovi – da post di replica in altri blog.
I newsgroup e i forum hanno il grosso vantaggio di essere quasi sempre tematici, spesso delle vere e proprie comunita' di esperti di un dato argomento, invece di essere come i bloggher dei singoli tuttologi allo sbaraglio che vogliono parlare di tutto; se azzecchi il thread giusto, leggi un dibattito completo del prodotto/problema che ti interessa, fino alla sua soluzione.
Io trovo un po' dispersive anche le ricerche sui forum e sui newsgroup, ma ultimamente le uso sempre piu' spesso.
Quello che Google mi propone come post di blog, invece, non lo leggo quasi mai.
Insomma, e' da una vita che si parla di intelligenza *collettiva* oppure *connettiva* e poi ci si stupisce se gli strumenti piu' comunitari funzionano meglio dei diari personali e degli sproloqui dei singoli?
Ciao, Fabio.
Aprile 19th, 2006 at 09:33
Fabio, non che tu ne abbia bisogno…
ma il mio quoting ti arriva totale e con applausi.
Quanto alla presunta arretratezza a me pare l'esatto contrario. finalmente una buona notizia. Usenet, del resto, per eventuali consigli sugli acquisti è insostituibile.
Usenet è tutto ciò che un blog non è.
Capacità critica, confronto, specializzazione a volte eccessiva e lavoro cooperativo (nonostante flamer, troll e compagnia bella).
Aprile 19th, 2006 at 13:06
Quando qualcuno mi propone di andare in vacanza da qualche parte che non conosco, cerco sui newsgroup per sapere com'è. Ci sono sempre pareri discordanti e in breve riesco a farmi un'idea, di solito poi confermata dalla realtà .
Stessa cosa se mi interessa un oggetto tecnologico, come in questi giorni la telecamera che c'è sul catalogo della Fidaty.
I blog, per farmi questo genere di opinione, non li prendo in considerazione perché spessissimo sono viziati da esibizionismo: gente che scrive per far vedere quant'è brava a scrivere o che conosce questo o quello, più che per dare vera informazione.
Non si salvano nemmeno i commenti sui film.
Aprile 19th, 2006 at 16:50
In effetti, Tempesta, nei posti che sono senza un "tenutario" che impone agli altri i suoi tiramenti giornalieri, come i blogh, ma che sono invece "di tutti", come i luoghi piu' comunitari e di dibattito, c'e' questo di bello: quasi sempre si scrive per rispondere a una domanda o a un problema di qualcuno, di un'altra persona.
E' la logica dell'aiuto reciproco, uno degli aspetti piu' piacevoli e piu' antichi della Rete, su cui si era scritto molto in passato, nei primi sacri testi, e di cui oggi ci si e' quasi dimenticati. Ed e' anche una delle facce piu' interessanti di quell'economia del libero scambio di cui in questi giorni hanno parlato diversi dei nostri grandi quotidiani.
Questa logica nei blog non c'e' mai stata, diciamoci la verita'. E' il personalismo dello strumento blogh, il suo lato tribunesco e podista – nel senso di "podio", di soap box – che non la favorisce.
Nella blogopalla si trova la filosofia del piccolo gruppetto che si scambia favori in termini di visibilita' reciproca, di complimenti vari e cotillon. E chi non fa parte del gruppo non puo' lanciare argomenti o quesiti ed e' comunque mal visto, nella classica ottica del "se vuoi dire qualcosa apriti un tuo blogh, e se questo ci piace forse ci degneremo di prenderlo in considerazione".
Direi quasi che i blog sono berlusconiani, da un certo punto di vista, privi delle caratteristiche che motivano qualcuno a spellarsi le dita sulla tastiera in modo del tutto disinteressato, per la sola soddisfazione personale di essere stato utile agli altri.
I bloggher vogliono sempre qualcosa in cambio, cercano link e apprezzamenti, non soltanto on line ma anche off line, meglio ancora se da parte degli amati-odiati media mainstream, e adesso addirittura inviti e qualche buon pasto in cambio del loro marketting…
Peccato.
