14
Nov
Sul Boston Globe c’e’ un pezzo di Davide Weinberger sulla vicenda Google Print. Che viene utilizzata quasi come un pretesto per dire che la vera scommessa della digitalizzazione delle opere librarie e’ quella della organizzazione dei metadati che li circondano. Tutto vero. Ovvio che se pero’ i libri non vengono digitalizzati e resi disponibili e’ inutile anche discutere di metadati.
Novembre 13th, 2005 at 18:58
Be', per amore di blogdeologia e quindi per dire una volta di piu' che l'unica cosa che conta sono gli utenti in quanto produttori di informazioni, Weinberger e' stato di una mostruosa superficialita':
"Some of this metadata will come from the publishers. But much of it will come from users […]"
Tra gli editori e gli utenti/utonti, ha cancellato in un sol colpo i bibliotecari, che di fatto sono ancora l'unica "terza parte" indipendente, disinteressata e competente che puo' costruire dei metadati decenti.
Weinberger fa giusto un cenno, nel paragrafo successivo, alle biblioteche, che produrrebbero non si sa bene quali dati. E lo farebbero automagicamente, verrebbe da dire, visto che i bibliotecari in questo suo universo tontocentrico non esistono piu'.
Bleah… I Weinberger e soci – un elenco che sarebbe lungo – hanno avuto due idee buone alcuni anni fa, dopodiche' da li' non si schiodano, non sanno pensare a nulla di nuovo e ripetono in modo quasi ossessivo sempre le stesse cose.
Mi ricordano anche altri bloggher, molto meno famosi e ancor meno creativi… forse?
;-)
Ciao, Fabio.
Novembre 14th, 2005 at 03:47
Tranquilli. Google Print passerà . Ci vogliono solo un paio d'anni. Le innovazioni importanti hanno bisogno di tempo. :)
Novembre 14th, 2005 at 06:59
Sono totalmente in disaccordo con i commenti che mi hanno preceduto. In un prossimo futuro i ragionamenti su dati e metadati saranno entrambi importanti e andranno fatti a mio modesto parere insieme, questo non vuol dire che le classificazioni esistenti di cui Fabio parla siano inutili (al contrario).
Se parliamo invece in prospettiva di Web Semantico mi sembra che la strada sia ancora lunga.
Il mio suggerimento è di congelare il pensiero di Weinberger e tirarlo fuori tra cinque anni, vedremo chi ha avuto ragione.
Novembre 14th, 2005 at 08:00
Goetz, come al solito o non leggi o non capisci bene quello che leggi.
"questo non vuol dire che le classificazioni esistenti di cui Fabio parla siano inutili"
Oh. E di quali classificazioni esistenti avrei parlato, di grazia?
"In un prossimo futuro i ragionamenti su dati e metadati saranno entrambi importanti"
Certo. E infatti, io qui ho parlato solo di metadati, non di classificazioni. E ho detto che i bibliotecari sono l'unica 'terza parte' in grado di costruire dei metadati decenti.
Di', dovresti fare degli esercizi di lettura e di riassunto dei contenuti letti…
;-)
Ciao, Fabio.
Novembre 14th, 2005 at 12:05
No, ho letto bene, ma mi sono espresso invece malissimo. Non sono d'accordo che siano solo i bibliotecari gli unici a costruire dei metadati decenti.
Io sto iniziando a cimentarmi con i metadati per i contenuti video e ne sto vedendo delle belle, ma sull'argomento sono ancora un dilettante :)
Novembre 14th, 2005 at 13:28
Goetz, mi stai dando ragione.
Ti cimenti con i metadati e ti definisici 'ancora un dilettante'. Questo significa che per produrre metadati decenti occorrono delle competenze, competenze che i dilettanti come te devono faticosamente acquisire e che invece i bibliotecari, per studio e per esperienza, hanno gia' acquisito.
Competenze e non solo: ci vogliono anche delle metodologie rigorose, che, tra l'altro, in gran parte sono gia' state elaborate – contrariamente a quanto suggerisce tra le righe Weinberger, citando, credo volutamente e spero non per ignoranza, solo i metodi di classificazione piu' tradizionali – per cui non c'e' bisogno di inventare nulla o quasi 'from scratch'.
E' di questo aspetto che come per caso si 'dimentica' Weinberger, e di cui fanno finta di ignorare l'esistenza tutti i blogdeologi che propagandano un futuro dove l'organizzazione delle informazioni sara' prodotta dalle folksonomy.
In realta', secondo me e' sempre il solito discorso, analogo a quello 'blog versus informazione'.
Se voglio giocare, o navigare in serendipity, o trovare persone con cui condividere delle affinita', gli strumenti come delicious (scusate se non ricordo mai dove mettere i dot) sono perfetti.
Se invece devi fare una ricerca seria, maledetta e subito, oppure tramandare conoscenza ai posteri, hai bisogno di un'organizzazione delle informazioni che sia stata prodotta da professionisti e con metodo.
Tutto il resto sono balle; blogdeologia, appunto, che per amore di un'idea – la produzione 'democratica' della conoscenza – falsifica la realta' dei fatti.
Ciao, Fabio.
Novembre 15th, 2005 at 05:08
Sull'argomento Google Print, credo sia interessante l'articolo del New York Times
http://www.nytimes.com/2005/11/14/arts/14conn.html