Abdolkarim Nabil Seliman studente di legge egiziano di Alessandria e’ stato portato via da casa sua da 7 poliziotti alle tre di notte del 26 ottobre scorso. Questo e’ il suo blog. Questo per chi si avventura con l’arabo l’articolo che lo avrebbe portato in carcere. Altri link su Technorati. Le ragioni dell’arresto sarebbero in relazione con l’impegno civile e l’opposizione di Karim al fondamentalismo islamico. L’unico grande giornale a darne notizia sembra essere stato finora il Jerusalem Post.

6 commenti a “BLOGGER IN GALERA”

  1. Domiziano Galia dice:

    Ho replicato la notizia sul mio blog ed invitato a fare altrettanto.

  2. Anonimo dice:

    bravo massimo

    Luca Montaguti

  3. Noantri dice:

    Sì, scusate: ma qualcuno di voi CONOSCE l'arabo? Sa cosa ha scritto il ragazzo nel suo pezzo? Io non mi schiero, francamente: potrebbe essere stato portato dentro leggitimamente. Se uno dice stronzate, poi le paga.

    [Ste]

  4. alessio dice:

    Vorrei dire, "l'opposizione al fondamentalismo islamico" non porta in carcere in Egitto, semmai il contrario. Vedrò quindi di cercare qualche informazione extra.

  5. Gilgamesh dice:

    Io leggo l'arabo abbastanza bene, e ti assicuro che non ha scritto "stronzate", Stefano.

    Poi l'unico caso in cui qualcuno può essere portato dentro "legittimamente" per qualcosa che ha scritto online è se questa è a contenuto diffamatorio o se ha diffuso segreti di stato o minacciato azioni terroristiche. Tranne che nei regimi autoritari e particolarmente in Cina, dove si ha una paura fottuta della libera diffusione delle informazioni e ancora esistono i reati d'opinione.

    Mesi fa avevo dedicato un post a un ragazzo tunisino che, dall'internet point dove lavorava, gestiva una blogzine (tunezine, appunto) e che è stato prelevato una notte proprio come Karim, massacrato di botte e tenuto in galera per mesi, rilasciato solo grazie all'interessamento della sua fidanzata francese e qualche mese fa è morto per i postumi dei traumi subiti.

    Aveva criticato l'attuale regime, proprio come Karim (anche senza conoscere l'arabo, si può dare un'occhiata al profilo di Karim, in inglese, e ai banner con l'immagine di Mubarak barrata, per capire quali sono le sue idee e i suoi intenti) e per questo è morto.

    Ribellarsi, in questi casi, non è solo giusto, è sacrosanto.

    E non bisogna aver paura di far sentire la propria voce, per poco che possa sembrare.

    Ed evitare qualunquismi e benaltrismo tipo "eh, ma chissà  cosa c'è dietro / magari ha scritto stronzate" – absit iniura verbis, eh?

  6. Noantri dice:

    Bene, grazie delle precisazioni. Mi sembrava folle farmi un'opinione davanti a dei GEROGLIFICI. Avrebbe potuto scrivere qualsiasi cosa, diffamare e quant'altro.

    Bene così, dunque. Anzi, male così.

    [Ste]