Ben venga la longeva credibilita' dei newsgroup, cosi' poco di moda, cosi' poco segnalati dai media, eppure tuttora cosi' frequentati, consultati e ritenuti attendibili.
A me pare un ottimo segnale di maturita' da parte dei navigatori e io spero che si tratti di un fenomeno che non riguarda soltanto "i vecchi", ma che riesce a coinvolgere anche il piu' recente "popolo dei clic", nato e cresciuto sul Web e a cui da qualche anno tutti parlano solo e sempre di blogh.
Alla fine del secolo scorso anche io li vedevo mal messi, i newsgroup. Mi fa piacere ritrovarli 6 o 7 anni dopo ancora in buona salute.
Ciao, Fabio.
Aprile 19th, 2006 at 21:11
Il blog non è certo la risposta a tutto, anzi, non vedo perchè un diario on-line di un tizio qualunque dovrebbe influenzarmi sugli acquisti.
Preferisco un sito specializzato (magari aggiornandomi con i feed in ogni caso) oppure fare una bella ricerca sui newsgroup di certo.
Il blog è un ottimo spunto di riflessione, di approfondimento, ma di certo non è utile in questo caso, meglio l'opinione di molti che l'opinione di uno solo (che tra l'altro può anche essere viziata…)
Aprile 20th, 2006 at 07:00
Caro Fabio, grazie per le tue considerazioni sui blogghers: mi ci sono specchiato doppiamente. La prima perchè coincidenti con l'idea che stavo un po' maturando sulla natura dei blog. Già , da una parte la sindrome da palchetto da Speakers' Corner di Hyde Park; dall'altra questo ruolo da padrone assoluto della scena che mi sembra lo specifico del medium blog (basti pensare al ruolo dei commenti, spesso relegati in muscole finestrelle, sinanche separate dal sacro verbo del tenutario).
La seconda è che, senza neanche conoscerlo, hai un po' descritto lo stile del mio blog: tribunesco, personalistico, spesso sproloquiante. Insomma, hai contribuito ad accelerare alcune riflessioni che stavo effettuando sulla natura dei blog, e sul mio stile in particolare. Grazie.
Ciò detto, devo però aggiungere una qualche considerazione sulla natura dei lettori. O almeno, su quelli che occupano la parte centrale della gaussiana: sarà un caso che il blog maggiormente di successo in Italia è quello di Grillo, che ormai ha assunto atteggiamenti da santone 100%? E che non mi sorprenderebbe divetasse prima o poi il berlusconi di sinistra.
Esaminando gli accessi ai vari articoli del mio blog, quelli che ottengono maggiore successo sono esattamente quelli più "sguaiati", con i titoli più ad effetto, più populisti, più tribuneschi. Alla fin fine, più "berlusconiani", come acutamente suggerisci. Altri articoli con maggiori approfondimenti o a più alto valore informativo raccolgono meno clic. Ovviamente non voglio generalizzare ma sarebbe interessante capire se qualcosa del genere succede anche con i vostri articoli.
1 saluto
Aprile 20th, 2006 at 08:46
Chart, i blog non producono quasi mai contenuti informativi interessanti – in senso lato: anche informazioni su un prodotto, come si stava dicendo – producono piuttosto interazioni.
Malgrado il modo di presentare i commenti, che pone chi interviene un gradino piu' sotto del tenutario, i fedelissimi di molti blog lo leggono proprio per commentare, non per trovarvi notizie. E spesso e' piu' interessante commentare i post piu' estremisti.
Oppure, in qualche caso, i blog producono divertimento e intrattenimento, producendo testi particolarmente accattivanti (devo ricordare brontolo?)
Quindi non mi stupisce che in alcuni casi si cerchino proprio i post piu' provocatori.
Pero' basta con l'usare Grillo come esempio.
Grillo e' innanzitutto un personaggio dello spettacolo (e della politica, in parte) con grandi capacita' comunicative e con un enorme seguito; che usi un blog o che si affacci alla finestra per cantare Funicoli' Funicola', l'effetto che lui ottiene e' enormemente diverso da quello possibile per gli altri comuni mortali.
Ciao, Fabio.