23
Ott
Contrappunti, su Punto Informatico di domani.
Accade ogni tanto che questioni legali che apparentemente riguardano gli Stati Uniti e le leggi di quel paese si trasformino in faccende che dovrebbero interessare ognuno di noi. Capita più di frequente da quando esiste internet. In questi giorni, come molti di voi avranno letto, in Usa si sta discutendo, da posizioni ovviamente contrapposte e con prevedibili ripercussioni legali, sulla liceità di Google Print. Da una parte il grande motore di ricerca di Mountain View che non intende retrocedere nel suo annunciato intento di indicizzare tutti i libri del mondo, dall’altra le associazioni che tutelano i diritti degli autori che, dopo un iniziale tentennamento, oggi marciano compatte nel chiedere la chiusura del progetto per palese violazione dei copyright.
(continua)
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Ottobre 23rd, 2005 at 05:42
Secondo me non si rendono conto del grande potenziale di vendita che possono avere grazie a Google! E' come se si facesse causa a Itunes perché fa ascoltare 30 secondi di canzone gratis! Ridicoli, assolutamente.
Ottobre 23rd, 2005 at 10:12
La cosa ridicola è quel 60% dell'intero scibile umano che non puo essere reso di pubblico dominio ma non viene pubblicato e quindi va perso.
Penso che un punto di incontro tra il diritto d'autore e l'interesse pubblico , se ci fossero politici lungmiranti sarebbe una scadenza dei diritti d'autore per qualsiasi opera non disponibile in commercio entro tempi brevi.
Se un libro non è in catalogo e disponibile in una lingua per 3 anni dovrebbe essere digitalizzato e reso di pubblico dominio.
Questo non danneggerebbe nessun reale interesse economico e potrebbe essere utile alla diffusione della cultura
Ma dubito, generalmente i difensori di assurdi privilegi fanno barricate ben oltre le loro necessità , come nel aatuale caso del tentativo di applicare la direttiva Bolkestein all'imposizione di teriffe minime obbligatorie per gli avocati, che impedisce il gratuito patrocinio ( chi ha visto i film "l'uomo della pioggia" o "Il dolce domani" ne puo immaginare le conseguenze ) che permetterebbe ad un avvocato di assistere un povero diavolo in una causa contro una grossa multinazionale, ciedendo solo una percentuale su un eventuale risarcimento, cosa in italia illegale!
Ottobre 23rd, 2005 at 16:04
Ma vedi, Pietro… I potentati dell'editoria non vogliono sono difendere i diriti a vendere adesso… ma anceh quelli potenziali, di ristampare vendere magari fra 20 anni, un'opera adesso fuori catalogo.
Sono d'accordo, è il capitalismo che detta le leggi alla cultura. Una cosa contro cui l'unica difesa è prendere le opere fuori catalogo, in biblioteca, digitalizzarle e mettere su P2P.
Contro i riccastri egoisti non c'è che la pirateria, ho smesso da tempo a sperare in leggi che facciano l'interesse del popolo.