Mi assale un flashback preistorico, ma non di tantissimo tempo fa: Luisa seduta nei saloni polverosi della biblioteca di storia dell’arte di piazza Venezia a Roma. Non ha niente con sé, se non un piccolo schedario bibliografico portatile di ferro smaltato e un grosso quaderno ad anelli con i fogli mobili. Non ha neanche troppi soldi per fare le montagne di fotocopie che le servirebbero da libri d’arte delicati e rarissimi. Una fortuna, perché così deve prendere appunti a mano, leggere con attenzione, sintetizzare, organizzare gli appunti in maniera tale da poterci lavorare con calma a casa, confrontare lì le immagini e scrivere con chiarezza idee attributive e considerazioni. Sono decine di mattine, una dietro l’altra, per molti mesi. Ma alla fine di ognuna di quelle mattine, idee e informazioni erano passate ordinatamente dalla mia testa alla mia mano e poi al foglio: erano diventate davvero mie
31
Mar
Stavo preparando un commento su questo (bellissimo) articolo di Time Magazine sulla Generazione Multitasking e mi sono imbattuto in questo (bellissimo) post di Luisa Carrada che potrebbe a tutti gli effetti farne parte.
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Marzo 31st, 2006 at 11:41
Pure contro i cataloghi on line, siamo adesso?
Dovreste fondare un bel club, voi neo-luddisti.
;-)
Anche io avevo fatto le mie prime ricerche bibliografiche, per la tesi e dopo, in piedi in biblioteca, appoggiandomi agli schedari con i miei raccoglitori di metallo e le loro schedine di cartoncino. Be', sono strumenti che non rimpiango affatto.
Adesso si lavora non solo infinitamente piu' in fretta, ma anche molto meglio.
Mi spiace per Carrada, palesemente un po' disadattata di fronte a troppa tecnologia che non riesce a dominare, ma avere piu' dati a disposizione significa anche poter ragionare piu' a fondo.
Purche' si abbia metodo, certo, ed e' forse questo che gli insegnanti oggi non sono in grado di trasmettere ai giovani, perche' se la tecnologia non sai usarla tu, non puoi neppure spiegare agli altri come padroneggiarla.
Ma vi vedo bene, tu, Zambardino e Carrada, seduti a rimirare impotenti e sconsolati il mondo che progredisce e soprattutto i giovani di oggi che, come dice Zambardino, lo rivoluzioneranno. In che modo faranno la rivoluzione ancora non si sa, ma di certo non con gli schedarietti di metallo.
;-)
Ciao, Fabio.
Marzo 31st, 2006 at 14:42
Che si lavori piu in fretta lo posso credere, meglio non so, non credo che la tecnologia informatica , come tutte le tecnologie, migliori la qualità del lavoro.
Lo dico anche perchè lavoro in un campo, l'industria chimica , in cui l'informatica ha aumentato la produttività di svariati ordini di grandezza, ma permettendo di implementare dei controlli di processo fool-proof, ha diminuito la professionalità a tutti i livelli.
Le tecnologie non possono essere padroneggiate dalla maggior parte degli utenti, ma solo sfruttate per otenere gli stessi risultati con minor uso del cervello.
Non è essere luddisti, il luddismo è rifiuto della tecnologia, vedere i limiti della tecnologia e saperne fare a meno quando è un vicolo cieco per la creatività è l'unico modo per non esserne schiavi
Marzo 31st, 2006 at 14:54
Oh, ma tu sei lo stesso Pietro che da anni ha un Ipod e che ancora non ha imparato come funziona?
Be', non mi stupisce che tu abbia in generale qualche problemino con la tecnologia, allora.
Ok, un altro candidato per il club dei neo-luddisti….
;-)
Ciao, Fabio.
Marzo 31st, 2006 at 16:35
Io sono un Pietro che tra le altre cose si diletta a configurare i DCS ( digital control sistem ) che permettono ad impianti chimici complessi di funzionare 24 ore al giorno 365 giorni al anno.
Non mi reputo un professionista, ma penso solo che chiamare tecnologia l'IPOD è come chiamare alta cucina il MacDonald.
La stessa cosa si puo dire di gran parte della fuffa inutile che sta dietro molte cosiddette novità .
La differenza è che nonostante il disinteresse della politica che sta distruggendo l'industria italiana, senza attività produttive che sostengono l'economia reale, le cosiddette tecnologie non danno da mangiare a nessuno.
Ho anche spesso a che fare con i cosiddetti IT manager per far funzionare l'ERP che abbiamo in fabbrica ( PeopleSoft EnterpriseOne ) e vedo bene quanto spesso l' information tecnology sia una attività prevalentemente di marketing e abbia costi sproporzionati all'utilità effettiva.
Questo intendevo dire, spero di essere stato chiaro.
Marzo 31st, 2006 at 18:36
Massi', Pietro, in fondo gli ordini e tutto il resto e' meglio gestirli a mano, con carta e penna, che costa anche molto meno.
E sui computer, tutte queste tastiere e questi schermi a colori, a che cosa servono? Era molto meglio con le perforatrici, perche' ci si concentrava di piu' sul codice e si era costretti a fare meno errori.
Battute a parte, anche se da piccolo sei stato morso da un Erp senza museruola e ti sei messo a litigare con "i cosiddetti It manager", non mi pare un buon motivo per odiare irrazionalmente la tecnologia.
Ah, e chi non sa preparare manco un hamburger e' difficile che sappia come si fa l'alta cucina.
Ciao, Fabio.
Aprile 1st, 2006 at 09:49
Mettiamo in chiaro che la tecnologia, quando addirittura i gadget più folli mi piacciono e li trovo un modo creativo di manipolare il mondo, ma il rischio che l'aver operato copiato formattato scannerizzato convertito di formato ecc…ecc…. venga scambiato per conoscenza esiste. L'atteggiamento mentale è quello che conta, uno schedario e una penna sono tecnologia esattamente come l'ultimo palmare sul mercato, bisogna saperli usare al meglio per le nostre esigenze.
Aprile 4th, 2006 at 08:30
Sono con te e con la Carrada ma… ci vuole TEMPO per fare queste cose.